2003

2003

L'immensa prigionia

5/01/03

Fra crimini ed atrocità di vita

e fra la mefitica putredine

dove sprofonda il debole ginocchio

vi è il ladro, stupratore ed assassino

rinchiusi fra sbarre di espiazione.

Vi è prigionia senza chiave e lucchetto

nella quale immensamente paghiamo:

so che si chiama lo spazio ed il tempo.

Un po' di pace

18/01/03

La luce soffusa del lampione

flebile si spinge fra le vie

buie e gli angoli nascosti

e lì un gemito ansimante

di una gioiosa sgualdrina

si mescola impudente

al silenzio tombale

della mia anima corrosa

di già tante fatiche

come Sisifo fallite.

La luce soffusa del lampione

flebile mi rischiara il viso

ma fra queste scure vie

il mio sguardo è un bandito

che ruba gli orgasmi precoci

di questi amori da clorosi:

donne con caviglie da stivaletto

con occhi luccicanti come vetro

La luce soffusa del lampione

scorge la mia sola ombra

e quei cento passi veloci

che arrancano a fatica

come il badile sulla zolla

a scavare una profonda buca

per quel funerale convenuto

dove piano incappa questa vita

Lei

10/02/03

Tu sei il mio veleno

la redenzione

tu sei il tramonto del mio

giorno

tu sei la madre

la sposa e la figlia

l'amante delle notti di

Sodoma

tutta vestita di bianco

il bianco candore della

pelle tua avorio

spalmata di unguenti

profumata di

baci di rose

tu sei nuda

come la crudeltà

che spinge il tuo

capriccio

mia vergine sorella

al sacro incesto

sull'altare del Salvatore

nostro

Gesù Cristo.

A te, così gaia

18/02/03

Dalla mia fredda tana

marchiata di sozzura

dove la mosca rumoreggia

scorgo la tua gaiezza

il sorriso leggero

delle tumide labbra

si apre come la sorgente

di quella distante ed eterna

felicità che ci divide

e mentre io t'osservo

il passo deciso ed altero

e la carne marmorea

e lo sguardo di sfinge

si miscelano alle mie illusioni

ai miei amori ed odi profane

come il veleno della vecchia strega

che qui m'imprigiona lontano da te

Il tuo sorriso è il sole

che scalda i tuoi gelidi occhi

brillanti di un cielo stellato

nella notte di ogni miseria

Ed allora io

fanciulla che sei così gaia

ti amo e t'odio come

un vile come il pazzo

Ed allora io

durante i tuoi sonni

quando giaci distesa

e le fresche lenzuola

di seta e di pizzo

ricoprono il corpo discinto

ed il tuo seno tornito

è pieno della tua gaiezza

come le vele del caduco vento

vorrei arrampicarmi al tuo balcone

nella notte gelida

che pure ti risparmia

nel tuo sonno felice

per venire su quel tuo

letto di sapori e profumi

troppo lontani da me

per squarciare la carne

la carne tua tenera

e con la lama fin su

nel tuo ventre affondare

il veleno di fiele

d'amore e di lussuria.

Il figlio dell'impossibilità

13/03/03

Quando il sole sparisce all'orizzonte

e le frasche e le fronde risuonano

come strumenti del vento suadente

Io sono chino sui tanti pensieri

come un'onda che si raggomitola

in un letto di mare e frustrazione

Fu la vecchia strega e il suo veleno

a soffocare la fiamma solare

che muove il mio cielo, le chiare stelle

la vita ed il divino amore?

Fu il bel pargolo divino

a cantarmi la tua canzone

fata d'impossibilità

fiele di crudeltà?

Io non lo so

Io non so chi fu a donarmi il genio

che da un'antica lampada perduta

come l'eco d'anni a venire

ripete suadente ed accorto

che a te l'anima mi sia venduta.

Risveglio

16/03/03

Una brezza marina

mi pettina l'anima

di lupo selvatico

Una brezza marina

carezza il pelo fulvo

dardeggiato di sole

Una brezza marina

si fonde al respiro

di delizia feroce

Quando mi si risveglia

la mia carne cupida

fra le note sopite

di amori rapiti

Così stendo il pensiero

che scolora la tela

del cielo madreperla

alla sete marina

Paura

7/04/03

La pioggia di ieri ci ha scrosciato

Di dosso uno sguardo impallidito

Dalle nostre buone azioni mendaci

In questo giorno di sole fa freddo

E’ l’umidore della mia anima

Nel suo rimpasto della madre terra

Saprà l’amore donarci calore?

In un freddoloso teatro vacuo

Paura ci improvvisò burattini.

Ali di speranze

9/04/03

In un lago turchese

Mi si e’ affondata

La torcia dell’anima

In un lago turchese

Mi si e’ affogato

Un grido di dolore

In un lago turchese

Ho deterso lo sguardo

Dai miei vili pensieri

Ed in questo lago di

Mia beatitudine

Mi si e’ lacerato lo

Sguardo mio di lacrime

Nuda ho strofinato

La pietra di speranza

Spaccata nel di dentro

Nera di cupidigia

Che mi si e’ persa fra le

Voragini del cuore

Come per desiderio

Dell’antica lampada

Imbrogliata in un lago

Turchese agli sguardi

Come ceruleo cielo

Al corpo dell’anima.

Il viaggio turco

4/8/03

Deserto che mi cresce

di dentro al mio sorriso

fra il volteggio di parole

fra il soffocante turbinio

nella terra soffocata delle mie

viscere

Il viaggio mi ha levigato

nella sabbiatrice del tempo

ogni alacre passione

In un purgatorio di marmo

ho disteso il mio corpo

agonizzante

alla mercé del demiurgo turco

perché desse forma al canto

del mio lamento che si stende

dal minareto dell’anima

in un pallido deserto che schiude

una fine che s’accende di luce.