milano - da via orefici alla basilica di sant'ambrogio

3 marzo 2012

MILANO - DA VIA OREFICI ALLA BASILICA DI SANT'AMBROGIO

Nei primissimi anni del '900, in concomitanza della totale riedificazione delle contrade artigiane che fin dal medioevo si addensavano tra Via Torino e il Cordusio, venne ampliata Via Orefici, la via dei negozi degli orafi. Di orefici ormai da tempo non se ne trovano quasi più, e tanto meno gli altri artigiani che danno il nome a Via Armorari, Via Spadari e Via Speronari. Era questo, infatti, il fiorentissimo distretto di fabbri e forgiatori specializzati in spade, corazze ed elmi che dal medioevo fino ancora a tutto il '600 vestivano condottieri e principi di mezza Europa.

Sparite dunque da oltre un secolo le fucine e le botteghe, ad affacciarsi sulle vie sono uffici e banche o palazzi dal gusto liberty floreale: spicca, ad esempio, in Via Spadari 3-5, Casa Ferrario (1904), con balconi in ferro battuto.

La breve Via Cantù, che da Via Orefici si fa largo tra Via Armorari e Via Spadari, sfocia nella piccola Piazza Pio XI, chiusa dalla facciata del Palazzo dell'Ambrosiana: ospita la Biblioteca Ambrosiana (nata per volontà di Federico Borromeo per raccogliere le basi documentali per una corretta interpretazione delle sacre scritture) e la Pinacoteca Ambrosiana (il Cardinale Federico affiancò alla biblioteca un'accademia di studi artistici che nel 1618 dotò della sua personale raccolta di dipinti).

Parte integrante dell'isolato dell'Ambrosiana, la Chiesa di San Sepolcro: venne fondata attorno all'anno Mille dai Rozonidi, famiglia di monetieri, e ribattezzata in omaggio al Santo Sepolcro di Gerusalemme dopo la seconda crociata, cui parteciparono molti milanesi al seguito dell'arcivescovo Anselmo da Bovisio.

Sull'area dell'antistante Piazza S. Sepolcro si stendeva in epoca romana il Foro. Oggi, merita attenzione il quattrocentesco Palazzo Castani: in una delle sue sale, nel marzo 1919, Benito Mussolini fondò il movimento dei Fasci Italiani di Combattimento. Il palazzo ha subito un pesante intervento di ricostruzione nel 1938 con la costruzione dell'imponente torre littoria, opera di Piero Portaluppi.

Milano, Cinque Vie

Seguendo Via del Bollo, si giunge al crocicchio Cinque Vie, punto di riferimento tradizionale della vecchia Milano, già fulcro di traffico commerciale in età medievale. Le cinque vie in questione sono Via del Bollo, Via Bocchetto, Via S. Marta, Via S. Maria Fulcorina e Via S. Maria Podone.

Curiosa, al n. 3 di Via S. Maria Podone, la targa che ricorda il poeta Gaetano Crespi: è forse l'unica realizzata in milanese.

Nella zona che già in età altomedievale ospitava la zecca, fra il 1928 e il 1940 sorse un piccolo quartiere dedicato alla finanza. E qui, in Piazza degli Affari, sorge il Palazzo Mezzanotte (1931), sede della Borsa Valori di Milano. Dal settembre 2010 al centro della piazza non passa inosservata la scultura di Maurizio Cattelan, L.O.V.E. (acronimo per libertà, odio, vendetta, eternità): scolpita nel marmo di Carrara nell'impudico gesto del dito medio - in verità le altre quattro dita sono mozzate - è indirizzata come irriverente sberleffo alla finanza milanese.

Milano, S. Maria Podone

Allo slargo che affianca Via S. Orsola si rivolge la Chiesa di Santa Maria Podone, fondata prima del sec. X, rifatta alla metà del '400, infine trasformata dopo il 1626. Il motto "Humilitas" sulla fronte ne segnala la storica appartenenza alla famiglia Borromeo.

Di fronte, il Palazzo Borromeo, ricostruito dopo i danneggiamenti causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Rimane, notevole, la facciata in cotto di aspetto seicentesco, con un portale marmoreo a sesto acuto del sec. XV, sul quale spicca la figura di un piccolo dromedario coronato, antico emblema familiare.

Proseguendo per Via S. Orsola, si attraversa Via Morigi e si arriva su Via Cappuccio, disposta lungo il rettifilo dell'antico circo romano e sulla quale si allineano residenze nobiliari esclusive. La lunga Via Lanzone sfiora il giardino che introduce alla chiesa di S. Bernardino alle Monache e conduce con un'arcuata traiettoria in Piazza S. Ambrogio.

Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore

In Piazza S. Ambrogio, alle spalle della Basilica di S. Ambrogio, oltre la breve fascia a verde dove sorge il Tempio della Vittoria (1927-30, monumento ai caduti) e anticipato dall'imponente facciata neoclassica di quella che ora è una gigantesca caserma di pubblica sicurezza ma che fino al 1807 era il principale convento francescano in città, si affaccia su Largo Gemelli l'ingresso dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ateneo cattolico milanese istituito nel 1921 e che occupa gli stabili dell'antico convento di S. Ambrogio.

Milano, Pusterla di S. Ambrogio

L'incrocio di Via S. Vittore con Via Carducci è segnato dalla Pusterla di Sant'Ambrogio, porta urbana medievale scomparsa, ma riproposta con materiale di recupero nel 1939.

La Basilica di Sant'Ambrogio venne fondata nel 379 come Basilica Martyrum nel luogo di sepoltura dei martiri Gervasio e Protasio, divenuta nel 397 anche mausoleo del futuro patrono. Trasformata entro il sec. X (presbiterio, nuova abside), a partire dal 1080 e fino alla metà del sec. XII venne sostanzialmente ricostruita in forme romaniche (navate, atrio antistante); altri interventi e adattamenti seguirono quasi di continuo nei secoli successivi.

La chiesa vera e propria è preceduta da una vasto atrio quadriportico sorto fra il 1088 e il 1099, a pianta rettangolare, su tre lati porticati e chiuso sul quarto a formare il nartece della basilica: alti pilastri a fascio reggono archi a doppia ghiera, mentre i capitelli, scolpiti in figure mostruose e vegetali, risalgono in gran parte all'intervento secentesco. Il disegno a capanna della facciata su due loggiati sovrapposti (con nartece e loggia superiore a cinque arcate digradanti) appare incorniciato dai portici dell'atrio stesso, mentre in alto lo inquadra la doppia sagoma dei campanili: quello di destra è detto Torre dei Monaci (sec. IX), l'altro a lesene e archetti è detto Torre dei Canonici (1144).

All'interno, la centrale delle tre navate absidate - sotto volta a crociera - è divisa in quattro campate a base quadrata; identico impianto hanno le navate laterali, sovrastate da matronei. Alla sinistra della navata centrale, accanto al quarto pilastro, sta una colonna isolata reggente un serpente in bronzo, opera bizantina del sec. X.

Nella terza campata spicca il pergamo; sotto è il sarcofago paleocristiano detto di Stilicone (fine sec. IV). Al centro del presbiterio quattro colonne romano - antiche di porfido reggono il ciborio, il cui baldacchino a stucchi policromi lombardo - bizantini (sec. X) sovrasta il paliotto o altare d'oro (835). Nella cripta sottostante, un'arca in argento del 1897 accoglie i resti dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio.

Attorno all'abside maggiore sono ricollocate le parti superstiti del coro ligneo intagliato (1469-71). Decora il catino sovrastante un vasto mosaico - Il Redentore fra i Ss. Gervasio e Protasio - che in parte risale ai sec. IV e VIII. La settima cappella a destra dà accesso al sacello di S. Vittore in Ciel d'Oro, aula absidata del sec. IV la cui cupola reca mosaici del sec. V con figure di santi. Vi è pure l'ingresso al tesoro di S. Ambrogio, che raccoglie preziosi cimeli della storia della basilica.

Dalla navata sinistra si esce nel portico della Canonica, originariamente edificato dal Bramante fra il 1492 e il 1499, ma interamente ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.