2008
2008
Frustrazione di vita
29/02/08
Vento che gridi madre disperata
la voce che porti alle orecchie
l'ho sofferta come lo scoglio
levigato da lacrime salate
Senza quiete la città che mi é dentro
disordinato turbinio
duole
baccano fra strade notturne
allegre ragazze discinte
ed alticce ombre sopite
pungolano il mio sguardo ferino
nella frustrazione libidinosa
di volontà fallita.
Vorrei risorgere come olocausto
fra la terribile necessità
che impugna la rivoltella
della Moira
e affoga nel mio mare purpureo
vita e morte.
La fisicità del mio giorno
15/04/08
Fisicità doni dimensione amorosa
al crudele sentire
palpeggio con bocca assiderata
la rotonda bianchezza
delle forme tue algide
mentre oscura indefinita
la necessità mi osserva
maligna
Dentro di te la lama
di amore fiele lussuria
affonda
Verde di bile si fa la frattura
nel gelido giorno
Errando per Zurigo
15/04/08
Zurigo comprimi le tue acquee
come anima e corpo
in un caffè rintanato come la volpe
scrutano gli occhi da remote profondità
cerco il calore della tua fredda bellezza
circondato in una giungla umana
perché io ti appartenga
profuso abbraccio materno
come il figlio alla madre
Il Futuro
16/04/08
Un respiro profondo
fra le pinete dell'anima
gioioso é il tuo sorriso
non ti conosco
ancora
nel mio lungo cercare inane
con religioso amore
la tua stella mi guida
senza pronunciarne una sillaba
conosco il tuo nome
nel silenzioso schernirsi del giorno.
La volontà nell'ora pesante del giorno
19/04/08
Vi era una luce pallida
che rischiarava il pallore
del mio sorriso
sorriso che con scherno
parla
di luoghi lontani dispersi
sull'orizzonte del mio tempo
un tempo che parla soffuso
come una luce d'amore
che di costanza brucia
nell'ora pesante del giorno
Lo spastico
19/04/08
Ti contorci come il polpo
per indossare una semplice giacca
fra mille tentacoli impacciato
così di questa vita
nel monotono dipanarsi
si dimena l'anima mia
La negra
19/04/08
Ebanista tornisti le sue forme
nella notte stellata
dell'antico animale umano
Simile alla bestia la tua creatura
desidero sotto le mani del tuo talento
per domare l'anima sua selvaggia
e la lama affondare
su fino al cuore
nell'estasi carnale
del suo tramonto africano
Una nuova casa
26/04/08
É una vita nuova
Giornate di ciel sereno
Scura Albione
Abbarbicate al ricordo
L'ultima canzone
L'acqua che batte alla finestra
Me la lava di dosso
Nell'umidore dell'anima
Diluita
Per te pronunciò parole inaudite.
In treno da Cambridge
02/06/08
Ancora bruci piaga
aperta come come limpido cielo
al tatto dell'acqua marina
immersi nel fondo inauditi
pensieri
Apro gli occhi al paesaggio che scorre
veloce
lontano su rotaie
fendono l'orizzonte
nel profondo la carne
che sa sopravvivere
Una ragazza sul treno
02/06/08
Il mio occhio furtivo é un bandito
e mi incroci lo sguardo
in un attimo
come un innocente
sacrificato al buon gusto.
Passeggio per Oxford Street
21/06/08
Fiume di folla che scorre fra le vie
in una bella giornata
una doccia per prepararsi ad uscire
a scorrere mentre il sapone deterge il corpo
stanco nel frenetico camminare del giorno
sapone che scivola di dosso i tanti pensieri
pesati su cucchiaini di caffè.
Il mio viso pallido allo specchio
apparirà così a frivole ragazze che passano in mostra?
cerco sul giornale rassegne di moda e varietà
ce ne sono poche che bruciano la ricerca degli occhi.
Sono lividi i miei occhi allo specchio
mentre fisso una ragazza addormentata in un caffè
e riposo anche io al suono di musica
osservando autobus rossi
traversare Oxford street.
Forse ho bisogno di un'altra doccia
il sorriso grande di un'onda
che mi affoghi nel gioire di folla.
Mi richiama il canto delle sirene di Ulisse
in passerella discinte in mostra
mentre il sapone lava via l'ultimo pensiero.
Si sveglia la ragazza addormentata nel caffè
per scorgere il mio sguardo furtivo
devono essere stanchi i miei occhi
per il troppo fissare il viso allo specchio.
Quel che resta del giorno
21/06/08
Si prende un pausa nel volo
perché la pioggia dei giorni pesa.
Un po' di riposo per massaggiare
la tumida lingua della pioggia che si ripassa sul mio viso
scodinzolante fra le pozzanghere
in cui si perdono i giorni.
Ormai tutta bagnata
dalla bruma fa capolino
la vergogna che si stiracchia
sulle spalle ricurve
dal sorriso malizioso di una adolescente.
E si rialza in volo
nella speranza di quel che resta del giorno
cerco un paio di occhiali da sole
e nascondo la pioggia che é stata
mentre il piede sbadato
affonda in un'altra pozzanghera
per vergogna di un sorriso
che più non m'appartiene.
La festa
22/06/08
Mente confusa
annebbiata fra ciminiere a due piedi
bipedi fumogeni
stanza affollata fra il profumo di spirito
ma loro preferiscono il nettare del popolo
il fetore del vecchio ubriaco
su di un autobus della linea notturna
il 205 Euston-Paddington
fra le facce stanche della serata conclusa.
Entra per vederli amalgamati
come mi aspettavo il cielo coperto dal fumo
di tanti camini nel freddo d'inverno.
La ragazza spagnola accende un sigaretta
si versa un bicchiere di vino dolce e frizzantino
poi di nuovo un sigaretta
il giocoliere dalle mani occupate sa intrattenere il pubblico astemio
che si spalma il fumo denso
come l'olio d'oliva fra i capelli sudati
Ed allora sorrido anche io
per ingoiare giù fino nelle viscere sotto spirito
il soffio caldo dell'australiano di etnia filippina
designer di sedie e tavolini
chiamato Paolo Fernandes.
Alchimia di un tango
29/06/08
Soffio caldo del respiro sul collo
sento il frusciare del vento
che solleva l'onda che ti abbraccia in un tango.
Vedo uno scoglio sommerso
al ritmo del vento alzati onda.
Si fa caldo il respiro sul collo
canicolare vento gonfi la vela ad oriente
ed é ferma la mia mano sudata
sul timone flessuoso del corpo.
Elain alchimista quieta il metallo
sulla curva lombare si riversa
il caldo sudore di fuoco.
Elain alchimista trasforma l'aria
che accarezza occhi socchiusi in fuoco
e poi di nuovo in acqua.
Elain alchimista tramuta in vita
il caldo soffiare del vento
Osservo l'onda
con fermezza impugnarla alla vita sudata
come assiderata tumida lingua.
Gonfie le vele ad oriente
fuggono lo stridere delle armi
di un dente cariato nel petto
Elain alchimista quieta il metallo.
I pensieri notturni
15/07/08
Tic, tic , tic
cade sulla lingua
che si stira come un lenzuolo essiccato al sole
venticinque gocce di Valium
giù per la gola quieta le viscere
La follia di chi si ubriaca
di pensieri a passeggio
durante uno straordinario notturno
fra i vuoti corridoi
Il tacco della sentinella sul freddo pavimento
opera un paziente agonizzante
scandisce secondi e minuti
Tic, tic, tic
fendenti le lancette recidono
il presente fra l'abbraccio furtivo
di giorni per sempre divisi
Con lo sguardo schizofrenico
di un altro pensiero evaso
fra i corridoi della mente
mi sdraio su di un letto
il tenue ronzio del silenzio
si mischia al brusio della strada
Tic, tic, tic
rantolante mi si rivolta
sulla pastosa lingua
bagnata da gocce di Valium
l'ultimo pensiero del giorno
nella lucida ossessione
dell'irrequieta follia animale
che attende l'alba di un nuovo giorno
Il clochard
23/07/08
Fra lo schiamazzo allegro
della sgualdrina alticcia
il clochard é accartocciato
sull'erba tinta di giallo d'estate
osservando il padiglione stellare
La mano nera é ancora sporca
sangue rosso vermiglio
che cola sulla fronte.
La notte é ubriaca di stelle
per ogni ricordo affogato
nell'alcol che puzza d'etereo
mentre il grido dei tanti gabbiani
si confonde al gemito ansimate
di un orgasmo mercenario.
Pioverà da qualche parte, estate?
perché i miei occhi sono lucidi
dello smeraldo verde
invernale lago alpino
tinto di rosso sulla fronte
macchiata di sangue vermiglio
Si accartoccia su sé stesso
a tenersi la preda fra le mani
dell'anima inquieta
affogata nel puzzo del sudicio abito
Il coito si é consumato
fra il vischioso sudore d'estate
carne che trasuda dolore
della lama che affondi nelle viscere.
Ed un altro ricordo é passato
con la piccola morte é sepolto
nelle lacrime di verde smeraldo
Lavano la lama tinta
del sangue della preda
accartocciata fra le mani
nel sudicio corpo é annegata.
Il gemito della sgualdrina
si consuma in dolore
lama affondi nel corpo bagnato
che trasuda l'anima ai santi
mentre una fila di macchine
vogliosa di piacere
aspetta il proprio turno.
Il diciannove luglio (1992-2008)
27/07/08
Lo spettacolo é finito
i suonatori se ne vanno
rigonfia di tritolo
con un tonfo la terra trema
come amante tradita da coito mercenario
Esplode una festa a maggio ed a luglio
dello stato che si libera
della giustizia e coscienza
Luglio dei mesi il più crudele
bruci fiamma pirica d'abbandono
L'orfano si risveglia nel letto del fratello
genitori affaristi li abbandonarono
nel silenzio annega la voce del ricordo
Ascolto la televendita
di un giornale canoro
amo le cantanti belle e scosciate
la pupa degli italiani rovista
nel malloppo EUR 25,000
Ho bisogno di dolci melodie
una macchina nuova
ne é esplosa una che vale poco
abbandonata all'alba
quando il sole si struscia gli occhi pigri
per guardare un momento altrove
Voglio il telecomando per cambiare
la libera informazione di fatti
all'ombra di una figura statuaria
in doppio tacco e petto
é il mio sogno americano
Del programma d'informazione
mi piace il cabaret
sostenuto da giornalismo serio
nel quale miscelare
scollature e pettegolezzi
EUR 25,000 per cambiare macchina
un bidone ingolfato il 19 luglio rottamato
Lontano gli orfanelli si stringono al padre che li ama
compiaciuto un politico ricorda
con il pelo nero sul cuore
lacrime e doppi festeggiamenti
Lo spettacolo é finito
i suonatori se ne vanno
A tarda ora
29/07/08
L'acqua che scorre nelle tubature
una porta che sbatte
lo scorrere delle macchine per strada
sono i rumori della notte sola
spettatrice a distanza
dagli occhi gonfi.
É a tutto volume la musica
che ascolta il portiere rumeno
e l'acqua scorre veloce nelle tubature
come sangue di anima inquieta
non ha pace sempre é sveglia
Quando l'ora é tarda
il sudicio ubriacone si quieta
con il lungo sorso avido
per stordire con il puzzo dell'alcol
mente imbizzarrita da frustrazione.
É alta la musica
la testa rimbomba fra il rumore
delle macchine
scorre veloce il sangue
nella notte estiva
il corpo é sudato
Novanta giorni ad autunno
per scivolare giù come una foglia
lungo strade di bruma
l'acqua continuerà a scorrere
in tubature arrugginite
mentre il vecchio alcolizzato
nel freddo d'inverno che avanza
saprà spegnersi
con un sorriso finalmente.
Crudele inanità di vita
03/08/08
Stanza illuminata fioca luce di lampada
percorro passi su una guida rossa
Pronipote di Geronimo
l'indiano tiene gli occhi chiusi
esala fumo della lunga pipa
dalle prominenti narici
del suo lungo naso aquilino.
Nella stanza attigua -il giardino delle torture
statuaria ragazza cinese
che conta le frustrate sulla schiena
della sua gaudente vittima.
Volto incappucciato al suolo
sotto una pesante zeppa
di una figura inanimata
Il ghigno di sofferenza crudele
del lacchè in abito scuro
mi arresta ammutolito
un urlo di dolore
dal giardino delle torture
Vi sarà tempo
almeno per visitarne una stanza?
Interrotti in dubbi elettrizzanti
ci fanno accomodare
Il pellerossa Geronimo IV
apre gli occhi rossi che mi fissano
nel silenzio di sfinge.
Con un inchino il lacchè é fra noi
pronto a condurre il 205
direzione Paddington
fra gaudenti urla di sofferenza
passeranno 10 ore prima che ci guidi
all'isola notturna.
Fumammo la pipa fra il fumo nero
morbido come la polvere
sul quale reclinare visi pruriginosi.
Si fecero profezie
preannunciando poco fortuna
il polso piegato mostrava
le pieghe di piaghe a venire
Sul discinto corpo procubo
si improvvisò l'eretica messa
inginocchiati di fronte all'idolo pagano
torturammo la carne
fra un singhiozzo ed un altro
carne mortificata dal peccato d'Adamo.
Come aquilone al vento di buriana
i petti concedemmo a grossi uncini
elevati su folla spettatrice
che beve dal calice
del nostro denso sangue.
É una terribile notte d'estate
alla quale si concede la crudele inanità delle vita.
Libertà!
7/12/08
Libertà chiamo crudeltà
feroce convulso fremere
sempre si prova.
Con uno sguardo le sorrido
e non provo più nulla.
Distaccato, finalmente unito:
sono libero.
Fuso il metallo esperisce altra forma
nell'alchimia del divenire
libero.
Il 2008
31/12/08
Sei arrivato in silenzio
mentre a Sperlonga
con chi già ti ha dimenticato
osservavo le onde che avanzano del mare
silenziose.
Ma vi fu poi tanto rumore
come l'ultimo tuono di Zeus
che se ne andò a primavera.
Mentre l'acqua marina
bagna la sabbia fine
le lacrime ti scorsero sul viso
mio carissimo Amico
fra corone di fiori
come chi é passato
seppero appassire.
E vi fu altro
perché la vita é un gioco d'azzardo
e lasciai tutto insieme a lei.
Un giocatore di dadi cinese
mi ricambiò con un sorriso
ma io versai una nuova lacrima.
Vi é tanto rumore
é il razzo che viaggia a nord est
e le bombe che devastano Gaza
vi é il rumore delle vite che rotolano
dadi in un gioco di morte
Sei arrivato in punta di piedi
sulla coste sabbiose di Sperlonga
ma c'é tanto rumore
in questo ultimo giorno dell'anno.