in Volo - Periodico Strongolese - Art3 Intervenire tempestivamente

di Deborah Marasco

Intervenire tempestivamente può fare la differenza

Il disagio giovanile è un fenomeno complesso che incide profondamente sulla vita di molti adolescenti.

L’adolescenza rappresenta un periodo cruciale di trasformazione fisica, identitaria ed emotiva, durante la quale i giovani si trovano a costruire la propria identità.

In un mondo caratterizzato da cambiamenti, sfide sempre nuove, ed elevate aspettative e pressioni, il processo di costruzione della propria identità si scontra con le aspettative sociali, scolastiche e talvolta anche familiari.

Di conseguenza, il malessere tra i giovani si manifesta in molteplici forme e le cause sono varie e non sempre facilmente individuabili.

È importante menzionare, tra le cause del disagio adolescenziale, la bassa autostima e la presenza di pensieri negativi.

I ragazzi e le ragazze che sperimentano il disagio tendono a svalutare sé stessi e le proprie capacità, e percependosi come incapaci.

Un grande impatto è dato dall’influenza di internet.

Viviamo immersi nell’era in cui i social media sono parte integrante e “indispensabili” nella quotidianità di ogni ragazzo.

Ciò comporta, inevitabilmente, un confronto costante con i disparati modelli idealizzati di bellezza, di successo e di felicità, distanti dalla realtà, e di conseguenza fuorvianti.

Tali modelli, caratterizzati da un perfezionismo errato, accentuano il senso di inadeguatezza dei giovani.

Questo è solo uno degli innumerevoli aspetti che contribuiscono al disagio giovanile.

L’inadeguatezza adolescenziale si manifesta in diversi modi.

Alcuni adolescenti segnalano sentimenti di ansia, depressione e isolamento, derivanti da esperienze di bullismo, difficoltà scolastiche o problemi in famiglia.

Il disagio, a volte, può tradursi in comportamenti autodistruttivi come l’autolesionismo, l’abuso di sostanze stupefacenti e\o alcolici come modo per affrontare il dolore emotivo o per cercare approvazione sociale.

Questa condizione di malessere si manifesta anche in sintomi fisici, come il disturbo del sonno, o nei disturbi del comportamento alimentare.

L’importanza della salute mentale è emersa soprattutto con la pandemia di COVID-19.

Questa, assieme al conseguente lockdown, ha contribuito ad amplificare questo fenomeno.

L’isolamento prolungato ha privato i giovani delle normali interazioni sociali e delle esperienze personali e professionali.

Ne scaturisce un’incapacità di socializzazione e di comunicazione che aumenta il senso di vulnerabilità e solitudine.

A Strongoli, come in molte altre realtà, questo malessere colpisce un numero non indifferente di giovani.

La mancanza di prospettive lavorative, la difficoltà a conciliare le tradizioni familiari con le aspirazioni individuali e la scarsità dei servizi dedicati ai giovani sono solo alcune delle cause che alimentano questo malessere.

I giovani strongolesi, come i loro coetanei in altre parti d’Italia, si trovano a dover affrontare sfide sempre più complesse, legate ai rapidi cambiamenti della società.

È di fondamentale importanza comprendere che il disagio giovanile è un fenomeno sociale che richiede una risposta collettiva, poiché i giovani sono una risorsa preziosa per il nostro territorio.

Scuole, famiglie, istituzioni e associazioni devono lavorare insieme per creare un ambiente protettivo e accogliente dove i giovani possano sentirsi valorizzati e supportati.

Spesso, il disagio giovanile è amplificato dalla mancanza di spazi in cui i giovani possano esprimersi liberamente e trovare ascolto.

Molti di loro si sentono isolati, privi di un punto di riferimento solido o di adulti con cui potersi aprire e condividere le proprie esperienze.

Educare i genitori a riconoscere i segnali di disagio nei propri figli e a comunicare in modo comprensivo, sensibilizzare gli insegnanti e organizzare eventi culturali, sportivi e ricreativi che li coinvolgano può fare la differenza.

Nella comunità strongolese, diverse iniziative e programmi sono stati implementati per affrontare il disagio giovanile.

Associazioni locali, come il Gruppo Giovani, collaborano per creare spazi di ascolto e supporto, incoraggiando i ragazzi a esprimere le proprie emozioni.

Questi programmi spesso si concentrano sull’importanza dell’autostima e della costruzione di relazioni sociali, offrendo attività ricreative e formative che stimolino il senso di appartenenza e inclusione.

In conclusione, i sintomi del disagio giovanile sono molteplici e sono intrecciati tra loro, richiedendo un’osservazione attenta e una capacità di ascolto autentico.

La società, la scuola e la famiglia devono saper riconoscere questi segnali e offrire sostegno concreto, senza minimizzare il dolore dei giovani, ma anzi valorizzandoli e accompagnandoli verso una consapevolezza di sé più positiva.

Intervenire tempestivamente può fare la differenza, trasformando un periodo critico in una fase di crescita e di rinascita.

Non solo internet

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