Parlavo
di cinesi, e mi è venuto in mente il Far West. Si, proprio quello con i
Saloon, le case di legno poco rassicuranti, le strade sterrate e gli
sguardi obliqui che ti seguono sotto i cappelli senza muoversi..
Il mio Far West si chiama Locke. Locke
è un villaggio fuori dal tempo, rimasto indietro di un secolo ma senza
dare troppo l'aria di un villaggio fantasma, anzi... i suoi abitanti
sono ben 80 (!), e qualcuno di loro l'ho conosciuto in una giornata
capitata non per caso, ma anzi perchè sono andato proprio a cercarmela,
e non è stato nemmeno facile.
Scendendo
da Sacramento, in una zona dove per un turista normale non c'è
assolutamente nulla da vedere, bisogna percorrere circa 55 km a sud
(guarda caso, quanti ne faccio per
andare al lavoro...) sulla strada che porta poi a Stockton, Modesto,
Fresno e Bakersfield (nomi noti solo ai cultori del genere western,
country e bluegrass, immagino), ed arrivati con qualche difficoltà a
Walnut Grove (nome da Twin Peaks!) si cerca di entrare a Locke, nel senso che prima bisogna capire cos'è.
Questo
è il cartello che ti accoglie, ma poi nessuna casa lo segue, finchè
dopo poco arriva già il cartello del paese successivo. Un buon inizio,
direi...
Torni
indietro, e dopo un paio di ripetizioni della stessa strada, pensando
che ci deve essere qualcosa che sfugge, se per intuito ci si incammina
nel sentiero di sinistra, dal fondo del quale almeno una casa si vede,
ecco apparire il villaggio di Locke: una strada, anzi La strada, e due file di case di legno rimaste in piedi quale più, quale meno... questa un po' meno:
Ed il Saloon. Prima di entrare nel Saloon, spiego perchè ho ricordato Locke attraverso i cinesi. Nel
1915, in seguito ad un incendio, la popolazione cinese di Walnut Grove
decise di costruirsi un villaggio per conto suo, dando vita a Locke,
che infatti ancora oggi risulta iscritta nel registro dei siti storici
nazionali della Sacramento County Historical Society, con la precisa motivazione di "essere l'unica città in America costruita esclusivamente dai cinesi per i cinesi" (che dire...).
Ed
è infatti un Far West molto poco west, questo nel quale si entra
trovando da subito la traduzione cinese su ogni cartello o insegna,
come questi: Negli
anni '40 Locke ha avuto fino a 600 abitanti, ristoranti, un mercato del
pesce, una sala giochi e perfino un teatro; oggi di abitanti ne sono
rimasti appunto in 80, di cui 10 cinesi. Ed un Saloon. Confesso che avevo programmato un intero itinerario allo scopo di riuscire ad entrare in quel Saloon. Eccolo:
Western
o cinoamericano, tutto è come dovrebbe essere un luogo sospeso fra i
secoli, con le corna dell'alce alle pareti ma anche un cellulare che
squilla... mi sono seduto al bancone ed ho preso una eccellente
bistecca del Nevada, accompagnata da patate al forno e una pinta di
Coors (e cos'altro, se no?), ho parlato col Capo che aveva anche una
bandiera italiana nel perfetto arredamento che altrove si definirebbe
kitch (e dappertutto lo sarebbe, ma non qui...), ed ho conosciuto
George e Linda (lo giuro, non era un telefilm), che mi hanno...
costretto (per cortesia di ospite) ad assaggiare la loro specialità:
peperoncino messicano sott'olio cosparso di burro di arachidi...
(Giuro. E questo non fatemelo commentare, aiutatemi piuttosto a
dimenticare).
E c'erano centinaia di banconote stranamente fissate sul soffitto, che poi ho scoperto esservi
arrivate con dei proiettili particolari che sparavano dalle loro Colt,
al volo mentre le lanciavano... una simpatica amenità dalla quale si
può ricavare anche l'atmosfera di un sabato sera a Locke. Io ne sono rimasto estasiato.
Il mio
Far West è quello, è l'idea che il passato si possa calpestare come
quando si cammina nell'Ara Pacis Augustae, ma in più potendo anche
parlare con i suoi sacerdoti.
Soprattutto se questi, per conto loro, hanno ancora conservato lo charme dell'autenticità.