Italia a teatro

UNA ESPRESSIONE GEOGRAFICA

da:http://www.obolon.it/in-scena.php?idsc=11&pg=scena

Torino, sera del 17 marzo 1861. Si è da poco conclusa la seduta del Parlamento che ha appena proclamato la nascita del Regno d’Italia. Un anonimo deputato è seduto sul letto della sua stanza d’albergo. La potenza delle emozioni che hanno accompagnato quella storica giornata non gli lascia prendere sonno. Nella sua mente si affollano fatti e persone, molte delle quali non ci sono più, che con lui hanno a lungo lottato perché si giungesse a fare dell’Italia una nazione: siciliani, piemontesi, napoletani, milanesi, romani che hanno combattuto a Milano nel corso delle cinque giornate, a Roma in difesa della Repubblica romana, a Palermo nell’impresa dei Mille.

Parte da qui, come un flashback cinematografico, uno spettacolo teatrale che, nella narrazione e interpretazione serrata di sei attori, con il contributo di filmati e musiche d’epoca, ripercorre alcuni dei momenti salienti della lunga e sanguinosa lotta per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia. Nel momento del successo per l’obiettivo raggiunto, si rivivono le brucianti sconfitte; i vivi ricordano i morti; l’Italia finalmente unita è raccontata da milanesi che hanno combattuto per la libertà della Sicilia e da napoletani che si sono sacrificati per Venezia.

Con un linguaggio che evita volutamente ogni caduta retorica e un ritmo serrato dal montaggio rapido, lo spettacolo offre notevoli spunti di riflessione su ideologie e personalità, su eventi e passioni private che spesso restano soltanto sullo sfondo dei programmi scolastici relativi al Risorgimento e al processo di unificazione italiana.

Personaggi famosi come Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II di Savoia, Giuseppe Mazzini, Pio IX e personalità meno note come Cristina di Belgioso, Terenzio Mamiani, la Contessa di Castiglione, vengono presentati attraverso lettere e diari privati che tolgono loro l’aspetto polveroso di monumenti del passato per restituirli alla loro realtà di uomini e donne, spesso giovanissimi, con le passioni e i progetti a cui sacrificarono un’intera esistenza.

Personaggi ed eventi ruotano attorno alle appassionanti vicende della Repubblica romana (il fremito liberale successivo all’elezione pontificia di Pio IX, la partecipazione entusiasta alla prima guerra d’Indipendenza, l’assassinio di Pellegrino Rossi, la fuga del Papa, la nascita della Repubblica, il fervore della sua costituzione, il tradimento francese, la sua tragica fine); la Repubblica che, nonostante la sua breve durata, seppe presentarsi al mondo intero nella sua straordinaria modernità, anticipatrice di conquiste che, con notevole difficoltà, si diffonderanno soltanto nel Novecento: il diritto di voto alle donne, l’abolizione della pena di morte, la libertà di culto…

Lettere private e proclami politici, pagine di diario e trattati diplomatici vengono utilizzati dallo spettacolo teatrale per costruire un racconto avvincente che ha la vivida presenza del fatto storico e il fascino della narrazione. Agli studenti è offerta la possibilità di entrare in un percorso di ricerca storica con l’empatia che possono produrre racconti di ambientazione contemporanea.

Il titolo dello spettacolo fa, ovviamente, riferimento a quanto disse il Cancelliere austriaco, conte von Metternich, in una nota al conte Dietrichstein: "La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle." Questa espressione intende essere una provocazione per l’oggi, se, cioè, dopo centocinquant’anni di unità italiana, dopo tanti morti e tanti sacrifici per cancellare l’arrogante frase di Metternich, si debba o meno convenire con il Cancelliere austriaco.

In occasione dei 150 anni dell’Unita d’Italia, la nostra prof ci ha invitati a partecipare a una giornata all’insegna della memoria storica, e del teatro per noi ragazzi, incontrando la poesia risorgimentale di Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, Goffredo Mameli. 

Un viaggio nella storia per ricordare i protagonisti del risorgimento italiano da Mazzini e Carlo Pisacane, dai fratelli Bandiera a Giuseppe Garibaldi, da Camillo Benso conte di Cavour e Vittorio Emanuele II. L’iniziativa si è svolta la scorsa settimana presso il Multisala Fornaci

Sicuramente a tutti è parsa un po’ come una semplice  lezione di storia, poiché gli attori non recitavano molto, anzi erano proprio paragonabile a dei professori che spiegavamo un capitolo di storia intervallato da piccole scene recitate e video-clip. Se devo dire la verità mi aspettavo più personaggi, una partecipazione maggiore di noi ragazzi, e in più, attraverso il lavoro dei professionisti, uno stimolo maggiore a farci amare il nostro paese con scene più eroiche ed emozionanti, distinguendo il teatro per ragazzi dal teatro per adulti, quindi con nuovi linguaggi  al servizio della nostra immaginazione. Infatti se devo paragonarlo con altri spettacoli che ho visto sicuramente non si troverà al primo posto come “La Bella e la Bestia” che per me è stato come vedere un film, e non di essere stata ad una rappresentazione teatrale con personaggi veri. C’era una splendida musica, un’orchestra dal vivo, tutti gli  interpreti dei vari personaggi erano eccezionali, mi ha lasciato senza parole e con splendide emozioni; spero di poter assistere ad un teatro sull’unità d’Italia meraviglioso come quello della “Bella e la Bestia”!.

Francesca Alviani

“ L’ UNITA D' ITALIA”, questo è stato l’ argomento dello spettacolo che noi terze medie abbiamo visto al cinema.

Questo spettacolo è stato rappresentato proprio per raccontare a noi, che ancora non conosciamo bene la storia del nostro paese, solo relegata in quelle poche pagine di libro, le varie tappe, dal congresso di Vienna al 17 marzo del 1861, quando l’ Italia diventa unita.

Infatti proprio quest’ anno si sono celebrati i 150 anni dell’ Unità d’ Italia.

Dopo esserci documentati  con i nostri professori e dopo aver visitato a Torino e Venaria la reggia dei Savoia, tra cui EmanueleII primo re d’ Italia,  siamo andati a vedere questo spettacolo.

Me lo aspettavo un po’ diverso, perché  non è stata solo una rappresentazione, ma un vero e proprio riassunto dettagliato degli avvenimenti Italiani e addirittura Europei; lotte, le situazioni politiche e tutto ciò che caratterizzò quell’ epoca.

Gli attori erano quattro e ogni volta si alternavano nel racconto delle date e degli eventi: sono stati molto bravi nel ricordare tutto!!

Per ogni avvenimento dell’ epoca  hanno fatto vedere un’ opera lirica o spezzono di film, oppure con la solita aria malinconica hanno letto poesie, come quelle di Manzoni, o hanno citato parole di personaggi noti del tempo, uno dei quali Garibaldi.

In alcuni momenti i quattro hanno recitato delle scene e ogni volta si scambiavano i ruoli: una volta uno era Emanuele II, l’ altro Cavour, Mazzini e viceversa, imitando le gesta, i pensieri e anche qualche uccisione.

Sono stati bravi, ma ci sono state delle cose che non mi sono piaciute come quando due di loro recitavano non usando espressività ma la malinconia, rendendo lo spettacolo ancora più noioso!

Non gli ho mai visto un sorriso, anche quando parlavano normalmente senza recitare, con la sensazione che volessero imitare gli attori tragici.

È stato interessante perché ho potuto approfondire alcuni aspetti che non conoscevo bene come la rivoluzione del ’48, anche se , a dir la verità, dopo un po’ ho perso il filo. 

Troppe cose, la mia testa non riusciva più ad immagazzinare tutte quelle date ed eventi, proprio come se fosse andato in black –out .

Forse la causa è stata il modo uniforme con cui è stato costruito lo spettacolo, ricco di date una dietro l’ altra, privo di suspence e azione.

Questa mancanza lo ha reso, per noi ragazzini di seconda e terza media un po’ noioso, senza catturare più di tanto la nostra attenzione.

Posso capire che sia molto difficile raccontare, recitando, la entusiasmante storia della nostra nazione!

Quindi posso dire che nonostante i vari difetti, con questo spettacolo sono riuscita a scoprire ed approfondire tante cose sul paese in cui vivo.

 Alessandra Plocco 

Si comunica che il giorno 25 marzo 2011 le classi seconde e terze della scuola media Aldo Moro parteciperanno allo spettacolo sull’Unità d’Italia.

Diceva proprio così l’avviso che ci comunicava il luogo e la data dello spettacolo in teatro per tutti noi ragazzi. 

E così è stato… Venerdì  25 marzo, dopo la prima ora, siamo stati chiamati per salire velocemente in pullman e dirigerci verso il cinema Fornaci dove ci aspettavano anche altri studenti del liceo. Lo spettacolo è iniziato dopo un po’ del nostro arrivo in sala e con una breve presentazione da parte di uno dei quattro attori. Ecco, gli attori… Bravissimi senza alcun dubbio, forse però leggermente noiosi e monotoni considerando che avrebbero dovuto intrattenerci per un bel po’ di tempo. È pur vero che ogni scena era interrotta da un breve spezzone di film o pera famosa riguardanti il tema trattato, ma credo che ci sarebbero voluti un po’ di adrenalina e vivacità in più, tanto per attirare la nostra attenzione e coinvolgerci maggiormente. C’era, poi, un attore che mi ha colpita particolarmente sia per la sua interpretazione che per il suo modo di esporre sulla scena. Anche il suo “look”, a mio avviso, era il più somigliante all’aspetto degli uomini nel 1800: capello brizzolato, postura diritta e rigida, pizzetto ed abbigliamento di classe. A proposito di abbigliamento, voglio precisare che i costumi degli attori erano davvero belli, soprattutto l’abito lungo e decorato dell’unica attrice del cast.

Degli attori ho comunque apprezzato la loro impresa nell’intrattenere un pubblico di scalmanati come noi e li ho apprezzati per il talento che hanno dimostrato nel raccontare in poco più di due ore la storia del nostro paese perché, come alcuni hanno detto, è come se si fosse trattato di una lezione di storia fuori del comune. Inoltre, mi è piaciuta la scenografia, seppur semplice, composta da un tavolo coperto da una sorta di lunga tovaglia di tessuto pesante e ricamato su cui erano appoggiati un’antica lampada, dei libri, un pugnale ed altri oggetti importanti per lo spettacolo. A pochi metri dal tavolo e dalla sua imponente sedia c’era una piccola panca di legno sulla quale, di tanto in tanto, gli attori si sedevano. Anche le luci sono state importanti però, delle volte, ho avuto come l’impressione che essendo troppo forti dessero fastidio agli artisti.

In conclusione, mi sarei aspettata di più per quanto riguarda l’esibizione e l’atteggiamento degli attori ma, dopotutto, un po’ di storia, cultura e di ripasso in vista degli esami non fanno mai male!

Elena Capuani