SCONFIGGIAMO LA MAFIA


Ciao a tutti oggi vi vorremo parlare della mafia nel mondo e in Italia e che, sfortunatamente è in azione ancora oggi a distruggere persone e famiglie di tutto il mondo.

Inizialmente, con il termine Mafia spesso ci si riferiva a Cosa Nostra, anche se storicamente si ritiene che la prima organizzazione mafiosa italiana sia la Camorra. Organizzazioni ancor più antiche sono la Triade cinese e la Yakuza giapponese.

La mafia è un’organizzazione criminale con radici in Sicilia, Calabria e Campania sviluppata poi anche nel Nord Italia, in Europa e nel mondo. Ciò che interessa ai mafiosi è il potere economico, e cioè i soldi che riescono a ottenere grazie al traffico di armi, di uomini, di droga. I mafiosi fanno anche affari con i politici in modo da ottenere favori in cambio di voti e protezione. O ancora, la mafia può arricchirsi e diventare sempre più potere col cosiddetto “pizzo”, una sorta di “tassa” che i mafiosi chiedono ai commercianti in cambio di protezione. Chi non paga il pizzo, per esempio, può subire anche danni gravi alla propria attività.

La mafia ha un nome diverso a seconda della regione di appartenenza:


1.   in     Sicilia è Cosa Nostra

2. in Campania è la Camorra

3. in Puglia è la Sacra Corona Unita

4. in Calabria è la ‘Ndrangheta

QUALI SONO LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE IN ITALIA

La mafia in Italia è diffusa in tutta la nazione, ma fuori dalle regioni di appartenenza si tratta di “cellule”, di “distaccamenti” che si
scontrano tra loro per contendersi il controllo dei territori. Ecco qualche informazione in più sulle mafie italiane:
Cosa Nostra è molto organizzata: ha dei “soldati” o “uomini d’onore” che si occupano di compiere omicidi o di chiedere il “pizzo” e dei capi che fanno parte della “cupola”, una specie di commissione che regola tutti gli affari . Negli anni Novanta lo Stato, grazie al lavoro di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, inferse durissimi colpi alle cosche di Cosa Nostra, ridimensionandone la forza criminale.

La Camorra è nata in Campania e resta molto radicata, sviluppata in quella regione dove ha creato dei veri e propri “sistemi” criminali che sfruttano soprattutto la povertà delle persone nelle periferie della città più importanti come Napoli. In particolare si occupa dello spaccio della droga, del traffico d’armi e di rapine ma anche di traffico di rifiuti illeciti. La Camorra è un'organizzazione criminale di connotazione mafiosa originaria della Campania e una delle più antiche e potenti organizzazioni criminali in Italia, risalente al XVII secolo. La struttura organizzativa della Camorra è divisa in singoli gruppi chiamati clan, diversi tra loro per tipo di influenza sul territorio, struttura organizzativa, forza economica e modus operandi. Ogni "capo" o "boss" è il leader di un clan, in cui ci possono essere decine o centinaia di affiliati, secondo il potere e la struttura di ogni clan. Tra le principali attività della camorra figurano il traffico di droga, le estorsioni, le infiltrazioni negli appalti pubblici, il traffico di armi, la contraffazione, l'usura, il racket, lo sfruttamento della prostituzione, il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti (in particolare quando si tratta dei clan casertani) e il riciclaggio di denaro.  Inoltre, non è insolito che i clan della Camorra si infiltrino nella politica delle loro rispettive aree.

La ‘Ndrangheta è calabrese anche se oggi è ormai diffusa anche in Emilia Romagna, Lombardia e all’estero. Si è organizzata in ‘ndrine che sono presenti in ogni comune e sono formate da famiglie che prevedono un vero e proprio rito per entrarne a far parte. Oggi è la più ricca delle mafie soprattutto grazie al traffico di droga ma anche alla conquista del potere in alcuni comuni. La 'ndrangheta (probabilmente adattamento del dialettale 'ndrànghita, nota anche come picciotteria) è un'organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa originaria della Calabria, inserita esplicitamente dal 30 marzo 2010 nell'articolo 416-bis del codice penale e riconosciuta come organizzazione criminale unitaria e con un vertice collegiale nel processo Crimine dalla Corte di cassazione il 18 giugno 2016. È l'unica mafia presente in tutti i cinque continenti del mondo e, secondo un'indagine della Direzione Investigativa Antimafia del 2022, ha a livello globale un giro d'affari di 150 miliardi di euro. Secondo alcune stime la 'ndrangheta sarebbe attiva in 42 nazioni con 400 cosche di cui la maggior parte in Calabria. È l'organizzazione mafiosa col più basso numero di collaboratori di giustizia.

In Puglia, nel Salento, dove andiamo tutti in vacanza, è nata la Sacra Corona Unita. Per entrare a farne parte serve un “giuramento”.  La Sacra corona unita è un'organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa che ha il suo centro in Puglia, prevalentemente attiva nel Salento e che ha trovato degli accordi criminali con organizzazioni criminali dell'est europeo e dell'America Latina. Per la sua specificità emerge e si distacca dalle altre mafie italiane.  Ha raggiunto il suo apice tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta del XX secolo. Successivamente all'intervento dello Stato, e a un gran numero di arresti, è stata indebolita e marginalizzata, per poi perseguire a partire agli anni dieci del XXI secolo, una strategia di mimetizzazione e di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, alla ricerca del massimo consenso in tutti gli strati della società, come denunciato più volte da Cataldo Motta, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce.

«La mafia è come un libro bianco scritto con il sangue». Questa è la frase di un ragazzo di 14 anni che Antonio Nicaso, scrittore e fra i massimi esperti di mafie, ha citato nel suo libro La mafia spiegata ai ragazzi, in cui racconta una delle organizzazioni criminali più spietate al mondo.

Durante questa breve ricerca, abbiamo avuto modo di capire come tanti magistrati si impegnano, a rischio della loro vita, nella lotta alla MAFIA. Abbiamo scelto di parlare due giudici che più di tutti hanno fatto della loro esistenza una missione contro la criminalità, rimettendoci la vita.







STRAGE IN VIA D'AMELIO DOVE MORI PAOLO BORSELLINO 

STRAGE DI CAPACI DOVE MORI GIOVANNI FALCONE

PAOLO BORSELLINO

 Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano, vittima di Cosa nostra nella strage di via D'Amelio assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Assieme ai colleghi e amici Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone, Borsellino è considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

Nel 1963 Borsellino partecipò a un concorso per entrare nella magistratura italiana; classificandosi venticinquesimo sui 171 posti messi a bando, con il voto di 57, divenne il più giovane magistrato d'Italia. Incominciò quindi il tirocinio come uditore giudiziario e lo terminò il 14 settembre 1965 quando venne assegnato al tribunale di Enna nella sezione civile. Nel 1967 fu nominato pretore a Mazara del Vallo. Nel 1969 fu pretore a Monreale, dove lavorò insieme con Emanuele Basile, capitano dell'Arma dei Carabinieri.

Nel 1975 Borsellino venne trasferito presso l'Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo. Nel 1980 continuò l'indagine sui rapporti tra i mafiosi di Altofonte e Corso dei mille cominciata dal commissario Boris Giuliano (ucciso nel luglio del 1979), lavorando sempre insieme con il capitano Basile.

 Intanto tra Borsellino e Rocco Chinnici, nuovo capo dell'Ufficio istruzione, si stabilì un rapporto, più tardi descritto dalla sorella Rita Borsellino e da Caterina Chinnici, figlia del capo dell'Ufficio, come di "adozione" non soltanto professionale. La vicinanza che si stabilì fra i due uomini e le rispettive famiglie fu intensa e fu al giovane Paolo che Chinnici affidò la figlia, che abbracciava anch'essa quella carriera, in una sorta di tirocinio.



 GIOVANNI FALCONE

Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano. Assieme ai colleghi e amici Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e Paolo Borsellino, Falcone è stato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

Giovanni Salvatore Augusto Falcone nacque in una famiglia benestante: il padre, Arturo Falcone (1904-1976), era il direttore del laboratorio chimico di igiene e profilassi del comune di Palermo, e la madre, Luisa Bentivegna (1907-1982), era figlia di un noto ginecologo della stessa città. Terzo figlio, aveva due sorelle maggiori: Anna (1934) e Maria (1936). Nacque il 18 maggio 1939 a Palermo in via Castrofilippo, nel quartiere della Kalsa, lo stesso di Paolo Borsellino e di molti futuri mafiosi, come Tommaso Spadaro.

Falcone vinse il concorso ed entrò nella magistratura italiana nel 1964 e in quello stesso anno nella Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere sposò Rita Bonnici, maestra elementare. Nel 1965, a soli 26 anni, divenne pretore a Lentini: uno dei suoi primi casi fu quello di una persona morta per un incidente sul lavoro. A partire dal 1966, e per i successivi dodici anni, fu al tribunale di Trapani, nei primi anni come sostituto procuratore e giudice istruttore. A poco a poco, nacque in lui la passione per il diritto penale. Nel 1967 istruì il primo processo importante, quello alla banda mafiosa del boss di Marsala, Mariano Licari. Nell'aprile 1969 la malattia del padre, un tumore all'intestino che lo avrebbe poi portato alla morte nel 1976, lo toccò profondamente. In quegli anni stava mutando radicalmente, a cambiarlo non fu solo la mancanza del riferimento paterno ma intervennero anche fattori esterni.

Abbracciò i principi del comunismo sociale di Berlinguer in occasione delle elezioni politiche del 1976, sebbene la sua famiglia avesse da sempre votato Democrazia Cristiana anche in quanto cattolici praticanti. Scontratosi per questo motivo con la sorella Maria, motivò la sua scelta dicendo che, da profondo amante della giustizia quale egli era, si poneva il problema di combattere le disparità sociali e nel comunismo intravedeva quindi la possibilità di appianare le sperequazioni. Rispose quasi volendola rassicurare che il comunismo italiano sarebbe stato differente da quello russo, aggiungendo sarcasticamente che, nell'ipotetica eventualità di una crisi di libertà nella loro democrazia, sarebbe ritornato sulle montagne come i partigiani. Nel suo lavoro però non si lasciò mai influenzare dalle idee politiche. Successivamente, si allontanerà dal comunismo, avvicinandosi al pensiero della tradizione socialista, ed in particolare all'elaborazione del "nuovo corso" rappresentato da Bettino Craxi e da Claudio Martelli. Più volte difatti il magistrato siciliano ha elogiato l'operato dei Governi Craxi (1983-1987) e Martelli lo ebbe come suo fedele collaboratore (1991-1992).

GIOVANNI FALCONE 

PAOLO BORSELLINO


La redazione: O.B. 1A, C.P. 1D