Non si vende il Paradiso ...

Il Comune di Porto Venere mette all'asta il Paradiso ...

ma il Paradiso non si vende!

Il Comune ha messo all'asta (scadenza offerte 29 gennaio 2022) un ampio terreno posto in posizione ambientalmente e paesaggisticamente strategica, in un’area ricadente all’interno del sito UNESCO “Porto Venere, Cinque Terre e le isole (Palmaria, Tino e Tinetto)”, del Parco Naturale Regionale di Porto Venere e del Sito di Interesse Comunitario IT1345005 “Portovenere - Riomaggiore - S. Benedetto”.

In verde l’area del Parco Naturale Regionale di Porto Venere, in rosso il SIC (ora anche Zona Speciale di Conservazione); in blu l’area oggetto di vendita.

Si tratta di quasi 10.000 mq di terreno, con un fabbricato al suo interno, caratterizzato dalla presenza di quello che qualcuno ha voluto chiamare “Giardino Pantesco di Porto Venere”: un uliveto racchiuso da un gigantesco muro a secco di forma semicircolare, a difendere le coltivazioni dai venti di Libeccio e di Maestrale.

Risulta che fabbricato e proprietà vennero acquisiti nel 1982 da parte del Comune di Porto Venere dal precedente proprietario Società “Marmo Portoro”, con la finalità di esercitare un controllo pubblico su un’area così strategica. Si trattava evidentemente di un’area inserita nel complesso estrattivo del marmo portoro, per cui anche il fabbricato sembra avesse una funzione collegata a quella storica attività. Tutta l’area e quelle contigue ne presentano infatti i segni e le relative persistenze.

Il sito è posto lungo lo storico sentiero che collega Porto Venere al crinale delle Cinque Terre (ex. Sentiero N°1), a pochi metri dal Castello Doria, e sembra coincidere in più punti con la via di lizza per il trasporto dei blocchi di marmo dalla Cava al Borgo.

Ci facciamo quindi tramite della preoccupazione emersa a livello sia locale che nazionale in merito alla vendita di un’area la cui proprietà pubblica dovrebbe essere invece la migliore destinazione ai fini della salvaguardia dei suoi caratteri naturali e storici. Tanto più che dal bando si desume la mancata consapevolezza da parte dell’Amministrazione attuale dei valori del sito; lo si capisce dalla base d’asta particolarmente bassa, ma soprattutto dalla descrizione dell’area, che viene derubricata a “terreni coltivati a uliveto oggi in abbandono, caratterizzati da una folta vegetazione spontanea infestante (rovi e erica)”, quando invece si tratta di una bellissima combinazione di gariga e macchia mediterranea.

Inspiegabilmente nessun riferimento viene fatto al muro a secco monumentale incluso nella proprietà, e questo, insieme agli altri elementi sollevati, ci porta a pensare che non esistano le condizioni atte a tutelare i valori storico/paesaggistici del sito, ed in particolar modo il “giardino pantesco” che invece riteniamo massimo esempio di quell’arte che anche l’Unesco ha voluto porre sotto tutela quando ha inserito "l'Arte dei muretti a secco" nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell'umanità in quanto rappresentano "una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura".

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giardino.pantesco.portovenere@gmail.com