2002
2002
Loquace silenzio
9/04/02
Silenzio che ci divide,
come nel giorno in cui la parola
fallì ogni sua intenzione:
suono sempiterno
che vuoto riempie ogni mio vuoto,
sfacciato più di un gesto,
loquace più di un suono.
Pazzia
9/7/02
Pazzia,
che ci vuole per lanciarsi nei cieli infiniti
come foglia leggiadra adagiarsi
Pazzia
che ci vuole per tuffarsi negli abissi profondi
come fine sabbia disfarsi
Pazzia
Che ci vuole per sfrecciare spediti
Come proiettile catapultarsi
Pazzia
Che ci vuole per danzare con il fuoco
Ed agli dei librarsi
Perché per tutto il resto ci vuole poco
Mostruosa assurda ragione
7/8/02
L'unghia affilata
Recide il (mio) viso più bello,
ahi mostruosa assurda ragione,
nell'attimo di un sole trafitto,
fra l'immite abbraccio dell'anima discinta
a rincuorare l'onanistica coscienza:
Vitreo fiotto purpureo.
Pioggerellina mattutina
12/10/02
C'era una pioggia delicata
che cingeva l'occhio languido del cielo
questa mattina:
una pioggia delicata mi ha
accarezzato il
cuore fiorito di rosso di fiamma
una fiamma di rosso fiorita
che brucia l'anima inquieta
una fiamma che fuor di vena spicca
come la vita l'assale:
l'anima mia inquieta brucia,
sotto l'occhio languido del cielo
quando l'accarezza
di profuso abbraccio materno
una pioggia delicata,
ma vana.
Una nebbia di verità (oppure: La nebbia)
17/11/02
La nebbia di ieri è scomparsa
quella, in me, ha lasciato la bruma
che offusca il significato
di questa farsa
mondana
Quella bruma ha lasciato in me
una languida pennellata
di scialbo colore purpureo
come il sangue flebile
come la vita su di un piatto
piano
Quella languida pennellata
mi tinge lo sguardo di rosso
scolorito sugli occhi smaltati
di verde
Questi occhi smaltati di verde
si posarono su di un piatto
come Tantalo sulle sue pietanze
La nebbia di ieri è scomparsa
per mostrarci la verità
di questa più silente farsa.
La partenza
8/12/02
Bianca è la neve candida,
è candida questa neve cristallina
che mi ha gelato il cuore
all'alba, al mio risveglio di mattina
quando il vento tagliente
mi ha inciso un nome straniero
nell'anima trasudata da mille
sguardi indifferenti.
E ora salutiamoci
come un laconico vento,
come un sole ammiccante
fra la pioggia fendente
per nuovi orizzonti
per terre lontane
Devo o non devo?
senza più uno sguardo terreno
volgo a te, Desiderio,
che tagli il mare nero,
la vela, vessillo straniero,
d'ogni mio meraviglioso pensiero.
Le parole
26/12/02
Cos'altro c'è ancora da dire
in un lamento di parole
si è annegata la mia
anima
con uno sguardo ci siam detti
tutto
oggi la parola ha fallito
ancora
Verità di progresso
26/12/02
Si è recisa la pupilla della notte
calata su di un mare aperto
sanguinante come un paziente
anestetizzato
fonda si è fatta la frattura
nella notte di questi tempi