Consideriamo solo ciò che vediamo?
Un autoritratto per fotografare il momento storico che stiamo vivendo
Un autoritratto per fotografare il momento storico che stiamo vivendo
Ormai é da piu di un mese che siamo chiusi, costretti a vivere rintanati nelle nostre case. Tutto é fermo. Vediamo il tempo passare come si guarda un film alla tv, come se quel tempo non ci appartenesse eppure, lo stiamo vivendo...anche se non sembra di farlo veramente. Forse sarà proprio il tempo, tragicamente lungo e pesante, la cosa che piú ricorderemo di questa pandemia...e invece no, la lezione che dobbiamo imparare, la morale che dobbiamo fare nostra, é che l'immobilità non é impossibilità. A questo proposito, voglio condividere il frutto del tempo speso a riflettere sul tema che ormai da mesi attanaglia tutto il mondo, proponendo una personale versione grafica.
Il primo concetto che vorrei mettere a fuoco é il legame che esiste tra un virus biologico e un virus informatico. Qualcosa di cattivo, veloce, di non riconosciuto dal corpo, infettivo,contagioso e sostanzialmente (un programma) in grado di riprodursi, questo é un virus, qualunque sia la sua origine, biologica o informatica. Che si tratti del nostro corpo o del cervello del nostro computer, il virus attacca e contagia e da quel momento, la nostra vita, o quella del nostro pc, dipende da lui. Allora mi chiedo, come puó qualcosa di infinitamente piccolo e invisibile, mettere in ginocchio il mondo intero, in tutta la sua grandezza e pesantezza? Siamo allenati a guardare oltre ciò che non si vede o siamo abituati a prendere per reale solo ciò che vediamo?
Il virus c'é, anche se non lo vediamo, ed é proprio questa la sua arma più potente.
Sembra che le nostre cittá siano cittá-fantasma: strade, negozi, uffici, ristoranti, tutto é fermo, tutto é vuoto. Siamo invisibili agli occhi della città e visibili solo nelle nostre case. Non stiamo forse combattendo il virus con la sua stessa arma, l'invisibilità?
Il tempo ci ha dimostrato che l'unica difesa é la consapevolezza, per ognuno di noi, di fare la differenza, in altre parole é la responsabilità individuale di #restareacasa, tanto per usare uno slogan popolare in questa quarantena. Ci hanno detto che la migliore garanzia,per ottenere un risultato positivo é che ognuno di noi sia il controllore di se stesso. Io, come tutti gli altri, ho un ruolo fondamentale, posso sbagliare, ed essere un ponte di contagio, oppure ribaltare la situazione ed essere il punto di rottura della catena virale.