Italiano:

Gabriele D'Annunzio

La Vita:

Nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia medio - borghese.

Studia al collegio Cicognini di Prato, uno dei più prestigiosi d’Italia, quindi si stabilisce a Roma, dove si iscrive alla facoltà di Lettere.

Il periodo romano è caratterizzato dalla frequentazione dei salotti più alla moda e da una vita frenetica, ricca di amori e di avventure; collabora a diversi periodici e, in breve tempo, diventa una figura di spicco della vita culturale e mondana della capitale.

Grande risonanza hanno la fuga e il seguente matrimonio con una giovane duchessa, che gli darà tre figli.

Nel 1889 pubblica il suo primo romanzo, Il piacere, ricco di risvolti autobiografici.

A causa del suo amore per il lusso è costretto a indebitarsi, così, nel 1891, per sfuggire ai creditori, si allontana da Roma e si trasferisce a Napoli.

Cambia più volte residenza e dal 1898 vive in una villa presso Firenze, con la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ha un’intensa relazione. Nel 1910, travolto da nuovi debiti, dopo il sequestro della villa, emigra in Francia.

Torna in Italia nel 1915, si dichiara fervente interventista e si impegna personalmente in spericolate azioni belliche.

Terminata la guerra, deluso dalle condizioni di pace sottoscritte dall’Italia, con alcuni volontari marcia sulla città di Fiume e la occupa sino al 1921, quando le truppe inviate dal governo italiano lo costringono ad abbandonarla.

Si ritira infine a Gardone, sul lago di Garda, nella residenza da lui denominata il “Vittoriale degli Italiani”, che trasformerà nel museo della sua vita e delle sue imprese; qui muore nel 1938, dopo un lungo periodo d’isolamento.

Le Opere:

· I Romanzi della Rosa:

Il Piacere (1889) È il più noto e costituisce l’autobiografia spirituale dello scrittore.

Il protagonista del racconto vive alla perenne ricerca di piaceri sensoriali, ottenuti tramite l’amore, l’arte e la bellezza.

L’innocente (1892) È la confessione di un delitto, esposta in prima persona dal protagonista.

Il trionfo della morte (1894) È un romanzo psicologico che preannuncia la celebrazione del superuomo.

· Raccolte poetiche:

Le laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi e la raccolta poetica Alcyone nella quale sono rachciuse alcune tra le più belle composizioni di D’Annunzio (La sera fiesolana, Pastori, ecc.)

· Tragedie:

La figlia di Jorio (1904), il capolavoro dello scrittore in quanto autore di teatro, e La città morta (1897)

La Poetica:

D’Annunzio è lo scrittore che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, maggiormente influisce sulla letteratura e sul costume del tempo.

La sua poetica è l’espressione più appariscente del Decadentismo italiano, anche se dei poeti decadenti egli sembra cogliere solo modi e forme, senza approfondirne le problematiche più intime.

Nelle sue opere troviamo così gli aspetti più evidenti del movimento: l’estetismo, inteso come l’esaltazione della bellezza e dell’arte, che diventano valori unici e supremi, il superomismo, cioè il culto esagerato della personalità, che porta l’individuo a elevarsi al di sopra delle masse, il sensualismo, sentito come abbandono alle suggestioni dei sensi e dell’istinto.

Di qui l’esigenza di vivere il rapporto con la natura con piena adesione fisica, prima ancora che spirituale.

Nel linguaggio va alla ricerca della parola raffinata, che ha lo scopo di persuadere e affascinare, utilizzata più per il suono che per il suo significato, ma spesso manca, in questo stile troppo ricercato e artificiale, la profondità dei sentimenti.

Un’attenzione particolare meritano le composizioni legate agli aspetti più intimi della vita del poeta, dove toni e linguaggio diventano più pacati.

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