Collabora con l’amministrazione pubblica da più di 10 anni. E’ Consigliere del BIM (Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Ticino) dal 2011, rappresentante di Comerio presso ACR (Associazione dei Comuni Rivieraschi) e AQST (Accordo Quadro risanamento e Sviluppo del Lago di Varese).
E’ Consigliere Comunale di Comerio dal 2021, inoltre è membro del Partito Verde, con cui si è candidato per le elezioni regionali tenutesi il 12 e 13 febbraio 2023.
L'acqua e la biodiversità sono il tesoro più grande che l'uomo ha a disposizione.
In questo momento sono entrambi gravemente minacciati per diverse motivazioni.
Sicuramente i cambiamenti climatici sono responsabili ma non sono l'unica causa scatenante di questa situazione.
A rendere lo scenario ancora più complesso sono certamente l'inquinamento delle acque e l'antropizzazione (in particolare l'inserimento da parte dell’uomo di specie alloctone nell’ecosistema).
Alessandro Pennati pensa che i cambiamenti climatici purtroppo non si possano cancellare e, soprattutto, non si possano fermare, almeno nel breve periodo.
Si può e si deve invece cercare di preservare il nostro territorio per evitare che la situazione sia irreversibile e le conseguenze siano sempre peggiori.
Le “brutte abitudini” ma soprattutto la “poca attenzione”, anche dei singoli cittadini, possono accelerare l’aggravamento della “salute”dei nostri laghi e del loro ecosistema.
Cosa stanno facendo istituzioni ed enti per migliorare lo stato di salute dei nostri laghi?
Sicuramente è importante che siano attuate politiche e siano forniti finanziamenti, da parte della Regione Lombardia e di tutti gli enti competenti, con il fine di sostenere progetti per tutelare il nostro ambiente.
E’ altrettanto importante che i cittadini (soprattutto noi giovani) siano impegnati nella cura di questo patrimonio che è a disposizione di tutti.
Soprattutto noi giovani dovremmo essere "attivi“ e sensibilizzare il resto della popolazione in questo periodo critico e cruciale: è il nostro futuro in gioco.
Un ente che sicuramente sta aiutando moltissimo le nostre realtà locali è il Consorzio BIM, di cui Alessandro è consigliere.
Questo consorzio, nato nei primi anni ‘60, finanzia i progetti degli enti locali che ne fanno parte con lo scopo di fare fronte a questioni ambientali riguardanti i corsi d’acqua e il rilancio del territorio circostante.
Infatti il singolo comune potrebbe non avere sufficienti risorse, ma uniti, creando sinergie tra enti locali, è possibile raggiungere gli obiettivi importanti per l’ambiente.
Quali sono le conseguenze che inquinamento e cambiamenti climatici stanno producendo sull’ecosistema lacustre?
Il primo aspetto critico è l'abbassamento del livello delle acque causato dai cambiamenti climatici.
La responsabile principale è certamente la modifica della stagione delle piogge che ha portato ad anni incredibilmente piovosi come il 2014 (l’anno più piovoso del secolo dal 1922) oppure ad anni come lo scorso il 2022 (l’anno meno piovoso del secolo dal 1922).
Questa irregolarità accentua le anomalie e non permette che i livelli dell’acqua dei laghi siano stabili come in passato.
Un secondo punto è la riduzione dei nevai che ha contribuito a un’ulteriore diminuzione del livello dell’acqua.
Infatti gli immissari sono sempre piu’ “secchi”, non solo per la siccità, ma anche perché non sono piu’ alimentati abbondantemente dai ghiacciai ormai ridotti.
I dati sono i seguenti: tra il 2011 e il 2022 avevamo una riserva di 8,7 Gm3, oggi, nel 2023, abbiamo perso parecchio arrivando a una riserva di soli 2,9 Gm3.
Il lago di Varese e i piccoli laghi vicini, per la mancanza di grandi immissari, hanno sofferto molto di più rispetto al Lago Maggiore da questo punto di vista.
I laghi del nostro territorio non sono completamente balneabili, a causa dell'inquinamento delle acque superficiali, sebbene ci siano attualmente zone ritornate a valori compatibili alla balneazione.
In particolare la contaminazione è dovuta agli scarichi urbani e industriali che vengono immessi direttamente nei nostri laghi.
In molti casi, vicino alle foci di fiumi e torrenti, ci sono depuratori vecchi e obsoleti che, soprattutto nei periodi piovosi, non riescono più a ripulire le acque di scarico che quindi sono riversate nei laghi.
L’inquinamento è causato dalla presenza di alte concentrazioni di fosforo e azoto, che alimentano tra l’altro la presenza maggiore delle alghe.
Un altro problema è il mancato ribaltamento delle acque calde e fredde, fenomeno che avviene tra fine autunno e inizio primavera, causato dal cambiamento climatico.
Per mantenere in equilibrio l’ecosistema lacustre questo deve avvenire ciclicamente con frequenza regolare.
In estate l’acqua in superficie si riscalda per irraggiamento, mentre l’acqua fredda, piena di nutrienti, rimane sul fondale.
Questo, nella stagione estiva, non permette ai pesci di mangiare con regolarità portandoli a dimagrire moltissimo.
Nel periodo invernale, invece, dato che l’acqua superficiale diventa più fredda di quella dei fondali, con la complicità del vento, avviene il ribaltamento delle acque.
Questo fenomeno naturale è necessario per permettere ai pesci di ritornare a mangiare con regolarità, portando in superficie l’acqua dei fondali ossigenata piena di fitoplancton e zooplancton.
Se questo non avviene, a causa dell’aumento delle temperature invernali, molti esemplari rischiano di morire di fame.
Questa però non è l'unica funzione del ribaltamento e qui si torna al discorso della balneabilità.
Infatti è grazie a questo fenomeno che i batteri decompositori (i batteri utili) riescono a ripulire i fondali da quelli anaerobi (i batteri dannosi) e dai rifiuti organici presenti nelle acque.
A causa dei mancati ribaltamenti per diversi anni, i danni all'ecosistema sono seri sia per la fauna sia per gli stessi utenti del lago (bagnanti, operatori turistici ecc..).
L’acqua, dove vivono i batteri decompositori, senza un regolare ribaltamento annuale non è ossigenata: questo porta alla loro scomparsa.
In questa situazione, in loro sostituzione, proliferano invece i batteri anaerobi.
Purtroppo, a differenza dei precedenti, questi batteri non rilasciano ossigeno come sostanza di scarto, ma bensì solfuri ed ammoniaca, sostanze dannose sia per l’uomo sia per gli animali che vivono nelle acque del lago.
Al ribaltamento successivo, queste sostanze, concentrate nei fondali, salgono in superficie inquinando le acque, rendendole così non balneabili, come sta infatti succedendo in molte zone del Lago Maggiore.
Quali sono invece le conseguenze del fenomeno dell’antropizzazione sulla biodiversità del Varesotto?
Il fenomeno dell’intensa antropizzazione è un grosso problema per i nostri laghi, soprattutto per la biodiversità.
Tutto ciò riguarda molto da vicino il lago di Varese, dove da più di 10 specie presenti nel 1950 si è passati a sole 3 oggi.
L'inserimento di pesci alloctoni, come i siluri, i gardon e i carassi, ha portato a un vero e proprio disastro ambientale.
Pesci autoctoni, come i persici, le alborelle, le anguille, sono praticamente scomparsi dal lago di Varese a causa di queste specie "aliene", inserite dall’uomo.
Questi pesci locali erano parte fondante dei pescati dei pescatori lacustri, che, con la loro scomparsa, hanno dovuto abbandonare le loro attività.
Gli enti responsabili stanno cercando, tramite gli incubatoi, di salvare dall’estinzione le specie autoctone, ma questi esemplari difficilmente riescono a sopravvivere per molto perché spesso prede delle specie dominanti alloctone o perché non riescono più a nutrirsi condividendo lo stesso habitat di animali piu’ “competitivi”.
Lo stesso problema è presente anche per altri animali locali, come i gamberi di fiume e gli scoiattoli rossi.
Questi ultimi si sono praticamente estinti a causa degli scoiattoli americani che invadono tutti i territori.
Lo stesso sta accadendo ai gamberi di fiume che sono stati spodestati dai cosiddetti “gamberi killer della Louisiana”.
In caso dovessimo riuscire a risanare i nostri bacini lacustri, si potrebbe pensare di rendere per esempio il lago di Varese completamente balneabile?
Secondo Alessandro Pennati è importante che prima di rendere un lago balneabile si facciano degli studi per salvaguardare la sicurezza degli uomini e quella della biodiversità.
Quella del lago di Varese per esempio, nonostante la forte antropizzazione, incredibilmente è rimasta una delle più ricche al mondo.
Non si può pensare di agire solo per noi stessi danneggiando tutto questo.
Forse non tutti sanno che il lago di Varese per esempio conserva specie uniche: la lucertola vivipara (zootaca vivipara) e il coleottero notturno (duvalius ghidinii) originari dell’era glaciale.
Questo rettile è presente nelle paludi di Varese e in Groenlandia.
Il lago di Varese non a caso è considerato dall’UE un SIC (Sito di Interesse Comunitario) e deve essere protetto e tutelato.
Quindi, perché rischiare di perdere questa ricchezza per investire su “progetti turistici” che a Varese difficilmente porterebbero fortuna?
Per Alessandro Pennati infatti “il lago di Varese è una zona stupenda, ma non è certo Porto Cervo”.
Sebbene il lago di Varese sia “una meta importante” a livello paesaggistico e ambientale, non presenta né acque cristalline (le alghe sono infatti diffuse) né spiagge facilmente accessibili che non siano però in zone protette.
Perciò, anche se ci fossero ordinanze per la libera balneazione in futuro, difficilmente si attirerebbe un numero superiore di turisti rispetto ad oggi.
Al contrario si potrebbero solo creare seri problemi alla biodiversità.
Gli “abitanti del lago”, sentendosi minacciati, disturbati o spaventati dai bagnanti, potrebbero lasciare i loro habitat rischiando anche di estinguersi se non trovassero un posto altrettanto adatto.
Secondo Alessandro, al contrario, da oggi in poi è necessario mantenere il lago di Varese così com’è, senza rischiare di snaturare l’ecosistema e la sua ricchissima biodiversità.
E’ fondamentale dunque cercare di proteggerlo e di evitare di commettere nuovi errori che possano danneggiarlo come in passato.
Alessandro Cena.
L’intervista si è svolta il giorno 15/04/2023 presso il Liceo Sereni di Laveno Mombello.