Il fondamento della vera religione nel Comandamento della Carità, della comunione unitaria: il Cristo via, verità e vita nella sua Chiesa apostolica . . .

Welcome to this virtual space of the web remote, peace and blessing be with you all! Le fotografie che presiedono alla homepage, e in particolare quella degli interni come copertina, sono della cattedrale gotica di Nôtre Dame de Chartres (1194 d.C. - 1225 d.C.) in Francia; questo Tempio di Dio consacrato alla Madonna, che in ogni suo aspetto visivo richiama il Vangelo, è un simbolo eminente della cristianità in Europa e della fede di secoli e secoli di generazioni, un auspicio di rinnovamento spirituale per i popoli che anelano alla pace, alla concordia e alla giustizia sociale. 

J H S ∞ Ad Jesum per Mariam

Signore Gesù, assistimi con la Tua Grazia, affinché possa compiere la Tua Volontà secondo i sentimenti del Tuo Cuore Buono e Misericordioso: fammi partecipe del Tuo Amore e rendimi capace di amare sinceramente il prossimo, con una particolare attenzione verso chi mi fa del male; donami la Pace del cuore e la retta coscienza. Amen.

San Michele che sei il nostro invincibile condottiero, valoroso combattente delle milizie celesti, terrore dei demòni e vincitore di Lucifero, difensore di Dio e degli uomini, sono tanti i mali che affliggono le anime, le colpe più gravi sono quelle che offendono il Signore attraverso le offese alla carità nei confronti del prossimo, perché chi non ama rimane nella morte, chi non ama non passa dalla morte alla vita. Liberaci dalle tentazioni del demonio che con il generare la colpa e l'ostinazione estinguono la carità, ottienici dal Signore il perdono che ci giunge dal sincero pentimento, ottienici la vivificazione delle nostre anime possibile soltanto con la contrizione e la conversione, rendici capaci di perseverare nella preghiera ogni giorno e nei momenti opportuni, liberaci dagli influssi diabolici che condizionano le nostre menti e tentano di sporcare i nostri cuori. Se si combatte il peccato in qualsiasi forma il maligno ce lo presenta, dicendo sempre no, si allontana lui dalle nostre vite, dalle società, ed esprimiamo il nostro amore a Dio che veramente ci ama, e Lui soltanto può amarci perché non c'è amore più grande di quello di Gesù che ha dato la sua vita per noi, la Croce è il segno dell'amore che sconfigge l'odio, della vita che è più forte della morte. Amen.

Invocazione per dissipare l'inganno dei demòni, quando interferiscono ponendosi in comunicazione con noi persone umane, dichiarando con la menzogna di essere Angeli Santi del Signore, assumendo false sembianze benevoli, con lo scopo di fare del male.

Nel Tuo Nome Signore Gesù, comanda alla presenza che mi parla e dialoga con me, di ripetere insieme a me la lode di Gloria, che pregano i Tuoi Santi Angeli alla Tua presenza, se veramente costui è un Tuo Angelo fedele; se non ripete insieme a me, reprimilo allontanandolo per sempre e obbligandolo ad andare nell'abisso, mandando poi a me il Tuo messaggero sincero, veritiero e buono che mi comunichi le Tue Parole benigne, la Tua Volontà benigna. Se sei un Angelo Santo del Signore nostro Dio, l'Altissimo e l'Onnipotente, dà Gloria a Dio e prega con me:

Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti.

Gesù ti amo e a Te sarò sempre fedele ed obbediente, umile e sottomesso nell'Amore.

Così sia.

Lo comandi Gesù, Signore nostro: apostata ed empio demonio, Dio ti reprima, ti getti nelle tenebre dell'abisso, taci e vattene! Con me lo comanda Gesù, non importunare mai più questa persona, non osare interferire con la Grazia e i disegni del Padre Altissimo! Vattene nell'abisso e in esso rimani rinchiuso per sempre. La Croce Benedetta di Cristo ti ha sconfitto in eterno, la Grazia è vittoriosa nei secoli dei secoli: Signore, che il Tuo Santo Angelo si presenti a questa Tua creatura amata, e porti verità, pace e serenità, la conforti e l'aiuti sulla Via del bene, con Amore e paziente bontà.

Così sia.

Orazione al Santissimo Sacramento dell'Eucaristia

Gesù Ostia Divina, Signore mio e Dio mio, consacro a Te il mio cuore umano, solo e impaurito, rendilo forte con il Tuo Amore Eterno, rendilo buono, mite ed umile: accresci in me la Carità, la capacità d'amare, innanzitutto Te Gesù, la Madonna ed il prossimo, anche il malvagio, il nemico ed il persecutore, perché io benedica sempre e sempre perdoni sinceramente, senza giudicare o condannare.

Gesù Ostia Divina, che in questa santissima Eucaristia sei presente, ed io lo credo fermamente, sulla solida base della Tua Parola di Verità e di Amore: “ Questo è il mio Corpo, dato per voi ”; rimani con me, Tuo piccolo figlio, e non mi abbandonare mai, non lasciarmi mai solo.

Gesù Ostia Divina, il Tuo Cuore sacratissimo e divino, pulsa di vita immortale in questo Pane consacrato: rivelatori sono stati i miracoli eucaristici in ogni epoca storica, rivelatrice è la Fede, il sentimento che crede indefettibilmente alla Tua Parola di Verità.

Gesù Ti amo con tutto il cuore, con tutto me stesso e Ti adoro Dio Eterno d'Amore, Padre e Figlio e Spirito Santo, dalla mia piccolezza: adesso sono impossibilitato a riceverti sacramentalmente, vieni Ti prego, con la comunione di intenzione, di desiderio, almeno spiritualmente nel mio cuore ( … ); ecco che presente in me, io Ti abbraccio e mi unisco a Te in comunione, non permettere che mi abbia mai a separare da Te; Ti ringrazio Signore per il dono incommensurabile del Tuo Amore. Amen.

O benignissimo Gesù, conoscitore del mio cuore e che tanto mi hai amato e mi ami fino ad aver dato la Tua vita per me, che desideri grandemente la mia salvezza, concedimi la capacità di vedere dentro di me il male commesso e suscita nel mio cuore il sincero pentimento, un animo dolente, le lacrime per averti offeso nel Tuo amore per me, concedimi con il fermo proposito di non offendere mai più né Te né il mio prossimo, il risveglio della sensibilità della coscienza, la compassione e la carità, possa il Tuo Sangue prezioso sparso per noi sulla Croce lavarmi da ogni macchia e corruzione che mi deturpano e mi allontanano da Te. Perdonami Signore e concedimi un cuore puro, un cuore senza ombra di malizia, un cuore come Tu lo desideri e la perseveranza nei Comandamenti. Cristo vita delle anime, liberami, guariscimi, convertimi e salvami. Cristo rimani in me e cambia i miei sentimenti e i miei propositi, volgili al bene, alla Tua volontà. Amen.

Te lo domando come te lo domandarono i Tuoi Apostoli quel giorno: Signore Gesù aumenta la mia fede e accresci nel mio cuore l'amore per Te, per la Madonna, per i santi Angeli, per il mio prossimo e la capacità di perdonare sinceramente, con tutto il cuore e sempre le offese ricevute, le persone che mi fanno del male, a Tua imitazione o nostro Signore Gesù crocifisso che dalla Croce hai perdonato i Tuoi crocifissori con queste parole: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno. Amen.

V.

Santi Angeli e San Michele Arcangelo, liberateci dal maligno e da ogni male, preservandoci dal peccato che conduce alla perdizione eterna dell'anima, con il ringraziarvi della Vostra assidua protezione fraterna e con l'impetrare da Voi la grazia della Carità perfetta verso il Signore Gesù, Figlio del Dio Altissimo e verso il prossimo, ed un amore rinnovato alla Vergine Santissima Immacolata, Maria, Madre di Dio.

X.

Santi Angeli ed Arcangeli, pregate ed agite per il bene e la salvezza degli innocenti di cui conservate puro il cuore, e per tutte le persone buone capaci di amare il prossimo con cuore sincero.

III.

L'Angelo del Signore prenda dimora della mia anima e del mio cuore, infonda nella mia mente ogni virtù benefica, e mi conduca sul retto sentiero che Dio +Padre e +Figlio e +Spirito Santo ha stabilito per coloro che devono entrare in Paradiso.

Eterno Padre, Altissimo e Onnipotente, nel Nome del Tuo Figlio Gesù, manda in questa acqua la benedizione del Tuo Santo Spirito, affinché riceva tutte le virtù benefiche di santificazione e cacci via il male da ogni luogo in cui venga aspersa con Fede e Amore in Te, mio Signore e mio Dio di Gloria Infinita, Potenza di Luce inestinguibile ed Amore immortale; Signore Gesù, Maria Santissima, la Vostra santa Benedizione scenda in quest'acqua ed in essa permanga sempre, liberando dal maligno e da ogni male, luoghi, persone, animali e ogni sorta di oggetto fisico. Così avvenga, così sia! Amen, il Signore nostro Dio, sia lodato, onorato, amato e Benedetto. Amen!

L'acqua su cui ho imposto le mie mani di peccatore, ma di figliolo amato dal Signore Gesù, Figlio di Dio, acqua su cui ho pregato e sopra cui ho fatto il Segno della Croce Vittoriosa, Santa e Benedetta, adesso e sempre, è Santa e Benedetta: arma invincibile, con cui sconfiggere il male e le tenebre di satana.

Così sia!

Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova ma benigna ascoltaci ed esaudiscici, liberaci dal maligno e da ogni male, preservaci dal pericolo e da ogni minaccia; ottienici dal Tuo Figlio Gesù, nostro Signore e Redentore, il perdono dei nostri molti e gravi peccati e la grazia della felicità perpetua con Te in Paradiso, o Vergine gloriosa e benedetta, mediatrice tra noi e l'Eterno, vittoriosa condottiera contro l'inferno. Amen.

Il male che è persona ha una grande forza e un grande potere di seduzione, è un predatore che approfitta della nostra debolezza, ma Tu Signore cambia i nostri cuori e conformali ai Tuoi sentimenti e ai Tuoi propositi, solamente un cuore sinceramente pentito che piange il male commesso apre la sua porta alla Tua redenzione e alla nostra liberazione. O benignissimo Gesù hai chiamato amico Giuda che Ti tradiva, non gli hai nemmeno negato il pane della Tua Eucaristia, lo volevi ravveduto dalla sua grave colpa, lo volevi salvo accanto alla Tua Croce sul Calvario a compatire le Tue sofferenze. O benignissimo Gesù cambia i nostri cuori e rendili simili al Tuo, così quella serpe velenosa che vuole farci del male dovrà fuggire per la Grazia viva presente in noi. O benignissimo Gesù dacci il coraggio e la risolutezza di una autentica conversione al Tuo Comandamento, soltanto così Tu potrai liberarci dal maligno e da ogni male spirituale e liberi potremo amarti per sempre, Tu sorgente della nostra vita nel perpetuo e di ogni bene. Amen.

Eterno, benignissimo e misericordioso Padre in conformità alla Croce redentrice del Tuo Figlio benedetto Gesù Cristo, e nell'accettazione paziente della Tua santa volontà, Ti offro le lacrime e le sofferenze di questo giorno e di tutta la mia vita in riparazione dei peccati e per la conversione e l'eterna salvezza dei poveri peccatori; è ben poca cosa la mia offerta o Signore, un minimo sacrificio a confronto della Tua dolorosissima Passione, ma Tu accoglila e dalle valore e frutti di bene per le anime. Amen.

Nel Nome di Gesù buono, misericordioso e compassionevole, comando a te satana e a tutti i demòni, che vessano, ossessionano, strumentalizzano e dimorano in questa persona, di andarsene immediatamente ed irrevocabilmente da essa, cacciati nell’inferno eterno e giudicati da Cristo Signore come rei di colpa eterna: vattene satana da questa creatura di Dio, vattene adesso e non tornare mai più; te lo comando nel Nome benedetto di Gesù Cristo Signore, Figlio del Dio Altissimo, per la forza dell’intercessione della più che benedetta, la gloriosa Madre di Dio, la Santissima Vergine Immacolata, Maria, nella sua perfetta purezza ed innocenza, alta più che umana creatura, nel Nome della Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Così avvenga, così sia. Amen!

Sei libero dal male definitivamente, la pace e la letizia siano con te, immagine di Dio tuo Creatore, figliolo del Signore Altissimo. Amen!

Il segno e il sigillo della Santissima Croce vittoriosa su tutte le forze del male, sia per te in virtù del santo Battesimo che hai ricevuto, certezza di liberazione, guarigione e protezione.

Così avvenga, così sia. Amen!

San Michele Arcangelo, combatti a nostra difesa; sia sempre detto: Signore Gesù, Maria Santissima, Vi amo sopra me stesso e sopra ogni persona e cosa a me cara, Vi supplico salvate anime.

Così sia.

+ Eterno Padre, per il Sangue sacratissimo che il Tuo Figlio Gesù ha sparso sulla Croce per noi, e che è realmente presente nella santissima Eucaristia, liberaci dal maligno e da ogni male, e perdona i nostri peccati!

+ Eterno Padre, per il Sangue sacratissimo che il Tuo Figlio Gesù ha sparso sulla Croce per noi, e che è realmente presente nella santissima Eucaristia, liberaci dal maligno e da ogni male, e perdona i nostri peccati!

+ Eterno Padre, per il Sangue sacratissimo che il Tuo Figlio Gesù ha sparso sulla Croce per noi, e che è realmente presente nella santissima Eucaristia, liberaci dal maligno e da ogni male, e perdona i nostri peccati!

Eterno Padre per ogni Tuo beneficio noi ti ringraziamo, non permettere che ad alcuno manchi il necessario alimento, assisti con la Tua preziosa provvidenza i poveri e gli indigenti, fa' che trovino aiuto, solidarietà e dove possibile lavoro da persone buone e generose che conoscono l'amore di Dio, l'amore del Tuo Figlio Gesù il quale ha detto: "Si è più beati nel dare che nel ricevere". Amen.

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio Altissimo, non permettere che il male e le persone malefiche ci separino dalla Tua santa Chiesa, per non essere mai separati da Te, perseverando nella penitenza interiore e nella carità invitta e vittoriosa, sempre in comunione nella Tua santa grazia, come tralci nella vite che ricevono linfa verde e portano frutto per la Vita eterna. Amen.

C.S.P.B. 

Crux Sancti Patris Benedicti

La Croce del Santo Padre Benedetto 

C.S.S.M.L. 

Crux Sancta Sit Mihi Lux 

La Croce Santa sia la mia Luce

N.D.S.M.D. 

Non Draco Sit Mihi Dux 

Non sia il demonio il mio condottiero 

V.R.S. 

Vade Retro, Satana!

Allontanati, Satana!

N.S.M.V.

Numquam Suade Mihi Vana

Non mi attirare alle vanità

S.M.Q.L.

Sunt Mala Quae Libas

Son mali le tue bevande

I.V.B.

Ipse Venena Bibas

Bevi tu stesso i tuoi veleni

 

Apologia del Cristianesimo

 

Victimae paschàli laudes

ìmmolent christiàni.

 

Agnus redémit oves:

Christus innocens Patri

reconciliàvit peccatòres.

 

Mors et Vita duéllo

conflixére miràndo:

Dux vitae, mòrtuus, regnat vivus.

 

Dic nòbis, Marìa:

quid vidìsti in via?

Sepulcrum Christi vivéntis

et glòriam vidi resurgéntis.

 

Angélicos testes,

sudàrium et vestes.

 

Surréxit Christus spes mea:

praecédet suos in Galilaéam.

 

Scimus Christum surrexìsse

a mòrtuis vere:

Tu nobis, victor Rex, miserére.

 

Amen.

 

 

 

 

 

Filosofia è l'intelligenza umana che si esercita, partendo dai dati della realtà, su un certo numero di problemi che non sono posti sul piano della ricerca scientifica sperimentale e che tuttavia dipendono dall'ordine della ragione, problemi che riguardano il senso della vita e il suo fine ultimo, l'universo come progetto intelligente e l'esistenza di un suo Creatore, il perché del male e la sua natura, il vero discernimento etico e le sue applicazioni pragmatiche, la ricerca della Verità.

 

I° - Appunti e tracce di filosofia e metafisica cristiana.

 

Il fatto che le persone perdano la vita in gran numero ogni giorno per cause diverse, mette nella situazione di pensare che la vita umana non abbia valore e dignità: in questa posizione psicologica si finisce per diventare nichilisti e amorali. E’ una posizione sbagliata e pericolosa, che porta certi individui a fare del male al prossimo, distruggendo in tal modo la propria coscienza e il senso di bellezza della vita. L’evangelizzazione e la cultura cristiana, sono in antagonismo con questo modo di pensare e cercano di arginare la dominante cultura della morte e del nulla, del vuoto dei valori e dell’egoismo edonistico che conduce l’esistenza esclusivamente al soddisfacimento delle passioni, pensando sia la conquista dell’autentica felicità; questa ideologia del male contrasta con l'anelito del cuore umano, che desidera e cerca il bene autentico e la gioia, nel proprio immediato e nella propria vita. La vera felicità si trova nell'Amore e nella pace del cuore, nell'amare Dio e il prossimo, questo è il cardine per realizzare in pienezza la vita, per compiere nella propria esistenza la volontà del Signore. Una persona buona, una persona che ama gli altri, svolge ogni giorno la missione che trasforma il proprio pellegrinaggio terreno, che fa diventare luminoso il proprio cammino nel tempo, che contribuisce radicalmente alla metamorfosi del cuore, che lo determina nel bene, cambiandolo e facendolo diventare degno di essere abitato da Dio, dall'Amore Supremo. La vita ha vero significato, quando è donata agli altri, quando è immagine, similitudine, del vero amore creativo ed oblativo, sacrificale, quando sul proprio orizzonte di sentimenti il prossimo acquista valore, quando c'è perdono, compassione, misericordia, solidarietà, queste sono le forze positive e vitali che sconfiggono le tenebre dell'egoismo, dell'odio, della vendetta e della violenza; se con le opere dimostriamo di amare gli altri, la vita diventa bella e costruiamo un mondo migliore per tutti: forse si tratta di un discorso ingenuo e di una grande utopia, se si considera l'essere umano e la sua predominante malvagità innata... ma Dio ha sempre scommesso sull'uomo, dandogli la Sua fiducia e cercando in lui delle tracce di bene, in quanto nel cuore di ognuno alberga sempre un po' di bene.  

Il discernimento va applicato nell'ambito di ogni comunicazione inerente il multiversico sistema intrapsichico: ogni induzione può provenire da qualsiasi fonte, benigna o maligna, ed il rapporto tra induzione e mente si fonda su processi di analisi, che discriminano selettivamente i contenuti e che si formulano sull'assioma “intelligere” e “sensum fidei”, forze convergenti nella dinamica di ricerca della simmetria vero/falso. La mente è un continuo ricettacolo di stimoli extrasensoriali, da fonti interne e da fonti esterne, un campo di caotico movimento, in cui si intersecano elementi, materiali e costrutti di molteplice origine: il controllo può essere esercitato sul piano cosciente, con l'azione volitiva indirizzata, o meglio con l'immaginativa e la volontà in forma sinergica. La dialettica è indispensabile per razionalizzare l'insieme dei dati e fare chiarezza come nell'immagine costruita con l'unione di vari tasselli, nel gioco del puzzle. La quiescenza interiorizzata, il mettere a tacere il rumore delle percezioni, pone la coscienza nella capacità di individuare le linee guida per l'esercizio del controllo. La sublimazione delle forze istintuali, è il fondamento necessario allo sviluppo delle forze psichiche, il potere dell'anima, lo spirito che supera e domina la materia. Nello studio analitico della propria sfera psichica, la conoscenza di sé stessi, ci si rende idonei al conseguimento della consapevolezza necessaria, propria delle anime spiritualmente evolute, della verità ontologica sulla natura della creatura umana: la dimensione soprannaturale. La forma più nobile di tale conseguimento, è la preghiera esercitata nella Fede attraverso la Carità: l'Amore non è soltanto sentimento, ma soprattutto volontà al Bene, un continuo ed instancabile esercizio di conversione del cuore; la trasposizione del proprio cuore all'Amore, fuoco purificatore che come la pietra filosofale, trasforma il vile piombo, nell'oro prezioso, dona una capacità di visione che supera ogni artefatto illusorio, e rende l'anima recettiva alla realtà come è nella verità, quella senziente, la persona in sé stessa, oltre le barriere della percezione sensibile. Vedere nell'anima è afferrare la realtà nella verità, è osservare e afferrare l'universo intero, il centro della creazione, tutto il resto è soltanto superficie e inganno. Chi ama conosce Dio. La conoscenza avviene su canali paralleli che vengono filtrati dalla mente, come attraverso una rete di maglie, se la rete è costituita da maglie oscure, quello che perviene alla conoscenza è falsato e immerso nelle tenebre: il dato passa da mente a mente, nella realtà relazionale e l'ultimo attributo dell'elemento conosciuto e compreso, è la falsità. La luce è in dissidio con le tenebre, ed una coscienza luminosa contrasta tenebre e menzogna, questa luce dell'anima che rifulge, è l'Amore: se l'anima è tenebra significa che è morta, e vede con il buio quello che non può in alcun modo vedere, coloro che vedono sono coloro che amano. I sensi del cuore, quelli spirituali, sovrastano la percezione sensibile della carne: sono chiamati propriamente sensi interni, e richiamano la conoscenza della Verità. I “contatti” avvengono tramite l'esercizio di tali sensi, estranei alla vita comune di chi ha smarrito l'anima, la parte buona di sé, i “contatti” appartengono ad un ordine superiore di conoscenza e di comunicazione, sono propri di chi sinceramente ama e prega. Coltivare la spiritualità, significa trovare significato alla vita e piena realizzazione del proprio autentico bene, è la Via maestra per il senso della vita, è la forza trascendente che comunica la Grazia, la comunione ai Beni eterni, alla vita stessa di Dio; ama e in te vi sarà Luce per dissipare il potere delle tenebre e otterrai la Vita eterna. 

La realtà formale diverge dalla realtà psichica, in quanto coincidente con l'oggettività del percepibile entro la sfera sensoriale fisica, sul piano dell'assimilazione organica delle facoltà naturali del sistema nervoso umano; la realtà psichica è coincidente con il convergere dalla sfera sensoriale fisica all'extrasensoriale intrapsichico, la nemesi dei fattori che delineano l'esame di realtà. Il dato sensorio esterno si riflette nelle dinamiche del pensiero oggettivante la realtà informale o fittizia, quella ritenuta credibile dai dati comuni dell'esperienza: discernere la linea di confine su cui sono posti i fondamenti del reale comparato con il percepito, è azione portante per il conseguimento dell'equilibrio metapsichico. Un costrutto della realtà che si sovrappone come artefatto alle realtà contingenti dell'esperienza soggettiva, è indistintamente realtà formale costituente l'oggettività percepita dal sensibile fisico e psichico: la distinzione tra reale e immaginario, perde coerenza sul piano del pensiero cosciente. Quello che è visto e udito, riguarda le rappresentazioni infuse come specie nella mente attraverso il sensibile e non è distinguibile dagli eventi concreti, se non si procede ad una accurata analisi della reminiscenza conseguita, tramite una consapevolezza adeguatamente realizzata, con l'esercizio delle facoltà dell'anima, elevate dalla Grazia e chiaramente sentite e considerate.

 

Il mito dell'anima spirituale e immortale, nell'ambito dell'epistemologia materialista, sulle qualità di un ente cerebrale in radicale compromissione endogena: questo potrebbe essere il titolo di un buon trattato o manifesto, di scienza positivista e organicista. Gli attuali sviluppi delle neuroscienze, hanno messo in dubbio il fatto che noi o il nostro cervello, deteniamo qualsiasi genere di controllo reale. I neurogenetisti sostengono che i geni determinano il livello di intelligenza, gli stati d'animo, i modi di esprimersi sessualmente e quant'altro è trasmittibile dai personali progenitori. I neurofarmacologi vedono il cervello come una macchina chimica guidata da neuromodulatori. I clinici lasciano pensare che vi sia comunque l'elemento del libero arbitrio. I sociobiologi eliminano anche questa minima dignità. Secondo una certa concezione filosofica, direi piuttosto ottimista, in qualunque modo io mi definisca – come anima, spirito, libero agente o qualsiasi altra cosa – sono io a controllare il mio cervello, o quanto meno io ho la capacità e il dovere di farlo, se ho le conoscenze e la forza necessarie. Secondo il pensiero materialista, la trasposizione reintegrativa che procede dalla materia è inaccettabile, in quanto la mente è produzione di un organo estremamente organizzato e complesso, e non originato dall'unione intrinseca e sostanziale con un presunto e quanto sospetto ente spirituale, quindi tra spirito e materia non vi è alcuna dialettica, per il fatto che non esiste una entità spirituale soggettiva. Negli esseri umani, è l'abbondante sviluppo dei lobi frontali e temporali a formare i meccanismi dell'autocoscienza. Il cervello degli altri animali non possiede queste parti e il loro comportamento non da prova di autocoscienza o di autoconsapevolezza. La coscienza di sé è quella facoltà superiore, che si può provocatoriamente definire spirituale, presente solo negli esseri umani, facoltà che interagisce con i processi cerebrali, che si suppone non sia qualcosa di epifenomenico e non sia identica a questi processi – principio valido per chi non condivide la concezione materialista – . Il cervello, come tutti gli altri organi del corpo, è un complesso integrato di cellule, ciascuna delle quali è un agente semiautonomo. Ma che cosa sappiamo in concreto del cervello e della mente? Forse ancora poco... La chiave cerebrale per sciogliere la matassa di supposizioni sull'origine di una malattia neurodegenerativa o psichiatrica, è una scatola buia in cui la luce della conoscenza ha avuto purtroppo allo stato attuale un debole accesso. Certamente la scienza moderna, la neuroscienza, ha raggiunto dei traguardi, ha tracciato delle linee guida su cui procedere per un futuro sviluppo delle conoscenze, ma la presunzione di una certa medicina di avere a disposizione mezzi efficaci per risolvere delle malattie in parte, o del tutto, ancora oscure, è decisamente assurda; comunque per curare, o alleviare la sofferenza, qualcosa è già stato fatto, questo è un elemento che non si può ignorare, con la convinzione di rimanere ancora molto lontani dal sapere assoluto sul “soggetto uomo”. L'uomo non può essere ridotto ad un organo del suo corpo, per quanto importante e per quanto importanti siano le sue funzioni; è vero, ci sono delle malattie che sembrano disumanizzare l'uomo, togliergli la dignità data da un sistema cerebrale sano, ma l'uomo e la sua umanità restano, si conservano, indipendentemente dalla perdita delle sue funzioni più elevate, perché l'uomo e l'umanità sono qualcosa di più elevato delle sue funzioni più elevate. Esiste un nucleo vergine che nessuna inferiorità cerebrale e funzionale può minimamente intaccare, qualcosa di elevato che supera anche le compromesse facoltà cerebrali del pensiero, dell'intelletto, della memoria, della consapevolezza. Nell'uomo c'è la possibilità di aprire un percorso verso l'Assoluto, verso il significato stesso del suo essere, verso la soluzione del suo stesso enigma esistenziale: nessun'altra creatura vivente conosciuta, possiede questa capacità potenziale. Si tratta di un potere ontologico, del contenuto nascosto di uno scrigno sigillato e impenetrabile… noi siamo questo perché così ci è stato dato da quella Forza che presiede alla nascita e alla diversificazione degli esseri. La trascendenza della nostra natura, non è un prodotto dell'immaginazione concepita dal nostro complesso sistema cerebrale, è l'origine, l'archetipo ontologico a cui tutti noi siamo chiamati fin dal concepimento: non è un mondo circondato dal nulla, ma siamo noi che possediamo il mondo verso il suo senso compiuto, noi che torniamo al centro e all'inizio del nostro significato reale e vero, per stare eternamente assopiti e vigili nella culla della vita, presenti a noi stessi, formando in noi, in un cerchio perpetuo, la beatitudine della consapevolezza. L'uomo è il vertice del mondo materiale, la sintesi della materia con lo spirito immortale e soggettivo, la porta che apre verso la Verità, tanto lontana quanto vicina. Parlare e esteriorizzare il proprio vissuto interiore serve a rimanere equilibrati, a non cedere al carico emotivo dovuto ai pensieri e ai ricordi che ritornano dal passato; questi ricordi negativi ci condizionano, facendoci perdere la pace e la serenità… per elaborarli e conviverci positivamente abbiamo la necessità di comunicarli, di portarli in superficie per vincerli con l'analisi razionale. C'è chi purtroppo non ha amici e il rapporto con i suoi familiari è a dir poco rovinoso; quando si prega vengono provati momenti di sollievo, perché si è convinti di essere ascoltati e accolti da Qualcuno che vuole il nostro bene. Non so se si tratti di una suggestione psicologica, ma nella dimensione della fede è veramente un dialogo costruttivo; è giusto credere in un Dio Creatore la cui essenza e natura sono Amore, è giusto crederlo perché il mondo e l'universo sono talmente belli e ordinati che risulta impensabile che all'origine di tutto e nel suo mantenimento nell'essere, non vi sia un pensiero nobile e intelligente. Dio non può che essere buono, lo si comprende guardando la creazione, guardando le sue creature; l'evoluzione? Quella sì che è una fantasia deleteria: come si può credere che tanta bellezza, nel corso del tempo, si sia sviluppata per caso, senza al suo apice un pensiero intelligente? Questo sì che è assurdo; i concetti di caso e di necessità, insiti nella teoria evoluzionista, sono senza fondamento logico. Noi esseri umani abbiamo la capacità di conoscere le leggi della materia e della vita, di usare queste leggi per costruire oggetti utili e creativi o per guarire dalle malattie, c'è quindi il nostro pensiero all'origine della nostra tecnologia e della nostra scienza: per fare un parallelo, come potrebbero il mondo e la vita non avere un'origine intelligente? La creazione è un'entità speculare al suo Creatore; il libro sacro della Genesi dice appunto: “a Sua immagine e somiglianza”, facendo riferimento all'uomo, alla creatura più vicina al suo Creatore. La vita oltre la morte? E' molto probabile che esista, è probabile che l'anima vada in esilio dal corpo per stare per sempre con il Signore; la morte fa paura, spaventa tutti poiché comunque sia, si tratta di un tuffo nell'ignoto e quello che non si conosce è pauroso per antonomasia. Gesù nelle sue parole riportate, registrate nel santo Vangelo, parla ripetutamente di un destino eterno per le anime dei morti, per gli stessi defunti, un destino che può essere di perdizione per gli uni e di salvezza per altri; nessuno vuole morire, tutti vogliono vivere e questa credo sia la massima aspirazione per ognuno. Ma è giusto essere sempre pronti, in quanto non si conosce né il giorno né l'ora, in cui il Signore verrà a prenderci. Occorre cercare di fare del bene, poiché questa è la volontà di Dio e la nostra massima aspirazione alla felicità, facendo il bene si realizza positivamente la propria vita, anche se per il mondo tu non vali niente e non sei nessuno: i criteri di giudizio del mondo, non sono i criteri di giudizio di Dio: i giusti riposano nella pace, dice la Sacra Scrittura, quindi dopo la morte loro non scompaiono nel nulla, ci sono ancora e vivono in Dio, nella beatitudine eterna. All'origine della creazione, dell'universo, c'è un pensiero intelligente, un progetto da realizzarsi in quell'elemento, in quella dimensione che è il tempo lineare e irreversibile, il tempo in cui si scrive la storia del pensiero di Dio: da Lui veniamo e a Lui ritorniamo. Lo Spirito del Signore ci avvolge e sostiene, permeandoci, il nostro stesso essere: in Lui viviamo, pensiamo e respiriamo, Lui è più intimo della nostra intimità. Bisogna coltivare la convinzione che per ciascuno di noi ci sia un progetto e ogni giorno questo progetto si sviluppa verso il suo ultimo compimento; la bellezza del creato, ci dice che Dio è essenzialmente Amore, il suo ordine ci dice che è razionale e segue schemi logici, matematici, Dio è Verità perché il Suo Amore è trasparente, nitido, senza menzogna o corruzione alcuna. Il cosmo, ordine e bellezza, è immagine del Suo Creatore, è immagine somigliante al Suo Creatore; si deve avere fiducia nel Signore e nella Sua Provvidenza, si deve essere consapevoli che Lui pensa a noi, che ci ama e che non ci farà mancare nulla di ciò di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo amare la creazione e le creature, perché riflettono l'Amore e la bellezza del Creatore, riflettono ciò che il Signore prova sinceramente per noi, per ogni persona, per ogni Suo figlioletto. Con la ragione, la razionalità umana, si può pervenire alla conoscenza di Dio, che è Bontà infinita. Il pensiero di Dio e la razionalità umana, si combinano in una sinergia nobile in cui si sviluppano affinità di idee e sentimenti, che si cercano toccandosi in uno scambio che fa elevare l'uno all'Altro, condiscendere il Supremo con l'anelito della creatura. Creatore e creatura, sono fatti per un vicendevole e appassionato Amore mistico, per una commistione tra sostanze tanto diverse, quanto complementari: la carne si trasfigura nello Spirito, venendo divinizzata, l'unione ipostatica del Verbo fatto uomo, si realizza con l'accoglienza della creatura e la libera Bontà e iniziativa del Signore degli esseri. Cristo è Dio fatto uomo, è il Figlio di Dio e il figlio dell'uomo, è l'intersecarsi fra due nature, vero Dio e al contempo vero uomo: Lui è il primogenito tra coloro che risorgono da morte, è il Risorto che apre la porta del Paradiso a tutte le creature umane, è Colui che con il Suo sangue sparso sulla Croce ha comprato le nostre anime e ci ha redenti dal peccato, dalla morte, dall'inferno. Il Regno di Gesù, il Regno di Dio, è la Sua reale presenza in mezzo a noi, è la sua compassionevole vicinanza al nostro cuore bisognoso di pace, bisognoso di essere guarito dalle ferite che lo deturpano e lo abbattono; il Padre ha inviato il Figlio nel mondo, il Figlio che è tornato al Padre, ha inviato a noi il Consolatore, lo Spirito Santo. La Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Dio unico in tre Persone uguali e distinte, Dio dentro Dio è rapporto d'Amore, è scambio di infinita Carità: la Potenza del Padre, la Sapienza del Figlio, l'Amore dello Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato. L'atto di fede è necessario per aderire al Mistero, altro non è possibile fare per poter comprendere l'insondabile, che ci è stato rivelato dalla Grazia. Nel Crocifisso è scritto tutto l'Amore di Dio per l'umanità, in esso si offre per salvare le nostre anime: un atto di autentico affetto e amore a Gesù crocifisso, salva la nostra anima, la fa passare per quella porta che è la risurrezione di Cristo, la conduce come pecora mansueta all'ovile santo del Regno dei cieli, alla casa del Padre.  

Qual è l'origine della specie umana? 30.000 anni a ritroso nel tempo, o qualche millennio in più, compariva l'Homo Sapiens, l'attuale specie dominante sul pianeta – la teoria monogenista è quella valida ipotesi secondo cui la nostra specie deriverebbe da un'unica coppia umana primigenia – ; in quel periodo terminava l'ultima era glaciale. In precedenza prevalse sulla terra l'uomo di Nehandertal, per un arco di tempo di circa 200.000 anni: Nehandertal e Sapiens entrarono in contatto e secondo una teoria alcuni tratti genetici dell'uno confluirono nell'altro; alcuni ricercatori smentiscono questo scambio, ipotizzando una totale incompatibilità tra i due ominidi; altri affermano che il Nehandertal non fu altro che una forma di Sapiens, entrambi paleontologicamente dimostrabili della medesima natura. Concretamente non ci sono basi scientifiche per affermare che l'Homo Sapiens è il frutto di una evoluzione selettiva, che ha attraversato gradi di sviluppo per così dire animaleschi, su di un piano intermedio: l'evoluzione degli esseri viventi non può essere dimostrata con congetture ideologiche, altro non è che un'ipotesi, forse niente altro che una opinione fantasiosa, in quanto nessuno può confutarla con prove tangibili. Non si comprende con chiarezza, nella propria modalità empirica, quindi dimostrabile percettivamente, come si possa passare da una forma di vita ad un'altra, cioè come oggettivamente avvenga il salto evolutivo, anche attraverso misure temporali lunghissime, con forme di vita transitorie. Si può pensare che successivamente avvenne l'estinzione del Nehandertal e poi prevalse il Sapiens, che dal continente africano si espanse dapprima in Medio Oriente, poi in Asia, più tardi in Europa e nel resto del mondo. Il Nehandertal era fisicamente più forte, ma meno intelligente, meno creativo del Sapiens, comunque possedeva una sua religiosità, avendo verso i morti una forma di culto, in quanto realizzava sepolture, trattenendo la memoria, il ricordo del membro defunto, infatti erano sociali e in grado di comunicarsi il pensiero e le idee, anche se con rozze modalità. Il Sapiens vinse la lotta alla sopravvivenza grazie ad un sistema cerebrale più evoluto e raffinato. L'Homo Sapiens seppe trasformare l'ambiente e adattarlo alle proprie esigenze, il suo pensiero toccava livelli metafisici, si faceva domande esistenziali e le esprimeva attraverso l'arte arcaica con cui proiettava la propria interiorità: dalla ricerca di risposte alle sue domande nacquero le religioni, dalla forza demiurga con cui approcciava il mondo, nacquero tecnica e conoscenza. Un sistema cerebrale sano ed evoluto, è capace di ospitare un principio spirituale e trascendente, che in qualche modo sovverta la legge della mortalità? Credo proprio di sì. Evoluzionismo e creazionismo sono teorie interagenti e non antitetiche: la nascita della vita può aver attraversato fasi evolutive, il Creatore ha plasmato la vita traendola dalla materia inanimata, organizzandola e diversificandola: una supposizione di buon senso, porta a pensare che l'evoluzione avvenga intra-specie e non trans-specie. Il caso non può essere l'espressione di un pensiero intelligente, la creazione tutto fa pensare fuorché al caso. Come si passi dalla chimica alla biologia, nessuno ha mai saputo spiegarlo e penso che non si arriverà mai a comprenderlo, con una definizione scientifica incontestabile, poiché il problema sull'origine della vita, è un mistero inestricabile dove la conoscenza non potrà mai superare una certa soglia: chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, non può che ammetterlo. Dalla casualità non deriva il cosmo, che è ordine e bellezza, tantomeno l'uomo che è il suo vertice: questo non per un discorso di fede, ma di pura logica, di pura razionalità. E' possibile supporre, come è stato dichiarato prima, che Nehandertal e Sapiens non siano due anelli contigui di una medesima catena, ma specie totalmente diverse e indipendenti, due ominidi con caratteristiche e qualità contrastanti, così come furono gli ominidi con affinità da bruti comparsi antecedentemente – di questi alcuni ricercatori negano la realtà paleontologica, i riscontri oggettivi, non senza valide proposizioni antagoniste – : ho accennato prima a queste differenze fisiologiche; ci sono delle affinità tra le due specie, ma ci sono anche affinità con alcune specie animali. Ci sono animali che sembrano avere una sorta di culto per i morti, ma questa ovviamente non è ancora religione, ma un comportamento che va annoverato tra i tratti istintuali di una specie, come appunto l'istinto riproduttivo, la conservazione della specie. Il cervello umano è la sintesi dell'universo materiale, il suo apice, con la potenza ontologica di ospitare un principio spirituale ed immortale, quindi le sue strutture non sono esclusivamente materiali, ma un contenitore, un ente, in grado di ospitare quello che tante religioni e filosofie hanno chiamato anima: una sostanza ipostatica capace di informare la materia, e di adattarsi ad essa. La plasticità con cui il cervello umano cambia i suoi stati, è l'immagine di un fattore superiore alla stessa materia, una matrice ontologica, che cambia con il mutare della materia stessa, per poi fissare le sue qualità nel contesto di un definitivo ingresso nella sola dimensione spirituale, nella dimensione dell'imperituro. Noi siamo la nostra anima, noi e nessun'altro. Alcuni possono porre l'interrogativo delle malattie neurodegenerative o di lesioni cerebrali che compromettono la vita reale di una persona, la sua relazione con sé stessa e con il mondo esterno, con le altre persone: l'io svanisce o è dormiente in attesa di un risveglio auspicabile, definibile come anima? Un passaggio che conduce alla realtà o nell'al di là, in un incomprensibile oltre verso? Sinceramente non ho risposte significative a queste domande, ma qual'è la risposta all'interrogativo: cos'è l'uomo? Materia e spirito si influenzano vicendevolmente, in uno scambio virtuosamente ipostatico? E l'autocoscienza da cosa è prodotta, come si conserva? Risposte misteriose che sfuggono alla sola ragione e alla scienza, verità insondabili attraverso la sola ragione. La persona umana non può essere ridotta a una cosa, a un oggetto, in quanto incommensurabilmente complessa e incomprensibile. La vita è un mistero e lo è anche l'ente cerebrale: è necessario ammetterlo con la forza dell'umiltà, al di là dell'interesse ideologizzato e grossolanamente materialista e corporativista: molto spesso la verità non si trova nelle opinioni comuni, nel senso comune della gente, invece c'è spesso del vero nella minoranza che si estrania dalla collettività. Il pensiero ha il suo culmine nell'isolamento da cui sono nate le grandi opere dell'arte, della letteratura e della scienza, con cui l'umanità ha toccato il divino, per poi ricadere nella propria condizione di re detronizzato, di misero schiavo del tempo e della sua signora, nostra sorella morte. L'origine dell'uomo, il suo mistero, si dischiude soltanto alla luce della fede e della ragione, dalla loro sinergia. Nella nostra epoca si deve combattere una guerra ideologica, che ha come cardine la vita e come traguardo le promesse escatologiche del Vangelo di Gesù Cristo. La santità è un obiettivo lontano per chiunque, la verità è che siamo tutti i giorni influenzati dal maligno e che il suo potere di seduzione ci affascina notevolmente: la speranza è che siano pochi quelli che passano radicalmente dalla sua parte. Senza l'aiuto di Gesù, il combattimento spirituale è perso in partenza, perché non ci sono le basi, i presupposti per far fronte al demonio, in quanto angelo delle tenebre, superiore in forza e intelligenza. Il maligno ci studia e ci conosce, quando trova una breccia con cui insidiare la nostra anima, attacca per abbatterci e farci suoi: senza la grazia di Cristo saremmo perduti. Nessuno, contando soltanto sulle proprie forze umane, può sconfiggere satana: si finisce inevitabilmente per passare dalla sua parte, per fare la sua volontà.

La sofferenza innocente è uno scandalo, un inciampo contro cui si infrange rovinosamente sia la ragione, sia la fede; perché ci sono martiri innocenti, perché i deboli e gli inermi soffrono e muoiono? Perché a pagare un prezzo di dolore e di morte sono ad esempio i fanciulli, i bambini? Sono convinto che un Dio d'amore non possa essere indifferente a tutto questo, allora perché non interviene, perché sembra inerte, indifferente? La risposta a questa domanda la otteniamo contemplando il crocifisso... Gesù è innocentissimo, è l'innocente per antonomasia, eppure ha sofferto enormemente, sia fisicamente che mentalmente; è morto solo, abbandonato, immerso in una agonia straziante: ma il Padre, dopo il suo sacrificio e la sua morte, lo ha reso il Risorto, il Signore glorioso. La sofferenza e la morte sono una esperienza inevitabile, ma è vero anche che ogni anima è nelle mani di Dio, custodita dalla sua onnipotenza: Gesù stesso, giusto Giudice, darà la beatitudine eterna a ogni martire innocente, anzi fin da subito riempie di felicità il cuore dei puri, il loro destino è segnato dalla certezza della risurrezione, della vita eterna. Questa è la speranza cristiana, in questo consiste la fede in Cristo, il Paradiso dei Santi, il Regno dei Cieli; è necessario credere che Dio sia infinitamente buono e noi creature umane non abbiamo il potere di sondare la sua eterna Sapienza. La Croce è la sapienza e l'intelligenza del Padre in Cristo, nel suo Verbo incarnato, nell'ipostasi della natura divina con quella umana: Dio è assolutamente buono e i bambini che muoiono vanno in Paradiso, questa è la mia assoluta convinzione. Siamo povere creature, bisognose di salvezza, e l'orgoglio di chi vuole giudicare l'operato di Dio, ha il sapore della stoltezza: Dio non ha bisogno di noi, invece di Lui noi sì. Sono consapevole che molto spesso siamo in conflitto con Dio, almeno con il solo pensiero di Lui, cerchiamo di ribellarci – questa tentazione si è fatta sentire spesso in me – , ma siamo soltanto creature mortali e non possiamo che accettare la nostra condizione di miseria. Dobbiamo coltivare la fiducia che il Signore sia buono, questo è l'unico antidoto contro la disperazione esistenziale; anima e corpo sono entrambe manifestazioni dello spirito immortale, di una sussistenza dopo la morte. E' una Verità inappellabile e per credere innanzitutto si deve amare la Verità, e in Cristo si trova la pienezza della Verità. Tutti noi abbiamo un destino dopo la morte, e l'angoscia del nulla si supera proprio con l'amore a Cristo, vivendo fedelmente a Lui, compiendo buone azioni: nel libro “L'imitazione di Cristo” è scritta la frase che dice che con la coscienza retta avremo meno paura di morire. Un cuore limpido è un cuore sereno anche nella prova dolorosa della morte, ricordandoci che Gesù ha sofferto ed è morto prima di noi e per noi, questo ci deve infondere coraggio. Non siamo soli, il Creatore si cura dell'umanità e convincendomi di questo mi sento più forte.

Sono diversi i mezzi della grazia e la preghiera è senz'altro quello fondamentale, un altro mezzo è il sincero pentimento a causa del male commesso; la Confessione sacramentale è il mezzo privilegiato che Dio ha stabilito per rimettere i peccati, per perdonarci, quindi soprattutto passando per la Confessione che la Chiesa amministra, si può ottenere la salvezza; non ci si può mettere nella situazione psicologica di chi si illude di ottenere il perdono chiedendolo direttamente a Dio, questo è un grave errore, in quanto è volontà di Dio che si passi per la Confessione, è il Signore stesso che ha voluto e istituito questo Sacramento della divina misericordia: occorre confessarsi per rimettersi in grazia di Dio, non c'è nessun altro mezzo consentito per ottenere il perdono e l'eterna salvezza. La Confessione e l'Eucaristia, sono Sacramenti che pongono le loro radici nella Croce redentrice, attingono quindi a quella sorgente che è l'Amore infinito di Gesù, nostro Signore: è proprio Lui che li ha inventati, per la nostra salvezza e per la nostra crescita di cristiani, di figli di Dio. Dal Cuore buono e purissimo di Gesù crocifisso, aperto dal colpo di lancia del soldato romano, sono scaturiti acqua e sangue che significano il Sacramento del perdono, cioè della purificazione e della salvezza, e il Sacramento dell'Eucaristia che nutre le anime e incorpora a Cristo, anch'egli fonte di salvezza: il Signore ha sofferto per la nostra redenzione, donandoci questi Sacramenti, cioè l'origine della nostra vera vita, come tralci nella vera vite, che è lo stesso Signore Gesù, che è l'Amore infinito e onnipotente di Dio, la linfa che ci prepara ad ereditare la vita eterna, come figli nel Figlio, risorto e glorioso. Tutti possono conseguire l'eterna salvezza della propria anima se rispondono sì all'amore di Dio e se seguono i dettami della coscienza morale, non c'è nessuno che sia stato escluso e per nessun motivo, il Signore ama ciascuno di noi e desidera la salvezza di ogni persona umana, Gesù ha sofferto tanto ed è morto in Croce per pagare a caro prezzo le nostre anime, non per qualcuna sì e per altre no, tutti sono chiamati alla conversione.

La scienza del bene e del male, è indispensabile in ogni ambito della vita, è indispensabile per fare sempre la cosa giusta verso sé stessi, verso gli altri e verso Dio. Soltanto chi è veramente virtuoso può svolgere al meglio l'attività politica e amministrare con buon senso la cosa pubblica: purtroppo di politici virtuosi non se ne conoscono, in quanto sono tutti birichini – per usare un termine rispettoso – almeno un po', forse a volte anche un po' troppo. Una cosa importante è che i giovani siano virtuosi, perché soltanto in questo modo la società potrà essere più giusta e più civile: purtroppo non ci sono da parte degli adulti molti esempi di virtù, anzi l'esempio che danno è quello del fare gli affaracci propri anche a danno del prossimo, del possedere denaro e di tiranneggiare nel proprio piccolo chi è più debole. L'antivangelo è quanto c'è di dominante nella mentalità comune, quindi è necessario che le persone tornino al Vangelo e ai suoi valori, per prima cosa la carità e la compassione; soltanto così gli autentici valori democratici potranno imporsi, e la giustizia sociale potrà essere realizzata. L'arte maieutica di Socrate voleva trarre dall'interiorità umana, quanto di più nobile esiste nel nostro cuore, quest'arte benefica dovrebbe contraddistinguere l'azione di ogni educatore, che desidera il bene dei giovani affinché costruiscano la civiltà dell'amore, affinché realizzino l'ideale della pace. Socrate attraverso il dialogo, apriva la via verso la conoscenza, verso nuove vie che portavano ad esercitare la razionalità, che portavano ad una maggiore comprensione dell'uomo e della sua relazione con gli altri; la politica di Socrate consisteva nel far migliori le persone, nel farle consapevoli sia dei loro limiti, sia delle loro potenzialità: la Repubblica deve fondarsi sulla virtù umana, questo è l'unico modo per una democrazia veramente solidale e in linea con le vere aspirazioni dell'uomo. La dimensione sociale e relazionale attuale, purtroppo danneggia e degrada le persone; l'unica soluzione è lavorare per rendere migliore la gioventù. Socrate fu accusato e condannato, per corruzione della gioventù, proprio lui che non pensava ad altro che a fare il bene dei giovani, conducendoli sul sentiero della virtù: se la filosofia non comporta il miglioramento delle persone, della loro interiorità o anima, diviene una disciplina inutile. Socrate ha fatto della filosofia un mezzo di trasformazione ed edificazione dell'uomo, qualcosa di concreto che toccava gli ambiti più diversi della vita, qualcosa che cambiava veramente il cuore umano: questa ricerca del bene comune ha avuto come esito la sua ingiusta condanna a morte, ed egli non si è sottratto alle leggi e alla giustizia dello stato, per dimostrare l'eminenza dell'osservanza delle leggi e dell'amore alla Patria, che è quella madre che ci ha nutrito e allevato, con il suo ordine, facendo di noi cittadini e persone devote alla civiltà. L'anima è la “forma” del corpo: non sono due distinte nature, ma una sola, la sintesi di due sostanze; spirito, anima e corpo: lo spirito indica la destinazione soprannaturale della medesima natura, l'anima e il corpo sono l'espressione interna ed esterna dello spirito, lo spirito quindi è veicolato dall'anima e il corpo è manifestazione dello spirito che presiede alla unica natura umana. L'anima umana è immortale, in quanto spirituale, e creata direttamente da Dio al momento del concepimento fisico di ogni creatura umana; l'anima umana informa il corpo e lo vivifica, con tutte quelle qualità che appartengono soltanto ad un essere senziente. La morte è la separazione dell'anima dal corpo, quindi significa andare in esilio dal corpo per abitare presso il Signore della vita: il corpo è parte essenziale della persona, è quindi destinato alla risurrezione, è destinato a riunirsi all'anima, per poi trasfigurarsi, trasformarsi, migrare nella nuova condizione dell'anima e del corpo, condizione che ha come causa il Giudizio, come finalità la gloria o la dannazione: creazione e risurrezione, sono opera dell'onnipotenza di Dio, opera della sua potenza creatrice e ontologicamente conservatrice. La filosofia ha un primato sulla scienza medica, considera la persona umana come il più alto valore presente nell'universo e come un insondabile mistero: la filosofia è rimasta umile perché cerca sempre, perché sa di non sapere, la scienza medica è orgogliosa perché crede di avere una risposta a tutto, senza capire che il sapere sarà sempre limitato e la verità assoluta sempre lontana dall'essere afferrata; il sapere nozionistico e tecnico è una cosa molto utile, andare alla ricerca del bene, del bello e del vero è proprio di una sana filosofia.

Il materialismo becero, che contraddistingue la nostra società moderna, è il frutto acerbo di un comportamento che porta gruppi e individui, a ricercare esclusivamente il soddisfacimento delle proprie fami egoistiche: in questo modo tutti sono nemici di tutti, e il bene comune, l'interesse pubblico, passa nel dimenticatoio di cuori sempre più schiavi di forme idolatriche, di culti umanitari, di illeciti che violano qualsiasi valore morale e civile. Le varie sette che popolano il nostro tempo, la nostra età, sono l'espressione del represso bisogno di appartenenza di individui deboli, che cercano rifugio e sicurezza, in contesti chiusi ed esclusivisti, dove il gruppo diventa ente di illusoria salvezza dall'isolamento e dalla solitudine; perdere la propria singolarità è un modo, un tentativo, per immergersi in una ubriacatura che affranca dalla desolazione, e che porta ad una concezione della vita come superficie dove le esigenze comunitarie prevalgono, a danno di un'affermazione solipsistica dove la dinamica diviene centralista e non universalista. Trovare rifugio nelle sette, non significa emanciparsi dalla solitudine, ma cadere in una sorta di autopersuasione, dove la persona si asservisce ad una causa immanente, con dei connotati metafisici che hanno l'apparenza di redimere, ma che sono devianti e menzogneri; l'affrancamento dal gruppo è liberazione dalla causa prima che origina l'affiliazione: la disperazione esistenziale. Essere consapevoli della propria indipendenza psicologica, è la meta, l'obiettivo di una sana ricerca filosofica e morale, il giusto traguardo delle coscienze rette. Ho scoperto con indignazione che le aziende produttive eludono la legge che dovrebbe consentire ai disabili, ai portatori di handicap o di un qualsiasi disagio, di essere inseriti nel lavoro, di essere protetti contro l'emarginazione, questa è una discriminazione incivile; le aziende escludono i più deboli, perché ritenuti di peso e senza rendimento sul lavoro (dei buoni a nulla che non è possibile sfruttare). Tutto il sistema consente di respingere dall'avviamento al lavoro, una gran parte di persone portatrici di disagio mentale o fisico, la maggior parte direi: alcune imprese preferiscono pagare la penale piuttosto che assumere disabili! Malgrado anche le persone ritenute deboli e inutili, possano talvolta avere una condotta esemplare e avere delle potenzialità che possono arricchire gli ambienti di lavoro: ma il pregiudizio e le violazioni dei diritti umani (perché di questo si tratta) prevalgono sul buon senso e la coscienza civile che ogni cittadino della Repubblica dovrebbe osservare, purtroppo è così. Questo dimostra che fare profitto è più importante della persona umana e dei suoi diritti inalienabili e fondamentali, questa è la società sporca in cui tutti noi viviamo, dove i deboli soccombono e i forti trionfano, ma io non voglio che sia così, non voglio che l'arroganza e la prepotenza siano la legge dello Stato: in questo modo sarebbe sconfitta la civiltà, quando le radici della nostra civiltà europea sono nel Vangelo, sono nei valori del Cristianesimo; occorre recuperare il senso della giustizia sociale, del bene comune, che permea fin dalla sua fondazione l'Europa, che ha avuto come realizzatori figure grandi, ad esempio potrei citare san Benedetto da Norcia o san Francesco d'Assisi.

Occorre trovare un equilibrio tra i legittimi interessi particolari e il bene comune e dei soggetti più deboli, soltanto così potrà essere fondata la civiltà del futuro, o sarà veramente il crepuscolo dell'umanità, il caos totale, l'uomo che è nemico dell'uomo, e a me pare che siamo tutti indirizzati verso una fine perversa della società, una vera e propria convulsione satanica, autodistruttiva ed egocentrica, se non prevarrà il buon senso e la saggezza, il rispetto per la vita e per la creazione: esiste una cultura di morte che va affermandosi violentemente, che si è fatta sentire molto forte nel secolo ventesimo attraverso i grandi totalitarismi come nazismo e comunismo, e se non si cambierà tendenza, purtroppo finirà per prevalere e per far trionfare il male e le tenebre, anche in questo tempo presente; il mondo è in pericolo e un autentico tempo di pace ancora lontano, tutto dipende dalle nostre scelte, dalla nostra libertà. Possiamo ancora salvare il nostro mondo! Possiamo ancora fermare l'oscurantismo che deriva dall'angelo apostata! La Madonna ci protegga nell'impegno di salvare il mondo, e ci faccia intuire sempre la scelta migliore in ogni cosa: Dio non permetterà al male di vincere, Egli ama l'umanità e vuole la sua salvezza. Sono convinto che il diavolo esista, che la sua azione principale sia quella di distruggere la fede, e che mi odia in quanto ho cercato di portare anime al Signore, di convertire per quanto fosse nelle mie possibilità; l'azione principale del maligno è proprio allontanare le persone dalla Verità, per farle cadere nell'apostasia, nel peccato mortale e nell'impenitenza, in questo modo si appropria del cuore della gente ed espande il suo regno sulla terra, preparando qui l'inferno dell'al di là. Occorre contrastare l'opera del principe delle tenebre, comunicando nelle persone la fede, avvicinandole ai sacramenti, che sono la sorgente della Grazia, la fonte attraverso cui Cristo comunica la Redenzione; molti sacerdoti hanno smarrito il senso dell'apostolato, e cioè che esso deve tendere a strappare anime a satana per darle a Cristo Gesù: si deve costruire sulla terra il Regno di Dio, in antitesi al regno di satana, ma a quanto vedo il senso della liberazione sociale nella Chiesa si è smarrito, non era così al tempo della Chiesa Apostolica, primitiva, poiché tutti i credenti avevano piena consapevolezza di chi fosse realmente il nemico della vita e delle nostre anime. Combatterò con decisione e con la forza del Nome Santissimo di Gesù, il potere delle tenebre! Ho fiducia in Cristo, sapendo benissimo di essere un peccatore, lontano dalla perfezione delle virtù cristiane, ma determinato a ricacciare nell'inferno i demòni che infestano la terra. La Madonna mi assista in questa guerra apocalittica, che è iniziata da tempo: la menzogna va sradicata con la sofferenza per la Verità; la Madre di Dio ha promesso di vincere ed io mi sono schierato da soldato al servizio di Colei che è la condottiera della Luce. Sono pronto a morire per la causa del Vangelo di Cristo, non ho paura, soltanto chiedo a Dio di morire nella Sua amicizia, portando in me la Grazia santificante, l'amore per il Signore e per il prossimo: le battaglie saranno tante prima della vittoria finale, ma Tu Vergine gloriosa e benedetta, dammi la forza per contrastare le tenebre, dammi la forza per liberare il mondo dall'impero del male. Non mi sono esaltato, sono consapevole di essere piccolo ed insignificante, di valere veramente poco, ma sono anche consapevole che farò di tutto per servire Dio e il suo progetto di Redenzione; il combattimento spirituale si svolge nell'ambito della propria interiorità, ma c'è anche un altro livello, un altro campo di battaglia, e cioè il mondo. Per pagare il prezzo che consente alle anime di essere liberate dal demonio, è necessaria la sofferenza personale ed io sono pronto a soffrire per amore di Gesù, ma chiedo anche aiuto dal Cielo, perché sono convinto che le sole forze umane non bastino, è necessaria la Grazia di Dio. Spero tanto che quello che ho sofferto nel passato sia servito a convertire almeno una sola anima e a imprimerle il sigillo della Croce di Cristo, se così non fosse chiedo perdono al Signore dei miei errori e gli chiedo di salvare almeno la mia anima! Chi salva una vita, salva il mondo intero: che la Tua Croce non sia stata vana, Signore Gesù. Continuerò ad essere praticante e a pregare ogni giorno, anche se nella vita sono un emarginato, rifiutato persino dalla Chiesa, quasi fossi un mezzo scomunicato; pazienza, io non voglio perdere il controllo, voglio essere forte e dominare me stesso, non mi farò sopraffare dallo sconforto e dalla tristezza, continuerò sempre a credere nel Signore e nella Madonna, nonostante la mia miseria di peccatore. Certi profeti di sventura hanno previsto un futuro infausto per me... sapete, sinceramente non m'importa perché il futuro è nelle mani di Dio ed io mi affido totalmente a Lui senza paura: una cosa è sicura e cioè che prima della fine di questo secolo corrente saremo tutti morti, prima o dopo che differenza fa? Vivo ogni giorno cercando la volontà del Padre, Lui sa quando sarà la mia ora, e la Sua volontà consiste nell'amore perfetto, nel perdono e nel compimento di ogni opera buona. Mai augurare del male, perché la radice del male è il diavolo e lui si rivolta sempre contro quelli che lo evocano, distruggendo tutto, degradando il cuore; meglio perdonare volendo bene, così si è sicuri di stare nella Verità e di non aderire alla menzogna, che illude il cuore e la mente facendo credere il contrario di tutto, confondendo la realtà e facendo del peccato una modalità di vita.

Nella Chiesa di Cristo Gesù, la Liturgia, la Messa, il Sacrificio Eucaristico, sono la sorgente privilegiata della Grazia, con i Sacramenti amministrati dalla stessa Chiesa, sorgente di Grazia che libera dal maligno, rimette i peccati restituendo la Grazia Santificante, e mette in comunione con Cristo Signore, che è la Sorgente della sorgente, la fonte da cui scaturisce acqua viva che zampilla nel cuore per la vita eterna, il dono dello Spirito Santo che purifica e santifica. La Confessione è un sacramento, in sé porta la virtù dell'attributo più importante di Dio, che è la misericordia, mentre l'esorcismo è un sacramentale: la Confessione è più forte ed efficace dell'esorcismo per liberare dall'influenza del maligno, dal suo dominio, è più forte in quanto è Cristo stesso che agisce in esso per liberare e rimettere le colpe gravi, i peccati mortali, è Cristo che opera tramite la Chiesa e il suo ministro. E' importante partecipare alla Messa, perché partecipandovi si attinge alla Sorgente della Grazia, a Cristo e si ricevono i frutti della Redenzione: i culti cristiani delle chiese separate, non comunicano un bel niente, perché sono pieni di errori e di interpretazioni settarie, mentre la liturgia della Messa e il Sacrificio Eucaristico, danno veramente all'anima e al cuore dei presenti e partecipanti, la vita stessa di Cristo Signore, l'Amore di Dio. Interiormente si può percepire sensibilmente la Grazia Santificante che libera dal male, io tante volte ne ho fatto l'esperienza e ho ritrovato la pace e la serenità: la Messa è importante e al di là di tutte le opposizioni esterne ed interne, relazionali o psicologiche, bisogna andarci, per il proprio bene, perché si tratta di un contatto con il Bene Supremo, che è Dio. Ovviamente per riceverne dei benefici è indispensabile la fede personale e un cuore ben disposto e puro... Sono affascinato dal bene, dalla bellezza interiore di alcune persone, se gli angeli santi sono così puri e innocenti, spero di non arrivare a domani, ma di morire per essere per sempre in loro compagnia: la morte non mi fa paura, ho più paura di vivere, paura di un futuro incerto che mi separa dal trapasso, paura di veder morire gli altri che mi sono più prossimi. Prima o poi morirò e finalmente sarò in presenza di Colui che ha creato tanta bellezza degna di stupore e ammirazione incondizionata, finalmente potrò sentire nel mio cuore la beatitudine eterna... Basta un minimo di conoscenza filosofico estetica per capire quanto sia bella la bontà interiore, per capire che si tratta di un attributo esclusivamente spirituale, e riscontrabile soltanto nella persona umana, particolarmente nelle persone innocenti e dal cuore puro e trasparente, alieno dal male e dalla cattiveria, estraneo all'egoismo che è il fattore maggiormente inquinante dell'anima umana. Se le creature possono essere così buone, Gesù e la Madonna quanto sono buoni, loro che sono totalmente esenti da ogni macchia di peccato? La bellezza di Cristo è straordinaria e supera ogni comprensione sensibile e intellettuale, Lui è il nostro Paradiso e la Madonna l'archetipo di tutta la santità creaturale, spero tanto che un giorno possa incontrarli e stare per sempre insieme a loro, questo è l'unico scopo della mia vita, il senso della creazione, la chiave della scienza che apre alla sapienza dei semplici e degli umili. La mia convinzione è che le forze spirituali, interiori di una persona, se adeguatamente conosciute con reale consapevolezza, possano rendere capaci di agire direttamente sulla materia e conferire poteri pari a quelli angelici, in una dinamica interattiva che definisco kenôsis, la condiscendenza del mondo spirituale con quello delle nature materiali create senzienti: la struttura biologica dell'essere umano è in grado potenzialmente di manifestare sul nostro piano della realtà, poteri che sono retaggio esclusivo del mondo angelico, sia per compiere il bene, sia per compiere il male, a seconda dell'arbitrio di un individuo e delle attitudini del suo cuore. Il Signore dice nel Vangelo che è la fede l'elemento chiave per compiere azioni che sono precluse alla maggior parte delle creature umane, la fede è quella forma di conoscenza spirituale perfetta, che permette di sfruttare forze che appartengono alla sfera soprannaturale, e di gestirle in funzione della volontà di Dio o in opposizione ad essa, cosa che nel nostro mondo da dimensioni arcane compiono angeli e demòni, per edificare o per distruggere, per salvare o per perdere. La Santa Madre Chiesa e il Sommo Pontefice, successore dell'Apostolo Pietro, sopra cui lo stesso Signore Gesù ha fondato la medesima Chiesa, contro cui le porte degli inferi mai avrebbero prevalso e mai prevarranno, sono il baluardo della fede cristiana, la forza di ogni credente, la prosecuzione nella storia umana della realizzazione del Regno dei cieli; la Madonna e la Santa Eucaristia sono i pilastri della Chiesa, di ogni autentico sentimento di fede, coerente con la Verità, di ogni autentico cristiano e discepolo del Signore Gesù. Il Papa di Roma non può sbagliare, è infallibile riguardo la dottrina della fede e la dottrina morale, è il custode della Verità: questa forza infallibile, che si oppone ad ogni menzogna ed eresia, viene definita anche Magistero della Chiesa, ed è la luce che illumina la coscienza di ogni persona umana di buona volontà, alla ricerca della Verità e del senso ultimo della sua vita, del suo destino; è Dio stesso che ha istituito la Chiesa e l'ha fondata sull'Apostolo Pietro e sui suoi legittimi successori, conferendogli il primato, dando soltanto ad essi il potere delle chiavi, il potere di redimere le anime, di comunicare la salvezza dalla misericordia del Padre e di amministrare le cose che appartengono al Regno dei cieli, sia nel suo ordine temporale, sia nel suo ordine soprannaturale; soltanto nella Chiesa, quindi, è possibile trovare la salvezza, soltanto nella Chiesa è presente la vera fede, è presente Cristo Gesù, Figlio di Dio e Salvatore nostro. L'infallibilità del Papa è una grazia accordatagli direttamente da Colui che egli rappresenta, Cristo stesso; il Pontefice romano è il rappresentante in terra del Signore, di Dio e la sua parola di insegnamento, è coerente con il pensiero e la volontà di Cristo Gesù, nostro Redentore. La fedeltà al Papa è un attributo morale e intellettuale che deve radicarsi profondamente, in ogni autentico discepolo di Cristo: questo è ciò che Dio e la Madonna, vogliono da ciascuno di noi; senza la fede il mondo va verso la rovina... Il deposito della fede deve permeare la cultura della Chiesa e dei credenti ad ogni livello; è fuor di dubbio che la fede va coltivata con la preghiera, poiché se venisse meno la fede la Chiesa crollerebbe, e con essa tutto il mondo: i disastri materiali che si riversano nella società umana, procedono sempre da disastri spirituali, che portano le anime a smarrirsi nel peccato e a perdere la fede, allontanandosi da Dio; attingere dall'insegnamento del romano Pontefice, è il modo migliore per non cadere nell'errore, è il modo migliore e più sicuro per conservare l'ortodossia della fede cattolica.

 

 

II° - La fede nella Santa Eucaristia.

 

Io penso che il Signore non abbia istituito l’Eucaristia soltanto per rimanere realmente presente in mezzo a coloro che lo amano, ma l’abbia istituita per vagliare la fede dei credenti in Lui; è difficile credere nella presenza di Gesù nell’Ostia consacrata senza credere seriamente nella sua Risurrezione: credere nell’Eucaristia è una scommessa, è essenzialmente credere che Cristo sia risorto, sia vivo oggi e sia veramente il Figlio di Dio. Gesù è silenzioso e nascosto nella particola consacrata che riceviamo nella comunione con la sua Persona divina; il Sacramento dell’Eucaristia è il sacramento dell’Amore ma anche della Verità, perché in esso viene svelato il cuore di ogni persona, ciò che è nascosto viene reso chiaramente presente dinanzi l’Amore di Dio, la fede di ciascuno si materializza, si concretizza nella convinzione che ciò che riceviamo è veramente il Corpo e il Sangue del Signore Gesù: se si crede nella transustanziazione, si crede nell’onnipotenza di Dio che si manifesta nel Mistero, si crede nell’umiltà di Dio e nel suo stile di suscitatore della fede nel nascondimento, nella mitezza e nella povertà. Il sacrificio della Croce per la nostra Redenzione è l’altare dell’Eucaristia, essa è intimamente legata alla Croce, sacerdote, vittima e altare in Cristo Gesù; l’Eucaristia è tutto questo: sacerdote, vittima e altare. Nell’Eucaristia sono perdonati i peccati e si aprono per l’umanità le Porte del Paradiso; il Signore nell’Eucaristia ci ama del suo sconfinato Amore e resta con noi nascosto, ma realmente presente e attento ad ogni nostra parola nei suoi confronti. Grazie Signore Gesù perché ho la certezza che mi ami, che mi vuoi bene: l’Eucaristia è nei tabernacoli, sopra l’Altare delle Chiese di tutto il mondo, proprio a dimostrarmelo; grazie mio Dio. Aumenta la mia fede e permettimi di chiedere secondo la tua volontà e non secondo il mio egoismo, il mio capriccio umano. Permettimi Signore di amarti e di soffrire per te coraggiosamente sino alla fine.

La presenza di Cristo operata dalla potenza della sua Parola e dello Spirito Santo, secondo l'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica:

1373 “Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi” ( Rm 8,34 ), è presente in molti modi alla sua Chiesa: [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48] nella sua Parola, nella preghiera della Chiesa, “là dove sono due o tre riuniti” nel suo “nome” ( Mt 18,20 ), nei poveri, nei malati, nei prigionieri, [Cf Mt 25,31-46 ] nei sacramenti di cui egli è l'autore, nel sacrificio della messa e nella persona del ministro. Ma “ soprattutto (presente) sotto le specie eucaristiche ” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 7].

1374 Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l'Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa “quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 73, 3]. Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è “contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero ” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1651]. “Tale presenza si dice" reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano "reali", ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente” [Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei].

1375 E' per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in questo sacramento. I Padri della Chiesa hanno sempre espresso con fermezza la fede della Chiesa nell'efficacia della Parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo per operare questa conversione. San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma:

Non è l'uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la loro virtù e la grazia sono di Dio. Questo è il mio Corpo, dice. Questa Parola trasforma le cose offerte [San Giovanni Crisostomo, De proditione Judae, 1, 6: PG 49, 380C].

E sant'Ambrogio, parlando della conversione eucaristica dice:

Non si tratta dell'elemento formato da natura, ma della sostanza prodotta dalla formula della consacrazione, ed è maggiore l'efficacia della consacrazione di quella della natura, perché, per l'effetto della consacrazione, la stessa natura viene trasformata... La Parola di Cristo, che potè creare dal nulla ciò che non esisteva, non può trasformare in una sostanza diversa ciò che esiste? Non è minore impresa dare una nuova natura alle cose che trasformarla [Sant'Ambrogio, De mysteriis, 9, 50. 52: PL 16, 405-406].

1376 Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando: “Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione ” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1642].

1377 La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo [Cf ibid., 1641].

1378 Il culto dell'Eucaristia. Nella Liturgia della Messa esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino, tra l'altro con la genuflessione, o con un profondo inchino in segno di adorazione verso il Signore. “La Chiesa cattolica professa questo culto latreutico al sacramento eucaristico non solo durante la Messa, ma anche fuori della sua celebrazione, conservando con la massima diligenza le ostie consacrate, presentandole alla solenne venerazione dei fedeli cristiani, portandole in processione con gaudio della folla cristiana” [Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei].

1379 La santa riserva (tabernacolo) era inizialmente destinata a custodire in modo degno l'Eucaristia perché potesse essere portata agli infermi e agli assenti, al di fuori della Messa. Approfondendo la fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, la Chiesa ha preso coscienza del significato dell'adorazione silenziosa del Signore presente sotto le specie eucaristiche. Perciò il tabernacolo deve essere situato in un luogo particolarmente degno della chiesa, e deve essere costruito in modo da evidenziare e manifestare la verità della presenza reale di Cristo nel santo sacramento.

1380 E' oltremodo conveniente che Cristo abbia voluto rimanere presente alla sua Chiesa in questa forma davvero unica. Poiché stava per lasciare i suoi sotto il suo aspetto visibile, ha voluto donarci la sua presenza sacramentale; poiché stava per offrirsi sulla croce per la nostra salvezza, ha voluto che noi avessimo il memoriale dell'amore con il quale ci ha amati “sino alla fine” ( Gv 13,1 ), fino al dono della propria vita. Nella sua presenza eucaristica, infatti, egli rimane misteriosamente in mezzo a noi come colui che ci ha amati e che ha dato se stesso per noi, [Cf Gal 2,20 ] e vi rimane sotto i segni che esprimono e comunicano questo amore:

La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo sacramento dell'amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andare ad incontrarlo nell'adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione [Giovanni Paolo II, Lett. Dominicae cenae, 3].

1381 “Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo "non si può apprendere coi sensi, dice san Tommaso, ma con la sola fede, la quale si appoggia all'autorità di Dio". Per questo, commentando il passo di san Luca 22, 19: "Questo è il mio Corpo che viene dato per voi", san Cirillo dice: Non mettere in dubbio se questo sia vero, ma piuttosto accetta con fede le parole del Salvatore: perché essendo egli la verità, non mentisce” [Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, che cita San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 75, 1; cf San Cirillo d'Alessandria, Commentarius in Lucam, 22, 19: PG 72, 921B].

Adoro te devote, latens Deitas. . .

Ti adoro con devozione, o Dio che ti nascondi,

che sotto queste figure veramente ti celi:

a te il mio cuore si sottomette interamente,

poiché, nel contemplarti, viene meno.

La vista, il tatto e il gusto si ingannano a tuo riguardo,

soltanto alla parola si crede con sicurezza:

Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio:

nulla è più vero della sua parola di Verità.

III° - Il tempo e la materia nel pensiero di Dio.

Il tempo misura una creazione in corso di realizzazione; prima della creazione, non vi era tempo. Prima della creazione, c'è Dio, il quale crea nel suo oggi eterno, nel suo eterno meriggio. Noi siamo creati nell'oggi di Dio. Dice infatti la Sacra Scrittura: “La figura del mondo passa” e “Il cielo e la terra passeranno”. Ai dogmi della consumazione dell'universo e della trasformazione del mondo fanno da preludio gli insegnamenti elementari della dottrina ispirata: “In principio Dio creò (...)”. Quello che ha avuto inizio nel tempo deve necessariamente anche finire col tempo. Se la creazione ha un cominciamento temporale, non c'è dubbio sulla sua fine, sul suo termine. Intuizione di ciò che è il tempo: “Il tempo significa che il reale non si compie all'improvviso, significa creazione progressiva, maturazione nel divenire”. Secondo la metafisica cristiana la creazione è unica, irreversibile: dobbiamo comprendere che prima dell'inizio del tempo, non c'era tempo. Dio, infatti ha creato anche il tempo; e quindi, prima che facesse il tempo, non esisteva tempo. Non pensiamo dunque che ci sia stato un tempo in cui Dio non aveva ancora creato. Se il tempo comincia a esistere con l'universo, non si può trovare un tempo in cui Dio non avesse ancora fatto l'universo. Noi non diciamo che il mondo è coeterno a Dio, giacché l'eternità di questo mondo non è la stessa che l'eternità di Dio. Dio ha creato il mondo, e così, con la creazione stessa fatta da Dio, ha incominciato a esistere il tempo. Tu, Signore, infatti avevi creato il tempo, e nessun tempo poteva trascorrere prima che Tu l'avessi creato. Se, al contrario, prima dell'universo non esisteva tempo, perché chiedere che cosa facevi “allora”? Dove non esisteva tempo, non esisteva nemmeno un “allora”? No, non nel tempo Tu precedi i tempi. Ma precedi i tempi passati da tutta l'altezza della tua eternità sempre presente. Il tuo oggi è l'eternità! Coloro i quali ammettono come noi credenti, che Dio ha creato il mondo, ma ci domandano in qual tempo esso è cominciato, dovrebbero pensare a ciò che risponderebbero alla domanda: “In che luogo è stato fatto l'universo?”. Allo stesso modo infatti, che ci viene domandato perché è stato fatto in un certo istante e non prima, è lecito a noi domandare perché è stato fatto dov'è e non altrove... L'universo non è stato creato nel tempo, ma col tempo. Le anime umane non sono particelle della Sostanza Divina, ma sono create, create ex novo, e radicalmente, ontologicamente distinte da Dio Creatore. Tutti gli esseri cominciano a nascere, a esistere. Noi siamo in un mondo in regime di genesi, di creazione continua, in cui tutti gli esseri nascono, ogni giorno. Secondo la Sacra Scrittura, tutto il mondo ha avuto un inizio e avrà una fine, giacché non è divino, non è la “Consistenza stessa”. Dio solo è la nostra Rocca. Non si può dimostrare, con la ragione pura, che il mondo abbia un inizio. Ce lo insegna la Rivelazione. L'idea di una eternità dell'universo non ha quasi più senso, nella prospettiva in cui ci introducono le scienze positive. Oggi sappiamo che tutto, nell'universo, è in regime di evoluzione e di nascita. Creazione eternamente rinnovata. Gesù, in un versetto del Santo Vangelo, dice che tuttora il Padre è all'opera e anche Lui con il Padre: la realtà è in continuo sviluppo, attraverso il progetto della Prima Cagione, andando verso il suo compimento, Dio stesso, il ritorno univoco del divenire.

Descrizione di una serie di illusorie singolarità: dinamiche della materia, nel contesto della fisica delle alte energie… Il decadimento di una particella e il suo fluire interattivo in un'altra, la trasformazione nell’antitesi, in cui la relazione è equilibrio e somma dei fattori; fattore di massa per entrambi e fattore di scambio energetico nel divenire per quanto riguarda la relazione. La fisica delle alte energie ha il suo pensiero di spicco nella teoria della meccanica quantistica, nel probabilismo espresso nella teoria e nel carattere unitario della materia: si abbandona l’idea che era della fisica classica, cioè di un modello meccanicistico e determinista, per approdare nel subatomico ad un modello di previsione probabilista: nulla è dato per certo nella sua dimensione di ente continuativo, ma tutto si evolve in quanti di probabilità matematica. La meccanica quantistica non conosce dinamiche fisse, ma si spiega con una molteplicità di dinamiche incoerenti e parallele che si evolvono nel divenire del tempo in una curvatura del continuo spazio-tempo, attraverso statistiche probabiliste. Nella fisica moderna l’obbiettivo posto dallo studio della materia è l’utopica conciliazione di meccanica quantistica con la relatività, o relativismo quantistico: la concezione meccanicista della materia come parcellizzazione in elementi singolari ed univoci, detti particelle è un’illusione che la meccanica quantistico-relativista ha demolito proponendo una visione di relazioni di quanti – pacchetti di energia –, attraverso un insieme coerente ma apparentemente caotico di probabilità: il pensiero determinista è stato surclassato da una concezione espressa dalle probabilità; quindi nella fisica delle alte energie non trova posto alcuna dinamica fissa, ma piuttosto una teoria del caos. Teoria del caos che tuttavia include regolarità, regole di spin, massa e carica energetica, di tutte le forze che cooperano in simmetrie perfette, unitariamente ordinate in leggi fisiche specifiche, espresse in affascinanti equazioni matematiche. Il principio di indeterminazione, pone la regola definibile in mancata possibilità di determinare la traiettoria di una particella e la carica energetica, o altri eventi nel medesimo tempo: con gli strumenti a disposizione per l’osservazione, è osservabile dal partecipatore, il soggetto osservante che induce nell’osservazione la propria prospettiva, un solo evento alla volta, nel tempo di universo e non oltre. Si traccia uno schema della mappa, ma non del territorio: si costruisce un’interpretazione, ma siamo ancora lontani dalla verità oggettiva della materia, quindi la materia rimane un mistero oggettivo. Il tempo come ente singolare non ha consistenza, esiste in quanto manifestazione della materia e del suo divenire multiversico; la freccia del tempo è qualcosa di percepibile soggettivamente, in realtà il tempo procede su una molteplicità di direzioni: è possibile affermare che il tempo viaggia anche all'inverso, su alcuni gradi della materia. La percezione di questa inversione è possibile soltanto intellettualmente, in quanto i sensi e le macchine sensoriali che osservano le dinamiche della materia, non catturano questo movimento. Nella materia, il viaggio nel tempo è una forma di superamento delle convenzioni strutturali e non una opposizione alle sue leggi incontrovertibili. Dissertazione sulla matrice S: nell’interazione tra due particelle o più, l’evento che intercorre tra di esse è definito da un diagramma che pone un velo sul processo dinamico tra le particelle stesse; se nei diagrammi classici la relazione era descritta con uno scambio di particella, nella matrice S la relazione è descritta graficamente da un cerchio chiuso che velatamente non lascia del tutto chiara la dinamica che viene sviluppata dall’evento. Il cerchio della matrice S tratta delle conseguenze di un dato evento, ma non detta chiarezza su quello che avviene nella relazione: dice in termini matematici di probabilità, ciò che ne deriva, ma non quello che avviene nel decadimento o nella trasformazione intrinseca tra particelle che appunto collidono, decadono o divengono. Uno dei fenomeni presi in considerazione dalla matrice S è il crossing, o canale incrociato, cioè il percorso diversificato in una interazione tra particelle, la loro dinamica incrociata nello spazio-tempo. La matrice S è un complicato elaborato di equazioni matematiche di statistiche e probabilità: il frutto maturo della meccanica quantistica e della relatività, un tentativo appena accennato di unificazione teorica, un’interpretazione e una chiave dell’universo dinamico, per cercare di comprendere alla radice la materia. Il vuoto è un ribollire di attività: dal vuoto si proviene, al vuoto si ritorna: le particelle possono provenire dal vuoto e ritornare in esso; il vuoto in termini universali non esiste, è appunto un oceano di attività: il nulla è solo apparenza in termini di materia fisica. Il mondo è una fitta rete di relazioni quantistiche, un fluire perpetuo nel fiume del divenire: movimento e unione cosmica; quando la mente è libera da condizionamenti vede l’universo per quello che veramente è, un insieme di attività interconnesse in un contesto quadridimensionale di spazio e tempo: questo è uno dei maggiori traguardi della fisica moderna… Un traguardo scientifico, ma con dei connotati che potrebbero essere definiti mistici. Bootstrap, cioè compenetrazione, il sovrapporsi e il rientrare della materia parcellizzata nella materia, senza che vi siano mattoni fondamentali che la costituiscano: non ci sono elementi singoli, ma campi, onde e trasformazioni, luoghi dove si modulano le energie in un formalismo ordinato ma caotico, regolarizzato ma inafferrabile alla comprensione ordinatrice, che sempre cerca un modello definitivo utopico. Caos è un termine ambiguo per esprimere il pensiero sottile di Dio: quello che a noi appare come caos, nella sua molteplicità e incongruente disordine, è ordine perfetto nel Cuore del Creatore. Spero che questo non sia un errore: mi piace crederlo.

IV° - Antropologia cristiana.

Il pensiero cristiano ortodosso, dovette formulare la propria antropologia, omogenea ai principi e alle esigenze metafisiche del cristianesimo. L'uomo è creato. Non è fatto della sostanza di Dio: non è un'anima divina caduta in un corpo cattivo; l'uomo è un'anima vivente, concepita e nata, creata, nella sua condizione corporea presente. L'uomo è carne, non per accidente, non per caduta, bensì per creazione. L'anima umana non è vita di per sé; ha ricevuto la vita. Non è dunque immortale da sé, per natura, giacché la vita non le appartiene in proprio, come appartiene a Dio. I Padri della Chiesa, respingono questa tesi metafisica, e cioè di una immortalità naturale dell'anima che, per ritrovare l'eterna felicità, dovrebbe solo ritornare alla sua Patria donde è venuta e donde è caduta. L'anima umana, in sé, non è immortale. Essa è mortale; ma la stessa anima è capace anche di non morire. E' il dono di Dio, lo Spirito di Dio, che da all'anima l'immortalità! Non la sua natura, creaturale, ontologica... L'insegnamento, riportato nei Vangeli, dato da Cristo Gesù, Signore, esplicita in maniera perfettamente chiara che non solo l'anima persevera nell'esistenza dopo la morte, che le anime non passano da un corpo ad un altro, metempsicosi o trasmigrazione corporea, ma altresì che esse conservano il “carattere”, la matrice del corpo, ragion per cui sono coincidenti a un corpo, adatte a un corpo e non ad un altro; esse infine si ricordano delle azioni compiute quaggiù, buone o cattive. Insomma, si presume che le anime continuino ad essere, non passano da corpo in corpo, hanno aspetto umano per il quale possono essere riconosciute e si ricordano di quelli che sono al mondo: conservano la reminiscenza. E' verità, che la vita noi l'abbiamo non da noi, né dalla nostra natura: essa è data secondo la grazia di Dio. Allo stesso modo che il corpo animale non è esso stesso l'anima, ma partecipa dell'anima, finchè Dio lo voglia, così l'anima stessa non è la vita, ma riceve da Dio partecipazione alla vita. Dio creatore dona la vita e la perpetuità dell'esistenza. Noi non esistevamo prima che Dio ci avesse creati, da genitori che cooperano alla genesi procreativa; bisognerebbe infatti sapere dove eravamo, se si ammette la nostra preesistenza, e come e perché siamo venuti quaggiù. L'Antico e il Nuovo Testamento elargiscono benedizioni al matrimonio: il matrimonio collabora alla creazione. La generazione, il concepimento e la nascita, ha per fondamento l'ordine del Creatore che ha detto: “Crescete e moltiplicatevi”, come è scritto nel libro del Genesi. L'anima è creata, è concepita, nasce e ha un inizio. Se la nascita è cosa cattiva, il Signore allora è nel male, Lui che ha preso parte alla nascita, ed è nel male anche la Vergine che lo ha partorito. Bestemmiano contro la volontà di Dio e contro il Mistero della creazione, quelli che accusano la generazione, e la sessualità ad essa necessaria. Senza il corpo, come si sarebbe realizzata l'economia della Chiesa, dal momento che il Signore stesso, che è capo della Chiesa, è venuto nella carne? Hanno dunque torto quelli che si accaniscono con invettive contro la creazione e accusano il corpo. Tutte le cose provengono da un solo Dio, Creatore insieme dell'anima e del corpo. Dio ha posto nell'uomo il desiderio naturale dell'unione sessuale, per portare gli esseri all'opera della procreazione: il piacere corporeo è senza colpa, se segue l'ordine e la legge del Creatore. Lo stesso accade per il piacere di mangiare e di bere, anch'esso naturale, se è nell'ordine e secondo la misura della creazione. Non si può essere nemici della natura delle cose, o pretendere di fermare il corso della natura, della creazione... Se si dice che l'anima è immortale, non lo è in virtù della sua natura. E' sbagliato porre in se stessi il cardine della salvezza della propria anima: alcuni sono certi di diventare degli dèi, con le sole proprie forze. Noi credenti, non ci ripromettiamo nulla dalla nostra debolezza, comprendendo bene che la nostra natura non ha alcuna forza e che, in ogni combattimento, cede alle sue passioni... Alcuni credono che, appena liberi dai legami delle membra, saranno spinti da ali che gli faranno conquistare il Cielo e li faranno volare fino agli astri: noi credenti, temiamo una sì grande audacia; noi non ci riteniamo capaci di raggiungere le “Dimore dell'Alto”, giacché non abbiamo nemmeno la certezza di meritarci di ricevere la vita beata in Paradiso, e di fuggire alle leggi della mortalità. Voi pretendete di giungere da soli nella Reggia del Signore come nel vostro proprio abitacolo, senza alcun impedimento: noi non speriamo che questo possa avvenire senza l'aiuto del Signore degli esseri e non stimiamo conveniente attribuire ad alcuno tanta potenza e sì grandi libertà! I cristiani sono spiritualmente degli Ebrei, dei figli di Abramo. Pensiero giudaico e cristiano: idea di creazione nel senso proprio e tecnico, la materia non è coeterna a Dio, questo mondo ha cominciato a esistere... In principio c'è l'Uno, la Monade, l'Enade, Dio è intelligenza e Fonte da dove procedono tutte le nature intellettuali o intelligenze. Dio è assolutamente Uno e semplice. Dio è Creatore. Dal punto di vista cristiano, l'anima, che è creata, non accede alla vita beata se non per grazia di Dio. Nulla è uguale a Dio; l'anima umana è di gran lunga inferiore a Dio, poiché l'anima è creata, concepita, nata, posta in essere dal nulla... immensa è la distanza, la distinzione, tra Creatore e creatura. Ipotetica è la tesi sull'oblio dell'anima, dall'essere al non-essere, primo dogma del materialismo ateo; inaccettabile alla fede e alla dottrina cristiana, indimostrabile in quanto alla ragione, limitata e persino difettosa. Di questi “territori” niente si può conoscere se non è Rivelazione, grazia offerta ad intelligenze limpide e recettive, che apre alla limitatezza creaturale, nei termini del Mistero, l'imperscrutabile e l'ignoto. Dio solo è il sapiente, o meglio, la Sapienza. L'antropologia cristiana mantiene un carattere di unicità, in relazione a qualsiasi altra antropologia. La creazione è opera della Carità di Dio, l'espressione del suo splendore, della sua bellezza, della sua bontà. Secondo il pensiero cristiano ortodosso l'anima umana è creata, non è di sostanza divina; non preesiste alla sua venuta nel corpo; il corpo non è per l'anima una prigione: anima e corpo sono creati congiuntamente. Non esiste dunque preesistenza dell'anima al corpo: si ha creazione continua delle anime ogni giorno, ad ogni concepimento. Fedelmente alla prospettiva biblica, alla “sua tesi”, le anime sono create al momento del concepimento, ex novo. Dal Santo Vangelo secondo Giovanni: “Il Padre mio è tuttora all'opera, e anch'Io lo sono”. Queste le parole di Gesù, riguardanti la creazione delle anime. Secondo la dottrina cristiana la potenza di Dio è infinita: “La Forza di Dio non è limitata al numero delle creature ragionevoli che ha fatto...”. L'insegnamento del capitolo 3° del libro della Genesi, parla del peccato dell'uomo concreto, e di un peccato storico, posto nella nostra durata del mondo, in un'epoca del resto tardiva, giacché l'uomo è creato per ultimo, al vertice, acme, sintesi. Secondo la Sacra Scrittura, Dio ha creato l'universo anteriormente a ogni peccato, per Volontà libera. Secondo la Sacra Scrittura, l'uomo è stato creato corporeo prima di ogni peccato. Secondo la Sacra Scrittura, la diversificazione, la moltiplicazione degli esseri, è il frutto di una creazione positiva e benedetta da Dio. Principio della metafisica e dell'antropologia cristiana: “Unico è il Dio Creatore delle anime e dei corpi”, “Lo stesso Dio è contemporaneamente il demiurgo delle anime e dei corpi”. L'uomo, per natura, non è né anima senza corpo, né corpo senza anima, bensì la sintesi composta dalla congiunzione di anima e corpo, in un'unica forma, che è buona... L'uomo essendo un essere vivente composto di anima e corpo, è giusto e necessario tener conto di entrambi gli elementi. Il pensiero cristiano ortodosso, l'antropologia cristiana, non è dualista, giacché il Creatore è unico, e l'uomo per creazione è costituito corporeo. La corporeità non è un accidente dovuto a una caduta mitica. Il corpo non è per l'anima una prigione, e le anime non sono prigioniere... Il corpo non sta lì a fare da ostacolo alle energie dell'anima, ma piuttosto le veicola, coopera con essa e agisce con essa. Riguardo all'anima: che sia immortale, lo insegna anche la filosofia non cristiana, è uno dei suoi frutti buoni e pii. Secondo la concezione ortodossa dell'Incarnazione, il Logos di Dio, non è venuto soltanto per assumere un “corpo” umano, bensì l'intera natura umana, l'essere, “corpo e anima”, sensibilità, mente e pensiero, volontà e libertà. L'Incarnazione è l'unione, senza confusione di nature, della Natura Divina e della natura umana, liberamente deificata. Dottrina cristiana della risurrezione: Cristo è venuto per dare ai corpi risuscitati l'incorruzione e l'eternità. Allo stesso modo che Cristo morto e risorto non muore più e non è più dominato dalla morte, così i corpi, quando saranno risuscitati, non dovranno perire una seconda volta o più frequentemente ancora; la morte non li terrà più sotto il suo dominio e non saranno più ridotti al nulla, giacché l'avvento di Cristo ha salvato l'uomo in tutta la sua interezza.

V° - Il destino soprannaturale dell'uomo.

Che cosa significa la dottrina dell'immagine e somiglianza con Dio? Theiôsis secondo i Padri Greci, divinizzazione dell'uomo: “L'uomo è un animale divinizzabile”. Ha la possibilità di aprire una dimensione propriamente soprannaturale: la persona umana non è una creatura come un'altra... Non si discernono talvolta, o in particolari persone, sul viso dell'uomo o della donna, tracce di quella bellezza propriamente soprannaturale che attesta una partecipazione a un “ordine” che non è di “quaggiù”? Secondo l'antropologia e teologia cristiana, l'uomo è chiamato a una destinazione propriamente soprannaturale, vale a dire che è chiamato a partecipare alla Vita stessa di Dio, è chiamato a diventare partecipe della Natura stessa di Dio, “consortes Divinae Naturae”. Il compimento della creazione non è soltanto una “repubblica di spiriti associati armoniosamente in una Città beata e giusta intorno a Dio”. Il compimento della creazione, il termine soprannaturale della creazione è, secondo il disegno di Dio, una unione, una trasformazione fondamentale, la divinizzazione della natura umana. Le immagini del matrimonio sono proposte sin dall'Antico Testamento dai profeti, da Osea, Geremia, Ezechiele... L'unione tra Dio e il “suo popolo” è espressa sotto le specie dell'analogia coniugale; è l'unione dell'Amante e dell'Amata di cui parla il Cantico dei Cantici, che è il grande midrash dell'Antico Testamento, la chiave preziosa di tutte le Scritture, che apre e ricapitola il Mistero dei Misteri, il senso stesso della creazione. Nel Nuovo Testamento l'analogia delle nozze e del matrimonio è ripresa in diverse occasioni: Cristo è lo Sposo. Il matrimonio umano è il simbolo dell'unione tra il Logos di Dio e la natura umana: la nuova umanità divinizzata ed elevata. Cristo è il nostro Cielo... il nostro punto Omega. Il destino soprannaturale dell'uomo comporta implicazioni e presupposti metafisici: la persona umana è creata per questo destino, voluta per questo destino. Sono richieste delle condizioni perché sia possibile il destino soprannaturale; nella sua struttura si deve poter scoprire il preadattamento a questo destino. L'uomo è un animale dotato di una complessità cerebrale superiore a qualsiasi altro essere: questa struttura smisuratamente complessa del cervello umano, permette delle potenzialità straordinarie, quali ad esempio il pensiero e il linguaggio. L'uomo è un animale capace di comprendere la “Parola” che Dio gli rivolge, e per esserne capace è richiesta una certa struttura biologica, giacché l'uomo è definibile come organismo psicologico, animato e spirituale. Anche l'animale è animato e dotato di psichismo, ma quello che differenzia l'uomo dall'animale, è proprio il fatto che egli è capace di un destino soprannaturale – di beatitudine o di dannazione – datogli, o propostogli per grazia; capace di comprendere l'invito a tale destino, e capace di rispondervi, con libertà, secondo le proprie attitudini: questa capacità è significata dal termine “spirito”, che l'Antico Testamento chiama ruach, e nel Nuovo Testamento viene definito pneuma. Secondo la Scrittura anche le bestie sono “anime viventi”: l'animale è un essere animato, ossia dotato di psichismo in vari gradi e forme. Ma soltanto l'uomo è dotato di spirito, ruach, ossia della capacità di ricevere nel proprio essere, in sé stesso, lo Spirito di Dio. Dotato della capacità di aprirsi ad una dimensione soprannaturale, della capacità di intendere la Parola di Dio, o meglio ancora, della capacità di Dio. La capacità di Dio è forse ciò che definisce meglio, e con minore equivoco, lo spirito umano. Infatti i criteri biologici, empirici, non bastano a determinare con sufficiente precisione ontologica, quello che distingue l'uomo dall'animale: né il linguaggio, né l'intelligenza concettuale o astrattiva, né la vita sociale, né la capacità di manipolare la materia, di indagarla, la capacità di conoscere, di scoprire, di creare l'arte e la cultura, sono criteri rigorosamente sufficienti per distinguere l'uomo dalle bestie. Di fatto, sin dal regno animale, in misura varia e progressiva, si trovano bagliori di intelligenza simbolica e astrattiva, di linguaggio, di vita sociale, di funzione estetica... Quello che dal punto di vista ontologico, cioè dell'essere in sé stesso, dal punto di vista dell'antropologia cristiana, definisce propriamente la persona umana, è il destino soprannaturale, propostogli per grazia, al quale è preadattato per creazione. Ciò che realmente fa si che l'uomo sia ruach, spirito, è l'essere egli capace di Dio, “fatto” per Dio. Si deve poter ritrovare, attraverso un'analisi metafisica, nella natura umana concreta quale si presenta oggi a noi, tracce e segni discernibili di quel preadattamento costituzionale a un destino soprannaturale. La visione cristiana della storia, non è ciclica, ma vettoriale, lineare: la perfezione, la pienezza, il compimento, non si trovano dietro di noi, nel passato; l'Omega è nell'avvenire, è davanti a noi: quello che nel Nuovo Testamento, viene chiamato Plerôma, cioè la consumazione e la trasformazione, l'acme della creazione, come atto positivo voluto da Dio.

Questi, punto per punto, gli insegnamenti della Sacra Scrittura:

da: “In principio Dio creò...”, alla comparsa dei “progenitori”, sulla linea del tempo la separazione è abissale, relativamente al tempo della storia umana sino ad oggi, e alla infinitesimale grandezza dell'universo;

il peccato dell'uomo, della nostra stirpe, è qualcosa di relativamente tardivo e situato alla fine della creazione, giacché l'umanità è creata per ultima;

i progenitori sono una realtà storica, e il peccato delle origini un dato dell'esperienza, situato in una epoca arcaica, comunque un dato della nostra storia;

l'uomo contemporaneo è della stessa natura di quell'uomo primitivo, o di quella primigenia umanità comparsa all'inizio.

Si deve tener presente una concezione della stirpe umana, della umanità tutta, come un ente in stato di via, di progressione dinamica; è necessario che l'uomo cresca e cooperi alla propria genesi, per essere veramente creato a immagine e somiglianza di Dio, poiché non è una cosa voluta per la passività. Vi è nella umanità un elemento di incompiutezza; per necessità interna e propriamente metafisica, la creazione è progressiva e, a più forte ragione, la divinizzazione operata da Dio nelle anime viventi. La perfezione non è nel passato, dietro di noi, ma nell'avvenire, al termine dell'opera di Dio, davanti a noi. I Profeti d'Israele e tutto l'Antico Testamento, sono orientati, tesi verso l'avvenire, verso il compimento dell'opera di Dio. L'uomo è posto nell'essere incompiuto... Dio è quell'elemento che lo completa, al di là di tutti i mali. La concezione cristiana della storia valorizza il termine, il Compiuto, il nostro: “[...] quando Dio sarà Tutto in tutti [...]”. Per usare le parole, comunque enigmatiche, di San Paolo Apostolo. Il pensiero cristiano ortodosso afferma l'idea di un progresso umano e d'una creazione realmente operante nella storia, come l'idea di evoluzione biologica, perché significano che la perfezione, il compimento, sono davanti a noi. Essi sono da realizzare, da costruire, in relazione alla libertà e alla Grazia, cooperanti insieme: questa è la visione cristiana e positiva, progressiva, della storia.

VI° - Il mistero del male.

I Padri della Chiesa insegnano che non si può trattare il “problema del male” senza considerare, per quanto si può conoscere dalla Rivelazione, il pensiero di Dio sull'uomo. In una delle Tesi fondamentali del Cristianesimo, è formulato ciò che riguarda il problema del male, inteso in senso etico, morale, cioè dalla coscienza, nel proprio libero arbitrio, discernere bene e male, riconoscere l'uno, distinto e differente dall'altro, diametralmente opposti, e scegliere per l'uno o per l'altro: diverse le tenebre dalla luce, la luce dalle tenebre... una similitudine inflazionata, contro qualsiasi possibilità di relativismo. Determinare quindi ciò che l'anima genera, nel bene o nel male, e conseguentemente determinare l'anima, e confermarla stabilmente, nel buono o nel cattivo: per demonizzarsi, santificarsi, oppure rimanere sterili e mediocri, nel processo di sviluppo della persona. La persona non rimane sempre uguale a sé stessa; la natura dell'essere, dell'io, è per sua struttura mutevole. E' possibile cambiare, per così dire, trasformare quello che si è; se così non fosse sarebbe preclusa la conversione, il sincero cambiamento di sentimenti, mentalità, idee e convinzioni. L'anima vivente è in stato di via, non è inerte, ferma e impassibile, è soggetta a leggi, che sono tutte quelle del mondo in cui esistiamo, compresa la legge della transitorietà, impersistenza e mortalità. Il male non è una sostanza, un'ipostasi, qualcosa di creato, e non ha partecipazione alcuna alla Natura del Creatore, ma riguarda gli esseri, le creature: è venuto e procede da loro, è generato responsabilmente, e nelle sue forme, o manifestazioni, rinnovato perché voluto, perché cercato. E' un'azione (Praxis), piuttosto che una sostanza, e un'azione che procede da una scelta ponderata da parte di quelli, il cui libero arbitrio è, o si suppone essere, guasto e distorto. Nell'opera della creazione, non c'è motivo di porre un'anima di per sé, e sostanzialmente cattiva, che sarebbe concepita e nata cattiva; come non c'è motivo di porre un corpo in sé e sostanzialmente cattivo. Dunque, da dove il male? Dio non è responsabile del male. La creazione, l'opera di Dio, è in sé stessa e tutta, buona e bella... e così deve essere! Non può che essere così. Ma allora, il male? Nella concezione cristiana vengono pronunciate delle risposte, che aiutano a fare chiarezza, ma che non svelano il mistero, che in sé rimane mistero, velato da innumerevoli difficoltà, incomprensibilità. Il male non proviene dalla creazione; il male lo costituisce l'ingiustizia dell'uomo peccatore, che opera il male; il male non proviene da una sostanza ritenuta sempre esistente, quindi non è coeterno a Dio: ha un suo principio, estraneo con l'eternità di Dio, è fuori di Dio, inferiore a Dio. L'uomo è stato creato capace di fare il bene e il male: coscienza morale, prima vicaria di Dio. Se l'uomo facesse il male, perché incapace del bene, il Giudizio di Dio sull'uomo, che comporta una pena eterna ed irreversibile, sarebbe ingiusto! Dio ha creato l'uomo anima e corpo. Lo ha creato libero. Se Dio non avesse dato all'uomo il potere della libertà, si può pensare che l'avrebbe fatto perché invidioso, privando l'uomo della libertà, in modo che egli non potesse divenire buono, autodeterminandosi, in virtù di una scelta libera e volontaria. La persona umana è chiamata ad essere buona per virtù e per scelta, liberamente. Il peccato è quella forza maligna che si manifesta in ogni atto di disobbedienza al Signore, alla Sua legge di amore, quella forza maligna che ha avuto origine dall'apostasia degli angeli, dall'orgoglio di chi non ha voluto riconoscere la propria natura e la propria dipendenza, di chi ha rifiutato l'Amore, una forza maligna che ha esondato nella natura umana e nel creato, corrompendo la bellezza e l'ordine originari, assoggettando il mondo all'angelo ribelle, al maligno, omicida e menzognero, padre della menzogna. Si potrebbe aprire ora, una nuova questione, e cioè il “male assoluto”, il male in senso metafisico, un campo entro cui soltanto Fede e Rivelazione possono esprimere dei contenuti; quindi occorrerebbe parlare di Angeli e di demòni: creature immortali, sovrammateriali, esenti dal legame con la materia, distinti in buoni e cattivi, abitatori di un mondo che non è il nostro, dimensioni arcane che non appartengono all'ordine materiale. I “luoghi” dello spirito, dove forse la parola luogo, oppure tempo, hanno significati diversi da come intendiamo e sentiamo noi. Queste creature sono prodotti dell'immaginazione, quindi mere proiezioni dell'intelletto umano, o esistono davvero e popolano il nostro mondo nello stesso modo in cui gli esseri umani vivono e popolano il mondo cosiddetto reale?

 

 

VII° - Angeli e demòni.

Chi sono gli angeli? Nell’universo esistono tre gradi di creature: le forme di vita inferiori e cioè tutto quello che fa parte della vita animale, in cui è assente un principio spirituale; la forma di vita umana, le persone umane, tutti gli esseri senzienti, in cui è presente la vita spirituale che ha origine nell’anima immortale che è fusa con il corpo di carne, l’uomo è uno spirito incarnato; la forma di vita angelica, creature personali, libere e intelligenti, esenti dal legame con la materia, immortali, costituite unicamente dalla sostanza di uno spirito creato. Questi sono i tre gradi di separazione tra gli esseri viventi che Dio Creatore ha vivificato; ho parlato di separazione, ma nell’universo la vita è un unico insieme costituito dagli individui che sono tra di loro in stretta relazione, simbiosi: quello che un individuo compie non rimane isolato, ma influenza tutti gli altri, nel bene o nel male, a seconda del suo grado nell’essere: separazione ontologica e non relazionale; le persone umane ed angeliche sono detentrici di responsabilità morale. Nessuno è veramente solo in un mondo dove vi sono innumerevoli forme di vita che ci circondano ed entrano nell’esistenza di ciascuno di noi, anche senza la nostra vigile consapevolezza; nella società civile viviamo insieme agli altri e non possiamo fare a meno della loro presenza e azione nei nostri confronti, questo su di un livello puramente materiale: anche la sapienza pagana disse che l’uomo è un animale sociale. Gli angeli sono creature sottili e non violano la nostra sensibilità fisica o psichica per avere un contatto con noi, ma agiscono nascostamente e benevolmente per la nostra felicità; sono ministri dell’onnipotenza di Dio, la parola angelo significa infatti messaggero, messaggero di che cosa? Ma della volontà di Dio. Qual’è la volontà di Dio? Salvare le anime; gli angeli prestano un ministero finalizzato alla salvezza delle anime. Alcune volte, per espressa volontà di Dio o per propria iniziativa, gli angeli si mostrano in una forma fisica, cioè in una forma sensibile alla percezione umana, si rivelano dal mondo soprannaturale, soprasensibile per adempiere ad una missione. Gli angeli furono creati precedentemente alla creazione dell’universo, furono creati buoni ma non ancora nella pienezza della visione beatifica, del Paradiso: per gli angeli non si può parlare di tempo ma di “istanti”: essendo esenti dalla materia sono esenti anche dal tempo, che è un elemento relativo alla materia come lo spazio; dopo essere stati creati furono sottoposti alla prova: forse questa prova la si può intendere come un atto libero di Fede e di Amore al Creatore. Alcuni di loro rifiutarono di propria iniziativa Dio e da buoni che erano divennero malvagi, divennero demòni: questa scelta tragica decretò la caduta degli angeli. Altri invece furono fedeli e vennero introdotti alla visione beatifica, alla pienezza della felicità. Il Cielo si è spaccato a metà tra angeli buoni e angeli cattivi: l’Apocalisse al capitolo 12, descrive questa guerra in Cielo. “E vi fu guerra in Cielo: Michele con i suoi angeli ingaggiò battaglia con il dragone; e questo combatté insieme ai suoi angeli; ma non prevalsero: il loro posto non si trovò più nel cielo. Fu infatti scacciato il grande dragone, il serpente antico, quello che è chiamato diavolo e satana; colui che inganna tutta la terra fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”. Gli angeli santi comandati da San Michele Arcangelo combatterono e sconfissero i demòni, comandati da satana: i demòni e satana furono scacciati da quella che si può intendere come la dimensione arcana delle creature spirituali, il Cielo, e furono precipitati sulla terra. Satana mise la sua dimora sulla terra, con lui la moltitudine dei demòni: essi divennero i principati e le potestà di questo mondo oscuro, divennero i dominanti del nostro mondo, dell’universo materiale. San Paolo Apostolo scrive infatti nella lettera agli Efesini, al capitolo 6:12 “Infatti non lottiamo contro una natura umana mortale, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo oscuro, contro gli spiriti maligni delle regioni celesti”. Nella lettera ai Romani, al capitolo 8:20,21 sempre San Paolo scrive riguardo al demonio: “Le cose create infatti furono sottoposte alla caducità non di loro volontà, ma a causa di colui che ve le sottopose, nella speranza che la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per ottenere la libertà della gloria dei figli di Dio”. Satana ha posto nell’universo, con la sua caduta e provocando la caduta dell’umanità primigenia, un germe di disgregazione che ha portato l’universo a corrompersi e in parte ad allontanarsi dal progetto che il Creatore aveva stabilito per esso; tutto comunque tende alla restaurazione di quel progetto originario di Dio, poiché la Scrittura dice che ogni cosa creata attende nella speranza la liberazione e la gloria dei figli di Dio: gloria dei figli di Dio è da intendersi come risurrezione e Paradiso. La Scrittura in altri passi parla anche di cieli nuovi e terra nuova, una nuova creazione, parla di un’attesa sofferta paragonandola ad un parto: la nuova creazione verrà alla luce da ciò che è caduco e transitorio. La cosmogonia che trae fondamento dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione cristiana e dalla Fede nella realtà degli angeli, è molto diversa dall’interpretazione del mondo che ha realizzato una sapienza che pone le sue radici nel materialismo ateo: la questione fondamentale è quella che si domanda dove si trovi la verità, in quanto una Verità assoluta deve ragionevolmente esserci. Gli angeli sono una moltitudine, ma nella loro società come sono organizzati? Voltaire era un illuminista, credeva nella dea ragione, nelle potenzialità dell'uomo sulla terra e nell’esistenza degli angeli ovviamente non credeva per nulla (chi può dirlo?), quindi voglio citare ciò che lui scrive riguardo agli angeli, sotto la voce angelo, nel suo Dizionario Filosofico: “ [...] L’antica tradizione giudaica, secondo Ben Maimon, ammette dieci gradi o ordini di angeli: 1) i chaios acodesh, puri, santi; 2) gli ofamin, veloci; 3) gli oralim, forti; 4) i chasmalim, le fiamme; 5) i serafim, scintille; 6) i malakim, angeli, messaggeri, deputati; 7) gli eloim, dei o giudici; 8) i ben eloim, figli degli dei; 9) i cherubim, immagini; 10) gli ychim, gli animati. [...] Papa Gregorio II ha ridotto a nove cori, a nove gerarchie o ordini, i dieci cori angelici riconosciuti dagli Ebrei, e precisamente: i Serafini, i Cherubini, i Troni, le Dominazioni, le Virtù, le Potenze, i Principati, gli Arcangeli e infine gli Angeli, che danno il nome alle altre otto gerarchie [...] ”. Nella Sacra Scrittura sono citati i nomi di tre grandi Arcangeli: San Michele Arcangelo, dall’ebraico Mika’el, egli compare come principe delle milizie celesti e come colui che combatte e sconfigge Satana; viene dall’ebraico mi, chi?, ke, come, e El, abbreviazione di Elohim, Dio: quindi “chi come Dio?”. San Gabriele Arcangelo, dal nome ebraico Gabri’el, dal verbo gabar, essere forte, oppure da gheber, uomo, ed El, abbreviazione di Elohim, Dio; quindi “Dio è forte” oppure “uomo di Dio”. Gabriele, già nome biblico, nei Vangeli è l’angelo che annunzia alla Vergine il concepimento del Messia. San Raffaele Arcangelo, dall’ebraico rapha’, guarire, e El, abbreviazione di Elohim, Dio; quindi “Dio guarisce, Dio ha guarito”. E’ il nome di uno dei sette Arcangeli della Bibbia. Gli angeli santi hanno una gerarchia, anche i demòni hanno una gerarchia: i demòni sono strutturati in due grandi schiere, serpenti e scorpioni, con un unico capo, un unico vertice, satana; questo lo si può dedurre dalla scrittura, dal Vangelo: Gesù parla infatti di serpenti e scorpioni e di ogni potenza del nemico. Anche dalla testimonianza derivante dalla pratica degli esorcismi sui posseduti dal demonio, viene tratto l’insegnamento che i demòni sono altamente gerarchizzati. L’abisso è il luogo dove i demòni del posseduto di Gérasa, chiedono a Gesù, al Signore, di non essere destinati: quei demòni erano una moltitudine e alla richiesta di rivelare il loro nome si manifestano come Legione. L’inferno in cui si trovano i demòni è una condizione dell’essere, uno stato esistenziale: loro stanno all’inferno e vagano per il mondo, essere scacciati nell’abisso significa ridursi all’impotenza, morire in un annichilimento ontologico, questo è l’abisso, è l’inferno nel suo consumarsi definitivo. La tensione marziale, il combattimento tra angeli e demòni, avviene su un territorio prossimo all’umanità: gli angeli vogliono che le anime siano salvate, i demòni desiderano la rovina delle anime, il mondo è il campo di battaglia, in esso le influenze angeliche o demoniache, incidono sul destino umano; quante volte nella storia il potere delle tenebre si è scontrato con il potere della luce? Le creature umane si sono schierate o da una parte o dall’altra, combattendo contro satana o a suo favore, per la causa dell’inferno, contro il Signore: oggi nel mondo si è andata sempre più delineando una cultura di morte contro una cultura della vita… Nel mondo avviene la guerra degli angeli contro i demòni, alle persone umane la scelta dello schieramento. Questa civiltà moderna purtroppo va sempre più scristianizzandosi attraverso un’apostasia silenziosa, si è sempre più sotto il potere delle tenebre con l’affermarsi del materialismo e dell’ateismo: chiediamo la forza e l’aiuto degli angeli del Signore per sconfiggere satana, rievangelizzando la società, cambiando il nostro destino che sotto il giogo del maligno sarebbe tragico e senza speranza. L’intero universo è pervaso e fatto oggetto della guerra cosmica di Cristo contro satana!

 

Invocazione che richiama la protezione degli Angeli sulla persona orante:

Benevoli Angeli ed Arcangeli del Paradiso,

Santi Angeli custodi, San Michele Arcangelo, San Gabriele Arcangelo, San Raffaele Arcangelo,

Angeli tutti di Dio Altissimo Creatore, Autore della vita, Trinità Santissima,

Signore nostro Gesù Cristo, con il Padre, nell'Unità dello Spirito Santo, Dio che è Amore,

misericordioso e compassionevole.

Angeli buoni e potenti, io stesso (stessa), + pronunciare il proprio nome +,

Vi amo, Vi lodo, Vi onoro, Vi venero, Vi invoco! ;

mi rivolgo a Voi, sapendo che mi ascoltate e mi conoscete,

ma soprattutto mi amate come Vostro fratello (Vostra sorella)!

Anche se non lo merito, Vi ringrazio con tutto il cuore.

Vi supplico di venire in mio aiuto, di me, che sono un peccatore (una peccatrice),

di benedirmi e aiutarmi nelle necessità della vita, spirituali e materiali.

Siatemi sempre accanto, confortandomi nelle sofferenze, liberandomi dai pericoli,

e dandomi la forza di combattere contro i nemici di Dio Benedetto e della Croce Santissima +,

contro il demonio maligno e i suoi gregari maledetti.

Assistetemi con la vostra Potenza, la Potenza che vi viene da Dio,

nostro Signore e Creatore, che Vi ha dato come condottiera invincibile,

la sua Madre Immacolata, la Santissima Vergine Maria, eterna nemica di satana.

Angeli Santi e benedetti, non dimenticateVi di me e non abbandonatemi,

ma siate sempre attenti guardiani della mia persona, premurosi nei miei riguardi,

conducendomi con sollecitudine amorevole, sul retto Sentiero della Vita,

la Via che è lo stesso Signore Cristo Gesù, Figlio dell'Eterno,

l'Onnipotente, Unica e Suprema Verità, giusto Giudice,

secondo la sua benevole ed imperscrutabile Volontà:

insegnatemi tutte le virtù, al loro vertice la Carità vittoriosa,

ma anche l'umiltà, la mitezza e l'obbedienza, nella Fede sincera e nella Speranza.

Siate sempre con me, in ogni momento dell'esistenza terrena,

e se il Signore lo vuole, manifestateVi, fateVi sentire.

Che l'Amore ci unisca, così da essere sempre insieme e reciproci alleati,

operando per la gloria di Dio e la salvezza delle anime!

Perdonate i miei peccati e scusate la mia miseria, siate comprensivi,

abbiate pazienza e sopportatemi per quello che sono,

anzi con la Vostra intercessione e le Vostre buone ispirazioni,

che possa cambiare migliorandomi, nel cammino quotidiano di conversione,

raggiungendo la méta del Paradiso: l'eterna felicità in comunione con Voi.

Elargitemi fin da subito, da quaggiù, il Vostro amore luminoso e avvolgente,

il dono eccellente della Vostra presenza protettiva e costante!

Grazie... con la mia venerazione e il mio affetto fraterno.

 

Riporto in questo testo, di seguito, ciò che dice il Catechismo della Chiesa Cattolica riguardo agli angeli:

 

I. Gli angeli

L'esistenza degli angeli - una verità di fede

328 L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione.

Chi sono?

329 Sant'Agostino dice a loro riguardo: “Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus - La parola angelo designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo” [Sant'Agostino, Enarratio in Psalmos, 103, 1, 15]. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che “vedono sempre la faccia del Padre. . . che è nei cieli” ( Mt 18,10 ), essi sono “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” ( Sal 103,20 ).

330 In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali [Cf Pio XII, Lett. enc. Humani generis: Denz. -Schönm., 3891] e immortali [Cf Lc 20,36 ]. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria [Cf Dn 10,9-12 ].

Cristo “con tutti i suoi angeli”

331 Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono “i suoi angeli”: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli. . . ” ( Mt 25,31 ). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: “Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” ( Col 1,16 ). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?” ( Eb 1,14 ).

332 Essi, fin dalla creazione [Cf Gb 38,7 ] e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, [Cf Gen 3,24 ] proteggono Lot, [Cf Gen 19 ] salvano Agar e il suo bambino, [Cf Gen 21,17 ] trattengono la mano di Abramo; [Cf Gen 22,11 ] la Legge viene comunicata “per mano degli angeli” ( At 7,53 ), essi guidano il Popolo di Dio, [Cf Es 23,20-23 ] annunziano nascite [Cf Gdc 13 ] e vocazioni, [Cf Gdc 6,11-24; Is 6,6 ] assistono i profeti, [Cf 1Re 19,5 ] per citare soltanto alcuni esempi. Infine, è l'angelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù [Cf Lc 1,11; Lc 1,26 ].

333 Dall'Incarnazione all'Ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli. Quando Dio “introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio” ( Eb 1,6 ). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: “Gloria a Dio. . . ” ( Lc 2,14 ). Essi proteggono l'infanzia di Gesù, [Cf Mt 1,20; Mt 2,13; Mt 1,19 ] servono Gesù nel deserto, [Cf Mc 1,12; Mt 4,11 ] lo confortano durante l'agonia, [Cf Lc 22,43 ] quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici [Cf Mt 26,53 ] come un tempo Israele [Cf 2Mac 10,29-30; 2Mac 11,8 ]. Sono ancora gli angeli che “evangelizzano” ( Lc 2,10 ) annunziando la Buona Novella dell'Incarnazione [Cf Lc 2,8-14 ] e della Risurrezione [Cf Mc 16,5-7 ] di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, [Cf At 1,10-11 ] saranno là, al servizio del suo giudizio [Cf Mt 13,41; 333 Mt 25,31; Lc 12,8-9 ].

Gli angeli nella vita della Chiesa

334 Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli [Cf At 5,18-20; At 8,26-29; At 10,3-8; At 12,6-11; 334 At 27,23-25 ].

335 Nella Liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; [Messale Romano, “Sanctus”] invoca la loro assistenza (così nell'“In Paradisum deducant te angeli. . . ” - In Paradiso ti accompagnino gli angeli - della Liturgia dei defunti, o ancora nell'“Inno dei Cherubini” della Liturgia bizantina), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).

336 Dal suo inizio [Cf Mt 18,10 ] fino all'ora della morte [Cf Lc 16,22 ] la vita umana è circondata dalla loro protezione [Cf Sal 34,8; Sal 91,10-13 ] e dalla loro intercessione [Cf Gb 33,23-24; Zc 1,12; 336 Tb 12,12 ]. “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita” [San Basilio di Cesarea, Adversus Eunomium, 3, 1: PG 29, 656B]. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.

(…)

In sintesi

350 Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: “Ad omnia bona nostra cooperantur angeli - Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I, 114, 3, ad 3].

351 Gli angeli circondano Cristo, loro Signore. Lo servono soprattutto nel compimento della sua missione di salvezza per tutti gli uomini.

352 La Chiesa venera gli angeli che l'aiutano nel suo pellegrinaggio terreno, e che proteggono ogni essere umano.

353 Dio ha voluto la diversità delle sue creature e la loro bontà propria, la loro interdipendenza, il loro ordine. Ha destinato tutte le creature materiali al bene del genere umano. L'uomo, e attraverso lui l'intera creazione, sono destinati alla gloria di Dio.

354 Rispettare le leggi inscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è un principio di saggezza e un fondamento della morale.

(…)

II. La caduta degli angeli

391 Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, [Cf Gen 3,1-5 ] la quale, per invidia, li fa cadere nella morte [Cf Sap 2,24 ]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo [Cf Gv 8,44; 391 Ap 12,9 ]. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. “Diabolus enim et alii demones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali - Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz. -Schönm., 800].

392 La Scrittura parla di un peccato di questi angeli [ Cf 2Pt 2,4 ]. Tale “caduta” consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” ( Gen 3,5 ). “Il diavolo è peccatore fin dal principio” ( 1Gv 3,8 ), “padre della menzogna” ( Gv 8,44 ).

393 A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” [ San Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 2, 4: PG 94, 877C].

394 La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio” ( Gv 8,44 ), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre [Cf Mt 4,1-11 ]. “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” ( 1Gv 3,8 ). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio.

395 La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” ( Rm 8,28 ).

(…)

In sintesi

413 “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. . . La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” ( Sap 1,13; Sap 2,24 ).

414 Satana o il diavolo e gli altri demoni sono angeli decaduti per avere liberamente rifiutato di servire Dio e il suo disegno. La loro scelta contro Dio è definitiva. Essi tentano di associare l'uomo alla loro ribellione contro Dio.

415 “Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l'uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della sua libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13].

(…)

VII. Ma liberaci dal Male

2850 L'ultima domanda al Padre nostro si trova anche nella preghiera di Gesù: “Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno” ( Gv 17,15 ). Riguarda ognuno di noi personalmente; però siamo sempre “noi” a pregare, in comunione con tutta la Chiesa e per la liberazione dell'intera famiglia umana. La Preghiera del Signore ci apre continuamente alle dimensioni dell'Economia della salvezza. La nostra interdipendenza nel dramma del peccato e della morte diventa solidarietà nel Corpo di Cristo, nella “comunione dei santi” [Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16].

2851 In questa richiesta, il Male non è un'astrazione; indica invece una persona: Satana, il Maligno, l'angelo che si oppone a Dio. Il “diavolo” [dia-bolos”, colui che “si getta di traverso”] è colui che “vuole ostacolare” il Disegno di Dio e la sua “opera di salvezza” compiuta in Cristo.

2852 “Omicida fin dal principio”, “menzognero e padre di menzogna” ( Gv 8,44 ), “Satana, che seduce tutta la terra” ( Ap 12,9 ), è a causa sua che il peccato e la morte sono entrati nel mondo, ed è in virtù della sua sconfitta definitiva che tutta la creazione sarà liberata “dalla corruzione del peccato e della morte” [Messale Romano, Preghiera eucaristica IV]. “Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo nati da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno” ( 1Gv 5,18-19 ):

Il Signore, che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe, è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del diavolo che è il vostro avversario, perché il nemico, che suole generare la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio, non teme il diavolo. “Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?” ( Rm 8,31 ) [Sant'Ambrogio, De sacramentis, 5, 30: PL 16, 454AB].

2853 La vittoria sul “principe del mondo” ( Gv 14,30 ) è conseguita, una volta per tutte, nell'Ora in cui Gesù si consegna liberamente alla morte per darci la sua Vita. Avviene allora il giudizio di questo mondo e il principe di questo mondo è “gettato fuori” ( Gv 12,31 ) [Cf Ap 12,10 ]. Si avventa “contro la Donna”, [Cf Ap 12,13-16 ] ma non la può ghermire: la nuova Eva, “piena di grazia” dello Spirito Santo, è preservata dal peccato e dalla corruzione della morte (Concezione immacolata e Assunzione della Santissima Madre di Dio, Maria, sempre vergine). Allora si infuria “contro la Donna” e se ne va “a far guerra contro il resto della sua discendenza” ( Ap 12,17 ). E' per questo che lo Spirito e la Chiesa pregano: “Vieni, Signore Gesù” ( Ap 22,17; Ap 22,20 ): la sua venuta, infatti, ci libererà dal Maligno.

2854 Chiedendo di essere liberati dal Maligno, noi preghiamo nel contempo per essere liberati da tutti i mali, presenti, passati e futuri, di cui egli è l'artefice o l'istigatore. In quest'ultima domanda la Chiesa porta davanti al Padre tutta la miseria del mondo. Insieme con la liberazione dai mali che schiacciano l'umanità, la Chiesa implora il dono prezioso della pace e la grazia dell'attesa perseverante del ritorno di Cristo. Pregando così, anticipa nell'umiltà della fede la ricapitolazione di tutti e di tutto in colui che ha “potere sopra la Morte e sopra gli Inferi” ( Ap 1,18 ), “colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!” ( Ap 1,8 ): [Cf Ap 1,4 ]

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo [Messale Romano, Embolismo].

Apocalisse, capitolo 9

1Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; 2egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. 3Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. 6In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà.

7Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. 9Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. 10Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.

Commento. Satana è l’astro caduto dal cielo sulla terra, egli ha la chiave del pozzo dell’Abisso, lui è il signore dell’inferno; il maligno apre l’Abisso portando nel mondo il suo regno, il suo progetto di perversione dell’intera umanità (un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l’atmosfera: il luogo dei demòni sono le regioni celesti, essi sono tanti da portare l’oscurantismo coprendo la luce, quanto nel mondo c’è di bene, simboleggiata dal sole e dall’atmosfera). Le cavallette e il loro potere pari a quello degli scorpioni, sono l’immagine della moltitudine dei demòni che salgono con il fumo dal pozzo dell’Abisso: il tormento che devono infliggere all’umanità che non ha il sigillo di Dio sulla fronte, l’umanità nemica di Cristo, è forse una conseguenza tragica del peccato; la morte è preferibile al dolore causato dai demòni. La loro è una guerra, sono quindi aggressivi nell’aspetto e nell’atteggiamento, nella determinazione a recare sofferenza all’umanità con il potere delle loro code di scorpioni, un potere comunque delimitato nel tempo: cinque mesi, un tempo simbolico, un tempo contenuto in un anno… Per il Signore mille anni sono come un anno e un anno come mille anni. Ci sarà un tempo nella storia umana, oppure tempi, dove il potere maligno di satana sarà trionfante più che in altri. Il loro re è l’angelo dell’Abisso, che porta due nomi che indicano delle qualifiche: in ebraico si chiama Perdizione, dagli ebrei è venuta la salvezza, satana è invece colui che vuole che le anime si perdano; in greco Sterminatore, in greco perché i greci rappresentano i gentili, i popoli pagani a cui è destinata la salvezza, popoli da cui vengono, con il potere dei suoi dominanti, il potere temporale, le grandi persecuzioni ai cristiani e il potere dello sterminio su tutta l’umanità: nome ebraico Perdizione, nome greco Sterminatore… Sotto di lui giace l’umanità da perdere e da sterminare: egli è definito come re, quindi detiene il potere, quello del male e delle tenebre.

Apocalisse, capitolo 12

1Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. 2Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. 3Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; 4la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. 5Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. 6La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.

7Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 10Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

"Ora si è compiuta

la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio

e la potenza del suo Cristo,

poiché è stato precipitato

l'accusatore dei nostri fratelli,

colui che li accusava davanti al nostro Dio

giorno e notte.

11Ma essi lo hanno vinto

per mezzo del sangue dell'Agnello

e grazie alla testimonianza del loro martirio;

poiché hanno disprezzato la vita

fino a morire.

12Esultate, dunque, o cieli,

e voi che abitate in essi.

Ma guai a voi, terra e mare,

perché il diavolo è precipitato sopra di voi

pieno di grande furore,

sapendo che gli resta poco tempo".

13Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. 14Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. 15Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. 16Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.

17Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

18E si fermò sulla spiaggia del mare.

Commento. La Donna è la Madre di Cristo, è da intendersi anche come la Chiesa, è rivestita dal sole, dalla potenza dello Spirito Santo; ha la luna sotto di sé perché si trova sopra tutto ciò che è mutevole e temporale, dodici stelle circondano il suo capo, i dodici Apostoli. Un enorme drago rosso, il demonio, che trascina giù sulla terra un terzo delle stelle del cielo, gli angeli caduti; Gesù è il Figlio partorito dalla Donna che viene rapito in Cielo, presso il Padre. Dal cielo la guerra dei demòni contro Dio si sposta sulla terra, satana combatte la Donna, Maria Santissima, la Chiesa e coloro che nel corso del tempo sono stati fedeli e credenti in Cristo Gesù. Il drago si ferma sulla spiaggia del mare, è in attesa: il mare è simbolo del caos, dell’avvento del male.

La Madonna vincerà contro il maligno, presto il suo Cuore Immacolato trionferà, e per il mondo ci sarà un tempo di pace, dove regnerà la giustizia, dove regneranno il bene e la Carità: questo è il futuro per l'umanità, la vittoria della Madre di Dio, di Maria Santissima, Regina della pace.

 

 

A Te oh Maria, Regina degli Angeli:

-Salve Regina...

L'Altissimo ti ha accolta nel suo Seno, facendoti Elemento Quarto della sua Tetrade, Unità Eterna e immutabile, limpide acque chete, serenità imperturbabile; Donna generatrice, creata che generasti il Creatore, Madre dei viventi che alla Sua destra assisa imperi, nell'umile sottomissione; con noi sotto la Croce del Tuo Gesù, figlio solo che avesti in grembo, dici la Parola: Sia fatta la Tua Volontà.

-Madre di Misericordia...

Sì, Tu sei buona, perché specchio in cui quel che si riflette, è l'accoglienza alla vita, nuova vita, nuovi giorni, cittadini della Nuova Santa Gerusalemme; opere sacre in un mondo da migliorare, perché la civiltà abbia ad affermarsi, e ad affermare valori, che sono il primo bene, occorrenti ad edificare, costruire il Regno, quel Regno annunziato ma non compiuto: Regno non di questo mondo, che già fin d'ora può essere nell'anime: Pace.

-Vita, dolcezza e Speranza nostra, salve!...

Tu sei per noi, Colei che comunica lo Spirito Vivificante: nei cuori più semplici e puri, si riversa e traspare il Tuo Volto, l’essenza della Tua persona: mite, umile, casta, Vergine del silenzio; silenzio orante in cui le armonie del Paradiso, santi Angeli ed Arcangeli nell’incessante lode, d’incanto senza requie, venerano e si prostrano a chi per loro superiore, Beata tra i beati; arcano mondo dello Spirito, che nulla ha in comune con la vanità del transitorio, mondo che passa. Noi, figli degli uomini, attraversiamo con fatica, affanno, pene e tormenti la miserevole valle del tempo… e Tu, Signora nostra, paziente ci attendi, e ci dichiari: “Figli miei, non abbiate timore”. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore; offriremo allora a Dio, quell’amore che avremo saputo dare in vita al nostro prossimo: non ci sono altri tesori, niente rimane, solo la Speranza, oh Madre. Ave, oh Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te! Tu sei il nostro approdo.

-A Te ricorriamo, noi esuli figli di Eva…

Il genere umano pone le sue radici nei progenitori; Eva, la donna, fu madre della nostra stirpe: essa cadde sconfitta per opera di satana, e con lei i suoi figli. Il Mistero d’iniquità introdusse il proprio germe disgregatore. Noi vi siamo soggetti e vittime. Tu sei la nuova Donna, Madre dei viventi, Vittoriosa! Che sconfiggi satana col fulgore inarrivabile della Tua Santità: la creatura più vicina al Suo Creatore. Quanti a Te ricorrono trovano salvezza dall’inferno eterno, nonché modello di cristiana ed umana perfezione: Madre Santa, prega per i tuoi figli che sono nella prova. Accoglici, Porta del Paradiso, Tu che sei nella Gloria. Non permettere che le difficoltà o il dubbio, lo sconforto, prevalgano nelle coscienze e nei cuori, di molti che hanno accolto la Fede nel Tuo Figlio, e nella Sua Parola. Prega per noi!

-A Te sospiriamo, gementi e piangenti, in questa valle di lacrime…

Mia Padrona, la vita Tua in questo mondo tetro ed oscuro, dove i dominanti sono satana, i demòni, il peccato, le malattie, la vecchiaia, la morte… Mia buona Madre, la Tua vita terrena fu percorsa dalla povertà materiale, povertà di beni contingenti, precarietà ed affanni; conoscesti il gran dolore dell’esser vedova, perdesti il Tuo amato sposo. Quante ansie, paure per il Tuo Bambino, per il Tuo Gesù: il Tuo unico Figlio! Madre Addolorata, hai pianto e sofferto molto, l’esteriorità poco ha fatto trasparire… Tu che tutto in silenzio meditasti nel Tuo Cuore: nell’intimo dell’anima, quale strazio! Tutto vedesti dell’agonia del Figlio Tuo, il Santo; lo vedesti morire inchiodato alla Croce, nudo, come alla nascita, in veste rossa, purpurea, nel Sangue. Le Tue braccia pietose lo raccolsero esanime: la Madre e il Figlio, tra patibolo e sepolcro. Morte! Ma la Tua Fede non si estinse: Tu credevi. Maria, Tu e il Tuo Gesù, siete l’emblema della sofferenza innocente: Vittime del mistero del male, dell’iniquità, dell’incomprensibile cattiveria umana ed angelica… Gigli, tra i cardi ed il fango, nell’ingiustizia, nell’assurdo, nell’apparente paradosso, evento indecifrabile che soltanto la Fede poteva, e può, aprire ad uno spiraglio di malinconica Speranza: contro tutto e tutti, contro l’evidenza incontrovertibile. Ma Tu, Madre Santa, hai creduto alla Parola del Tuo Figlio, forse fra tutti la sola, nella palese sconfitta e fine. Il terzo giorno: Risurrezione… Pentecoste… Fondazione e missione della Chiesa… Duemila anni di storia… Per ogni anima creata, promessa di risurrezione e vita eterna… In Cristo Gesù, Redenti dal male… Una nuova vita, oltre quella temporale… Beatitudine eterna, Fede dei cristiani. Al di là, del patire e della morte; al di là, oltre questa valle di lacrime, dove si piange e si geme, sospirando incertezze, ansietà ed angosce, in timore e tremore. Maria, Madre di Dio, a Te, Tuoi devoti, oh Venerata, sospiriamo… Ascoltaci!

-Orsù dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi Tuoi misericordiosi…

Riguarda, oh Vergine Madre, a tutti coloro che invocando Te, pregando Te, cercano, talvolta disperati, conforto e sostegno al pellegrinare in questa vita presente; osserva il dolore dei deboli, delle persone più fragili ed esposte, come i bambini e gli anziani, ma tanti altri ancora, che si ritrovano miseri, soli ed abbandonati. Tu li conosci tutti, ed ognuno. Se il Signore lo vuole, intervieni anche con decisione in certe gravi questioni… risolvile. Ma sia sempre fatta la Volontà di Dio: “ Le Tue vie non sono le nostre vie, i Tuoi pensieri non sono i nostri pensieri ”. Ausilio dei cristiani, in fiducioso abbandono, dacci la forza per accettare tutto: “ Obbedienza e pace! ”.

-E mostraci dopo questo esilio Gesù, il Frutto benedetto del Tuo seno…

Tu sei la Madre che ci conduce al Figlio ( per Maria a Gesù! Poiché non è possibile essere cristiani, senza essere mariani ); sotto la croce, Gesù ha affidato ognuno di noi a Te, nella persona dell’amato apostolo Giovanni. Ogni cristiano, ogni battezzato, ogni credente, anzi ogni figlio d’uomo, è in certo qual modo figlio o figlia di Maria, Madre del Signore Gesù, Madre di Dio: questo mistero appartiene all’ordine della Fede, e soltanto la Fede apre a qualche spiraglio di comprensione. Tutta la Fede è velata dal Mistero, ma non per questo va contro la ragione: anzi la supera e la porta a perfezione, dando a tutto una visione chiara, anche se tra incertezze e difficoltà, talvolta notevoli. Siamo creature limitate, occorrono abbandono e fiducia: nella Speranza. Madre di Dio, donaci Gesù: “ Poiché presso di Te è la fonte di Vita, alla Tua Luce noi vedremo la Luce ”. Nell’amore a Gesù e a Maria, la Fede, la Speranza: Vita beata, promessa dal Signore Gesù, a tutti gli innocenti, e a tutti i giusti, che per approdo, oltre questa vita nel tempo, hanno Dio, Sommo Bene, nostra felicità.

-Oh clemente, oh pia, oh dolce Vergine Maria…!

Mi affido, mi abbandono e mi consacro a Te, Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra: possa essere questo, per ogni cristiano che nasce ed entra in questo mondo, il Segno dell’appartenere a Te e al Signore Gesù. Lode e gloria a Te, Maria, Vergine Madre, Assunta al Cuore del Creatore, Porta del Paradiso, Concepita senza peccato, Immacolata; pregate per noi, che ricorriamo a Voi!

Benedetto Dio, Sommo Bene; Benedetti Gesù e Maria, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera di consacrazione personale alla beata Vergine Maria:

Cuore Immacolato di Maria,

mi consacro tutto a Te,

ti offro la mia vita,

realizzala secondo la volontà del Padre Celeste.

Madre buona, io non ho meriti, non ho talenti da far trafficare,

ma Tu, Vergine Santissima, ricolma il mio cuore di Grazia,

fammi diventare il tuo piccolo figlio,

in questa vita così difficile e talvolta angosciosa.

Prendimi sotto la Tua materna protezione,

e vinci il peccato in me, gloriosa condottiera della pace.

Madonna benedetta,

voglio essere tuo, e compiere nella mia vita,

quello che a Te piace, il bene e l'amore.

Madonna misericordiosa,

prega il Signore Gesù, affinché la rettitudine e la benedizione,

attraversino la mia esistenza così breve, facendo del tuo figliolino,

un soldato coraggioso per il Regno di Dio nelle anime.

Madonna, concepita senza peccato originale e assunta in Cielo in anima e corpo,

che il Tuo Cuore Immacolato mi porti al Cuore Divino e Sacratissimo di Gesù,

nostra sorgente di vita e di santità, nostro traguardo di salvezza e redenzione.

Mia tenera e buona Madre, sono tuo con tutto il mio essere,

è tuo il mio passato, il presente e il mio futuro,

tua è la mia vita, tua è la mia anima in Paradiso per sempre.

Grazie mamma, perché il tuo affetto mi circonda,

perché la tua voce mi colma di serenità,

grazie, perché con Te la vita ha significato e speranza,

perché con Te l'approdo è l'eternità beata in Dio.

Maria Santissima, prega per noi,

adesso e nell'ora della nostra morte.

 

                                                                                                                                                                       Amen