Through (2024)
Nello specchio mi scopro assente là dove sono
Through (2024)
Nello specchio mi scopro assente là dove sono
Realizzato con il contributo del fondo PSMSAD dell'INPS
Premessa
Con l’avvento di internet prima, dei social network poi e dello smartphone ancora dopo, a ogni uomo o donna occidentali è stata data la possibilità di avere un accesso illimitato e continuo a una serie infinita di contenuti mediali. Questa possibilità, col lento e progressivo progresso tecnologico, è andata a includere anche la capacità di poter generare contenuti da integrare in qualsiasi momento al già ingente palinsesto di video, musica, foto e testi che ingombra la rete. Alla luce di ciò, possiamo affermare che lo statuto dello spettatore, oggi, non può più inquadrarsi solo all’interno di una sala cinematografica o teatrale, né tanto meno lo si può confinare di fronte alla tv del salotto di casa.
Sviluppo
Il progetto si è sviluppato coinvolgendo il pubblico di una grande metropoli del Nord Italia (Milano) e quello di un piccolo centro della provincia del Sud Italia (Patti, in provincia di Messina). Questa scelta è nutrita da una riflessione antropologica che riconosce diverse abitudini di sguardo e di essere spettatori-spettatrici inevitabilmente condizionate dal contesto in cui si vive.
ATTI CREATIVI PER PUBBLICO INDISCRETO
Atti creativi per pubblico indiscreto è una conferenza partecipata sul tema della spettatorialità.
La definizione di “spettatorialità” fornita dai dizionari è quella che descrive il particolare «stato di essere spettatori o spettatrici di qualcosa». Negli studi teatrali e performativi questo concetto viene ulteriormente esteso fino a comprendere i modi in cui le costruzioni delle opere artistiche e mediali implicitano le posizioni dalle quali le si guarda; invitano a guardare e interpretare; sono costruite per far provare un determinato spettro di emozioni al pubblico (divertirlo, sconvolgerlo, inorridirlo; ecc).
Obiettivo della conferenza partecipata è quello di indagare il ruolo dello spettatore nella costruzione del senso, provando ad approfondire gli aspetti sociali, culturali e politici dello sguardo.
Proponendo diversi input, Atti creativi per pubblico indiscreto si costruisce di volta in volta con i partecipanti, sperimentando una modalità di pensare relazionale, collaborativa e creativa.
Z.I.A. Zona Indipendente Artistica - Milano
IL LABORATORIO DRAMMATURGICO PER IL PUBBLICO CURIOSO
Immaginiamo le riprese di un servizio al telegiornale scorrere senza alcuna voce a commentarle. O che il film che stiamo guardando al cinema sia stato montato al contrario, partendo dalla fine. O che il nostro feed di Instagram ci mostri solo post senza testo, hashtag, luogo o musica a commentarli. O che lo spettacolo che stiamo guardando a teatro venga recitato a sipario chiuso. In che modo saremmo implicati in ciò che ci si presenta di fronte agli occhi? In che modo lo interpreteremmo?
Essere spettatori significa anzitutto stare a guardare qualcosa che accade di fronte ai nostri occhi senza che vi prendiamo parte. Ma come quel qualcosa è arrivato a presentarsi a noi? Chi ne ha organizzato la nostra esperienza di visione? Che equilibri di potere soggiacciono al momento in cui ci facciamo spettatori di qualcosa? Esiste un significato specifico di un qualunque avvenimento senza che ce ne venga passata una rappresentazione, o senza che noi stessi ne offriamo una nostra rappresentazione a qualcuno?
Alla luce di queste considerazioni possiamo quindi asserire che ogni prodotto culturale che va a presentarsi agli occhi di un qualsiasi pubblico è il risultato di un processo a carico di una struttura di produzione (che sia un’agenzia di stampa, una casa cinematografica, o dall’altro lato un influencer, uno scrittore, un collettivo artistico) di cui spesso si disconoscono i fini d’azione. E inoltre, se quel prodotto culturale è la stessa piattaforma dove ci proviamo autori di contenuti, è possibile riconoscere la struttura di produzione che se n’è fatta carico?
Il laboratorio drammaturgico per il pubblico curioso investiga questa serie di domande proponendo da un lato un approfondimento teorico che attinge alla teatrologia, ai Perfomance e ai Media Studies; dall’altro una serie di esercizi pratici che vanno dalla scrittura creativa alle proposte di messa in scena. Il tutto in un ambiente colloquiale e orizzontale che sostiene un progredire sempre nuovo, in ascolto con i partecipanti.
Teatro greco di Tindari (ME)
progetto ideato e curato da also.known.as.
con Simone Corso e Jovana Malinarić
produzione Nutrimenti Terrestri
realizzato con il sostegno del Fondo PSMSAD
con la collaborazione di Z.I.A. Zona Indipendente Artistica e Tindari Switch Fest