György Ligeti
György Ligeti nacque nel 1923 a Târnăveni, cittadina della Transilvania che al tempo apparteneva al Regno di Romania, da genitori ungheresi di origine ebraica tedesca.
Fin dall'infanzia Ligeti con la famiglia visse a Cluj dove frequentò, prima una scuola ungherese e poi il ginnasio romeno, esperienza quest’ultima che, a detta dello stesso György, fu fondamentale per la sua crescita culturale poiché gli permise poi di comprendere a fondo l’immensa tradizione popolare del suo paese natale. Nonostante fosse un ragazzo molto attivo e pieno di fantasia, i genitori però non gli permisero di prendere lezioni di musica fino all'età di 14 anni, quando cominciò a suonare il pianoforte. Dopo la matura, nel 1941 iniziò a studiare matematica e fisica, e continuò i suoi studi musicali prima al Conservatorul de Muzică din Cluj, e solo successivamente all’Accademia di Budapest.
Nel 1944 interruppe gli studi per svolgere il servizio militare, fu internato in un campo di prigionia e riuscì a scappare. La stessa sorte toccò più pesantemente anche il resto della sua famiglia: il padre morì nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e il fratello minore lo stesso anno a Mauthausen. Anche la madre venne deportata, ad Auschwitz, dal quale però sopravvisse.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale Ligeti riprese gli studi all’Accademia di Budapest sotto la guida di Ferenc Farkas, Zoltán Kodály e Sándor Veress, ed ebbe come compagno d’accademia e amico György Kurtág, diplomandosi nel 1949.
Nel frattempo, l’Ungheria nel secondo dopoguerra entrò ufficialmente nella sfera di influenza sovietica, aderendo al Patto di Varsavia. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 si instaurò quindi un governo formalmente democratico ma nei fatti filosovietico, di repressione sociale e culturale che tra le altre cose proibì l’esecuzione di molta musica contemporanea di compositori amati da Ligeti come Debussy, Ravel, Britten, Schönberg, Stravinskij e persino Bartók. In quel periodo le comunicazioni tra l’Ungheria e l’occidente vennero quasi totalmente sospese tanto che Ligeti, per tenersi informato sugli sviluppi culturali e musicali occidentali dovette ascoltare segretamente le radio non ufficiali.
Il giovane compositore abbracciò inizialmente l’ideologia socialista e cominciò a comporre, su consiglio dei suoi insegnanti, lavori popolari legati alle aspettative della propaganda del suo paese, ma per Ligeti prive di vero interesse e di stimolo. La propensione per la musica popolare però rimase un interesse identitario per il compositore, passione che coltivò assiduamente durante la sua vita, stimolato anche da importanti incontri, come quello con l’anziano Zoltan Kodály che lo aiutò molto all'inizio della sua carriera professionale in patria. Grazie al sostegno di Kodály, Ligeti seppur giovanissimo, riuscì ad ottenere una cattedra di teoria, armonia e contrappunto presso l’Accademia di Budapest, collaborando anche con Ferenc Farkas alla composizione di musica per gli studi cinematografici, attività lavorativa che Ligeti poi definì vera e propria “prostituzione musicale”. L’aspirazione di Ligeti come compositore era infatti quella di gettarsi nella ricerca musicale e sonora, fatto che gli creò non pochi problemi per via soprattutto del giudizio della neonata società dei compositori ungheresi che mise al bando numerosi suoi lavori, nonostante lo stile compositivo di quel periodo fosse del tutto assimilabile a quello di Bela Bartók. Ne è un esempio “Metamorfosi” per Quartetto d’Archi.
Nel 1955, con l’allentamento di alcune restrizioni, Ligeti riuscì ad ottenere opere di compositori occidentali come Igor Stravinskij, Anton Webern, Alban Berg e Arnold Schönberg ed ebbe una corrispondenza con Karlheinz Stockhausen. Tutto questo diede al trent’enne compositore la possibilità di conoscere l’atonalità e il serialismo, stimoli che lo portarono da lì a poco ad una vera svolta creativa.
Con lo scoppio della rivoluzione a Budapest del 1956, Ligeti e l’allora moglie Vera pianificarono la fuga dall'Ungheria e riuscirono a rifugiarsi a Vienna dove si stabilirono. Uno degli avvenimenti più importanti per la carriera compositiva di Ligeti fu poi la visita allo studio della WDR di Colonia, all’ora il centro di ricerca più avanzato per la musica elettronica e dove ebbe modo di incontrare Bruno Maderna e Karlheinz Stockhausen e dove soggiornò per un periodo grazie ad una borsa di studio. Nacquero qui le prime opere di musica elettronica come “Glissandi” e “Artikulation”. Nel suo soggiorno in Germania frequentò anche i corsi estivi di Darmstadt, prima come uditore e poi, nel 1959, come performer.
Le ricerche effettuate con la musica elettronica furono presto traslate da Ligeti anche nell’ambito della musica strumentale e vocale. Da questa commistione di esperienze nacque il primo capolavoro ligetiano: “Atmosphères”. Da questo momento iniziò il lungo periodo compositivo di Ligeti dominato “dall'atmosfera sonora” e dalla tecnica della “micropolifonia” e la sua fama internazionale come compositore crebbe notevolmente.
Nel 1963, su commissione della radio svedese, cominciò a comporre “Requiem” per coro, che venne eseguito nel 1965 destando un forte impatto sul panorama musicale a lui contemporaneo. Seguirono poi altri due capolavori come “Lux Aeterna” per coro e “Lontano” per orchestra. Parti di questi importanti lavori di Ligeti entrarono, ad insaputa del compositore, nella pellicola di 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, fatto che spinse Ligeti ad aprire un contenzioso con la casa di produzione MGM ma che, grazie all’enorme successo internazionale del film, il lavoro di Kubrick consacrò definitivamente la figura di Ligeti e gli procurò anche sostanziosi introiti dalle royalties. Altra musica di Ligeti venne anni più tardi scelta da Kubrick per altri capolavori come Shining ed Eyes Wide Shut.
Seguirono composizioni principalmente per strumenti ad arco come il “Secondo Quartetto d’Archi” e “Ramifications” e già verso la fine degli anni ‘60 cominciò a nascere in Ligeti l’interesse per il “microtonalismo”, tecnica che svilupperà però solo molto più tardi.
Nei primi anni ’70 fu invitato per la prima volta negli Stati Uniti in qualità di docente all'università di Stanford dove vi era un centro di musica elettronica e di informatica avanzatissimo per l’epoca, anni prima della fondazione dell’IRCAM di Parigi da parte di Pierre Boulez. Dopo sei mesi negli Stati Uniti, decise di ritornare in Europa perché si rendeva conto che il vecchio continente rappresentava ancora il centro colturale più importante per la musica contemporanea che in quegli anni come oggi ruotava attorno a Parigi, Amsterdam, Berlino, Vienna e Colonia. Nel 1973 accettò l’incarico di insegnamento presso l’Hochschule di Amburgo, trascorrendo parte della vita a Vienna dove si trovava la sua famiglia. Gli anni ’70 furono intensi e ricchi di impegni internazionali che lo portarono a viaggiare molto in tutta Europa e nuovamente negli USA.
La riabilitazione di Ligeti in patria avvenne invece solo nel 1967 quando il governo ungherese, ora più liberale, dichiarò l’amnistia per tutti i rifugiati politici. Nel 1970 il compositore venne invitato come giurato ad un concorso di composizione a Budapest e nel 1979 venne organizzato un concerto con sue musiche che furono eseguite anche in altri paesi del blocco orientale.
Nel 1978 prese forma “Le Grand Macabre”, la prima opera teatrale di Ligeti che, nonostante alcuni problemi scandalistici legati al contenuto del libretto, debuttò a Stoccolma con grande successo; dall’opera ne ricavò anni più tardi una seconda versione ridotta da concerto dal titolo “Mysteries of the Macabre”. Progettò anche la realizzazione di una seconda opera e si interessò poi molto all’arte enigmatica dell’incisore olandese Maurits Cornelis Escher, alla musica di Johann Sebastian Bach e alle teorie del logico e matematico americano Kurt Gödel, esperienze che avrebbe voluto sintetizzare e trasportare in ambito compositivo già nel suo “Concerto per Pianoforte e Orchestra”, ma che non gli riuscì, tanto che il lavoro si protrasse per parecchi anni. Questo nuovo approccio alla ricerca di un rinnovamento estetico non fu per Ligeti una necessità puramente pratica, ma una vera esigenza interiore legata soprattutto alla sua forte autocritica che lo condusse, negli anni ’80, ad affrontare una, seppur parziale, crisi creativa.
La stima ed il riconoscimento del Ligeti compositore nel panorama internazionale sia orientale che occidentale era ormai cosa assodata, tanto che il Conservatorio di Parigi gli offrì la cattedra vacante lasciata poco prima da Olivier Messiaen, posto che però il compositore rifiutò per diffidenza nei confronti degli oneri burocratici che avrebbe dovuto sopportare all'interno dell’istituzione francese.
Negli anni Novanta fu impegnato all’incisione di tutte le sue opere con la London Philharmonic e terminò il “Concerto per Violino”, una delle sue composizioni più note.
Negli ultimi anni di vita fu insignito di numerose onorificenze e nel 2002, a causa di condizioni di salute vacillanti legati soprattutto a problemi al sistema nervoso, non riuscì più a comporre. Si spense nel 2006 nella capitale austriaca ed ora riposa al Zentralfriedhof di Vienna.
LIBRI DI e SU LIGETI
Eckhard Roelcke: György Ligeti, Lei sogna a colori? - trad. di Alessandro Peroni - ed. Alet, 2004
AAVV - Ligeti (a cura di E. Restagno) - EDT, 2013 (ristampa)