Elegia aglianica

 

 

Oggi non posso farne a meno, devo parlare di un funerale.

Il problema è che non so esattamente di chi o di cosa, forse di tante persone e di tanti buoni propositi; l’unica certezza che ho è che ci sono molte più persone nella bara di quante siano a seguirne il corteo. Cominciamo dalla Notizia.

Leggendo una nota della Pro-Loco di Taurasi (Av) di pochi giorni fa, apprendo che la XI Fiera Enologica, che si sarebbe dovuta svolgere dal 12 al 16 agosto 2009, “è stata annullata a seguito delle limitazioni della legge 7/7/2009 n. 88”.

È un lutto, e dirò il perché. Ma resta anche da vedere per chi, ed anche chi e cosa bisogna piangere.
Comincerei leggendo quella che sembra la causa funesta, ovvero l’art. 23 della Legge n. 88/2009, che trovate qui.

Cerchiamo di tradurre il linguaggio tecnico: è una legge che ha lo scopo di recepire una legge comunitaria del 2008 con lo scopo di combattere le attività abusive legate alla somministrazione di alcolici, e fin qui sembrerebbe tutto normale.

Il problema è che come accade spesso, purtroppo, gli estensori di questo testo hanno forse pensato più all’effetto che doveva avere la trasmissione del concetto, piuttosto che la sua effettiva concretizzazione, che infatti dovrebbe essere legittimamente la seguente: dal 29 luglio scorso, è vietato vendere o somministrare alcolici su spazi o aree pubblici diversi dalle pertinenze dei ristoranti e dei bar. Punto.
Insomma, come spiega la stessa Confesercenti, “la vendita di una lattina di birra nel box alimentari di un mercato rionale costerà all’operatore una sanzione di 4.000 €; la vendita di bottiglie di vino, in una mercato locale o in una sagra in cui si commercializzano prodotti tipici, sarà punita con la stessa pena. Per la vendita di alcolici oltre le ore 24, la sanzione prevista va addirittura dai 5.000 ai 30.000 €. L’unica, immediata, soluzione, nell’attesa che il governo intervenga con chiarezza, è che le amministrazioni comunali facciano ordinanze ad hoc che tutelino tutte le diverse forme di attività interessate da questa norma”.

Esiste inoltre una circolare esplicativa del Ministero dello Sviluppo economico che ha spiegato come sia nei poteri del Sindaco la facoltà di deroga alla stessa Legge, assumendosi la responsabilità di assicurare in ogni caso lo svolgimento della manifestazione.

Mi permetto di ricordare a me stesso, tuttavia, che oltre a non essere molto elegante lasciare così spesso soli i Sindaci, un parere ministeriale, messo di fronte ad una norma così chiara, risolve davvero poco, così come non mi sembra edificante dire che si può chiudere un occhio sulla vendita di alcolici proprio in una fiera enologica creata allo scopo preciso di vendere del vino...

Primo risultato ovvio, nel Paese che siamo delle feste e delle sagre estive: sono tutte illegali.
Poiché, tuttavia, non era questo che voleva l’incauto e quantomeno mal consigliato legislatore, ecco che il danno si palesa talmente assurdo, che in occasione dell’approvazione della legge, la Camera dei Deputati ha votato un Ordine del Giorno che recita: “Premesso che la norma in questione potrebbe prestarsi a ingenerare equivoci e incertezze in sede interpretativa quanto all’ambito di applicazione delle sanzioni ivi previste, per cui potrebbero risultare penalizzate attività che - nell’intenzione del legislatore - non devono incorrere nelle medesime sanzioni, impegna il Governo a chiarire che le disposizioni (…) non si applicano alle attività di vendita o somministrazione di bevande alcoliche in occasione di manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane previamente autorizzate ovvero in occasione di manifestazioni in cui si promuovono la produzione ed il commercio di prodotti tipici locali, come anche alle attività di vendita e somministrazione di bevande alcoliche su aree pubbliche da parte di venditori ambulanti autorizzati
Dopo di che, la posizione ufficiale del Governo diventa quella di procedere all’approvazione di un articolo aggiuntivo finalizzato alla correzione di una norma evidentemente scorretta. Ma naturalmente questo non potrà avvenire che all’interno dell’approvazione del disegno di legge comunitaria per il 2009… prevista nel prossimo autunno!

Ecco il primo cadavere che troviamo: la scrittura della Norma.

Ed ecco il primo mancato corteo al funerale: chi c’è a piangere la lingua italiana e la tecnica di redazione legislativa?

Non vedo molti altri, qui intorno.

Eppure i danni derivanti delle parole mancate o errate o false, nella produzione della Legge occupano il primo posto nella scala dell’incertezza del diritto sulla quale si fonda l’intero sistema del nostro farci furbi e riuscire ad eludere qualunque disposizione, menandone poi anche vanto anche in giro per il mondo…

Ora passiamo a Taurasi.

Personalmente, aspetto tutto l’anno questo evento, perché credo che quello che è stato fatto finalmente con il Taurasi , nella storia della nostra enologia, sia stato il primo vero grande passo verso un possibile innalzamento verso l’eccellenza della nostra viticoltura e dei prodotti di una terra che meriterebbe una cura di cui lo standard del Taurasi dovrebbe appunto essere uno dei punti di riferimento principali.

L’annuncio della sua morte è talmente grave, proprio per questa sua importanza all’interno del sistema economico-produttivo regionale, della potenza dell’Immagine e del Segno che ne deriva per l’intera Campania, che non basta averne il cadavere: bisogna scovare i suoi assassini.

E questo non è semplice come sembrerebbe dopo la premessa. Non basta infatti prendersela con l’effetto delle nuove disposizioni appena citate, no. L’assassino forse è annidato in maniera meno chiara.

Basterebbe, per farsi venire il dubbio, una semplice considerazione: perché mai, dopo una rapida ma significativa rassegna di tutte le altre notizie sulle feste e sulle sagre italiane, si scopre che soltanto quella di Taurasi è stata addirittura “annullata”?

Ovunque in Italia, e non di meno in Campania (per non parlare diCalici di Stelle, basta vedere ad esempio le Piccole Vigne di Castelvenere o il Vesuvinum a Ottaviano), si continuerà a bere ed a festeggiare, mentre solo a Taurasi sembra ci si sia trovati di fronte al muro della Norma.

Nelle ultime edizioni, avvenimenti come il recuperato spazio del Castello avevano via via reso sempre più interessante e perfino elegante quello che già con le sole divine bottiglie si stava creando, attirando anche giovani e persino migliaia di fans su Facebook: 60.000 presenze effettive in quattro giorni per un giro di affari di circa 400.000 €... tutto questo non è bastato a salvare la vita della festa del Taurasi.

Al momento, non sono in grado di approfondire purtroppo la vicenda, soprattutto con riguardo alle probabili, ma a me sconosciute, motivazioni della politica locale, di cui è sempre lecito intuire qualche responsabilità, ma quando ci si trova di fronte a quelle che appaiono più scelte che impedimenti, il nome dell’assassino stenta sempre a svelarsi.

Anche questo è un classico italico vanto, del resto.

Devo chiudere solo con la denuncia: non posso arrivare all’ultima pagina, quella nella quale si svelerebbe il nome dell’assassino. Ma è proprio triste il fatto stesso che sia un giallo.

Se non altro, unica inutile consolazione, il giallo non stona con il rosso rubino intenso, tendente al rosso granato fino ai riflessi arancioni da invecchiamento, ovvero quello di un classico, illustre, eccellente Taurasi.