In rosso la città normanno-sveva, in giallo l'espansione angioina
In rosso la città normanno-sveva, in giallo l'espansione angioina
Castel Nuovo o Maschio Angioino
Chiesa di San lorenzo
I sovrani angioini vollero un profondo rinnovamento di Napoli alla parte antica della città, di struttura reticolare greco-romana, si era aggiunta nel periodo ducale la colonizzazione delle alture del Monterone, San Giovanni e Forcella, mentre nel periodo normanno-svevo venne popolata la zona conosciuta come calcarea. Venne successivamente accorpata una terza area, successivamente conosciuta come Junctura civitatis, posta sul mare e in prossimità dello scalo marittimo. Il perimetro delle mura si estese ad inglobare larga parte dei dei terreni situati lunga la fascia costiera, acquisiti nel corso del tempo per il fenomeno naturale di insabbiamento della fascia costiera, sia interventi realizzati da enti monastici che promessero una serie di interventi allo scopo di stabilire abitazioni e attività nelle nuove contrade. Il fenomeno interessò l'area della Junctura civitatis, dove gli angioini realizzarono un ampliamento della murazione. Anche perché tutto il distretto era attrezzato per svolgere attività legate ai traffici e ai commerci per la vicinanza dello scalo marittimo.
L'ampliamento dello spazio urbano si accompagno ad un programma di lavori pubblici come il rifacimento della rete stradale, la collocazione di fontane pubbliche in alcune piazze cittadine e l'edificazione o il ripristino di alcuni bagni pubblici. tra le nuove strade vi era via dei cambi che partiva da Portanova e giungeva al mare, nella rada conosciut a come degli amalfitani e sorrentini, neo pressi del quale, nella zona che diventerà il borgo orefici, vi era la vendita dei prodotti ittici (la pietra del pesce) senza pagare le tasse previste nella città. Più ad est, vicino la chiesa del Carmine, venne iniziato il nuovo arsenale che munito di torri era in grado di ospitare fino a sessanta navi. Invece ad più ad Ovest dove c'era il porto detto del Vulpulum (Piazza Borsa) si provvide ad ampliare lo scalo che si era ridotto a causa dell'interramento. Qui venne eretto il fondaco dei Pisani per cui da qul momento in poi il Vulpulum venne chiamato dei Pisani. Nella zona venne riadattato il vecchio arsenale e inglobati nuovi e vecchi edifici per ospitare ventiquattro galere.
All'interno delle mura la viabilità era garantite dalle tre grandi arterie di origine greche che erano caratterizzate da portici pubblici sotto i quali doveva svolgersi una vivace vista quotidiana fatta di botteghe e laboratori, come il palazzo posto sul decumano superiore conosciuto come il palazzo dell'imperatore di Costantinopoli.
La monarchia angioina considerò la costruzione di una nuova resdenza reale, necessita imposta dai catelli cittadine esistenti. Il luogo scelto per la nuova reggia che era una vera e propria fortezza, fu ad est tra le rovine del castro Lucullano, il porto dei pisani e le mura occidentali della città. La presenza del castello favorì l'espansione della città verso occidente. Nel nuovo spazio urbano al posto delle fondazioni benedettine e basiliani dell'alto medioevo sorsero le residenze dei principi angioini, l'arsenale, le dipendenze della corte (scuderie, e case della servitù), gli edifici dell'ammiragliato. L'urbanizzazione della zona migliorò e la costruzione di nuove strade.
Castel nuovo non fu in caso isolato venne promosso la ristrutuazione del castel dell'ovo e l'aggiornamento di castel Sant'Elmo. L'ultima fortezza creata fu quella del Carmine all'angolo meridionale delle mura chiamato sperone.
Ma i re angioni furono sopra tutto fondatori di chiese e conventi. Nacque così la prima chiesa gotica di Napoli, Sant'Eligio Maggiore con annesso un ospedale. La chiesa e convento di San Lorenzo. Venne abbattuta la torre mastra e costruito il complesso di Santa Maria la Nova (chiamata la Nova perchè la precedente chiesa era stata abbattuta per far posto al caste nuovo. Dove sorgeva la zecca ducale e normanno-sveva sore la chiesa di SantAagostino. La chiesa di Santa Maria del Carmine, costruita anche con le donazioni di ed infine nella parte alta della città Elisabetta d'Ungheria (madre di Corradino di Sveva).Le due cattedrali vennero unificate nel duomo attuale. Infine sul lato occidentali nella parte iniziale del decumano maggiore il complesso di San Pietro a Majella. sul decumano inferiore Santa Chiara.
Il ramo cadetto degli Angioni i Durazzo aggiunsero una nuova zona alla città nei pressi del Carbonaio edificarono la chiesa di San Giovanni a Carbonara e nel larogo delle coregge la chiesa dell'Incoronata.