Colle della Civita

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Quaderni di Archeologia d’Abruzzo, March 2011, “Iuvanum e gli insediamenti fortificati del terrirorio carricino” [Iuvanum and the fortified settlements of the Carricino territory"]

 

https://www.insegnadelgiglio.it/wp-content/uploads/2014/12/quaderni-abruzzo_3-2011_libro-completo.pdf

 

Colle della Civita (Serra Cioila) di Colledimacine(15)

 

Nell’agosto 2010, dopo segnalazioni locali, una prima analisi dell’altura del complesso del Colle della Civita (in I.G.M. Serra Cioila) ha permesso di evidenziare l’esistenza di strutture antiche.

 

Alla base del colle, versante nord-est (quota 632 s.l.m.), si vedono terrazzi agricoli con macere cosparse di frammenti di tegolame antico riferibile a due tipologie (con dente dritto e spiovente),  oltre a grossi dolia con orlo estroflesso modanato. Alcune strutture rurali presentano tracce di murature in opera poligonale antica e numerosi cubilia relativi ad opera incerta. Superate le prime strutture, tramite una mulattiera (una strada antica larga 2,20 m) posta sul lato orientale, si è risaliti di quota fino a spostarsi in direzione nord-ovest su un declivio cararterizzato da terrazzamenti agricoli. Arrivati alla base superiore, sulla sella fra i due colli, sul versante nord-ovest si eleva il colle derto localmenre La Civita, a quota 916,20, che presenta evidenti tracce di un centro fortificato italico.

 

L’ocre carricino presenta una pianta a fuso con asse longitudinale sul crinale nord/ovest-nord/est di 190 m e traversale sul pendio sud-est di 75 m max (fig. 14).

 

Le ricognizioni del 2010 e dell’agosto del 2011(16) hanno interessato il settore sud-ovest sul limite dell’insediamento, dove sono ben evidenti i resti della recinzione antica in opera poligonale di I maniera che, in questo settore, terminava a Nord-Ovest su una tagliata rocciosa. Si è analizzato un primo tratto di 4 m con andamento est-ovest in opera poligonale e con un’altezza massima di 1,20 m. In elevato si vedono tre filari di blocchi medio-grandi, con pezzature minori (alt. 50 cm, largh. 50 cm, prof. 70 cm) e maggiori (alt. 30 cm, largh. 80 cm, prof. 95 cm), mentre in basso si vede l’allettamento del primo filare sul gradino di roccia. Non è conservato lo spessore del muro, ma alle spalle è ben evidente la fascia anulare interna che si conserva per una larghezza di 5 m circa: dalla distanza evidenziata dal limite a monte della strada interna alla cortina esterna del muro si può calcolare lo spessore origìnario di 2,40 m circa.

 

 

15    Si ringrazia il dott. Mario Cuomo per la segnalazione dell'area del Colle della Civita di Colledimacine.

16    Rilievo strumentale agosto 2011: G. Grossi, S.L. Ferreri e M. Davide.

 

 

Sullo stesso andamento, verso Est, a circa 50 m, si nota una sequenza di blocchi in fondazione, mentre oltre un tratto di mura è ben conservato  per un'altezza di 1,20  m con quattro filarli in elevato, di pezzatura medio-piccola con attacco in basso di muratura relativa ad una cesa o piccolo cortile contemporaneo. Su questo setto re la recinzione del Corpo Forestale segue fedelmente l’andamento di quella antica.

 

Sempre seguendo l'andamento verso Sud-Est, dove un sentiero del Corpo Forestale entra dentro la recinzione, si notano i resti di una porta a corridoio interno obliquo (Porta sud-est, quota 904), con ingresso orientato a Nord-Ovest con putone sul lato sinistro  e  bastione  angolare  ottuso  sulla  destra; la guancia sinistra è visibile per  una lunghezza di 2,50m, mentre lo spessore del varco è ricostruibile per un’ampiezza di circa 2,20  m. Sul lato destro, oltre il varco, abbiamo i resti di un grande spietramento dovuto ad attività antropica di fase successiva (capan- no?), che ha alterato l’andamento della recinzione antica.

 

Sul proseguimento, nel settore est, più esposto agli attacchi perché pianeggiante, si vedono pochi blocchi in posa, con numerosi crolli in basso, e si nota il gradino di roccia di allettamento del primo filare di base: infatti, la roccia fisulta modificata per accogliere i blocchi di base del recinto antico. L’attuale pianoro esterno, probabilmente, è stato prodotto da una colmata  di terreno di riporto dovuto  ad  interventi di terrazzamento agricolo di età post-rinascimentale, ma si può ipotizzare che nasconda un maggiore avvallamento (o fossato?) che permetteva di difendere questo lato accessibile della fortificazione antica: il dislivello fra la linea difensiva ed il piano, infatti, risulta troppo esiguo per una difesa passiva ottimale.

 

Sul settore orientale la recinzione proseguiva verso Nord-Est segnalata da crolli e qualche blocco in posa, mentre più avanti si notano le tracce di una seconda porta (Porta nord-est, quota 907) segnalata da un sentiero pianeggiante e da un aggere interno a schiena di asino: infatti, la fascia anulare è più interna e delimitata a valle da evidenti tagli di roccia che costituivano il limite interno dell’aggere. La porta è intuibile dallo sfalsamento della fascia anulare interna, che si imposta su due livelli evidenziando l’accesso ad un lungo ed atipico corridoio interno obliquo, orientato Nord/Est-Sud/Ovest nella quota più bassa dove entra ancora il sentiero; ben evidente è, infatti, la balza rocciosa sulla destra su cui ancora corre la fascia anulare. Il puntone sinistro, lungo ben 40 m, presentava un notevole aggere a schiena d’asino creato con tagliate su roccia (ancora visibili all’interno) e riporto di pietrame. La sua particolare forma fu dovuta all’area pianeggiante su questo settore, area che non aveva un naturale ciglio tattico, per cui fu necessario realizzare l’aggere allungato del corridoio della porta.

 

Oltre la porta, verso la punta nord-est, si notano numerosi altri crolli e qualche blocco in posa fino a quota 906, dove uno sfasamento del circuito murario segnala una possibile posterla; da quest’ultima al punto di attacco della recinzione con la balza rocciosa settentrionale si notano, all’esterno, adattamenti su roccia riferibili ad un fossato esterno largo circa 5 m. Il lungo crinale presenta un evidente ciglio tattico, costituito da alti rupi rocciose che rendevano inutile un grosso recinto murario (palizzata lignea o muretto a secco), mentre sul settore sud-ovest pochi blocchi in posa segnalano l’esistenza del recinto murario.

 

La ricognizione della parte alta (quota 916,20) è stata negativa, data la presenza di fitta vegetazione (erba alta) e mancanza di macere che non hanno permesso il ritrovamento di materide fittile. L’unica testimonianza di possibili strutture antiche è da riconoscersi a Sud-Ovest dalla quota massima di crinale, dove un piccolo pianoro sul versante sud-ovest, delimitato a valle da un terrazzo, presenta al centro una bassura che potrebbe nascondere una cisterna circolare antica. Oltre, sempre su questo settore sud-ovest, altri salti irregolari del terreno cosparsi di materiale e di scarsi frammenti relativi a dolia in impasto, potrebbero confermare la presenza di un abitato sul terrazzo fra l’altura e la porta sud-est.

 

Fuori dall’ocre italico, sulla valletta del versante nord—est, si notano i resti di tre terrazzamenti agricoli in opera poligonale di I maniera che sfruttavano il deposito di terreno del fondo vallivo dell’area.

 

In conclusione, il centro fortificato di La Civita di Colledimacine si presenta come un medio centro fortificato carricino della valle dell’Aventino probabilmente connesso con il sottostante e successivo vicus su terrazze, mentre un altro centro potrebbe essere riconoscibile nell'altura dell'attuale centro storico di Colledimacine.