31/12/2019

RISCHIO SISMICO - CAPANNONI PREFABBRICATI - SISMABONUS

Rischio sismico: L'applicazione del Sismabonus ai capannoni prefabbricati

Il nostro articolo sulla rivista "L'UFFICIO TECNICO" Maggioli, ottobre 2019.

Gianluigi Maccabiani - ingegnere - Si occupa di ingegneria delle strutture dal 1994. È coordinatore degli strutturisti di “Tecnolab Ingegneria ○○●○○”, con i quali si occupa della progettazione di opere nei settori pubblico e privato,.

Si riporta stralcio dell'articolo, a cui si rimanda per la lettura integrale...

Sismabonus - Capannoni prefabbricati - Rischio sismico

PREMESSA

Il continuo aggiornamento normativo, a cui si accompagna sempre l’introduzione di nuove regole e nuovi paradigmi, costringe a rivolgere più attenzione a problemi che, per essere risolti, richiedono un approccio multidisciplinare. È il caso dei rinforzi antisismici, che oltre al campo dell’ingegneria stutturale, coinvolge anche il tema della sicurezza dei luoghi di lavoro e quello dei vantaggi economici (fiscali) offerti dal Sismabonus.

Nel caso di studio che si illustra di seguito, è possibile inquadrare i diversi aspetti: per l’approccio ingegneristico, le modalità esecutive degli interventi strutturali sono regolate dalle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 17/01/2018; per la sicurezza dei luoghi di lavoro, la necessità dell’intervento scaturisce a seguito della valutazione del rischio da parte del Responsabile Sicurezza Prevenzione e Protezione (RSPP) dell’azienda; per gli aspetti operativi ed economici, la decisione di eseguire opere di rinforzo sul fabbricato può maturare anche grazie alla conoscenza degli incentivi fiscali contemplati dal Sismabonus per la riduzione del rischio sismico.

L’obiettivo di questo articolo è quello di trovare il filo conduttore fra i temi di interesse e di mostrare un possibile approccio al problema, anche grazie ad un concreto esempio di intervento realizzato.

Si tratta, in sostanza, dei rinforzi per la messa in sicurezza sismica di un capannone a struttura prefabbricata in cemento armato, con la tecnica dell’inserimento di collegamenti tra gli elementi strutturali principali e di fissaggi antiespulsione dei pannelli in cemento armato di facciata.

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1. LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO ATTRAVERSO IL “SISMABONUS”

I provvedimenti fiscali e la classificazione sismica.

A partire dal 2017, lo strumento fiscale denominato “Sismabonus” è stato fortemente potenziato mediante il provvedimento introdotto con la Legge di Stabilità: per la prima volta in Italia è stata messa in campo una procedura che consente di beneficiare di notevoli vantaggi economici, se si procede con l’esecuzione di interventi edilizi sui fabbricati, finalizzati alla riduzione del rischio sismico. Si tratta di una misura molto importante che ancora oggi non è stata valorizzata adeguatamente rispetto alle sue potenzialità. Principalmente, dal 2017 l’agevolazione fiscale per gli interventi di mitigazione del rischio sismico riguarda non soltanto gli edifici che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) ma anche quelli situati nelle zone a rischio inferiore (zona sismica 3), e riguarda tutti gli immobili abitativi (non soltanto quelli adibiti ad abitazione principale) e quelli destinati ad attività produttive.

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Il caso dei capannoni prefabbricati

Il caso dei capannoni prefabbricati in cemento armato è quello che ha ricevuto le maggiori attenzioni, proprio per la più elevata efficacia che è possibile conseguire con le procedure attualmente vigenti, applicabili fino al 31 dicembre del 2021.

In sostanza, a seguito dei terremoti emiliani del 20 e 29 maggio 2012 i crolli dei capannoni prefabbricati in cemento armato hanno evidenziato le gravi carenze dei fabbricati non progettati con regole antisismiche e cioè costruiti senza i collegamenti tra gli elementi strutturali (pilastri, travi, tegoli) e con pannelli prefabbricati di tamponamento debolmente ancorati. In effetti, capannoni solidi e ben costruiti, ma non pensati per resistere alle azioni sismiche, hanno provocato perdite di vite umane e notevolissimi danni alle attività produttive. Con pochi interventi a basso costo è possibile renderli antisismici o comunque migliorare moltissimo il livello di sicurezza.

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2. LE POSSIBILI MODALITÀ DI INTERVENTO SUI CAPANNONI PREFABBRICATI

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I rinforzi localizzati

Si tratta principalmente di intervenire sulle carenze più importanti e cioè di collegare gli elementi strutturali tra di loro, ad esempio mediante piastre d'acciaio fissate con tasselli meccanici o chimici. In particolare, è necessario tipicamente vincolare tra di loro le estremità delle travi con i pilastri, rinforzare gli eventuali appoggi a "forcella" nelle zone di appoggio delle travi sui pilastri, collegare tra loro le testate dei tegoli di copertura con le loro travi di sostegno, impedire il ribaltamento di travi alte non adeguatamente controventate, fissare i pannelli prefabbricati di tamponamento alle travi o ai pilastri.

In particolare, è possibile stabilire, che gli "interventi locali" di rinforzo antisismico sono ammissibili, e consentono quindi la detrazione del 70% con il salto convenzionale di una classe, se rispondono alle seguenti affermazioni...

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Gli interventi globali

Per quanto riguarda le modalità di intervento globale, è possibile prevedere due tipi di intervento: il rinforzo dei singoli elementi strutturali e dei collegamenti; oppure la modifica dello schema strutturale mediante l’inserimento di nuovi elementi (ad esempio controventature) per sopportare l’azione sismica globale.

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3. LA SICUREZZA SISMICA DEI LUOGHI DI LAVORO

Il rischio sismico

Il tema del rinforzo dei capannoni prefabbricati, associato ai vantaggi economici offerti dal Sismabonus, è strettamente legato a quello della sicurezza sismica dei luoghi di lavoro. La sicurezza sui luoghi di lavoro è regolata dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81: in particolare, il datore di lavoro deve assicurarsi che gli edifici siano sicuri e stabili nei confronti delle “azioni ambientali”, e cioè anche in relazione a un possibile evento sismico con una intensità prestabilita.

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Il contenuto del “DVR sismico”

Per quanto riguarda gli "elementi strutturali", in relazione alla sicurezza sismica delle strutture che costituiscono l’ossatura principale portante di ogni singolo fabbricato, è possibile ad esempio compilare nel DVR sismico una tabella, con l'attribuzione parametrica di indicatori di rischio convenzionali, in base all’anno di costruzione (o meglio, di progettazione) e al buono o incerto grado di conservazione dell’edificio e/o di "aderenza" al progetto. Gli indicatori possono ridursi se si tiene conto della permanenza o meno di persone e di fabbricato che si trovano in zone a bassa sismicità (zona 4).

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