la morte

Descrizione

Il muro nero: una scura parete compresa tra il blocco 10 e il blocco 11 del campo di concentramento di Auschwitz utilizzato come luogo per le esecuzioni dei prigionieri.

In questo luogo perse la vita anche una famiglia intera, nella maniera più brutale a cui si possa pensare; erano oppositori politici: moglie, marito e i tre figli, il più piccolo stava ancora in braccio alla mamma quando gli annunciarono la loro fine. Fucilazione.

Ma l’odio tedesco si spinse oltre e per far provare più dolore possibile a questa famiglia iniziarono sparando al figlio più piccolo, subito dopo al mezzano ed infine al primogenito. Qualche minuto passò prima che il fucile tornasse a sparare, il tempo di far provare il dolore più grande per un genitore: la morte dei propri figli. Il generale tedesco sparò alla moglie e subito dopo getto il fucile.

Il padre non fu ucciso: questa fu la cattiveria delle SS che si spinse oltre il “semplice” uccidere un uomo. Lasciare quel padre da solo, vivo, dopo aver visto tutta la sua famiglia morire è peggio che subire un colpo di fucile nel petto, tanto che egli in un grido di estrema sofferenza si gettò sul filo spinato elettrificato per raggiungere la sua famiglia ed essere di nuovo liberi insieme.

Testimonianza raccontata al campo di concentramento di Auschwitz durante il Viaggio della memoria

Il muro nero

Il muro nero, situato tra il blocco 10 (a sinistra) e il blocco 11 (a destra) nel campo di concentramento di Auschwitz, dove avvenivano le esecuzioni dei prigionieri. Qui tra le varie vittime persero la vita una famiglia, composta da 3 bambini e i due genitori, il primo che venne fucilato fu il figlio più piccolo, poi il mezzano, il più grande e solo dopo questa enorme sofferenza vennero uccisi i genitori, solo il padre non uccisero, ma egli si gettò sul filo spinato per raggiungere la sua famiglia.

La solitudine

“Ad Auschwitz tante persone

Ma un solo grande silenzio

È strano non riesco ancora

A sorridere qui nel vento”