A cura dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della C.E.I.
Anticamente il Giubileo per gli ebrei era un anno dichiarato santo e veniva annunciato con il suono di un corno d’ariete, che in ebraico si dice “Yobel”, da cui deriva la parola “Giubileo”. Comportava la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e il riposo della terra. La Chiesa lo celebra dal 1300. Ha un significato profondamente spirituale, ed è accompagnato da concreti segni di speranza. Questo tempo di grazia consiste in un perdono generale, una Indulgenza aperta a tutti. Questo anno giubilare è iniziato il 24 dicembre 2024 e si conclude il 6 gennaio 2026. Ci sarà uno speciale “Pellegrinaggio della speranza” che celebreremo a Roma per i malati e il mondo della sanità nei giorni 5 e 6 aprile 2025.
Nella Bolla di indizione del Giubileo, Papa Francesco scrive: «Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono. Le opere di misericordia sono anche opere di speranza, che risvegliano nei cuori sentimenti di gratitudine. E la gratitudine raggiunga tutti gli operatori sanitari che, in condizioni non di rado difficili, esercitano la loro missione con cura premurosa per le persone malate e più fragili» (Spes non confundit, 11).
«L’Indulgenza è manifestazione concreta della misericordia di Dio, che supera i confini della giustizia umana e li trasforma. Questo tesoro di grazia si è fatto storia in Gesù e nei santi: guardando a questi esempi, e vivendo in comunione con loro, si rafforza e diviene certezza la speranza del perdono e per il proprio cammino di santità. L’Indulgenza permette di liberare il proprio cuore dal peso del peccato, perché la riparazione dovuta sia data in piena libertà. Chi, per malattia o altro, non può farsi pellegrino è comunque invitato a prendere parte al movimento spirituale che accompagna quest’Anno, offrendo la propria sofferenza e la propria vita quotidiana e partecipando alla celebrazione eucaristica». (www.iubilaeum2025.va)
L’Indulgenza plenaria mira ad essere un cammino che parte dal distacco dal peccato e in forza del perdono ricevuto e della comunione in Cristo, sana «l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri» (Misericordiae vultus n. 22). Se il peccato deforma la nostra vita spirituale, il Sacramento della Riconciliazione e l’Eucaristia ci restituiscono la forma filiale della vita divina e l’Indulgenza offre un percorso di ricostruzione, di “trasformazione” della nostra vita attraverso la preghiera, le azioni di carità, le opere spirituali o penitenziali.
Al peccatore pentito Dio, attraverso la confessione, dona il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna. Con l’Indulgenza la misericordia divina condona anche la pena temporale per i peccati già confessati e aiuta a superare i disordini lasciati nell’uomo dal male commesso.
Le sette opere di misericordia corporale sono:
dare da mangiare agli affamati; dare da bere agli assetati; vestire gli ignudi; accogliere i forestieri; assistere gli ammalati; visitare i carcerati; seppellire i morti.
Le sette opere di misericordia spirituale sono:
consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.
Le Norme sulla Concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario dell’anno 2025 specificano che «proprio “nell’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio” (Spes non confundit, 10): l’Indulgenza viene pertanto annessa anche alle opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa», come pure «i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili...), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25,34-36) e ottemperando alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera. I fedeli, senza dubbio, potranno ripetere tali visite nel corso dell’Anno Santo, acquisendo in ciascuna di esse l’Indulgenza plenaria, anche quotidianamente».
L’Indulgenza giubilare è detta plenaria perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo. L’indulgenza segna la disponibilità della Chiesa a sostenere con speranza il cammino di conversione di ogni credente perché tutti possano fare un’esperienza vera di liberazione, di misericordia e vivere l’esperienza vivificante della Pasqua di Cristo. Per ottenere l’Indulgenza plenaria è necessario seguire il seguente percorso: Pentimento, Confessione sacramentale, Comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre, compiere un’opera di misericordia, come ad esempio l’assistenza ai malati. L’Indulgenza plenaria può essere richiesta per i vivi e per i defunti.
Ecco di seguito le tappe per ottenere l’Indulgenza plenaria.
Occorre anzitutto essere veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato ed essere mossi da spirito di carità, avendo un cuore ben disposto, distaccato dal peccato, affinché la Grazia possa portare i frutti sperati.
Il Sacramento della Penitenza è ammissione delle proprie colpe in pensieri, parole, opere e omissioni, pentimento del male compiuto, e al tempo stesso riscoperta della Misericordia di Dio e volontà di cambiamento verso il bene
Preghiera del penitente
Signore, che sanavi gli infermi e aprivi gli occhi ai ciechi, tu che assolvesti la donna peccatrice e confermasti Pietro nel tuo amore, perdona tutti i miei peccati, e crea in me un cuore nuovo, perché io possa vivere in perfetta unione con i fratelli e annunziare a tutti la salvezza.
È il culmine della nostra vita, l’incontro personale con Cristo. La Comunione può essere ricevuta durante la Santa Messa, oppure – nelle strutture di ricovero – chiedendo direttamente al sacerdote cappellano o all’assistente religioso. Al proprio domicilio – in unione con l’intera comunità – la santa Eucaristia può essere portata dai Sacerdoti e Diaconi della Parrocchia o dal Ministro straordinario della Comunione.
Questa opera di misericordia corporale va vissuta come un segno e una testimonianza di carità cristiana a fianco del letto del malato. Sarà un momento vissuto con delicatezza, nell’ascolto fraterno del malato. Una presenza non imposta ma offerta e accolta, una presenza che può donare compagnia nella solitudine, conforto nello scoraggiamento, ascolto nell’indifferenza. La chiamata che ci spinge a fermarci accanto ai letti dei malati nasce proprio dal Vangelo. Possono vivere l’Indulgenza Giubilare sia i malati che i loro parenti e amici visitatori. Per i malati non è necessaria questa quarta tappa.
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo Battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
Padre nostro; Ave Maria; Gloria.
Preghiera di Papa Francesco per il Giubileo 2025
Padre che sei nei cieli, la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi, la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi dei semi evangelici che lievitino l’umanità e il cosmo, nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova, quando vinte le potenze del Male, si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza, l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero la gioia e la pace del nostro Redentore. A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli. Amen.
I luoghi
1. Le quattro Basiliche Maggiori di Roma, dove si trovano le Porte sante.
2. La Cattedrale (l’eventuale Concattedrale), le chiese, i santuari e i luoghi – della sofferenza e della cura, della giustizia e della carità – che i singoli Ordinari indicano come Luoghi giubilari.
3. I luoghi della malattia e della degenza, ovvero sia la struttura sanitaria, socio-sanitaria o socio-assistenziale, sia la casa del malato.
I Vescovi possono concedere ai sacerdoti la facoltà di assolvere in foro sacramentale dalle censure latae sententiae non dichiarate, non riservate alla Sede Apostolica. Negli ospedali e nelle carceri il cappellano (cfr. CDC 566 §2) ha inoltre la facoltà di assolvere dalle censure latae sententiae non riservate né dichiarate.