Dall’assemblea nazionale dell’8 e 9 febbraio e dai momenti di confronto condivisi, prende vita il nostro Manifesto: una sintesi della nostra visione sull’università, delle nostre rivendicazioni e delle alleanze che vogliamo tessere per i prossimi mesi.
Quello che vogliamo è un’università adeguatamente finanziata, senza precarietà per chi lavora al suo interno e libera dalla produzione bellica; un’università che rifiuti logiche produttivistiche e premiali e che, invece, sostenga il diritto allo studio e all’abitare per tutte e tutti.
Per questo ci mobilitiamo, consapevoli che la nostra lotta non riguarda solo i precari e le precarie della ricerca, ma anche studentesse e studenti, destinati a un futuro senza certezze, lavoratrici e lavoratori colpiti da esternalizzazioni e subappalti, personale tecnico-amministrativo con un sovraccarico di lavoro, docenti strutturati con sempre meno tempo per la ricerca.
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