Caduti Russia - Alcuni cadaveri semicoperti dalla neve. Ritirata dal fronte del Don, dicembre 1942-gennaio 1943- fotografia nel pubblico dominio
Testo di proprietà dell’autrice Aurora Cantini
VECCHIO REDUCE
È da molto ormai che le mie vecchie ossa
non conoscono riposo,
unica coperta le foglie ingiallite
che ricoprono le mie mani,
qui seduto a guardia del sentiero.
Mi fanno compagnia le voci
dei tanti compagni appena dietro di me,
lasciati oltre il bianco della steppa,
oltre la duna di gelo,
oltre il cielo bianco dell’inverno russo.
Ogni notte le mie ossa scricchiolano al vento,
dondolando le ore insonni,
attendendo un ritorno.
Ti vedo passare saltellando, bambino di questo tempo.
Senti che ti chiamo?
Volgi lo sguardo e canta una ninna nanna per me:
io ti racconterò la mia storia.
La storia di un seme gettato sulla nuda roccia,
sepolto sotto la coltre della neve,
rivestito di rosso ardore del tramonto,
un seme tra l’erba nuova, per nuovi ricordi.
Ricordi di Pace.
Inedita, Aurora Cantini