La pace è una parola fragile, troppo spesso soffocata dal rumore della violenza e della sopraffazione.
Ma nonostante l’oscurità e la disumanità dei nostri tempi, essa coraggiosamente riemerge come invocazione a ritrovare la speranza che un mondo equo e solidale sia ancora possibile, come visione di un’umanità che, seppur ferita, possa di nuovo ritrovare la sua bellezza nel patto d’Amore per l’uomo e per il creato, come promessa di accoglienza, rispetto e ascolto del diverso da noi da difendere senza condizionamenti e riserve.
È il sussurro di fratellanza che attraversa i secoli, una voce sottile che si alza nelle nostre coscienze anche nei momenti più bui; è il motore inarrestabile che rende possibile la nostra palingenesi: è l’occasione di trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne capace di amare gli altri come Dio ci ha amato.