Uhm... sembra che delle due
l'una: o non godo di un pubblico interessato all'enigmistica, oppure
anche il crittogramma era un po' complicato... continuando a sperare
almeno nel desiderio di essere premiati, intanto inauguro un'altra
letteratura, come direbbe qualcuno: potremmo immaginare di riunire la
superficiale fruibilità di questi tempi con qualche minima esigenza di
conoscenza di cose che stanno alla base della nostra civiltà?
Questa
è stata non la domanda alla quale mi sono risposto, ma la conseguenza
della risposta che mi sono dato senza sapere quale fosse la domanda...
rendo la cosa più semplice, e parto direttamente con la sceneggiatura
della soap-opera dal titolo "Un posto al sole per il Santo Graal".
Quando
il terzo giorno, anzi la notte prima, Gesù doveva resuscitare, ed era,
come dire, un'aspettativa su cui faceva affidamento un bel po' di
gente, c'era un bel casino in giro: sapete com'è in questi casi di
deicidi, gli ebrei stavano belli presi dalla convinzione di aver
eliminato un avversario pericoloso, senza magari capire che in realtà
quello forse era proprio Lui, Colui che aspettavano... i romani invece
dall'aver fatto giustizia di qualcosa, anche se non avevano ben capito
di cosa, ed i protocristiani divisi fra la fede nella Profezia, ed una
comprensibile disperazione assolutamente umana...
Ma quella notte, un certo Giuseppe di Arimatea, in pratica un Masto degli
ebrei che non era d'accordo con la condanna di Gesù Cristo, e che anzi
era anche parecchio cristiano ma solo di nascosto, si avvicinò alla
tomba di Gesù per prelevarne il sangue in una coppa. Ma là fuori,
guarda tu la combinazione, stava una guadia romana, che forse si
chiamava tipo Marco Spurra, legionario della XX, che cercò di fermarlo,
e visto che c'era, pure di capire che ci faceva uno importante come
Giovanni in quella tomba a quell'ora di notte, così alla fine non solo
lo assecondò, forse prendendolo anche un po' per un mezzo fanatico, ma
gli suggerì anche un modo per rifugiarsi in una terra in cui non poteva
essere inseguito da ebrei, cosa che sembrava una vera fissazione di
Giovanni, e lo mandò da suo cugino al porto per imbarcarsi,
destinazione Britannia.
Giovanni ringraziò, gli fece pure una specie
di veggenza, della serie che prima o poi si sarebbero rivisti, e se ne
andò dove ora c'è l'Inghilterra, che all'epoca era stata da poco
conquistata dai romani.
In effetti, di ebrei manco l'ombra.
Una
volta lì, 'sto Graal per diverse generazioni creò una serie di casini
non indifferenti, passando di mano in mano soprattutto fra i
discendenti indovinate di chi? Ma nientedimeno che della famiglia di
Marco
Spurra, il guardiano che guarda caso, nel frattempo si era casualmente
incontrato con qualcuno della famiglia di Giovanni. Poi dice, a volte,
la vita, il caso...
E così, di cugino in cugino, arriviamo ad un
villaggio dove un certo Lucio Artorio, una specie di romano ma non
proprio romano de Roma, uno mezzo inglese, dopo aver liberato dai
sassoni un villaggio dove si ingrippa della figlia del Capo, tale
Ginevra, trova girando per le campagne la famosa spada nella roccia, la
piglia e diventa il Capo di tutta la Britannia. Roba che adesso ci
vogliono tipo 30 milioni di voti.
Ginevra (che poi significa fantasma bianco, Gwen Gwifan,
per dire che non era proprio una che ti stendeva con la sua
passione...) se lo sposa, chiaramente, e ci sta assieme finchè non
perde la testa per uno dei cavalieri di cui Artù si circondava, tale
Lancillotto, col quale fuggì e quasi consumò, salvo scoprire giusto in
tempo che in realtà quello era nientedimeno che suo fratello... e
quindi ovviamente tornò dal Capo.
Tutto questo avveniva sotto lo
sguardo vigile ed i consigli di un certo Merlino, che mi pare fosse
anche lui un cugino di quello che stava a guardia della tomba di Gesù;
chissà poi che ci faceva in Britannia... ah si, se vi ricordate, quello
anche il cugino della guardia stava già là... bene, dunque 'sto
Merlino, che doveva essere un po' anche un mezzo jettatore, diede il
compito a tutti i cavalieri seduti ad una tavola rotonda che si
illuminava da sola e al buio sembrava anche un po' allucinogena, di
ritrovare il Graal, la coppa che conteneva il sangue di Cristo che
qualche discendente di Giuseppe di Arimatea si era perso chissà come.
Insomma,
un bel casino: secoli di generazioni di cavalieri che si scontravano
con i sassoni, con le popolazioni dei boschi, con le forze dl male che
giustamente volevano anche loro ritrovare il Graal (o se no che ci
stavano a fare, anche da un punto di vista sindacale magari dovevano
giustificare la lorpo presenza)...
Mo' non mi ricordo bene come
finisce, 'sta storia... ci hanno messo in mezzo troppe cose, i Catari,
Saint Sulpice, Rennes-le-Chateau, i nazisti, perfino Indiana Jones...
ma sapete che vi dico? Quasi quasi bisognerebbe scriverci su un
libro... mi pare una storia che acchiappa...
graal
Un posto al sole per il Santo Graal