1-2-3 dicembre
eccoci su Carisma!! l'ultimo mese di questo incerto anno e ancora, come alla partenza, la nostra meta non è certa, questa volta per alcuni spero piccoli problemi di salute miei che persistono e un po' di incertezza nell'affrontare non in perfetta forma la traversata atlantica, ma sono molto fiduciosa. Il tempo è instabile anche qui, quest'isola bella che non si svela totalmente hai nostri occhi. La caldera è spesso nella nebbia e all'interno piove, sulla costa che per lo più pioviggina, ma ci hanno detto i locali che da dieci anni non pioveva così. La fragilità di alcune parti del suo territorio non ci permette di poter visitare alcuni posti a cui tenvamo molto, come il barranco de las angustias, che peccato! Arriviamo al mattino presto, ma troviamo la strada chiusa ripieghiamo per una passeggiata sulla routas de los vulacanes, ma anche li dobbiamo fuggire per il vento e la pioggia. Ci arrendiamo e grazie hai preziosi consigli di Felice, che ha vissuto qui parecchi inverni e ringraziamo, ci rifugiamo in una trattoria per gustarci sopa de garbanzos y carne de cabra en salsa e con calma ci prepariamo ad una nuova partenza.
4 dicembre
Partiamo alle ore 7:10 da S.Crux de la Palma in direzione isola della Gomera, con poco o niente di vento e incredibile, l'oceano pare quasi calmo. Navighiamo tra nubi e arcobaleni a motore per un paio d'ore, poi arriva un meraviglioso vento che per 5 ore ci fa godere una bellissima veleggiata. Da 15 a 25 nodi, voliamo ....quasi, e per il nostro nostromo Gigi è un bel principio, si pone subito in avvistamento e vede una bella tartaruga.
partenza da La Palma all'alba
e' arrivato il nostromo
velocità del vento catturata
gli arcobaleni ci seguono
abbiamo incontrato braccio di ferro
Poco dopo Davide avvista un gruppo di Calderon tropical, cetacei difficili da vedere, ci emozioniamo. Bello, bello riprendere il mare così e navighiamo la selvaggia e spettacolare costa della Gomera e dopo 54 miglia ad una velocità media di 5,7 e massima di 7,5 (velocità record ) atterriamo a San Sebastian de la Gomera alle ore 16:40 dopo 54 miglia percorse in 9.30.
arrivo a San Sebastian de la Gomera
gli arcobaleni ci accolgono
ormeggio a San Sebastian
il Teide svetta anche alla Gomera
La Gomera è la più piccola delle isole dopo El Hierro, si costraddistingue per una rete di sentieri che la percorrono e per montagne selvagge e spigolose, e conosciuta anche con il nome di colombina perchè è stata l'ultima terra toccata da Colombo prima della scoperta dell'America. Abbiamo scoperto che sull'isola è presente un particolare linguaggio chiamato siblo gomero, costitutito interamente da fischi, utilizzato in passato dai pastori per comunicare a grandi distanze divenuto anch'esso patrimonio Unesco. I vecchietti del luogo ci hanno detto che oltre ai vecchi, i bimbi sono quelli che lo praticano e viene insegnato a scuola. Contiamo nei prossimi giorni in un incontro con la direttrice scolastica per poter programmare una visita a scuola. L'isola è molto tranquilla così come San Sebastian.
spiaggia vicino al porto
ormeggio a San Sebastin de la Gomera
Casa del colon
Chiesa Nuestra Senora de la Asuncion
Viuzze di San Sebastian
Piazza di San Sebastian bellissimi allori indiani
Nella casa del colon incontro Jose Pedro Sabina, architetto e artista che ha realizzato una mostra con molti personaggi della storia della Gomera. Con i suoi 34 ritratti ripercorre la storia dalla conquista dell'isola fino hai tempi nostri. Il suo lavoro è molto scrupoloso, ci si sente attratti dai suoi personaggi e i suoi racconti davvero incantevoli. Ecco quattro foto mal riuscite, per mostrarvi la tecnica e lo stile di questo simparico artista Gomero.
Colombo
ritratto dell'ultimo e peggior governatore della Gomera pensate che fino agli anni quaranta nessuno poteva lasciare l'isola senza il suo permesso
Beatriz de Bobadilla terribile moglie del governatore Hernan Peraza
guerriero guanches che dovette assassinare il marito di Beatriz
In questi giorni nel porto fervono i preparativi per la traversata oceanica "Atlantic Challenge". Dico....traversata a remi con le imbarcazioni a forma di supposta lunghe massimo sette metri. Gli equipaggi possono essere formati da uno a quattro atleti. Ci incuriosisce tutto molto ovviamente e ci improvvisiamo una troupe italiana, grazie al nostro Gigi, film director, e iniziamo ad intervistare gli atleti che ben ci accolgono. L'ntenzione è preparere un video per far conoscere ai bambini questi sport estremi e le motivazioni che spingono a queste imprese dure e faticose.
imbarcazioni della traversata
gli inviati speciali sul posto
gli equipaggi festeggiano in spiaggia
imbarcazioni in acqua proprio di fronte a noi
8 dicembre
Prima uscita verso l'interno di quest'isoletta che vista dall'alto pare uno spremiagrumi tanto è circondata da profondi barranchi. La mia amica Giulia, che ci è stata anni fa, mi ha consigliato un percorso, che per questioni pratiche noi facciamo al contrario. Con la guagua ci portiamo nei pressi del parque di Garajonay, una foresta pluviale vivente che nel cenozoico copriva buona parte dell'Europa; ci incamminiamo verso l'Alto de Garajonay, ossia il punto più alto dell'isola 1.500 mt. per poi cercare il sentiero che scende fino ad Herigua. Ci incamminiamo in una valle che cattura nubi spinte dai venti, quest'alto tasso di umidità intensifica la vegetazione e la crescita di famiglie vegetali sia endimeche che non, brughiera della bordura, mirti e allori, coperti da verdi muschi e licheni, davvero uno spettacolo unico e primordiale.
alto de Guarajonay
gnomi pluviali
inizio della discesa - licheni coprono alberi interi
gli alberi sembrano di velluto
licheni
mowgli della foresta
arrivo a Hernigua
11 dicembre
Per poter visitare la parte sue est dell'isola noleggiamo un'automobile e all'alba partiamo per la Valle del Gran Rey, itinerario che sempre la mia amica Giula ci consiglia. Prima di incamminarci curiosiamo il porto di Gran Rey molto tranquillo e riparato dai venti di nord-est, ottimo per fermarsi all'ancora.
gola del Gran Rey
puerto de Gran Rey
La valle di Gran Rey è una gola di straordinaria bellezza e noi percorriamo un vecchio sentiero che era via di comunicazione tra la costa e i villaggi dell'entroterra. Spettacolare salita con panorami eccezionali attraverso il sentiero della Merica, attraverso terrazzamenti una volta coltivati e vecchie abitazioni rurali ormai abbandonate, dove i contadini vivevano fino a 50 anni fa; pare di essere su un'isola nell'isola e raggiungiamo il mirador del santo e Arura.
inizio del cammino
panorama sul paese e sul porto
case rurali ormai abbandonate
pareva d'essere sospesi
il sentiero verso il Mirador del Santo e Arure
Mirador del Santo e vista sul barranco
spettacolare percorso proseguendo dopo il mirador
12 dicembre
In anticipo di un giorno l'Atlantic Challenge è in partenza e li vediamo uno a uno, prendere il largo. Certo che ce ne vuole di coraggio, soprattutto i solitari, dopo averli intervistati mi sono resa conto che al confronto la nostra è una passeggiata. Chissà se li incontreremo in oceano, ci piacerebbe aspettarli ad Antigua e intervistarli di nuovo dopo la traversata.
Grent l'amico sudafricano
Grant alla partenza
Jojo il pescatore di Antigua
13 dicembre
Si parte alle ore 7.00 da San Sebastian de la Gomera dove abbiamo trascorso una decina di giorni tranquilli, diversa da tutte le altre isole, la più tranquilla, meno turistica, molto autentica anche quest'isola ci è piaciuta molto. Percorriamo 42 miglia in 10 ore con una media di 4,2 nodi e arriviamo al porto di Estaca sull'isola del Hierro alle ore 17:00. Navigazione con vento al traverso/lasco di 12 nodi, invelatura: randa e genoa, onde 1,5 metri di altezza media: si vede un'onda lunga che arriva da nord ovest e l'onda del vento più piccola e nervosa da nord-est. Abbiamo avvistato grandi delfini al largo della Gomera e un fenomeno frangente anomalo molto alto visto in lontananza, forse una balena o un banco di tonni o un geyser sottomarino o pareva anche un mostro sottomarino.
la costa est della Gomera
arrivo a El Hierro
Approdiamo a Estaca, un porto molto grande, appena rinnovato, bello imponente, a un'ora di marcia da Valverde, il capoluogo. Noi però ci siamo andati in bus in venti di minuti...non molto tempo, il problema è stato capire l'orario di passaggio della guagua. Per fortuna il vecchio che aspettava con noi ci ha rassicurato: “A onze ore...y algo (Alle undici e qualcosa)”. E' l'unica città capoluogo che non è sul mare. La marina è gestita da dei poliziotti della guardia civil pacati, cordiali, molto disponibili. Anche quando ci salutano mantengono la loro calma: “Andate alla Restiga, eh? Fate bene...” e aggiungono “Li c'è più vita”, con la pacatezza di chi ha raggiunto il Nirvana, nella fortezza che in questa stagione appare poco animata. Consigliamo la marina anche per gli ottimi sevizi, la pulizia di tutti i locali e la tranquillità.
ormeggio alla marina di estaca
lavori in corso. Reggeranno?
spiaggia del porto
il terziglio a tavola
Gironzoliamo per la città in una giornata uggiosa, è molto carina con architetture tipiche canarie
stelle di natale
biglietteria del vecchio cinema
15 dicembre
Quindi lasciamo il porto di Estaca per andare a sud dell'isola del Hierro e precisamente alla Restinga che è anche il punto più a sud d'europa. E' un'importante riserva marina ideale per immersioni.
eccoci nel punto più a sud d'Europa
ormeggio provvisorio....speriamo
ufficio della marina
vista dalla sala da pranzo
Nessuna buona accoglienza nel puerto canario della Restinga, impossibile sistemarci al pontile e non riusciamo a capire il perchè. L'addetto alla sicurezza ci comunica solo cheil Capitano è in ferie e che lui non può fare niente. Restiamo appoggiati alla banchina con un'escursione di marea di due metri, per Davide una notte quasi bianca a controllare gli ormeggi.
El Hierro è la più piccola e la più giovane delle isole canarie, anche la più lontana dalle coste africane, il suo simbolo e una lucertola gigante che cercheremo di vedere in un lagartario. Gli aborigeni che vivevano anche qui in caverne sono chiamati binboche e anche qui, ci hanno detto che il linguaggio con fischi "il siblo herreno" è usanza e studio per i bimbi; prendiamo contatti. Si dice anche che è una “isla con alma” quindi noi siamo alla ricerca di quest'anima.
19 dicembre
Noleggiamo un'automobile e andiamo alla ricerca dell'anima del Hierro. Dalla Restinga pariamo all'alba e percorriamo la parte sud sud-ovest dell'isola dal Pinar fino al faro di Orcilla attraversando una bellissima pineta tra piccoli barranchi per poi scendere al mare prima al molo e poi al faro di Orcilla. Con una breve e piacevole passeggiata raggiungiamo il nostro obiettivo: il famoso meridiano zero. El Hierro è soprannominata l'Isola del meridiano zero, uno dei più utilizzati sulle mappe del XVI e XVII secolo, il meridiano fondamentale, detto appunto meridiano di ferro, passa per la punta Orcilla.
Faro di punto Orcilla
muelle de punta Orcilla
meridiano 0
Proseguiamo la nostra comoda esplorazione attraversando l'angolo ovest del Hierro che è davvero uno spettacolare paesaggio vulcanico sull'oceano; oggi è particolarmente vivace. Dimenticavo El Hierro è anche soprannominata l'isola dei mille vulcani. Lasciamo la regione del Pinar per entrare nella Frontera. Raggiungiamo Tigaday per una sosta mangereccia il nostro programma prevede una visita al villaggio preistorico della Guinea, al cono vulcanico e al lagartario. Al nostro arrivo non è possibile accedere fino alle quattro, quindi andiamo al mirador de la Pena. Ricordate Cesar Manrique, l'architetto di Lanzorate di cui vi ho già raccontato? Ci piace sempre molto e non ci delude mai!
paesaggi on the road
Mirador de la Pena di Cesar Manrique
Ritorniamo per la visita guidata che si rivela davvero turistica niente di che al confronto di quello che si può vedere naturalmente.
Concludiamo la giornata guardano l'oceano, spettacolo migliore non c'è!
Ci riposiamo prima della partenza con brevi passeggiate nei dintorni.
la Restinga dal vulcanetto dietro casa
Oggi 20 dicembre siamo stati molto indaffarati per la nostra partenza prevista per domattina con cambio do rotta verso Capoverde. Da giorni le previsioni meteo ci preoccupavano e stasera, pronti per la partenza, cambiamo nuovamente rotta. Vi lasciamo col fiato sospeso, presto vi aggiorniamo.
Eccoci, dopo attente valutazioni, ieri, Davide ha preso la decisione finale: le condizioni meteo non ci permettono neppure di andare a Capoverde, quindi non ci resta che piangere....nooooo solo pazientare. Spiace a tutti dover rimandare la partenza quando proprio, ma proprio tutto è definito e pronto.
Decidiamo comunque , oggi 22 dicembre, di muoverci con la barca e ritornare al Porto di Estaca per molteplici ragioni: la vicinanza a Valverde, le docce calde, la possibilià di riempire le bombole di gas e l'opportunità di avere nelle vicinanze una wifi.
la Restinga dal mare stamani alla partenza
Questa depressione durerà molti giorni e l'attesa sarà lunga, ma di certo non ci possiamo lamentare. Per ora qui la situazione è tranquilla, nonostante in una settimana da 0, siamo passati a 2 casi, e Tenerife in poco tempo è divenuta zona rossa. Il nostro pensiero corre spesso a tutti i nostri famigliari e a tutti voi che davvero dovete pazientare affinchè la situazione migliori.
Rieccoci su Carisma!
Mi dovete scusare per il ritardo, ma.....tutta colpa del Natale e anche della ricerca dell'alma del Hierro .
L'abbiamo cercata quest'alma qualcosa abbiamo anche trovato ma ora non posso raccontarvelo e mi scuso, ma siamo in partenza. Finalmente domattina all'alba riprendiamo il mare, rotta sud verso Capo Verde. Per una settimana circa navigeremo e non saremo raggiungibili. Intanto tutta la ciurma vi augura buon anno
25 dicembre è Natale e noi lo abbiamo trascorso con tranquillità in barca mangiando come è consuetudine
26 dicembre
Visitiamo il vicino villaggio di Tamaduste che raggiungiamo in autostop. I mezzi pubblici sono efficienti e ben organizzati, ma quando non coincidono gli orari, l'alma degli abitanti del Hierro è di grande aiuto, sono davvero disponibili e cordiali gli herreni. Jose ha tatuato la sua isola sulla caviglia.
Villaggio di Tamaduste
spettacolare sentiro verso la roque de la gaviota
rientro un tratto in bus e un tratto a piedi
26/27 dicembre
noleggiamo un'auto per poter visitare ancora una parte dell'isola e per fare cambusa e gas. Visitiamo un bellissimo posto consigliatoci dal mitico Felice. Pozo del las Calcosa un antico villaggio di pescatori, utilizzato d'estate e situato nella parte nord dell'isola; le case sono costruite con fango e paglia. E' molto suggestivo meriterebbe attenzione da parte dell'Unesco per poter recuperare al meglio le antiche abitazioni, che in alcuni casi sono state maltrattate. Molto bella la piscina naturale dove ci godiamo un bel bagno rivitalizzante.
campetto di calcio
vista dall'alto del Pozo de la calcosa
case tipiche del paese
orribile scultura dedicata a nettuno all'interno del paese
tetti in paglia e fango
Queste le immagin di una bella passeggiata fatta dal Parador, luogo sperduto a pochi chilometri dalla Restaca che abbiamo raggiunto con la guagua, fino al Pinar. Una salita selvaggia per circa mille metri di dislivello
29 dicembre
rotta 170° siamo partiti!!!!!!!
scrivo in navigazione intanto che ho ancora un poco di connessione
"fate un profondo respiro e alzate alle stelle
la vostra forza d'animo.....
.....mostratevi degni
delle vostre origini, io non ne dubito.
perchè nulla di vile o meschino può apparire nobile ai vostri occhi.
Vi vedo come levrieri trattenuti dalle briglie
tesi nell'ansia della partenza"
"Shakespare"
E' una citazionedel libro che e sto leggendo: Diari antartici capitolo viaggi verso l'estremo sud
il nostro non è estremo ma per ora è sud, anzichè ovest!
e sto perdendo connessione eeee cosi' ......
di nuovo tantissimi auguri per l'anno nuovo 2021 un anno di rinascita, qualcuno ma ha augurato stamani, e noi speriamo che
sia cosi' per tutti.
Un'oceanico abbraccio a tutti, ma proprio tutti tutti da monica davide e gigi