Essere donna ai tempi di Puccini, tra musica e pregiudizio

Alla vigilia della Festa della Donna, interessante incontro sull'universo femminile di Giacomo Puccini, un viaggio attraverso la psicologia delle eroine pucciniane e del loro essere donna, attraverso l'affermazione e la rivendicazione del diritto di amare, senza riserve né compromessi. La serata, organizzata dal Centro Studi Musicali Verona, era presentata dal moderatore Giorgio Giunta che ha introdotto, dopo aver sottolineato la difficoltà di essere donna ancora oggi in tema di pregiudizi e fatti tragici che la cronaca ci consegna con sempre maggior frequenza, gli ospiti presenti. Per primo, l'intervento del maestro  Gian Paolo Dal Dosso, docente di canto, direttore di coro e collaboratore del magazine online GBOpera, il quale ha evidenziato le diverse caratteristiche amorose delle donne di Puccini: dall'amore lascivo di Musetta, a quello crudelmente soffocato di Suor Angelica, per passare alla disillusione di Cio Cio San e la purezza sublimata dal martirio di Liù, fino all'amore disperato di Tosca e quello apparentemente ingenuo di Mimì. Il tutto coadiuvato da efficaci esempi al pianoforte, nei quali il maestro Dal Dosso ha anche spiegato  alcune scelte armoniche e tonali di Puccini.  A seguire, l'intervento del dott. Massimo Castellani, consulente sessuale della relazione affettiva, che ha focalizzato l'attenzione sulle figure femminili determinanti nella vita del compositore lucchese, a partire dal profondo legame che lo univa alla madre Albina Magi, l'affetto per le quattro sorelle (delle quali una monaca), e il rapporto controverso per la moglie Elvira Bonturi, tra continui sospetti e gelosie. Sì, perché Puccini ebbe anche delle sbandate che lo portarono ad intrecciare alcune relazioni amorose.  Una gelosia tossica, che condurrà anche alla tragica fine della cameriera di casa Puccini, la giovane Doria Manfredi, vittima innocente che ispirerà anni dopo la dolce Liù in "Turandot". E' stata poi la volta di Nicoleta Dumitrascu, titolare dell'atelier Romeo e Giulietta, che ha presentato due abiti nuziali ispirati alla moda di fine ottocento per poi parlare della sua infanzia nella Romania comunista di Ceausescu e della sua esperienza di imprenditrice in Italia.  Molte le domande da parte di un pubblico attento ed appassionato,  a sigillo di una serata oltremodo positiva.

Daniela Malinverno