Paolo Soleri nasce a Torino nel 1919, dove studia architettura al politecnico, laureandosi nel 1946 e trasferendosi subito in Arizona lavorando per Wright a Taliesin West. Sin dagli studi portava con se uno sketchbook dove annotava ogni cosa, dagli schizzi su carta da lucido a pensieri scritti in flusso di coscienza. Nel soggiorno ad Ellis Island, prima dell’arrivo in Arizona, vediamo schizzi di Manhattan da alcune viste dell’isola prediligendo già da subito una visione di insieme e mirata a concetti di città e aspetti urbani comunitari.

Rimane a Taliesin per circa due anni, dove per pagare la retta svolgeva lavori nelle cucine e servizi alla comunità. Questo accadeva molto spesso con studenti che oltre a seguire e imparare dal grande architetto Wright, contribuivano allo sviluppo della comunità. E’ qui che Soleri forse comincia a capire cosa vuol dire il termine comunità, come sostenersi senza andare oltre i beni necessari e rimanendo in un rapporto continuo con la Natura.

A questo periodo corrisponde il famoso disegno e progetto “The Best” riguardante un ponte, così interessante da riuscire a diventare logo delle famose società “Atlas Cement Corporation”.

Dopo aver lasciato Taliesin Soleri continua a porre al centro della sua ricerca architettonica il rapporto con la natura, lavorando ad alcuni progetti riprendendo le figure della esedra e dell’abside e coperture a calotta che consentono delle svolte dal punto di vista climatico molto interessanti. Qui vediamo come l’architetto voglia garantire un’autosufficienza energetica alla fabbrica, che lavora con riscaldamento solare, in costante rapporto e armonia con la Natura. Questo accade anche nei progetti di Vietri sul Mare della fabbrica Solimene, dove, dopo vari problemi con la sovrintendenza, realizza una facciata rivestita da 20000 coni in ceramica, che sottolinea la comunicazione fra interno e esterno dell’edificio e inoltre assolve a problemi di isolamento termico acustico.

Soleri è un architetto visionario che oltre a perseguire un continuo rapporto con la natura, studia le sue evoluzioni e come l’uomo possa interagire al meglio con essa, rispettandola e usufruendo delle migliori opportunità. Cosanti e Arcosanti ne sono gli esempi maggiori. La visione di Soleri non si ferma sulla singola fabbrica, ma anticipa quelle che saranno le problematiche della città del futuro, cercando di trovare delle soluzioni sia tecnologiche che sociali.

Viviamo in una società basata sul consumismo che mira alla conquista della ricchezza come accumulo di beni, le città di oggi mirano alla continua espansione nelle due dimensioni entrando in conflitto con la natura e evitando tutte quelle che sono le imminenti catastrofi ambientali dovute a questo esponenziale consumo. Soleri con i suoi progetti studia e analizza una soluzione interessante, dapprima capendo che lo spazio può essere conquistato anche in altezza che in larghezza, poi “miniaturizzando”, ovvero facendo del più nel minor spazio possibile, che si evolve in “complessità” e avendo quindi articolazione nel tempo e quindi avendo una “durata”.

Soleri, come definito dal professor Saggio, è un uomo contro, un architetto pronto a porsi delle domande e progettare pensando alle future crisi, un uomo che si mette contro la società contemporanea capitalista e consumistica definendone le difficoltà e disegnando diverse soluzioni.