in Volo - Periodico Strongolese - Rub3 Riflessioni su esperienze vissute

di Angela Manfredi

Riflessioni sulla Pandemia

Prefazione

Ho scritto queste mie riflessioni durante la Pandemia quando il Coronavirus per contenere i

danni che stava infliggendo al mondo intero ci ha obbligato a “ sospendere” le nostre vite e a

restare tutti rinchiusi in casa.

Lo scopo è stato quello di alleviare le mie angosce, parlarne mi è

sembrato il modo migliore e scaramantico di allontanare il difficile problema.

Nei racconti mi sono lasciata trasportare dai ricordi citando spesso il mio amato paese Strongoli

rievocando luoghi, sensazioni, colori, ho descritto le mie incessanti preoccupazioni per le

incertezze della vita ma nello stesso tempo ho confidato nella speranza di una nuova rinascita.

Lettera al Coronavirus

Stamattina un forte senso di sconforto invade la mia mente a causa della solitudine e del silenzio

che regna nel quartiere.

Così, non potendo cambiare lo stato delle cose, per alleggerire il peso della mia rabbia, prendo carta e penna e decido di scrivere una lettera al “Coronavirus” per informarlo di quanti danni sta arrecando a tutti noi.

Giuro che fino a qualche mese fa non avrei mai pensato di rivolgermi ad un mostriciattolo così piccolo, ma fortemente malefico!

Inizio a scrivere la lettera senza utilizzare il termine “Caro”, solitamente adoperato quando ci

si indirizza ad un amico affettuoso e rivolgendomi a lui direttamente dico:

“Sei arrivato chissà da quale mondo sconosciuto e ti sei intrufolato prepotentemente nelle nostre vite facendone saltare le regole del vivere in democrazia."

Dicono che il tuo nome è Coronavirus, ma di regale hai solo il nome.

Porti sulla testa una corona

di spine talmente appuntite che trafiggono i polmoni e tolgono il respiro!

Come un nemico traditore ci hai colpito improvvisamente alle spalle dichiarandoci guerra senza dare il tempo agli studiosi di mettere a nudo il tuo Genoma e costruire le frecce per colpire il tuo tallone di

Achille.

Sei comparso per la prima volta, qualche mese fa, a Whan in Cina disseminando il terrore tra

la popolazione e da allora hai continuato inesorabilmente la tua avanzata di morte varcando

Confini e Stati.

E così sei giunto anche nel mio bel Paese.

Ovunque tu passi lasci a terra milioni di vittime. Ogni giorno è un bollettino di guerra!
Sei diventato un’emergenza mondiale. Non redo che questo ti faccia onore!

Colpisci indistintamente e inesorabilmente giovani e anziani e ti accanisci vigliaccamente con

le persone più fragili.

Raramente hai risparmiato qualche ultra-novantacinquenne e hai graziato

qualche neonato.

Perché? Forse è comparso in te un briciolo di Pietas?

Hai sfinito i nostri operatori e hai annientato il personale sanitario, che nonostante tutto, con

coraggio, senza sosta, a mani nude e con scarsi mezzi, sta cercando di placare la tua potenza

disumana.

I feriti oramai non si contano più; per poterli contenere si stanno allestendo nuovi

ospedali da campo e si stanno attrezzando strutture alberghiere.

Addirittura, il Nostro Governo ha chiesto aiuti ad altre Nazioni.

Oggi i morti sono migliaia, bisogna cremarli o seppellirli frettolosamente senza vestizioni, e

funerali per poter arginare ulteriori epidemie.

Pensa quanto grande è la tua malefica potenza, sei riuscito persino a cambiare il nostro antico culto dei morti

Ora tutta l’Italia, da Nord al Sud, come un animale ferito piange i suoi caduti.

Tante sono le persone che con slanci di umanità e di generosità cercano di dare il proprio

contributo, ma il cuore non basta per fermarti!

So che, per vincere una guerra, ci vogliono armi e trattati tra le parti, però questo è un conflitto

insolito.

Sei un nemico invisibile e sconosciuto e devi essere attaccato con particolari mezzi che non rientrano nei protocolli di guerra convenzionale.

Per annientarti servono presidi sanitari adeguati, farmaci appropriati e soprattutto un vaccino ad hoc che purtroppo ancora non abbiamo.

A proposito di vaccino, mi piacerebbe sapere come la pensano oggi quelle persone così

facinorose che all'inizio dell'anno scolastico hanno condotto una battaglia demenziale per non

vaccinare i propri figli!

Gli studiosi ci hanno spiegato che esiste un modo per arrestare il tuo avanzamento ed è quello

di crearti il vuoto attorno.

Così sono state chiuse le frontiere, aboliti i voli, sospese le funzioni religiose, blindate le città, ridotte numerose attività lavorative e tutte le persone sono state obbligate a restare nelle proprie abitazioni, uscendo solo in caso di necessità con un'autocertificazione per non incorrere a sanzioni.

Sai, è difficile in tempi di democrazia rinunciare alle proprie libertà! Però questo è il

regolamento: Dura lex sed lex!

Così per sconfiggerti adesso stiamo usando la casa come fosse la Playstation e ti stiamo

bersagliando a suon di pane, biscotti, torte, lettura, musica, lavoro, insonnia, ansiolitici e perché

no, anche di incazzature.

Quando e come ne usciremo non lo so, però di una cosa sono certa, se continueremo a restare tutti uniti vinceremo la Guerra e tu Coronavirus ti ritroverai spogliato della tua virulenza nel più piccolo anfratto dell’Inferno”.

Si è fatto mezzogiorno, è ora di preparare il pranzo.

Smetto di scrivere, ma la mia mente continua a pensare: “Quanto mi piacerebbe uscire di casa e andare in pizzeria con le amiche come facevo un tempo”.

Purtroppo, però, questo desiderio rimane ancora un sogno.

Legnano, 26 marzo 2020

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Una giornata quasi normale

È lunedì pomeriggio di una giornata apparentemente tranquilla, ma piena di pathos e angoscia, è una giornata da Coronavirus.

Seduta sul divano della mia sala avvolta in un plaid verde osservo il giardino che dà sul retro della casa.

Il cielo è plumbeo, una leggera pioggerellina cade insistentemente sugli alberi, la camelia lascia di tanto in tanto cadere ai suoi piedi fiori rosa che non sanno di primavera.

Qualche merlo si aggira saltellando timidamente in cerca di insetti, un leggero venticello accarezza le piante.

Il ticchettio delle gocce d’acqua, che dal dorso delle foglie della tuia scivolano a terra, attira la mia attenzione.

Per un attimo mi ritornano in mente le spumeggianti onde del mare di Strongoli, il mio paese natio, quando maestosamente si infrangono sulla battigia liberando nell'aria una miriade di goccioline accompagnate da un suono armonioso che parla di musica.

Penso, “Ah! Il mare, il mio mare, mio amore primordiale”.

“Quanto lo desidero!”. “Quanto mi manca il suo luccichio argenteo e azzurro accompagnato dalla brezza del mattino e quanto mi mancano anche i tramonti rosso-fuoco sulle montagne della Sila!”.

Attorno a me c’è un silenzio surreale, mio marito seduto sulla poltrona è immerso nella lettura, mentre mia figlia Stefania, nella sua stanza, sta preparando al computer la lezione che dovrà tenere domani in video-chat con la classe.

Le strade sono deserte, non passano macchine, raramente si vede qualcuno che, a capo chino con mascherina sul viso e con passo deciso, porta il cane a passeggio.

A ritmo incessante si sente il suono spiegato, assordante della sirena dell’autoambulanza che corre verso l’ospedale.

Come tutte le città anche Legnano, dove vivo e lavoro da parecchi anni, si è fermata; gran parte delle attività sono state interrotte, tutto appare privo di senso, di suoni e di colori.

La vita è sospesa!

La piazza San Magno non è più allietata dai bambini che solitamente si rincorrono festosi intorno alla fontana e sul sagrato della Chiesa.

Anche i tavolini dei bar di corso Garibaldi sono privi di ragazzi che non fanno più l’aperitivo o mangiano il gelato.

Nel parco Castello non si gioca sui verdi prati, né si fa running lungo le sue stradine; gli anziani hanno smesso di giocare a bocce nel campetto e i bambini non lanciano il pane alle anatre del laghetto.

Sono rimasti in solitudine solo scoiattoli e uccellini.

Quanta desolazione impera!

Ogni tanto il suono delle campane squarcia il silenzio assordante e gravoso dell'aria! È sconvolgente quello che sta succedendo.

Mi sembra di essere sul set di un film di fantascienza, spettatrice e al contempo partecipante, ma tutto ciò è maledettamente vero!

È accaduto così velocemente che non abbiamo avuto neanche il tempo di metabolizzare.

Siamo stati catapultati in una situazione di restrizione, impensabile in tempi di democrazia!

Non so quando e come usciremo da questa orrenda situazione, ma sono sicura che arriveranno tempi migliori.

Con fatica ci rialzeremo, ritorneremo a riabbracciarci e a riappropriarci della nostra vita.

Ritornerò nella mia amata Strongoli ad ammirare dal balcone di casa mia il maestoso Castello, le verdi campagne e, quando cala la sera, disperderò i miei occhi in lontananza e mi lascerò incantare dal luccichio dei vari paesini disseminati sulle dolci colline ai piedi della Sila”.

Si è fatto tardi, suona il telefono, è la mia amica Ivana che mi chiama, ci scambiamo le nostre consuete opinioni e ci lasciamo con parole di speranza.

Sento un po’ di freddo, mi alzo, vado in cucina a prepararmi una tazza di the verde che Aishah, la ragazza di mio figlio, mi ha portato dai suoi viaggi di lavoro da Dubai e torno a sedermi sul divano a sorseggiarlo lentamente riavvolgendomi ancora nel mio caldo plaid verde.

Domani sarà un altro giorno.

Legnano, 31 marzo 2020

＊﹡＊fine＊﹡＊