Percorsi
Palline da ping pong
Le palline da Ping Pong sono un materiale interessante sul quale è possibile sviluppare percorsi di sperimentazione fisica e teatrale molto vasti. Qui di seguito illustrerò un percorso completo di attività. Personalmente non faccio mai fare tutto "in blocco" preferendo suddividere il percorso in pezzi che completo negli incontri con attività di altro tipo.
La pallina da Ping Pong presenta alcune cratteristiche interessanti:
Esercizi di riscaldamento
1. Passa e Scambia
Mentre il gruppo cammina occupando lo spazio distibuisco le palline mettendole gradualmente in mano ai partecipanti che devono liberarsene il prima possibile mettendole in mano al primo compagno che incontrano (è vietato evitarle o rifiutarle o scappare). Se questo ha già una pallina in mano se la devono scambiare. Questo fino al punto in cui tutti hanno una pallina in mano e la scambiano freneticamente.
2. Coppia al volo
Dopo aver formato delle coppie che hanno una pallina queste se la devono lanciare senza mai fermare il movimento della camminata e cercando di non farla cadere. NOTA BENE: è la coppia a determinare la distanza. Ricordare ai partecipanti che lo scopo è scambiarsela senza farla cadere. Quindi è inutile fare lanci lunghi che non soddisfino la richiesta. Meglio partire stando vicini e sperimentare la distanza lentamente.
3. Doppia coppia al volo
Come il precedente ma entrambi gli elementi della coppia hanno una pallina. Vanno lanciate contemporaneamente.
Non toccare
Lo scopo di queste attività è quello di stimolare il controllo e la gestione fisica ed emotiva e di allenare la delicatezza.
L'unica regola è che i partecipanti, ben distanziati nello spazio, dopo aver posato la pallina a terra, non la tocchino più.
Se la pallina venisse fortuitamente spostata solo il conduttore la può riposizionare.
Equilibrio
La ricerca dell'equilibrio della pallina non è un esercizio che mira all'aquisizione di una tecnica.
La progressione delle richieste, come sempre, partirà da cose facilissime (valutando ovviamente l'età dei partecipanti) ad altre difficili.
Lo scopo è quello di focalizzare i partecipanti sulla loro attenzione e concentrazione sviluppandone la sensibilità attraverso il gioco.
La sequenza proposta è puramente indicativa è può essere modificata ed ampliata in base alla fantasia ed alle esigenze del conduttore.
Tutte le proposte andranno eseguite prima a terra e poi in movimento.
L'unica regola è che: la pallina non deve cadere.
Sequenza: mano aperta - dorso della mano - tra due dita - tra le ginocchia - sui piedi - nella piega del gomito - nella piega del ginocchio - tra testa e spalla - nell'incavo dell'occhio - nell'incavo dell'orecchio - sulla nuca - sulla testa - sulla fronte - tenendola con due piedi sollevati- sulla suola - sulla schiena
Lanciare e riprendere con due mani - con una mano - da una mano all'altra - lanciare e riprendere dietro la schiena -colpire il pavimento e riprendere - colpire il soffito e riprendere - colpire il pavimento tutti contemporaneamente
Modifiche fisiche
Introduciamo elementi di espressione teatrale sperimentando come il nostro modo di rapportarci ad un oggetto può modificarne le proprietà fisiche usando appunto il gioco teatrale. Io normalmente lo faccio fare in costante movimento.
Non possono gettare la pallina ma la devono gestire senza perderne il controllo.
E' importante che i partecipanti non si facciano distrarre dagli altri e si mantengano focalizzati sul laoro lavoro e sul proprio sentire.
Fare finta che la pallina sia: attirata dal cielo - pesante - puzzolente - profumata - gelata - caldissima - molto luminosa - da cui esce un rumore assordante - da cui esce una bellissima musica ma ad un volume bassissimo - appiccicosa - disgustosa - scivolosa - pungente - tiri in tutte le direzioni - che non si riesca a spostare - eccetera...
Modifiche emotive
Successivamente sperimentiamo la possibilità di recitare dei sentimenti nei confronti della nostra pallina; le regole sono uguali al punto precedente:
Recitiamo: La mia pallina è più bella delle altre - è più brutta delle altre - voglio darla via ma nessuno la vuole - ho paura che me la rubino - la mostro orgogliosamente - mi fa ridere - cerco di farla ridere - ci raccontiamo segreti e pettegolezzi - mi confesso - si confessa - parla sempre - non mi parla - la sgrido - mi scuso - sono geloso - disperato ho paura che mi lasci - mi ha lasciato - fatta pace - mi stressa - mi fa i dispetti - mi picchia - non ci parlo più - balliamo - la faccio addormentare - eccetera...
Cessione del movimento
La cessione del movimento rientra nell'animazione d'oggetto. E' interessante far notare ai partecipanti come questa volta l'attenzione riguardi solo l'oggetto e non l'animatore. Gli animatori dovranno cercare di far muovere la pallina come se fosse altre cose (vive o meccaniche) "prestandole" il movimento necessario. Serve costante attenzione alla pallina. Un gesto fatto distrattamente è vuoto e totalmente privo di significato (oltre che impreciso o errato).
Muovere la pallina come se fosse: una lumaca - un serpente - una rana - un grillo - un pesciolino - una farfalla - un'ape - una mosca - una goccia che cade - un'aquilone - l'acqua di una fontana - di un fiume - del mare - una mongolfiera - un paracadute - una bolla di sapone - una nuvola - un pesciolino - lancetta dei secondi - un pendolo - lancetta dei secondi - frullatore - ventilatore - eccetera
|
Un foglio di carta bianco
Un foglio di carta bianco è un percorso che si basa sulla relazione con un oggetto banale e sulle molteplici trasformazioni creative che possono portarlo ad essere strumento di esercizio, supporto drammaturgico e stimolo creativo. Concentrarsi su un foglio di carta biancoDi questo esercizio ne ho sentito parlare durante un bellissimo seminario che feci anni da Erbamil fa con Pierre Byland. È un esercizio di una semplicità estrema che con mia sorpresa ho scoperto avere grande presa con i bambini anche di 6 anni. Dopo aver spiegato ai bambini che la concentrazione (cioè la capacità di non farsi distrarre) è la forza della nostra testa li invito a sedersi in cerchio comodi. Dovranno, a partire dal comando, fissare con la massima concentrazione un foglio bianco che metterò al centro. Non appena noterò la minima distrazione, anche un minimo movimento degli occhi, si viene eliminati. Per non farlo diventare troppo lungo dopo un paio di minuti inizio un'opera di disturbo (non li tocco, non urlo ma cerco di farli ridere o di farmi ascoltare). Ho visto con i miei occhi classi di diavoli scatenati entrare in un silenzio monacale e insegnanti sbalorditi. Come la maggior parte dei giochi che propongo anche questo può essere riproposto in mia assenza. So che in alcune scuole fanno dei campionati o misurano nel tempo i miglioramenti Trasformazione dell'oggetto foglio senza piegarlo (in partenza)Prendendo un foglio di carta ragionare su tutte le possibili trasformazioni, su tutti gli oggetti in cui possiamo "trasformarlo" senza piegarlo o arrotolarlo. Spiegare che la "trasformazione" dipende dalla relazione, dall'uso, che creiamo con l'oggetto. E' quindi importante non solo nominare la trasformazione ma agirla, renderla concreta nell'azione. Esempi: tablet, piatto, tovaglietta, finestrella, porta, specchio, computer, muro, eccetera... Ripetere la stessa cosa con il foglio arrotolato (cilindro). Spiegare che in questa fase il foglio non si piega perchè la piega è definitiva, non si può cancellare. Ripetere la stessa cosa con il foglio arrotolato in forma di cono. Stropicciare accartocciando più volte il foglio in modo da renderlo diverso; le pieghe non sono più definitive in quanto con questo nuovo foglio le nuove pieghe sono indistinguibili da quelle vecchie. Ragionare sulle trasformazioni con il nuovo foglio stropicciato. |
Giovanni Dolori - percorso narrativo
Un percorso narrativo è un'attività che consiste nel guidare i partecipanti attraverso una storia (verbale e non) a loro sconosciuta.
In questo modo dovranno agire nello spazio rimanendo concentrati sull'evolversi della storia che potrebbe svilupparsi in maniera imprevista. Dovranno quindi evitare di aggiungere elementi alla storia per non uscire dal percorso comune mentre potranno sperimentare tutte le modalità che vorranno nell'interpretazione della storia del percorso. Si concentreranno quindi sul come anzichè sul cosa. Ho avuto modo negli anni di creare moltissimi percorsi originali utilizzando verbalità, gestualità, musica, immagini, animazione di oggetti, eccetera... A volte ho creato dei percorsi appositi per cominciare a sondare personaggi nella fase preparatoria di uno spettacolo. Giovanni Dolori è un "classico" nei miei percorsi di base con la Scuola dell'Infanzia e della Primaria. Lo scrivo qui ma in una forma particolare: come sequenza di azioni. Quando lo racconto ai bambini utilizzo le mie capacità per renderlo coinvolgente (senza esagerare: non devono smettere di agire per ascoltarmi). Ritengo però che ogni conduttore dovrebbe raccontarlo a modo suo e quindi metto solo le azioni che compongono la sequenza del percorso lasciando a ciascuno la libera interpretazione nella maniera di raccontare. Premessa Giovanni Dolori è un bravo bambino che però ha un grande problema: è molto distratto. E sapete cosa succede alle persone distratte? Si fanno male. La storia comincia con Giovanni che dorme nel suo letto in attesa che arrivi il momento di alzarsi per andare come tutti i giorni a scuola. Sequenza
Passa di là una Fatona (fata cicciona) che si intenerisce perchè capisce che Giovanni non è cattivo ma solo tanto distratto percui decide di resuscitarlo sistemandolo un pezzettino alla volta. A questo punto spiego ai bambini che potranno muovere solamente le parti del corpo che la Fatona guarirà fino alla completa guarigione e segue un risveglio muscolare che parte da un dito di una mano fino a coinvolgere tutto il corpo. Di solito alla fine gli chiedo di alzarsi senza appoggiare le mani a terra per valutare la coordinazione |