Aniene Flow

La rivoluzione informatica opportunità per l'architettura

In collaborazione con Martina Ciarletta: sites.google.com/view/martinaciarletta/home-page

Premessa

Dopo Roma a_venire, Urban Voids, Urban Green Line, Tevere Cavo e UnLost Territories la cattedra del prof. Antonino Saggio alla Facoltà di Architettura della Università di Roma "Sapienza" ha iniziato a studiare, a partire dall'autunno del 2019, i territori lungo il tratto urbano del fiume Aniene tra il raccordo anulare e l'affluenza con fiume Tevere nell'area di Tor di quinto. Circa 30 vuoti urbani, mappati e ed esplorati in sempre maggior dettaglio, formano il campo di azione di Aniene Rims. I vuoti urbani lungo il percorso urbano del fiume Aniene sono in genere di natura industriale o artigianale. Come nei precedenti progetti urbani queste aree devono essere ridate alla vita della città e dei suoi abitanti con azioni che fanno leva su nuove idee e su nuove energie.

Dal sito di A.Saggio www.arc1.uniroma1.it/saggio/AnieneRims/index.htm

Flowpop: new urban-pop space

Flowpop è un progetto di Aniene Rimes, all’interno della grande famiglia degli UNlost Territories. Il suo obiettivo primario è l’ideazione di un prodotto infrastrutturale che possa funzionare come legante urbanistico per rivitalizzare e riconnettere le sponde dell’Aniene al tessuto urbano attraversato dal fiume.

Il concept parte dalla costatazione si una situazione di crisi: la distanza che sussiste tra le sponde dell’Aniene e il tessuto urbano limitrofo nel quale il corso del fiume si inserisce. Per iniziare a colmare questa distanza, il progetto studia una serie di istallazioni poste in successione in punti specifici lungo il percorso del fiume cosi da costituire un percorso attivo e visibile tanto dal punto di vista della funzione quanto dell’immagine urbana complessiva.

Flowpop è da interpretare come un flusso architettonico, creativo e urbanistico che si materializza in un itinerario interattivo che, partendo da via Tiburtina, all’altezza del quartiere San Basilio e, costeggiando la sponda del fiume, termina nel punto di confluenza tra il Tevere e l’Aniene. Il percorso si articola in quattro tappe tematiche ciascuna delle quali coincide con un’installazione urbana: sono quattro punti di snodo che si differenziano l’uno dall’ altro per il tipo di rapporto che ciascuno ha con il tessuto urbano e la tipologia dell’installazione ne è l’interpretazione simbolica.

1- Liquid Cityelemento acquatico (mondo naturale)

2- Cyber Bridgeelemento infrastrutturale (mondo antropico)

3- Paint Lab.elemento creativo (mondo antropico)

4- Rock Garden - elemento rurale (mondo naturale)

Il nome “Flowpop” indica il carattere “pop” – “popolare” - che identifica l’itinerario. Le istallazioni, infatti, per loro stessa natura, sono costruite per coinvolgere e sollecitare la percezione dello spettatore che diviene parte integrante del lavoro: senza il fruitore, l'opera istallativa non esiste e perde il suo scopo. Dunque, oltre al fattore ambiente nel quale l'opera è integrata, diventa imprescindibile la libera fruizione perché è questa che determina la “popolarità” dell’installazione e di conseguenza, diventando un polo urbano attrattivo, la sua capacità di donare nuova linfa vitale ai territori della città dimenticati.


Flowpop e Pop Art

Il termine “Flowpop” vuole essere un rimando a quella provocazione artistica e sociale che si nasconde dietro la Pop Art degli anni ’50.

"Pop Art" è l'abbreviazione di "Popular Art", arte popolare, dove il termine "popolare" sottintende "di massa", cioè un’arte che vuol rappresentare l'immaginario collettivo, in particolare dell'uomo come consumatore. Nel mondo degli anni ‘50 e ‘60, dominato dalla società dei consumi, la Pop Art considera superato il concetto di arte come espressione dell'interiorità e dell'individualità. Gli artisti Pop, utilizzano le immagini della TV, del cinema, della pubblicità, dei prodotti di largo consumo o di uso comune, elaborandole con tecniche pittoriche o con la scultura.

Oggi come all’ora, o forse anche di più, l’espressione individuale è stata soppiantata da quella collettiva, con la differenza che oggi, la collettività è una “collettività social”. Quindi come gli artisti pop utilizzavano le immagini della tv, del cinema e delle pubblicità, ovvero degli attrattori della loro epoca, per rivolgersi alla massa, cosi vogliamo che le istallazioni di Flowpop diventino delle provocazioni “popolari”, o meglio “instagrammabili”, al punto tale da poterle sfruttare “social-mente” per riportare in voga, o detto in termini consumistici, “commercializzare”, spazi di città dimenticati.


VIDEO CONCEPT


RIFERIMENTI PROGETTUALI