San Carlo Acutis

ASSISI (PERUGIA), 23 MAG - La Chiesa di Assisi è in festa per l'annuncio del Papa che sarà santo Carlo Acutis, lo studente morto a soli 15 anni beatificato il 10 ottobre 2020 e il corpo del quale è in una tomba a Santa Maria Maggiore, nella città umbra. Dove venne sepolto dopo essere morto a Monza. Acutis frequentava infatti Assisi ed era devoto di San Francesco. Venne traslato dal cimitero alla chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spoliziazione, dove il corpo è esposto in una teca, nel 2019 dopo essere stato proclamato venerabile. "Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un colpo d'ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell'annuncio del Vangelo" ha commentato il vescovo monsignor Domenico Sorrentino. "Grazie anche al Santo Padre - ha aggiunto in una nota - che sta assecondando l'opera di Dio. Mi unisco ai fedeli che si trovano nel Santuario per una preghiera di lode. Voglia il Signore continuare la sua opera attraverso la testimonianza del beato Carlo. Egli potrà essere chiamato Santo e venerato con il culto liturgico dovuto ai Santi solo dopo la canonizzazione. Liturgicamente, pertanto, tutto rimane come prima. Ma esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo. Egli ci ottenga dal Signore di amarlo come lo ha amato lui - conclude monsignor Sorrentino -, soprattutto nella Santa Eucaristia. In attesa di rivedervi, vi benedico di cuore".  




Diocesi: Assisi, reliquia del Beato Carlo Acutis sarà portata negli Usa



Una reliquia del Beato Carlo Acutis sarà portata negli Usa. Rispondendo alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti e in coincidenza con l’esposizione a New York del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, dal 3 all’8 aprile porterà una reliquia di prima classe del primo ‘millennial’ al mondo a essere dichiarato beato. La reliquia del giovane è un frammento del pericardio, la membrana che circondava e che ha protetto il suo cuore e accompagnerà il triennio di “Risveglio Eucaristico” nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Il Beato Carlo Acutis, morto di leucemia ad appena 15 anni nel 2006, ha incentrato la sua vita proprio sull’Eucaristia per crescere nel suo rapporto con Gesù: “Quanto più riceviamo l’Eucaristia”, diceva, “più diventeremo come Gesù”. Carlo cercava di partecipare tutti i giorni alla Messa quotidiana e di trascorrere del tempo in Adorazione, credendo che “quando ci troviamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi”. Durante il soggiorno americano mons. Sorrentino, che sarà accompagnato da monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni Internazionali, e Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria, celebrerà una messa nella diocesi di Rockville Center per 2.400 studenti della Saint Anthony’s High School, South Huntington, con l’esposizione della reliquia. Nella diocesi di Brooklyn, condurrà un’ora santa diocesana per giovani e adulti presso la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, Astoria e parteciperà a un raduno del liceo nella chiesa della Sacra Famiglia, Flushing. Giovedì sera, 7 aprile, la reliquia sarà consegnata a una delegazione della Conferenza episcopale durante la messa nella chiesa di Santa Rita, Bronx, celebrata dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York. “È una gioia per me portare questa reliquia da Assisi”, dice mons. Sorrentino, “dove il Beato Carlo ha detto di sentirsi ‘più felice di tutti’ e dove giacciono oggi le sue spoglie nel Santuario della Spogliazione, il luogo stesso in cui san Francesco, 800 anni prima, si spogliò di tutto per seguire Gesù. La mia preghiera è che la presenza della reliquia del Beato Carlo susciti un desiderio nei nostri fratelli e sorelle americani, soprattutto giovani, non per sprecare la vita, ma per farne un capolavoro, come scelto da Carlo ai nostri tempi e da san Francesco prima di lui”. 


Il Papa ai giovani: "Non siamo fotocopie, siamo tutti originali"


Ciascuno di noi è una persona unica. Non ce ne sono due uguali, no. Non siamo fotocopie, siamo tutti originali!”. La bellezza irripetibile di ogni uomo e ogni donna è al centro del saluto che Papa Francesco ha riservato questa mattina a una delegazione di ragazzi dell’Azione Cattolica, ricevuti in Udienza per uno scambio di auguri natalizi.

Il Santo Padre si è subito soffermato sullo slogan che i giovani di Azione Cattolica hanno messo al centro del loro cammino di fede di quest’anno: “Su misura per te”. “Mi piace questo tema - ha detto il Papa ai giovani - fa pensare agli abiti preparati su misura, con accessori adeguati alle varie persone. [...] Tutti siamo differenti. Ognuno è una bellezza unica e irripetibile. E quando qualcuno fa delle cose brutte, ognuno è una bruttezza unica, irripetibile. Ognuno è originale sia nel bene sia nel male!”.

Le sue parole si sono poi posate sui bambini: “Gesù, che è venuto al mondo bambino, crede in un mondo a misura di bambino, a misura di ognuno. Ce lo ha fatto capire nascendo a Betlemme. Ma anche oggi si fa vicino ai ragazzi di ogni Paese e di ogni popolo, e lo fa tutti i giorni. È lo stile di Dio, che si descrive in tre parole: vicinanza, compassione e tenerezza”.

È proprio tra i ragazzi che il Papa ha cercato gli esempi da donare ai giovani che ha di fronte. Fa il nome del beato Carlo Acutis, che ripeteva spesso l’importanza di difendere la propria originalità, e di Gino Pistoni, che definisce come “un ragazzo che ha dato la vita per la patria”. Papa Francesco racconta di aver ricervuto proprio oggi la biografia del ragazzo: "Ha offerto la vita con il suo sangue, scritto con il suo sangue… E subito ho pensato a voi: lo porterò all’udienza per parlare a loro di questo ragazzo" spiega ai ragazzi di Acr. Pistoni morì a vent’anni, nel 1944, colpito da una scheggia di mortaio. Morì per essersi attardato a soccorrere un soldato tedesco ferito. Era anche lui dell'Azione Cattolica. “La sua causa di beatificazione è in corso” ha spiegato Francesco.

Ai giovani di Azione Cattolica, papa Francesco lascia alcuni inviti. Il primo è quello della preghiera: “Non abbiate paura di dedicare tempo a Gesù nella preghiera, cioè di parlargli dei vostri amici, di chiedergli aiuto nelle difficoltà, di raccontargli quando siete felici e quando siete tristi. E Gesù vi farà crescere in quella nobiltà che ha una persona quando prende su di sé la propria misura”. Poi, dell’apertura agli altri: “Impariamo anche noi a farci prossimi agli altri: ai familiari, agli amici, ai coetanei, ai bisognosi. Si può sempre fare qualcosa per gli altri senza aspettare che siano gli altri a fare qualcosa per noi [...] Pensate ai ragazzi che voi non conoscete, che soffrono. Portateli nel vostro cuore per parlarne a Gesù. Coraggio! Coraggio nel vostro cammino di vita”. Proprio grazie ai “gesti di condivisione e solidarietà verso gli altri”, Gesù “vi guarda con gioia”.







ASSISI , 13 ottobre, 2021 / 4:00 PM (ACI Stampa).- 

"Ci ritroviamo a far memoria liturgica di Carlo ad un anno dalla beatificazione. Quello che appare ai nostri occhi è così impressionante, che è difficile spiegarlo senza un disegno che viene dall’alto. Dio sceglie i suoi messaggeri. Carlo è un messaggero". Così ieri il vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha ricordato Carlo Acutis durante la Messa a lui dedicata al Santuario della Spogliazione ad Assisi.

"Com’è possibile che diventi così popolare un ragazzo che, di trasgressivo, non aveva nulla, e in fatto di castità aveva un comportamento ineccepibile? - si chiede il Vescovo di Assisi - Carlo parla al cuore di tanti giovani. Il perché va cercato nel fatto che, al di sotto di tutte le banalizzazioni della vita, rimane sempre dentro di noi una scintilla di bene che Dio sa riaccendere di nuova fiamma. Carlo è l’accendino di Dio".

"Quando lo vedi anche solo in una foto, rimani folgorato da quella luce del volto. Ti parla di una bellezza diversa, quella che il peccato ha deturpato, ma che lo Spirito di Dio tiene in serbo in fondo al cuore di ciascuno di noi", continua ancora Monsignor Sorrentino ad un anno dalla beatificazione di Carlo Acutis, esattamente il 10 ottobre 2020.

Nell'omelia Monsignor Sorrentino parla anche del lavoro e delle opere di Carlo Acutis. Sono tante le iniziative, le celebrazioni, i libri, le statue, i programmi pastorali a lui dedicati. Una di queste per esempio viene dalla diocesi di Fabriano-Matelica. “Nasce, proprio all’interno della parrocchia – sono parole del parroco della parrocchia di San Nicolò, don Aldo Buonaiuto – un nuovo oratorio inclusivo aperto a tutti e ispirato al santo dei Millennials, il quindicenne Carlo Acutis". Il 13 ottobre ci sarà l’inaugurazione del nuovo oratorio, intitolato proprio al giovane beato Carlo Acutis presso la struttura di via Sassi.

Secondo i dati raccolti dalla segreteria del Santuario della Spogliazione sono stati quasi 117 mila i pellegrini che, da novembre a settembre scorsi, hanno visitato la tomba del Beato Carlo Acutis e 100 gruppi prenotati che hanno chiesto di ricevere una catechesi sulla vita del giovane




Esce oggi, 5 ottobre 2021,  il libro “Il segreto di mio figlio – perchè Carlo Acutis è considerato un Santo“; una biografia del giovane beato raccontata nei minimi dettagli da Antonia Salzano, mamma del “ragazzo santo”. 

Grande partecipazione di fedeli nella Parrocchia Santa Maria Assunta di Faro Superiore, a Messina, dopo la cerimonia solenne di inaugurazione del reliquario del beato Carlo Acutis, fortemente voluto dal parroco, don Filippo Lucianetti, ed acquistato grazie alle generose offerte pervenute non solo dalla parrocchia ma anche da sodalizi e società. La celebrazione della Santa Messa, che ha visto la presenza del vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro, ha dato il via ad un vero e proprio pellegrinaggio innanzi al reliquiario, in oro e argento, che riprende nella forma le guglie della Cattedrale di Milano, città di origine di Carlo Acutis, e che contiene un capello del beato. Il reliquiario è stato collocato alla sinistra dell'altare 





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“Influencer di Dio, apostolo dei giovani”

BUENOS AIRES , 16 aprile, 2021 / 11:30 AM (ACI Stampa).- Con una reliquia del Beato Carlo Acutis  presentata il 18 aprile presso la "Scuola Eucaristica Villa di Córdoba" (in Argentina) è iniziato un tour pastorale per far conoscere il “cyber-apostolo dell'Eucaristia” nelle scuole dell'Argentina.

L'Argentina conta tre reliquie del Beato Carlo Acutis. La prima è conservata nella Basilica di Nuestra Señora del Pilar nella città di Buenos Aires, la seconda è affidata alla Missione di Fátima Argentina che attraversa la città di Buenos Aires insieme all'Esposizione Internazionale dei Miracoli Eucaristici.

La mostra è composta da 136 miracoli eucaristici provenienti da tutto il mondo ed è il risultato di tre anni di ricerca, compilazione e progettazione di Carlo.

La terza reliquia, costituita da un pezzo di pelle del giovane beato, è arrivata nel gennaio 2021 su richiesta inviata dall'Arcivescovo di Córdoba, Monsignor Carlos Ñáñez, e dal Cappellano della Scuola Eucaristica, P. Pedro Giunta Lange.

Questa reliquia girerà le scuole dell'Argentina, sarà un itinerario pastorale all'insegna del motto “Influencer di Dio, apostolo dei giovani”.

Si prevede inoltre che quando la reliquia arriverà alla scuola situata a San Carlos de Bariloche, il 3 maggio, l'istituto prenderà il nome del beato e verrà ribattezzato Colegio Fasta Carlo Acutis. 

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Beato Carlo Acutis in un viaggio nell'Eucaristia

Un documentario realizzato da Cristiana Video (www.romacaputfidei.it) in coproduzione con Ewtn, network televisivo cattolico statunitense, dal titolo Io sono con voi.

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IO SONO CON VOI - un documentario su Carlo Acutis from CRISTIANA Video on Vimeo.

Il video, lanciato nelle scorse settimane e già trasmesso, doppiato in inglese, negli Stati Uniti e in Canada su Ewtn, viene distribuito sulla piattaforma online Vimeo.com (vimeo.com/ondemand/carloacutis, 35 minuti, a noleggio per 1,99 euro o acquistabile per 12 euro). Il titolo, spiega l’autrice, è costituito dalle parole tratte «dal Vangelo di Matteo con le quali Gesù ci promette la sua vicinanza per sempre. Vicinanza che Carlo sentiva particolarmente viva, come raccontiamo nel documentario arricchito da tante testimonianze di chi lo ha conosciuto e dalle immagini della beatificazione. Una parte è dedicata ad uno dei miracoli eucaristici che Carlo amava di più, quello di Lanciano, avvenuto nell’ottavo secolo».

Ed è proprio con un approfondimento su questo miracolo che si apre il video. A illustrare la storia e il significato dell'evento prodigioso sono le voci del teologo gesuita Ottavio De Bertolis, Filippo Crivelli, direttore dell’Unità di anatomia patologica dell’ospedale di Busto Arsizio, e Filippo De Lellis, frate minore, rettore del Santuario del miracolo eucaristico di Lanciano. La mostra sui miracoli eucaristici creata da Carlo Acutis è poi l’aggancio per raccontare la storia del giovane milanese, introdotta dalla testimonianza della mamma, Antonia Salzano, che poi di fatto accompagna gli spettatori fino alla fine del documentario.

Il video è arricchito dalle voci di chi ha conosciuto Acutis, a partire da Rajesh Mohur, domestico di casa Acutis, originario delle Mauritius e appartenente a una famiglia di casta sacerdotale bramina: grazie al contatto quotidiano con il figlio dei padroni di casa l’uomo è arrivato a convertirsi al cristianesimo. Fondamentale, racconta, è stata la testimonianza di amore per l’Eucaristia accompagnato dall’attenzione particolare di Carlo per gli altri.

Parte del documentario, poi, è dedicata al rapporto tra Acutis e Assisi, dove Carlo amava trascorrere le vacanze: i racconti degli amici, dei vicini di casa e – per tramite di padre Enzo Fortunato – dei religiosi francescani restituiscono il ritratto vivo di un ragazzo normale con una luce eccezionale. Un giovane che non si vergognava di parlare delle proprie idee e del proprio credo, come spiega anche un suo insegnante dell’Istituto Leone XIII, Fabrizio Zaggia. Infine Carlos Ferreira, frate minore, rettore del Santuario della Spogliazione di Assisi, dove è sepolto Acutis, spiega il miracolo che ha portato Carlo agli altari il 10 ottobre 2020.

Musica, montaggio, voci e costruzione narrativa rendono questo documentario una finestra aperta sulla vita di un giovane del nostro tempo, un ritratto fresco e coinvolgente che può essere un ottimo strumento anche nei percorsi di preparazione verso la Prima Comunione. Un modo affascinante ed efficace per rispondere alla domanda: ma a che cosa serve l’Eucaristia?

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Papa Francesco   benedice in Vaticano  una statua del beato Carlo Acutis

Papa Francesco ha benedetto mercoledì mattina, 17 marzo, dopo l’udienza generale, nella sala del Tronetto, la statua del beato Carlo Acutis che verrà collocata nell’orfanotrofio Oasi della Pietà, al Cairo.

A diffondere la notizia è l'Osservatore Romano. Con l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, e monsignor Yoannis Lahzi Gaid, presidente dell’associazione Bambino Gesù del Cairo, c’era la famiglia di Carlo Acutis: il padre Andrea e la mamma Antonia Salzano, con i figli gemelli Francesca e Michele. Erano presenti, inoltre, monsignor Giovanni Toni, vicepresidente dell’associazione, Alvaro Mascioni, e gli scultori Matteo e Daniela Perathoner che hanno realizzato la statua.

L’associazione onlus Bambino Gesù del Cairo persegue "finalità di solidarietà sociale, mediante la promozione dell’assistenza sociale e socio-sanitaria con particolare riguardo alle gestanti e ai minori abbandonati o in situazioni di povertà familiare", come si legge nel sito ufficiale.

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Le reliquie del beato Carlo Acutis in Polonia 

Cresce nel mondo l’interesse per il nuovo beato Carlo Acutis: la testimonianza di fede di questo giovane italiano attira tanti giovani e suscita in loro il desiderio di cambiare vita e avvicinarsi a Dio. Anche in Polonia, grazie anche alle pubblicazioni su Carlo, la sua figura è sempre meglio conosciuta.

Per di più in Polonia ci sono già le sue reliquie: nel santuario della Beata Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione e S. Giovanni Paolo II a Toruń e nella parrocchia di san Girolamo a Stara Miłośnia. Recentemente le reliquie del beato Acutis sono state portate nella città di Ełk, nel nord-est della Polonia grazie all’iniziativa di don Adrian Sadowski, cappellano diocesano dei giovani.

“Mi ha affascinato la sua storia ma non volevo soltanto parlarne – dice don Adriano. Così è nata l'idea di averlo ‘presente’ tra i giovani in forma di reliquie. Dopo aver espletato tutte le formalità, abbiamo ricevuto direttamente dal Vaticano le reliquie del primo grado del Beato”. Il cappellano vuole incoraggiare l’amicizia con il beato Carlo, particolarmente oggi, “quando la vita quotidiana dei giovani si è spostata su Internet a causa della pandemia. In questo momento la Chiesa ci dona il Beato che ha usato questo mezzo per evangelizzare i suoi coetanei". 

Il 23 febbraio 2021, durante la solenne Messa presieduta dal Vescovo di Ełk, mons. Jerzy Mazur, le reliquie sono state introdotte nella Cattedrale. Nella sua omelia mons. Mazur ha richiamato l'attenzione sulla dimensione missionaria della vita del beato, dicendo che Carlo “aveva una straordinaria capacità di trasmettere i valori in cui credeva e di aiutare le persone a scoprire che Dio è vicino a noi e che vivere con Lui è qualcosa di bello. Voleva attirare a Gesù quante più persone possibile, diventando un predicatore del Vangelo principalmente attraverso l'esempio della sua vita”. Al termine il Vescovo ha augurato ai giovani: “Possiate un giorno ripetere le parole che il beato Carlo disse: ‘Non ho sprecato un minuto della mia vita in cose che non piacerebbero a Dio’".

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Il Cardinale Semeraro, Prefetto della Causa dei Santi: cresce la fama di santità del Beato Carlo Acutis

Il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi si sofferma sul carisma del giovane, “patito” di Internet, in occasione della nuova edizione della sua biografia pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana

 

Si è sviluppata tanta attenzione attorno alla figura di Carlo Acutis dopo la sua beatificazione avvenuta ad Assisi il 10 ottobre scorso. A confermarlo anche l’iniziativa della Libreria Editrice Vaticana che ha pubblicato l’edizione aggiornata della sua bibliografia intitolata “Dall’informatica al cielo. Carlo Acutis”. Un’occasione per raccogliere l’opinione del cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. “Non è tanto l’aspetto editoriale che ci impegna – afferma – quanto il riferimento alla fama di santità di questo giovane che non c’è dubbio che sia crescente”. Il porporato afferma che questa fama travalica abbondantemente la dimensione locale e confida di averla toccata con mano proprio ad Assisi, durante la celebrazione per la chiusura della tomba del ragazzo rimasta aperta per diversi giorni all’interno del Santuario della Spogliazione. Giorni segnati da una profonda devozione popolare, riflessa nell’arrivo di un gran numero di persone da tutta Italia.

 

Le novità

Un’esperienza, questa della beatificazione, che rientra anche nel libro: dalla nuova prefazione a firma di monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, fino all’introduzione di Nicola Gori, autore del volume e postulatore della causa di beatificazione di Carlo. La terza novità, invece, si trova in quarta di copertina ed è frutto di una collaborazione della casa editrice del Papa con VatiVision, la piattaforma digitale di distribuzione di contenuti audiovisivi di ispirazione cattolica. Si tratta di un QRcode che, se fotografato col cellulare, rinvia ad una pagina web dove sono disponibili il film “La mia Autostrada per il Cielo” e altri video gratuiti sulla vita di Carlo Acutis. Un segno di ideale continuità con la passione per le nuove tecnologie del quindicenne beato che tutti vorrebbero patrono di Internet.

 

 

Il patrono di Internet

Non è richiesto che il patrono sia uno specialista della materia in senso stretto. Carlo aveva una competenza straordinaria, ma usava questi mezzi semplicemente per diffondere il Vangelo e la conoscenza dell’Eucarestia. Tant’è che anche il Papa, parlando ai giovani, ha citato più volte la sua condotta come esempio da seguire. “Il protettore – aggiunge il cardinale – è qualcuno che ha vissuto un rapporto con queste strumentazioni in modo familiare e soprattutto corretto dal punto di vista delle linee deontologiche”. Prima, ovviamente, è necessaria la canonizzazione, per la quale ci vuole il riconoscimento di un miracolo per intercessione di Carlo. Un lavoro che chiama in causa il ruolo del postulatore, che si concentra soprattutto sul Sud America da dove provengono continue segnalazioni di presunti miracoli. In questo momento l’emergenza sanitaria rende difficili gli spostamenti e gli incontri ‘de visu’, fondamentali per raccogliere prove e riscontri. Tuttavia, il cardinale Semeraro sottolinea che il compito del postulatore non è quello di raccogliere tutti i casi, ma di individuare quello che ha davvero la possibilità di superare le varie fasi. “Un processo – spiega – che si svolge innanzitutto a livello della consulta medica e poi della consulta dei teologi, dove si verifica se ci sia stata una reale invocazione del beato, se questa sia stata diretta soltanto a lui e se dunque ci sia anche un rapporto di causa effetto, sebbene non in termini strettamente matematici”

 

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DAL MENSILE "VOCE DI PADRE PIO" FEBBRAIO 2021

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Il momento simbolico in Santa Maria Segreta a Milano 

Alle ore 19.00 di venerdì 29 gennaio nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Segreta a Milano è stata trasmessa la diretta in streaming della Messa degli oratori presieduta dal Vescovo ausiliare, S.E. Mons. Paolo Martinelli.

La Parrocchia di Santa Maria Segreta è stata scelta perché era quella frequentata da Carlo Acutis. In quella chiesa si è ritrovato spesso a pregare davanti all’Eucaristia e in quella chiesa partecipava con costanza alla Santa Messa. Carlo Acutis è stato anche aiuto catechista dei ragazzi della Cresima di quella comunità.

Presenti gli educatori del decanato, insieme ai loro preti e agli adolescenti degli oratori.

https://www.facebook.com/watch/?v=239174764485503

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Diocesi di Roma, una novena di Natale dedicata a Carlo Acutis

Una novena di Natale dedicata al nuovo Beato Carlo Acutis, aperta da una serata di riflessioni. Il tutto on line, su YouTube, Facebook e Instragram, proprio come amava il Beato. Sono queste le iniziative organizzate dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile della Diocesi di Roma in vista del Natale.

"Viviamo un tempo difficile, lo sappiamo – riflette il direttore del Servizio diocesano don Alfredo Tedesco sul sito della Diocesi di Roma – soprattutto per gli adolescenti e i giovani. Per questo abbiamo pensato a qualcosa che li facesse sentire meno soli, per non abbandonare né loro né i loro animatori".

Il sito della Diocesi di Roma spiega la modalità: "Ecco, allora, l’idea della novena, dal 16 al 24 dicembre, resa fruibile ogni mattina a partire dalle 7 sui social della Pastorale giovanile. Nei diversi video, ogni volta un ragazzo leggerà una frase di Carlo Acutis, farà una domanda e don Tedesco risponderà con una breve catechesi; seguirà poi un impegno, un proposito, da portare avanti nella vita quotidiana da parte del giovane protagonista e di tutti i suoi coetanei che seguiranno la novena".

La novena on line verrà lanciata e presentata lunedì 14 dicembre, alle 21, in un incontro a cui sarà possibile partecipare sempre esclusivamente tramite social, nel rispetto della normativa vigente. L’incontro sarà in diretta, e vedrà la partecipazione della mamma di Carlo, Antonia Acutis; di Camilla Marzetti, diciassettenne romana della parrocchia di San Gaetano, che spiegherà quanto il beato sia stato importante per lei e per il suo cammino; e infine di Antonio Nicolosi, trentenne, che da Acutis ha ricevuto una grazia. A moderare gli interventi sarà don Tedesco.

Civita Castellana – Intitolare il Parco pubblico a Carlo Acutis, la proposta arriva dalla maggioranza

Civita Castellana –  Il paese  vuole rendere omaggio al “patrono di internet” Carlo Acutis, morto di leucemia nel 2006. a soli 15 anni e di recente proclamato Beato da Papa Francesco.

Arriva dai capigruppo consiliari di maggioranza, Marco Rossi, Giulia Pieri e Floriana Vaglio, la

proposta di intitolare il parco pubblico cittadino in località La Penna, adiacente alla scuola primaria “Alberto Manzi”, alla memoria del giovane 15enne ritenuto modello di santità nell’era digitale, venuto a mancare quattordici anni fa

Acutis, come è noto, è stato proclamato beato da Papa Francesco dopo che la Congregazione delle cause dei Santi ha esaminato un suo miracolo, avvenuto nell’ottobre 2010 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: un bambino che soffriva di una grave anomalia al pancreas, dopo aver toccato una reliquia di Acutis è risultato completamente guarito.

La proposta di intitolare il parco proprio al giovane che aveva scoperto la fede da bambino e sognava di adoperare il pc e il web per diffondere il Vangelo, è stata avanzata come detto dai capigruppo consiliari di maggioranza Rossi, Pieri e Vaglio, con la presentazione di un apposito ordine del giorno che verrà discusso al primo punto del prossimo consiglio comunale.

Nel già citato ordine del giorno, si legge che “il 10 ottobre del 2020 ad Assisi Carlo Acutis,

quindicenne milanese morto per leucemia nell’anno 2006, è stato proclamato beato per i suoi meriti e definito ‘il santo patrono di internet’, in quanto patito per questa tecnologia, usata per testimoniare la sua fede”.

Il periodo storico in cui viviamo è profondamente segnato dal secolarismo, dal relativismo e dalla perdita di valori – spiegano Vaglio, Pieri e Rossi -, e per tali motivazioni necessitiamo sempre di più di figure come quella di Carlo Acutis, che incarnano una testimonianza fatta di fede, soprattutto nei confronti degli ultimi e degli emarginati. Ecco perché abbiamo proposto l’intitolazione di un parco pubblico comunale al beato Carlo Acutis – concludono -, affinché il suo esempio sia un punto di riferimento per i nostri giovani”.

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Argentina: parte da Rosario la mostra itinerante sui miracoli eucaristici progettata da Carlo Acutis. Messaggio della mamma Antonia Salzano

Il 14 dicembre 2020 è stata inaugurata in Argentina la mostra sui miracoli eucaristici, progettata dal beato Carlo Acutis. La devozione per il giovanissimo beato (1991-2006) si sta diffondendo anche nel Paese sudamericano. Antonia Salzano, la madre del beato, ha inviato un messaggio esprimendo la sua gioia per questa iniziativa e ha incoraggiato gli organizzatori a diventare “apostoli e illuminatori del mondo”.

Carlo Acutis ha vissuto con profonda intensità la fede espressa nella sua devozione all’Eucaristia e alla Vergine Maria. Il suo grande amore per l’Eucaristia lo ha portato a indagare sui miracoli eucaristici che si sono manifestati in diversi Paesi. A seguito di questa ricerca, condotta per quasi 3 anni, ha disegnato un grande catalogo digitale, che è diventato una mostra che ha già visitato più di 10.000 parrocchie in tutto il mondo.

L’organizzazione Misión Fátima, in collaborazione con la fondazione La Santa Faz e con l’aiuto di volontari di diverse province argentine, si sta occupando di promuovere in Argentina questa mostra itinerante, iniziando dalla parrocchia di Santa Rosa de Lima, a Rosario (Santa Fe). La mostra può essere visitata in questa parrocchia fino a martedì 22 dicembre.

Nel messaggio inviato dalla mamma di Carlo all’équipe organizzatrice si legge: “Un saluto speciale al gruppo Misión Fátima, che promuoverà questa mostra in tutta l’Argentina. Apprezzo molto. Carlo era molto devoto alla Madonna di Fatima”. Nel messaggio accenna all’importanza del miracolo eucaristico di Buenos Aires e prosegue: “Attraverso la mostra avrete modo di toccare il cuore, di far comprendere il dogma della presenza reale di Gesù Eucaristia”. Antonia Salzano conclude: “Ci auguriamo vivamente che attraverso questa mostra si possa realizzare l’auspicio di nascere sempre originali e di non diventare fotocopie di qualcuno o di qualcosa. L’Eucaristia è la medicina più efficace e potente per evitare di diventare fotocopie di qualcuno o qualcosa”.

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Dal settimanale di Padre Pio 

                                         

       

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IL PRESIDENTE DELLA CEI BASSETTI DALL’OSPEDALE  

PREGA SULLE  RELIQUIE DEL  BEATO  CARLO  ACUTIS

 

Dal letto di ospedale il presidente della Cei Gualtiero Bassetti lancia un messaggio che non lascia via 

di scampo: "In questo periodo così difficile l'Eucaristia  sia al centro di tutto. Perché solo l'Eucaristia 

è la strada per la salvezza del mondo  e per  la vita del mondo". Parole che raccontano la personale 

vicenda  di  sofferenza  e di  grazia  del cardinal Bassetti, gravemente colpito  dal virus. Ma che, allo 

stesso tempo, segnano un vero cambio di passo della Chiesa per  affrontare le dure prove di questo 

tempo, a partire dal Covid.

 

“Non c’è situazione umana a cui non possa essere ricondotta l’Eucarestia”. “L’Eucarestia è pro mundi salute, ovvero per la salvezza del mondo, e pro mundi vita, per la vita del mondo”. Perciò, “l’Eucarestia, soprattutto in questo periodo così difficile, non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze ma dev’essere rimessa, con ancora più forza, al centro della vita dei cristiani”.

Le parole che il cardinal Gualtiero Bassetti, dal suo letto di ospedale, ha sentito l’urgenza di scrivere in una lettera a tutto il popolo di Dio, non descrivono solo la toccante vicenda personale del presidente della Cei, ricoverato in gravi condizioni di salute, ma tracciano con estrema chiarezza la strada che la Chiesa deve percorrere per affrontare le drammatiche prove di questo tempo, a partire dalla seconda ondata di Coronavirus.

Un cambio di passo che ha dell’incredibile, se si considera che l’Eucaristia è stata esattamente la grande assente in tutta la prima fase della pandemia, quando la Cei e il governo hanno vietato le Sante Messe al popolo, ma allo stesso tempo è un cambio di passo perfettamente coerente con la logica di Dio. Andiamo con ordine.

EUCARISTIA, CENTRO DELL’UNIVERSO”

Tutto ha inizio a fine ottobre quando il presidente della Cei, dopo qualche giorno di cure domiciliari, viene ricoverato in ospedale in quanto positivo al tampone del Coronavirus. Da qui le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare, sino a che, il 3 novembre, il cardinale viene spostato in Terapia intensiva 2, a seguito di una sensibile variazione del quadro clinico, aggravatosi ulteriormente nella giornata di ieri.

Una situazione che, comprensibilmente, ha gettato in apprensione un po’ tutta la Chiesa italiana, ma non il diretto interessato, il quale proprio in questa malattia ha riconosciuto la mano della Provvidenza e il volto della misericorida di Dio su di lui.

“Da quando sono in isolamento per la positività al Covid19 - scrive Bassetti - ho la possibilità di comunicarmi ogni giorno nella mia camera, avendo portato una piccola pisside vicino alla porta della stanza. Era necessaria questa esperienza di malattia per rendermi conto di quanto siano vere le parole dell’Apocalisse in cui Gesù dice all’angelo della Chiesa di Laodicèa: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3, 20)”.

“Era necessaria questa esperienza di malattia”, dice il vescovo di Perugia, proprio a sottolineare il cammino di fede che la sofferenza gli sta facendo percorrere e che lo sta avvicinando, in un modo tutto particolare, all’amore di Gesù Eucaristia.

E infatti, continua il cardinale nella lettera: “Quel pane consacrato trascende dallo stesso altare, abbraccia tutto l’universo e stringe a sé tutti i problemi dell’umanità, perché il corpo di Gesù è strettamente unito al corpo mistico che è tutta la Chiesa. Non c’è situazione umana a cui non possa essere ricondotta l’Eucarestia”.

Non può essere un caso che proprio nei giorni scorsi, presso il letto di ospedale del cardinal Bassetti e per sua stessa volontà, sia stata portata una reliquia di Carlo Acutis, il giovane che ha fatto dell’Eucaristia l’amore della sua vita e il centro della sua santità. Ed è commovente sapere che è proprio il Beato Acutis che il presidente della Cei sta invocando con particolar fervore in questi giorni di grande sofferenza. A dimostrazione che è nel sangue dei santi bambini che la Chiesa verrà completamente rinnovata a salvezza.

 

UN PUNTO DI NON RITORNO

Il presidente dei vescovi italiani, però, non si è limitato a proclamare il suo amore per Gesù Eucaristia, riacceso come un fuoco dal dono della sofferenza, ma ha indicato nella stessa Eucaristia la strada per uscire da ogni prova materiale e spirituale, per la Chiesa e per il mondo: “Anche le vicende drammatiche che stiamo vivendo in questi giorni in Italia - scrive Bassetti - come l’aumento della diffusione dell’epidemia, la grave crisi economica per molti lavoratori e per tante imprese, l’incertezza per i nostri giovani della scuola - non sono al di fuori della Santissima Eucarestia. (…) Non c’è consolazione, non c’è conforto, non c’è assenza di lacrime che non abbia il suo riferimento a Gesù Eucarestia. (...) L’Eucarestia non è soltanto il Sacramento in cui Cristo si riceve - l’anima è piena di grazia e a noi è dato il pegno della gloria futura - ma è l’anima del mondo ed è il fulcro in cui converge tutto l’universo".

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Colombia, Carlo Acutis nuovo patrono dei giovani di Riohacha

Ad annunciarlo è stato monsignor Francisco Antonio Ceballos Escobar, il 31 ottobre scorso. Ai giovani dunque affidato come modello di santità e guida per la vita quotidiana, un adolescete innamorato dell'Eucaristia

 

"I giovani della diocesi di Riohacha hanno un nuovo patrono!” Lo ha annunciato - si legge in un comunicato della diocesi del 3 novembre -, monsignor Francisco Antonio Ceballos Escobar, nominando con decreto episcopale il Beato Carlo Acutis, Patrono e Modello di Santità della Gioventù di questa Chiesa particolare. L’annuncio è avvenuto il 31 ottobre, in occasione della Celebrazione virtuale della Gioventù 2020, ed è stato accolto con gioia da centinaia di giovani, riuniti per vivere questa esperienza celebrativa.

L'amore di Carlo Acutis per l'Eucaristia, la Madonna e il Rosario

Il presule, nel suo discorso, ha ricordato la figura del giovane Beato, che affermava si potesse essere al tempo stesso giovani, moderni e santi: “Carlo Acutis - ha detto - era un adolescente del nostro tempo come tanti altri, impegnato a scuola, con gli amici. Amava l'Eucaristia, la Madonna e il Rosario. Era un catechista ed è riuscito a portare le verità della fede agli altri bambini”.

Il vescovo di Riohacha ha spiegato come il giovane Carlo fosse un esperto di computer, al punto da essere considerato un genio dai suoi amici e dagli esperti di ingegneria informatica. “Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione informatica, al montaggio video, alla creazione di siti web, alle newsletter, che scriveva anche lui, al volontariato con i bisognosi, con i bambini e con gli anziani”, ha raccontato monsignor Ceballos Escobar. Carlo amava i mezzi tecnologici, e sapeva come essi possano trascinarci in cose che non sono di Dio, farci addormentare, pieni di cose e senza Dio. Tuttavia, “li usava per evangelizzare”, ha sottolineato.  

"Cercate le vie della santità nel quotidiano!"

“Gesù Cristo è e sarà sempre la via per essere felici", ha ricordato il vescovo ai giovani di questa Chiesa particolare e di La Guajira, invitandoli a cercare le vie della santità nella vita quotidiana, seguendo l’esempio di Carlo. “La meta dei giovani non può essere limitata, la meta va oltre i sogni terreni, la meta deve essere il cielo", ha concluso

 

                                                                                   

 Carlo Acutis 

chiusa la tomba del Beato

Lunedì 19 ottobre, alle  ore 19, dopo la santa Messa  nella chiesa di Santa Maria Maggiore  - Santuario della Spogliazione - presieduta da mons. Marcello Semeraro, nuovo prefetto della Congregazione delle cause dei Santi,  è stata chiusa la tomba  del Beato Carlo Acutis. Il Vescovo mons. Domenico Sorrentino ha assicurato che, passata l'epidemia, la tomba del Beato Carlo Acutis verrà riaperta. 

Novena al Beato  Carlo Acutis

 

Preghiera Iniziale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 

Meditazione del primo Giorno

 

Non io, ma Dio”

Beato Carlo Acutis, che hai fatto della vita tua una continua rinuncia ed annientamento, dammi la grazia di cercare le cose del Cielo e disprezzare quelle che passano. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

Segno della santa Croce

 

Meditazione del secondo Giorno

 

“Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”

Beato Carlo Acutis, che hai vissuto nel Cuore di Gesù, dammi la grazia di compiere, in tutto, questo disegno d’amore. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

Meditazione del terzo Giorno

 

“Chiedi continuamente aiuto al tuo Angelo Custode che deve diventare il tuo migliore amico”

Beato  Carlo Acutis, che hai cercato, già in questo mondo, la compagnia dei santi Angeli, dammi la grazia di vivere rettamente come lo vuole il mio Angelo Custode. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

Meditazione del quarto Giorno

 

“La nostra anima è come una mongolfiera... Se per caso c’è un peccato mortale, l’anima ricade a terra e la confessione è come il fuoco... Bisogna confessarsi spesso”

Beato Carlo Acutis, che hai vissuto talmente bene questo sacramento di riconciliazione, dammi la grazia di cercare regolarmente la confessione con una profonda contrizione. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

 

Meditazione del quinto Giorno

 

“La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”

Beato  Carlo Acutis, che non hai mai distolto lo sguardo da Gesù, il tuo grande amore, dammi la grazia di vivere già in questo mondo questa vera felicità. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

 

Meditazione del sesto Giorno

 

“L’unica cosa che dobbiamo chiedere a Dio nella preghiera è la voglia di essere santi”

Beato Carlo Acutis, che sempre hai saputo chiedere a Dio l’essenziale, dammi la grazia di un profondo desiderio per il Cielo. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

Meditazione del settimo Giorno

 

“La Vergine Maria è l’unica Donna della mia vita”

Beato Carlo Acutis, che hai amato la Vergine Maria più di tutto, dammi la grazia di rispondere all’amore di questa così tenera e buona Madre. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

Meditazione dell’ ottavo Giorno

 

“L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”

Beato Carlo Acutis, che cercavi sempre il tuo Gesù nascosto nel Tabernacolo, dammi la grazia di un profondo fervore eucaristico. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena.  Sono felice di morire, perché ho vissuto la mia vita senza perdere alcun minuto in cose che non piacciono a Dio” Beato Carlo Acutis, dammi la grazia delle grazie, cioè la perseveranza finale ed una morte santa. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

Preghiera Finale

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima del Beato Carlo Acutis durante i suoi quindici anni trascorsi su questa terra e, per i meriti di questo amato Angelo della Gioventù, concedetemi la grazia che ardentemente vi chiedo... (qui si formula la grazia che si vuol ottenere).

 Segno della santa Croce

 

Meditazione del nono Giorno

“Sono felice di morire, perché ho vissuto la mia vita senza perdere alcun minuto in cose che non piacciono a Dio”

Beato  Carlo Acutis, dammi la grazia delle grazie, cioè la perseveranza fi nale ed una morte santa. Così sia. Si recitano 5 “Padre Nostro”, 5 “Ave Maria” e 5 “Gloria al Padre”, in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Carlo nei 15 anni della sua vita terrena. 

 

Preghiera finale

Dio Padre di Misericordia, eleva alla gloria degli altari questo tuo Beato Carlo Acutis, affinché per lui Tu sii più glorificato. Dacci l’onore di invocarlo Beato, lui che ha vissuto la Tua volontà in tutte le cose, e per i suoi meriti concedimi la grazia che ardentemente desidero. Amen.

 Segno della santa Croce

 Imprimatur + Dom Janusz Marian Danecki, OFMConv. Bispo auxiliar da Arquidiocese Campo Grande (Brasil) - Protocolo 522/2016, Livro VI Campo Grande, 30 de setembro de 2016

 

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DISCORSO DEL VESCOVO Mons. DOMENICO SORRENTINO DEL 17 OTTOBRE 2020

 “In questo santuario il giovane Francesco e il giovane Carlo parlano insieme – ha detto il vescovo -, fanno una sorta di alleanza al di là dei secoli che li separano. Sono entrambi capaci di parlare il linguaggio dei giovani che è il linguaggio dell’originalità, dell’autenticità. I giovani  - ha aggiunto - sono desiderosi di originalità e tante volte, per ottenerla, sbagliano via finendo per essere, come diceva Carlo, delle fotocopie, delle mode. Carlo e Francesco vogliono parlare ai giovani con il loro linguaggio per dire  di essere gioiosi, felici, originali, ma per la via giusta che è la via di Gesù. Dobbiamo pertanto fare in modo che questo loro linguaggio arrivi ai giovani”. 

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Viene prorogata fino a lunedì 19 l'esposizione del corpo di Carlo Acutis, beatificato il 10 ottobre scorso, nel Santuario della Spogliazione ad Assisi. Lo comunica la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

"Visto il grande afflusso di questi giorni e le molteplici richieste di visita per il prossimo fine settimana - si legge nel comunicato - il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino d’intesa con il presidente della Fondazione del Santuario della Spogliazione, don Cesare Provenzi e il rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira hanno deciso di lasciare visibile il corpo del giovane Beato fino a lunedì 19 ottobre".

“Oltre alle migliaia di devoti che, grazie al lavoro dei volontari, hanno potuto venerare ordinatamente la tomba del Beato Carlo Acutis, sono già arrivate numerose richieste di gruppi per sabato e domenica prossimi. Pur mantenendo come da programma la celebrazione delle 10.30 di sabato 17 ottobre, la chiusura della tomba avverrà in maniera non solenne il lunedì successivo subito dopo l’Angelus. La decisione di aprirla per 17 giorni era stata infatti presa per evitare assembramenti pericolosi nel giorno della Beatificazione, dando così la possibilità a più persone e in maggiore sicurezza di venerare il corpo del giovane, come d’altro canto sta avvenendo. Al momento, considerati i numeri, la pandemia in corso e il lavoro straordinario dei soli volontari, si ritiene opportuno chiudere per riaprire definitivamente in un momento più sicuro dal punto di vista sanitario".

La venerazione del Beato continua tuttavia nei modi e nei tempi di apertura della chiesa di Santa Maria Maggiore dalle ore 10 alle ore 19.

 

 

           

CARLO ACUTIS È BEATO!

LA CHIESA ESULTA

Il Papa all'Angelus ha citato Carlo: 

“Ha mostrato che la felicità si trova mettendo Dio al primo posto”

“Ieri ad Assisi è stato beatificato Carlo Acutis, ragazzo 15enne innamorato dell’eucaristia: la sua testimonianza indica ai giovani di oggi che la vera felicità si trova mettendo Dio al primo posto e servendolo nei fratelli, specialmente gli ultimi”, così Papa Francesco ha voluto ricordare Carlo Acutis  proclamato beato  ad Assisi nella Basilica superiore di San Francesco.

diretta dal santuario della Spoliazione

BASILICA SUPERIORE DI S. FRANCESCO D'ASSISI 

BEATIFICAZIONE DI CARLO ACUTIS

 

Reliquiario del cuore del Beato Carlo Acutis

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  "Kit" per diventare santi

Queste sono alcune massime indicate da Carlo nel sito internet da lui ideato, cui aveva premesso queste parole: "Ho deciso di aiutarti confidandoti alcuni miei segreti specialissimi che ti aiuteranno a raggiungere velocemente il traguardo della santità:

1) Bisogna volerlo con tutto il cuore, e se non lo desideri ancora devi chiederlo con insistenza al Signore.

2) Cerca di andare tutti i giorni alla Santa Messa e di fare la Santa Comunione.

3) Ricordati di recitare ogni giorno il Santo Rosario.

4) Leggiti ogni giorno un brano della Sacra Scrittura.

5) Se riesci fai qualche momento di Adorazione Eucaristica davanti al Tabernacolo dove è presente realmente Gesù, così vedrai come aumenterà prodigiosamente il tuo livello di santità.

6) Se riesci confessati tutte le settimane anche i peccati veniali.

7) Fai spesso propositi e fioretti al Signore e alla Madonna per aiutare gli altri.

8) Chiedi aiuto al tuo Angelo Custode che deve diventare il tuo migliore amico.

Frasi di Carlo:

«L'Eucarestia è la mia autostrada per il cielo »

«Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso»

«Anche tu potresti diventare santo»

«La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio»

«Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie»

«Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano invece della bellezza della propria anima?»

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CITAZIONE DI PAPA FRANCESCO SU CARLO

Nella sua esortazione apostolica "Christus vivit", Papa Francesco lo indica come modello ai giovani di tutto il mondo: “È vero – scrive il Papa – che il mondo digitale può esporti al rischio di chiuderti in te stesso, dell’isolamento o del piacere vuoto. Ma non dimenticare che ci sono giovani che anche in questi ambiti sono creativi e a volte geniali. È il caso del giovane venerabile Carlo Acutis. Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza. Non è caduto nella trappola. Vedeva che molti giovani, pur sembrando diversi, in realtà finiscono per essere uguali agli altri, correndo dietro a ciò che i potenti impongono loro attraverso i meccanismi del consumo e dello stordimento. In tal modo, non lasciano sbocciare i doni che il Signore ha dato loro, non offrono a questo mondo quelle capacità così personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Così, diceva Carlo, succede che ‘tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie‘. Non lasciare che ti succeda questo.

   

                          VEGLIA DI PREGHIERA - 9 OTTOBRE  2020

                                                                     La tomba di Carlo nel santuario della Spoliazione

Carlo Acutis, a pochi  giorni dalla beatificazione - Apertura della tomba ad Assisi

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Dichiarazioni della  Diocesi di Assisi

«Il corpo è stato trovato completamente integro in tutte le sue parti e questo 

ha sorpreso sia i medici che la madre Antonia Salzano», spiegano dalla diocesi umbra, 

«il viso e le mani, dove più erano evidenti le tracce della decomposizione, 

hanno subito un piccolo trattamento». 

“Apriremo una mensa per i poveri a poca distanza dal Santuario della Spogliazione

 e ogni anno sosterremo un progetto nei Paesi del Terzo mondo per aiutarli a creare

 le condizioni per un’economia solidale”, ha annunciato il vescovo della diocesi

 di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, al termine

 della santa messa che ha dato avvio degli eventi collaterali alla beatificazione del

 giovane sepolto nella città che aspetta dopodomani (3 ottobre) la visita di Papa Francesco.

 “Carlo Acutis e San Francesco hanno avuto in comune, oltre all’amore per Gesù e in particolare

 per l’eucarestia, un grande amore per i poveri - ha aggiunto monsignor Sorrentino -.

 Per questo abbiamo deciso che, in una circostanza come questa, bisognava lasciare

 un segno forte; e quale segno migliore se non quello della carità?”.

 "Carlo ha avuto una missione specialmente per i suoi coetanei di questo tempo così

 entusiasmante e, insieme, così disorientato. 

Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso 

una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro

 ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori,

nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore.

Carlo è un ragazzo del nostro tempo. 

Un ragazzo dell’era internet e un modello di santità dell’epoca digitale, 

come lo ha presentato papa Francesco nella sua lettera ai giovani di tutto il mondo. 

Il computer, con la sua mostra dei miracoli, è diventato il suo andare per le strade

 del mondo, come i primi discepoli di Gesù, a portare nei cuori e nelle case l’annuncio

 della pace vera, quella che placa la sete di infinito che abita il cuore umano. 

Quella dei giovani che vogliono davvero vivere da “originali” 

e non diventare fotocopie delle mode effimere".

Per la prima volta il corpo di Carlo verrà esposto alla  venerazione

 

Aperte le celebrazioni per la beatificazione di Carlo Acutis ad Assisi, da giovedì 1° ottobre con l’apertura del sepolcro al termine della messa delle 11.30. Il  2 ottobre  le inaugurazioni, nella cattedrale di San Rufino e a Santa Maria degli Angeli, delle due mostre, quella sui “Miracoli eucaristici” e quella sulle “Apparizioni Mariane”, ideate dallo stesso Carlo mentre in serata è previsto un evento online dedicato ai giovani dal titolo: “Beato Te: a scuola di felicità con Carlo Acutis”, a cura della Pastorale giovanile regionale. Sabato 3 ottobre, alle 21, al santuario della Spogliazione, la visita dei vescovi della Conferenza episcopale delle Marche per la venerazione del corpo di Carlo Acutis. Il 5 ottobre è previsto un momento di testimonianza con il ricordo della mamma, Antonia Salzano, e di alcuni amici assisani di Carlo.

Il 6 ottobre, alle 17, nella sala della Spogliazione, “Francesco e Carlo: due giovani a confronto”: Paolo Rodari, vaticanista de La Repubblica, intervista il vescovo Sorrentino. Nel pomeriggio dell’8 ottobre, nel Santuario della Spogliazione, la presentazione del libro della giornalista Mediaset, Safiria Leccese, dal titolo “La ricchezza del bene” alla presenza degli imprenditori raccontati nel volume. Il 9 ottobre, vigilia della beatificazione, una veglia di preghiera a Santa Maria degli Angeli, alla presenza del vescovo ausiliare di Milano, mons. Paolo Martinelli, e del presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, e animata dalla Pastorale giovanile diocesana; nella circostanza tutta Assisi diventerà “Città Eucaristica” con momenti di Adorazione in diverse chiese del centro storico.

La cerimonia di beatificazione, sabato 10 ottobre, potrà essere seguita attraverso maxi-schermi allestiti in diverse piazze. A presiederla, il card. il cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli. Domenica 11, al santuario della Spogliazione, alle 11, il ministro generale dei Frati minori cappuccini, p. Roberto Genuin, presiederà la messa, mentre il 12 ottobre, nel giorno della memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà il vescovo diocesano mons. Sorrentino a celebrarla, alle 18. Nella mattina del 13 ottobre momento di riflessione nella sala della Spogliazione dal titolo: “Eucarestia e malattia, quando la sofferenza è luce”. Nel pomeriggio, alle 18, nel santuario della Spogliazione sarà il presidente della Ceu, mons. Boccardo, a presiedere la messa. Il 16 ottobre nel salone Papale di San Francesco è in programma un convegno dal titolo “Carlo Acutis e la digital economy”, al quale partecipano padre Paolo Benanti, docente presso la Pontificia Università Gregoriana, Luca Tomassini, fondatore di Vetrya, e Giovanna Melandri, presidente della Human Foundation. Il periodo di venerazione del giovane Beato terminerà il 17 ottobre, alle 10.30, con la messa al santuario della Spogliazione, presieduta dal vescovo Sorrentino con la partecipazione di tutte le rappresentanze diocesane. Al termine sarà chiusa la tomba del beato.

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IL VESCOVO SORRENTINO CITA CARLO ACUTIS 

NEI TRAGICI FATTI DI BASTIA UMBRA

Domenico Sorrentino - Vescovo di Assisi-Nocera-Gualdo Tadino

La rissa di Bastia Umbra, nella quale un ragazzo di Spoleto ha perso la vita, mi colpisce profondamente. Come siano andate le cose, lo stabilirà la magistratura. Intanto un ragazzo è morto, e immagino che cosa questo possa significare per la sua famiglia. Vorrei innanzitutto far arrivare ad essa sentimenti di vicinanza e di preghiera. Resta il fatto che, ancora una volta, nel clima di un divertimento spericolato, in cui è così facile portare le emozioni all’inverosimile, forse sotto l’effetto di alcool o altre sostanze, può succedere di tutto. 

Ma che il clima giovanile, e non solo, giunga a questi livelli di imbarbarimento, ci interroga tutti. Come Chiesa ci sentiamo interpellati, dato che l’attenzione al mondo giovanile è sicuramente una delle nostre priorità. Purtroppo la maggior parte dei giovani, dopo l’età della cresima, si allontana dalle parrocchie, e a parte i pochi che frequentano i nostri oratori, il mondo dei giovani è sfuggente e di difficile controllo anche da parte delle famiglie e delle altre agenzie sociali e culturali. 

Del resto, che cosa ci si può aspettare da una società in cui la stessa famiglia è in crisi così profonda? La scuola fa la sua parte, ma non basta. La politica deve certo interrogarsi sulle opportunità che vengono offerte senza le garanzie di limiti severi e controlli adeguati. Ci stiamo ormai arrendendo a fatti del genere, come se fossero ineluttabili. Mi auguro che anche questo ennesimo episodio di violenza, accaduto così vicino alla Città della Pace, mentre Assisi si prepara a vivere la beatificazione di un ragazzo come Carlo Acutis, modello di santità giovanile, ci faccia riflettere tutti e ci spinga a decisioni salutari. Dopo che il Covid ci ha messi a così dura prova, e ci tiene ancora sulle corde, non possiamo ricominciare tutto come prima. Una riflessione è necessaria nella Chiesa e nella società.

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TANTISSIME LE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE 

ALLA BEATIFICAZIONE DI CARLO ACUTIS

APERTE LE ISCRIZIONI PER PARTECIPARE ALLA BEATIFICAZIONE

Sono state  aperte  le iscrizioni per partecipare alla beatificazione di Carlo Acutis che si svolgerà ad Assisi sabato 10 ottobre 2020. La cerimonia si terrà nella Basilica papale di San Francesco alle ore 16. A presiederla il cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

Oltre ai posti all'interno della Basilica sono previsti maxi-schermo all'esterno e, comunque, anche per poter accedere alle aree esterne, sarà necessario il pass. Vai al sito https://www.carloacutis.com/it/association

Come iscriversi alla cerimonia di beatificazione di Carlo Acutis

Per poter partecipare alla cerimonia è obbligatorio registrarsi sul sito. www.assisisantuariospogliazione.com alla sezione “Carlo Acutis”. Le iscrizioni, che rimarranno aperte fino ad esaurimento posti e nel rispetto delle normative anti-Covid, vanno effettuate sia per gli individuali che per i gruppi attraverso gli specifici moduli.

A coloro che si iscriveranno saranno poi comunicati, entro il mese di agosto, il posto loro assegnato, il pass d’‘ingresso e i modi di partecipazione. Per gli operatori della comunicazione ci sarà una sezione ad hoc con le modalità di accreditamento. 

Dal 1 al 17 ottobre la venerazione del corpo al santuario della Spogliazione

 A breve sarà reso pubblico il programma degli eventi e momenti collaterali, considerando che dal 1 al 17 ottobre sarà possibile venerare il corpo di Carlo Acutis presso il Santuario della Spogliazione (piazza Vescovado) dove è sepolto.

Per informazioni e chiarimenti si può comunque inviare una email all’indirizzo: beatificazioneacutis@assisisantuariodellaspogliazione.com.

ADORAZIONE PERMANENTE E SANTO ROSARIO IN VISTA DELLA BEATIFICAZIONE DI CARLO CHE AVVERRÀ IL 10 OTTOBRE 

Da  venerdì 19 giugno 2020, Solennità del Sacro Cuore di Gesù, è iniziata presso il Santuario della Spogliazione ad Assisi, un’adorazione permanente che si concluderà il prossimo 10 ottobre giorno della beatificazione di Carlo Acutis, il quindicenne morto a Monza nel 2006 diventato un punto di riferimento spirituale per tanti giovani. A raccontare l’evento è padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, frate francescano cappuccino, rettore del santuario di Assisi. "Si tratta di un’iniziativa che coinvolgerà l’interra diocesi in vista di quel  momento straordinario: la beatificazione di Carlo. La sua – prosegue – è una spiritualità radicale e profonda e quando ai giovani che vengono a visitarlo qui   parlo della sua vita, scoprono di avere di fronte un ragazzo, ricco, bello, intelligente che ha vissuto in maniera straordinaria la sua fede, pur conducendo una vita ordinaria. E ne sono profondamente attratti".

“Quella di Carlo è una spiritualità leggera, mai pesante, e al contempo radicale e profonda. Quando ai giovani parlo della sua vita, vedo nei loro occhi un enorme stupore, perché scoprono di avere di fronte un ragazzo, ricco, bello, intelligente che ha vissuto in maniera straordinaria la sua fede, pur conducendo una vita ordinaria. E ne sono profondamente attratti”. Padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, frate francescano cappuccino, descrive così quanto accade da quando il corpo di Carlo Acutis, riposa nella navata destra del santuario della Spogliazione di San Francesco, di cui è rettore da circa tre anni. Il prossimo 10 ottobre Carlo Acutis, il quindicenne morto a Monza nel 2006, sarà beatificato ad Assisi. “La notizia della sua beatificazione – prosegue padre Carlos – ci ha riempito di gioia. Da quando è qui, centinaia di fedeli hanno iniziato a rendergli omaggio. Sono soprattutto giovani, che in fila uno dietro l’altro si avvicinano per accarezzare l'urna di marmo, baciarla e chiedere una grazia”.

Cosa ha significato la presenza di Carlo in questo luogo di per sé già così ricco di spiritualità?

Anzitutto che il buon Dio continua a scegliere Assisi come luogo privilegiato per manifestare al mondo la Sua gloria. 

La storia di Carlo ci mostra che l’opera di Dio prosegue nella storia. Si vede chiaro il desiderio di Dio di risvegliare nell’uomo la consapevolezza dell’amore.Carlo è solo l’ultimo testimone che viene proprio a ridestarci da questo sonno che a volte, ci prende un po’ tutti, e ci colpisce nella sfera del divino, della trascendenza, del mistero di Dio che, seppur molto vicino a noi, fatichiamo a riconoscere. Carlo ha saputo vedere e riconoscere Dio, nell'Eucaristia, nei poveri, nella storia.

Carlo considerava Assisi il posto che lo faceva sentire più felice e aveva espresso il desiderio di essere sepolto ad Assisi.

Carlo era un amante della vita. Era un ragazzo bello, capace, intelligente, originale.

Per me la sua vita è una conferma che Dio non dorme, che continua a scuoterci con le sue sante provocazioni.

Assisi rappresenta quel luogo, dove l’uomo, in questo caso Francesco, sceglie di abbandonarsi totalmente a Dio, senza riserve. Con la spogliazione infatti, Francesco decide di mettere da parte il suo ego per dare il giusto spazio a Dio e capisce che per iniziare la vita nuova deve abbandonare i suoi vecchi schemi. Nel rinnegare sé stesso trova Dio che valorizza tutta la sua umanità. E Carlo ha fatto lo stesso. “Non io, ma Dio” ripeteva e non a caso Carlo quando parlava della fede lo faceva normalmente e quotidianamente con tutti, perché “Dio – aggiungeva – viene prima di tutto ed è tutto”.

Io lo chiamo il mio piccolo maestro e non sono solo io a chiamarlo così. 

Molti sacerdoti lo considerano un maestro. Lui aiuta noi ministri ordinati in tanti modi. Malgrado la sua giovanissima età ha molto da dire a noi sacerdoti, ai vescovi. In tanti aspetti lui mi ha aiutato ad allargare l’orizzonte della mia vita, ad aprire gli occhi. Mi sorprende sempre. La sua venuta mi ha offerto questa grazia inaspettata.

Un santo dei giovani e per i giovani. Perché secondo te lo amano così tanto?

I giovani sono attratti da Carlo perché i punti di contatto con lui sono tantissimi. Carlo è nato al cielo nel 2006, ma da allora ad oggi il mondo molto è cambiato. Da quando è qui da noi, ho avuto occasione di fare numerose catechesi ai giovani, e non solo, che vengono da ogni parte d’Italia e del mondo per conoscere Carlo. Quando inizio a parlare di lui, della sua vita, vedo negli occhi di chi mi ascolta un enorme stupore. Scoprono di avere di fronte un ragazzo, ricco, bello, intelligente che ha vissuto in maniera straordinaria la sua fede conducendo una vita ordinaria.

Che cosa li colpisce di più?

La sua spiritualità, leggera e mai pesante, e al contempo radicale e profonda. Ne sono profondamente attratti. Vedo i giovani incuriositi, affascinati, a volte anche intimoriti. Fanno domande, vogliono sapere di più. Sono toccati dalla sua sobrietà, dal suo alto senso di giustizia. Quando dico loro che Carlo poteva avere 300 paia di scarpe ma che ne desiderava uno solo, o che agli eccessi ha sempre preferito la sobrietà, restano letteralmente folgorati. Questo colpisce i giovani e suscita in loro domande la cui risposta è nascosta nel loro cuore.La vita di Carlo è illuminante per i giovani, anche perché lui non era un seminarista, non era un frate e non apparteneva a nessun movimento ecclesiale. Carlo era un semplice battezzato come la stragrande maggioranza delle persone.Carlo è diventato santo nell'ordinarietà di quello che la Chiesa offre ogni giorno a tutti e a ciascuno, a cominciare dall’Eucaristia, dal santo rosario, dalla lettura e dalla meditazione della Bibbia.

Che messaggio lascia Carlo?

Carlo diceva sempre:

“tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”… che significa?

Che non dobbiamo sprecare la vita ma che siamo chiamati a riscoprirla alla luce di Dio. La nostra originalità deve essere ritrovata in questa realtà, altra e alta, che è Dio. Può sembrare una frase fatta, in realtà Carlo ci aiuta a vedere che l’uomo da sempre ha uno spirito che non va trascurato. Quella originalità di cui Carlo ci parla rende felici noi e gli altri intorno a noi. È riscoprire chi siamo veramente agli occhi del Padre. Il messaggio di Carlo è chiaro: perché morire da fotocopia cercando di assumere un’identità che non è la nostra? Questo è sprecare la vita, è non sbocciare mai, è non dare senso alla propria esistenza! La sua è una frase molto moderna che esprime un concetto limpido, chiaro, che invita a vedere se ciascuno di noi sta vivendo davvero la sua vita o sta solo cercando di vivacchiare, di sopravvivere. È il dramma del nostro tempo, dimenticare ciò che siamo e ciò che Dio ha pensato e sognato di noi e per noi. Carlo ci invita a vivere in pienezza la nostra originalità.

Da quando Carlo è qui avete avuto notizie di guarigioni o fatti straordinari?

Sì, molte conversioni, molte guarigioni spirituali, alcune fisiche seppur da verificare.

Racconto un fatto straordinario. È la storia di una donna, malata, che aveva chiesto a Dio di guarirla. Ebbene questa donna una notte sogna un giovane che non conosce, che però le sorride e la rassicura trasmettendole una grande pace. Dopo qualche tempo questa donna viene ad Assisi per un pellegrinaggio e scendendo da Santa Chiara fa tappa al santuario della spogliazione. Immaginate il suo stupore quando, entrando si imbatte nell’immagine Carlo. In lui riconosce quel giovane che nel sogno l’aveva rassicurata col suo sorriso. Subito vuole sapere chi è quel ragazzo, cosa ha fatto e perché il suo corpo si trova lì. E così, davanti all’immagine di Carlo Acutis, la donna riconosce di essere stata visitata da Dio e scoppia in un pianto irrefrenabile. Non so dove sia ora ne se sia fisicamente guarita. Quando mi ha raccontato la sua storia, era ancora malata ma aveva ritrovato una pace profonda.

Cosa state preparando in vista del 10 di ottobre, giorno della beatificazione?

Il nostro vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, a breve dovrebbe nominare un comitato organizzatore per seguire l’evento. Come parrocchia abbiamo deciso di proporre due iniziative. La prima sarà l’adorazione permanente, che partirà dalla solennità del Sacro Cuore, giornata di preghiera e santificazione dei sacerdoti, e proseguirà fino al 10 ottobre. Si svolgerà nel santuario e coinvolgerà l’intera diocesi. L’altra è la recita del santo rosario in famiglia. Visiteremo le famiglie pregando il santo rosario tanto caro a Carlo e porteremo con noi una sua reliquia di primo grado, cioè una parte del suo corpo.

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CARLO ACUTIS SARA' BEATO!

LA CERIMONIA SABATO 10 OTTOBRE IN BASILICA

ASSISI – La diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino in festa per la notizia della beatificazione del venerabile Carlo Acutis che avverrà ad Assisi sabato 10 ottobre alle ore 16 nella Basilica papale di San Francesco.

“La gioia che da tempo stiamo aspettando ha finalmente una data – afferma il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino – . Parliamo della beatificazione del venerabile Carlo Acutis. La presiederà il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. È bello che la notizia arrivi mentre ci prepariamo alla festa del Corpo e del Sangue del Signore. Il giovane Carlo si distinse per il suo amore per l’Eucaristia, che definiva la sua “autostrada per il Cielo”. La  notizia – aggiunge il vescovo – costituisce un raggio di luce in questo periodo in cui nel nostro Paese stiamo faticosamente uscendo da una pesante situazione sanitaria, sociale e lavorativa. In questi mesi abbiamo affrontato la solitudine e il distanziamento sperimentando l’aspetto più positivo di internet, una tecnologia comunicativa per la quale Carlo aveva uno speciale talento, al punto che  papa Francesco, nella sua lettera Christus vivit rivolta a tutti i giovani del mondo, lo ha presentato come modello di santità giovanile nell’era digitale. Scrive di lui il Santo Padre: «Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza»(n.105).

Com’è noto, il corpo del venerabile è conservato ad Assisi nel Santuario della Spogliazione. La sua beatificazione lo porterà ancor più all’attenzione del mondo giovanile e sarà un incoraggiamento per tutti. La prova che stiamo vivendo non ci deve abbattere. L’amore di Dio – prosegue il vescovo – può far in modo che una grande crisi diventi una grande grazia. Occorre una nuova creatività, generativa e responsabile, per costruire un mondo diverso, più bello, più solidale. Carlo lo dice specialmente ai giovani, come nella stessa lettera papa Francesco ha sottolineato: egli – scrive il Papa – «non è caduto nella trappola. Vedeva che molti giovani, pur sembrando diversi, in realtà finiscono per essere uguali agli altri, correndo dietro a ciò che i potenti impongono loro attraverso i meccanismi del consumo e dello stordimento. In tal modo, non lasciano sbocciare i doni che il Signore ha dato loro, non offrono a questo mondo quelle capacità così personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Così, diceva Carlo, succede che “tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Non lasciare che ti succeda questo» (Christus vivit 106).

La Chiesa di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino si rallegra per la prossima beatificazione. In tempo utile saranno date le indicazioni opportune per la partecipazione”.

21/02/2020 - 

Alleluia! 

Papa Francesco, venerdì 21 febbraio 2020, ha ricevuto in udienza il Cardinale Angelo Becciu,

Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e ha autorizzato il Dicastero a promulgare

il decreto riguardo al miracolo attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Carlo Acutis. 

Attendiamo di conoscere la data della sua prossima beatificazione.

Ringraziamo il Signore perché ha compiuto meraviglie.

Nicola Gori

Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione.

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Diventerà  beato, il prossimo 10 ottobre 2020, il giovane venerabile Carlo Acutis. La cerimonia avverrà nella Basilica superiore di S. Francesco ad Assisi, alle ore 16,  tra lo splendore degli affreschi di Giotto. Presiederà  il cardinale Becciu Prefetto della Congregazione per la causa dei Santi. Presenti il Vescovo di Assisi e quello della diocesi di Milano, dove Carlo ha vissuto, oltre ad altre autorità civili e religiosi. Molto probabilmente ci sarà una veglia di preghiera alla vigilia nella basilica papale della Porziuncola per accogliere i numerosi giovani che l'avvenimento richiamerà. Potrebbe esserci anche la sorpresa di rivedere il corpo di Carlo che, da una affermazione della mamma, risulterebbe incorrotto.  

Nato a Londra il 3 maggio 1991 e morto a Monza il 12 ottobre 2006. Ha dato il via libera il Papa, ricevendo il cardinale Angelo Becciu prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ed ha autorizzato il Dicastero a promulgare i rispettivi Decreti, riguardanti il miracolo attribuito all'intercessione di Carlo Acutis, laico, e insieme a questo il martirio di padre Rutilio Grande. Insieme a quest'ultimo saranno beatificati anche due compagni laici, uccisi con lui nel 1977, in odio alla fede, nel Salvador.

Il venerabile Carlo è sepolto nel Santuario della Spoliazione di Assisi. "Una gioia grande per questa Chiesa particolare - scrive il Vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadini - , che lo ha visto camminare sulle orme di San Francesco verso la santità. Una gioia grande per la Chiesa ambrosiana, che gli ha dato i natali e lo ha accompagnato nel suo incontro con Gesù. Una gioia grande per gli ormai tanti devoti di Carlo in tutto il mondo. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita".

Noti alcuni i suoi "slogan": “Non io ma Dio”, "Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie”. “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Al Santuario della Spogliazione - conferma la diocesi - Carlo sta già attirando migliaia di giovani e devoti da tutto il mondo. "Mi auguro - conclude monsignor Domenico Sorrentino - che la sua beatificazione possa farne ancor più un punto di riferimento e un incoraggiamento alla santità. Essa è vocazione per tutti. Anche per i giovani".

Carlo Acutis è uno dei giovani indicati da Papa Francesco come modelli nella Christus vivit, insieme a tre italiani (san Domenico Savio e i beati Piergiorgio Frassati e Chiara Badano) e altre figure, europee ed extraeuropee. In virtù della sua buona frequentazione della Rete è stato proposto come patrono di Internet.

La Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha infatti espresso parere positivo su un  miracolo attribuito alla sua intercessione. Si tratta della guarigione inspiegabile di un bambino brasiliano

A renderlo noto è stato il postulatore della causa, Nicola Gori. «Continuiamo a pregare perché il Signore voglia presto glorificare il suo servo, a incoraggiamento del cammino di santità di tutta la Chiesa, specie dei giovani» ha commentato l’arcivescovo Domenico Sorrentino, pastore di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, diocesi titolare della causa. Ora si attende il parere della Commissione teologica. 

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Il racconto del miracolo

«Il miracolo accertato – spiega mamma Antonia – riguarda il pancreas deformato di un bambino che è stato in pericolo di vita. Dopo la preghiera a Carlo il pancreas è ritornato nella norma senza intervento chirurgico, che sarebbe stato molto rischioso per la sopravvivenza del piccolo».

La data della beatificazione dovrebbe essere in autunno dopo i noti fatti del coronavirus. Papa Francesco non si è recato come previsto ad Assisi a fine marzo 2020 per The Economy of Francesco, ora si aspetta la decisione della Segreteria di Stato della Santa Sede.

«Sin da quando è morto, dice la mamma,  le persone si sono rivolte a lui con fiducia: una signora che è venuta al funerale aveva un tumore e l’ha subito pregato e ha avuto una guarigione; un’altra donna di 44 anni non poteva avere figli, ha pregato Carlo e dopo un mese è restata incinta».

«Da subito – prosegue Antonia – la gente che lo aveva conosciuto si affidava a lui, poi la fama di santità si è diffusa: giovani che hanno iniziato a fare gruppi di preghiere, a imitarlo; catechisti che hanno portato la sua storia come testimonianza. Tutto questo mi hanno dato serenità: Carlo ha portato frutti per tante persone, ha aiutato tante anime ad avvicinarsi a Dio. Tanti ci hanno segnalato miracoli, grazie speciali e conversioni».

Carlo e Assisi

«La Chiesa di Assisi – aggiunge il vescovo Domenico Sorrentino – segue con particolare attenzione questo iter, sia perché il corpo del venerabile è sepolto nel santuario della Spogliazione, sia perché è stata recentemente costituita titolare della causa, per gentile concessione dell’arcivescovo di Milano, mons. Delpini», poiché Carlo era molto legato a San Francesco e ad Assisi.

«Quando la beatificazione ci sarà – prosegue mons. Sorrentino – secondo la prassi corrente e salvo diverse disposizioni del Santo Padre, avrà luogo nella città di Assisi. Ci prepariamo con gioia a questo evento di grazia»

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Mercoledì 23 gennaio 2019, i resti mortali del Venerabile Carlo Acutis, come prevedono le leggi canoniche, sono stati riesumati e trasferiti prima  in un luogo idoneo e dopo la  traslazione di sabato 6 aprile 2019  riposano nel Santuario della Spogliazione di Assisi

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La tomba del Beato Carlo Acutis

Santuario della Spoliazione Assisi

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  Possiamo fare di più per i nostri ragazzi ma è bellissima la chiusura dell’esortazione del Santo Padre che dice: ‘Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”. Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Gualtiero Bassetti ad Assisi, a margine della celebrazione eucaristica al Santuario della Spogliazione dove sabato 6 aprile è stato traslato e sepolto il corpo del venerabile Carlo Acutis.

Prima della santa messa il cardinale ha tenuto una catechesi a circa 300 ragazzi che poi, insieme alle autorità civili e militari, hanno preso parte alla cerimonia concelebrata dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e da monsignor Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione per le cause dei Santi, oltre a tutto il presbiterio diocesano.

All’inizio della celebrazione l’assemblea su sollecitazione del vescovo monsignor Sorrentino ha rivolto un caloroso applauso al cardinale Bassetti per il suo compleanno. Facendo riferimento alla Pasqua, come periodo che porta con sé anche il rinnovamento del creato e della storia, Bassetti ha sottolineato che “qui ad Assisi abbiamo due grandi figure di santi che ci ricordano la possibilità di tale cambiamento: Francesco e Chiara, la cui spiritualità e santità non hanno ancora finito di meravigliare il mondo. Erano giovani, immersi nelle cose vane, come tutti i loro coetanei. Poi, hanno sentito qualcosa che li invitava a cambiare vita.

E sono diventati due giganti della fede. Forse, è il caso di dire che si diventa a preferenza santi quando si è giovani, nel senso che le scelte radicali sono proprie dell’età giovanile, quando non c’è ancora l’ingombro delle comode abitudini, il peso delle ricchezze, la paura del rischio, e il cuore sa innamorarsi delle belle realtà, dei grandi ideali, delle forti emozioni, e sa essere fedele, coraggioso, generoso. E il pensiero corre allora al giovane Venerabile Servo di Dio Carlo Acutis, le cui spoglie mortali sono state traslate qui, dove riposeranno, e dove soprattutto ‘vivranno’, nella devozione e come luminosa proposta per altri giovani e per tutti.

Qui, nella chiesa santuario della Spogliazione. Luoghi che videro il giovane Francesco d’Assisi spogliarsi dell’uomo vecchio, e delle ricche vesti del padre Bernardone, per vivere nella libertà dei figli di Dio.

Francesco e Carlo sono vissuti in tempi diversi, ma entrambi hanno capito l’importanza della sequela di Cristo, per cui i beni e gli allettamenti del mondo sono divenuti ‘spazzatura’, come dice san Paolo, a confronto della bellezza della vita in Cristo. Il ricordo di Francesco e Chiara ci rimanda a una stagione lontana, travagliata, ma senza dubbio più diffusamente cristiana. Scegliere la sequela di Cristo era certamente un impegno, a volte rischioso, ma in un contesto dove l’adesione al cristianesimo era praticamente scontata. Il contesto di oggi è assai più complesso, e vivere da cristiani, in piena coerenza, è forse più raro, e più coraggioso, specialmente tra le giovani generazioni. Ci commuove perciò l’esperienza umana e cristiana di Carlo Acutis.

Questo ragazzo intelligente e dinamico sceglie di non omologarsi, di non essere una delle tante ‘fotocopie’ volute dalla moda del tempo. Vuole, consapevolmente, vivere con i talenti ricevuti e con la sua originalità di figlio di Dio. Fin dall’infanzia, dopo aver ricevuto una buona formazione cristiana in famiglia, è attratto dalle cose di Dio.

Non ha paura di confrontarsi con gli amici a scuola e nei momenti di gioco. Quando e come può, aiuta i poveri: la fede profonda diventa carità e condivisione”. Poi il riferimento al percorso di santità avviato. “Carlo, ormai Venerabile per la Chiesa, rimane per noi un segno che il Signore ha voluto inviarci per aver speranza nel futuro, nei giovani e nel loro cuore aperto alla fede. La sua fama è corsa veloce su quei mezzi di informazione, legati ad internet, che lui conosceva bene e usava per diffondere la bellezza della fede cristiana.

Papa Francesco, come sapete, ha citato il Venerabile Servo di Dio nel documento finale del Sinodo sui Giovani, additandolo come esempio di uno che non si fa sottomettere dalle mode e dagli influssi negativi della comunicazione digitale, ma, operando con la propria intelligenza e coscienza informata dalla fede, sa utilizzare tali mezzi per la crescita personale e di quanti con lui comunicano. Ha scritto Papa Francesco che ogni ragazzo o ragazza, sull’esempio di Carlo, invocando l’aiuto dello Spirito Santo, può camminare con fiducia verso la santità, senza essere una “fotocopia”, ma rimanendo pienamente se stesso.

Carissimi giovani, c’è bisogno della vostra testimonianza, del vostro coraggio missionario, per affrontare la ‘nuova evangelizzazione’, in una società e in una cultura contrassegnate da tecnologia, mondializzazione, flussi migratori, multiculturalità, desiderio di libertà da ogni vincolo. C’è bisogno di voi per riannunziare il Vangelo di Gesù Cristo con un fervore nuovo, metodi e linguaggi nuovi, e con i segni di autenticità da dare, a cominciare dal miracolo sempre suggestivo della carità”.

Il corpo di Carlo Acutis, come afferma la mamma Antonia, è  rimasto incorrotto

GIOVEDI' 5 LUGLIO 2018  IL PAPA AVEVA DICHIARATO VENERABILE 

CARLO ACUTIS

INIZIAVA COSI'   LA  CAUSA  DI   BEATIFICAZIONE  DEL GIOVANE MILANESE INNAMORATO DELL'EUCARESTIA, DELLA MADONNA E DI S. FRANCESCO 

 Venerabile è il titolo che la Chiesa cattolica, e più precisamente il Papa, conferisce, post mortem, a persone che si siano distinte per "santità di vita" o per "eroicità delle virtù", e per le quali si avvia così il processo di Beatificazione.

Quando la causa viene trasmessa alla Congregazione delle Cause dei Santi, spetta al Papa attribuire il titolo di Venerabile. Una volta che il Servo di Dio è dichiarato Venerabile si può procedere con la causa di beatificazione

Quando si apre un processo di beatificazione-canonizzazione nei confronti di una persona battezzata, questa stessa viene dichiarata Servo o Serva di Dio, anche se nel prosieguo del processo non si ritrovino i requisiti per procedere avanti "con sicurezza" (in latino tuto: an tuto procedi possit ad beatificationem servi Dei, "se si possa procedere con sicurezza alla beatificazione del servo di Dio") fino alla conclusione del processo stesso, ossia con la beatificazione e poi la canonizzazione.

Non esiste una "proclamazione" a Servo di Dio anteriore all'apertura del processo, ma è esattamente il contrario: si apre il processo e il personaggio ha "diritto" a essere chiamato "Servo di Dio". Non esiste nessuna cerimonia che "proclami" la persona "Servo di Dio".

Ai Servi di Dio non viene tributato alcun culto: finché non è conclusa la fase dei processi con la cerimonia dichiarativa della beatificazione/canonizzazione, fatta dal papa o da un suo rappresentante, il Servo di Dio, così come il Venerabile, non può essere oggetto di culto.

Nella fase inquisitoriale precedente alla dichiarazione pontificia di beatificazione c'è una sezione dedicata al de non cultu ("circa il non culto"). Il promotore di giustizia[1] deve accertare che il Servo di Dio/Venerabile non abbia ricevuto un culto improprio con parole scritte, immagini, oggetti (specialmente presso la tomba). La recognitio (riesumazione) dei resti del Servo di Dio/Venerabile e la eventuale traslazione (traslatio) dal cimitero a un luogo sacro non deve comportare nessuno di quegli atti di venerazione che si tributano ai beati/santi già ufficialmente dichiarati.

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DOCUMENTARIO DEL VATICANO SUI MIRACOLI EUCARISTICI

La Montagna delle Croci a Sokolka in Polonia e un mosaico di padre Marko Ivan Rupnik sul primo miracolo del Pane Eucaristico che si trova nella chiesa del Corpus Domini di Bologna. Un breve video ritrae questi due soggetti rappresentativi del Miracolo Eucaristico, tema al centro del documentario che il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede ha  presentato  martedì scorso 30 ottobre 2018, alla Filmoteca Vaticana. 

 

Il documentario costituisce l’emblema della missione divulgativa del Dicastero. Missione perseguita operativamente da un team composto da Vatican Media e da Officina della Comunicazione che passa appunto dalla realizzazione di documentari e di altre tipologie di prodotti audiovisivi. L’obiettivo è sempre quello di raccontare momenti, luoghi e circostanze rilevanti per la storia della Chiesa con un linguaggio adeguato alle più moderne esigenze dell’ambiente digitale contemporaneo.

 

Presenti  l’assessore del Dicastero per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò; gli amministratori di Officina per la Comunicazione, Elisabetta Sola e Nicola Salvi; il regista, Matteo Ceccarelli; il cardiologo Franco Serafini. In Filmoteca  anche i genitori del venerabile Carlo Acutis, il quale, prima della sua prematura scomparsa, ha realizzato un’accurata ricostruzione della storia dei Miracoli Eucaristici, ispirando una mostra che ha girato i 5 Continenti.

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IL RICORDO DEL VESCOVO DI ASSISI DOMENICO SORRENTINO

 “Assisi, con tutta la sua Chiesa particolare, esulta, in comunione con la Chiesa di Milano, che ha iniziato la causa”, scrive in un messaggio il vescovo Domenico Sorrentino. Con il titolo di venerabile la Chiesa riconosce che Carlo ha vissuto in grado eroico le virtù cristiane. È il primo passo che lo porterà prima alla beatificazione e poi alla canonizzazione.

Carlo Acutis è “un giovane di vita santa, morto all’età di 15 anni, che si appresta a salire agli onori degli altari, per la gioia della chiesa ambrosiana, che lo ha visto crescere in età e grazia, e della chiesa assisana, che è diventata la sua comunità di adozione, e custodisce i suoi resti mortali.

Il cimitero di Assisi, dove egli è sepolto, in questi anni, è diventato, intorno alla tomba di Carlo, un piccolo luogo di pellegrinaggio da tante parti d’Italia e anche dall'estero. In particolare Assisi ha onorato la sua memoria, con un oratorio a lui dedicato, presso l’antica cattedrale e parrocchia di Santa Maria Maggiore. “In questi anni tanti, anche assisani – rivela Sorrentino – mi chiedevano: ma perché non trasferirne il corpo dal cimitero a una chiesa? Ho ritenuto mio dovere di prudenza aspettare i tempi della Chiesa. Ora essi sono arrivati, dato che anche la traslazione del corpo rientra nell'ordinaria prassi ecclesiale, per quei servi di Dio diventati – come da oggi lo è Carlo Acutis – ‘venerabili’, in attesa che un miracolo compiuto per loro intercessione li porti prima al culto liturgico locale col titolo di ‘beati’, e poi al culto liturgico universale col titolo di ‘santi’. È provvidenziale che la ‘venerabilità’ di Carlo sia stata decretata da papa Francesco nell’imminenza del Sinodo per i giovani”.

Il vescovo ricorda tra l’altro che nel maggio scorso, nella Settimana della Spogliazione, di Carlo Acutis si fece un ricordo caldo a cura del rettore del Santuario, p. CarloS Acacio. “La santità – viene a dirci Carlo secondo Sorrentino – non è una realtà lontana. È possibile a tutte le età. È nient’altro che il quotidiano trasfigurato dalla bontà e dalla preghiera. È la luce di Dio che si riflette nei nostri occhi. È un cammino di gioia profonda e vera, che sa anche fare i conti con la sofferenza e con la morte, senza che si spengano la pace e la letizia del cuore. Lo sta dicendo al mondo, da ottocento anni, Francesco d’Assisi, con la sua scelta radicale di spogliarsi della mondanità per vivere di vangelo. Viene a dircelo ora, nella stessa Assisi, questo giovane figlio del nostro tempo. La santità genera santità. È bello che Carlo Acutis, nato lontano da noi, sia stato attirato dalla grazia sulle orme del Santo di Assisi, per intensificare e, se possibile, rendere ancor più attuale il messaggio di santità che si irradia dalla Città Serafica.Assisi gioisce! Il riconoscimento papale per Carlo è una nuova benedizione per la nostra Chiesa particolare e per la Città del Poverello. Sia di stimolo a un rinnovamento generale della nostra vita. Aiuti tanti giovani a non lasciarsi irretire da ideali lusinghieri ed effimeri, per trovare ciò che conta davvero e dà gioia al cuore”.

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Un ragazzino sempre sereno, equilibrato e vivacissimo insieme. Attento agli amici e rispettoso delle sue coetanee, vive una normalità tale da diventare eccezionale ma nel suo animo porta la gioia della fede in Cristo. Carlo Acutis, alunno di un liceo classico di Milano, riesce a rimanere com’è senza timori. Sa andare controcorrente rispetto ai suoi amici, ma nello stesso tempo li attira a sé. Nato a Londra nel 1991, lo stesso anno torna in Italia con la sua famiglia. In casa Carlo sceglie fin da piccolo di non abbandonare mai per qualsiasi altro bene l’amicizia che da subito stringe con Cristo. Costi quel che costi, per tutta la sua breve vita: il giovane nel 2006, a soli 15 anni, viene colpito da una leucemia fulminante che lo porta alla morte in poco tempo.

La sua storia è di un’intensità particolare, tanto che le vicende che lo riguardano, prima e dopo la morte, hanno portato, a soli sei anni dalla sua scomparsa, all’apertura a Milano della causa di beatificazione. La sua vicenda si è diffusa specialmente in Brasile dove si è tenuta la Giornata mondiale della gioventù e dove per tanti giovani Carlo Acutis è già diventato un modello di vita.

AMICI, PORTINAI E POVERI. Carlo cresce appassionandosi all’informatica e da molti viene definito geniale ( studia su testi universitari) cura il sito internet della sua parrocchia. Ha anche tanti hobby “normali”: ama gli animali, lo sport, la Playstation e i film d’azione. Da piccolo, come ogni bambino, si distrae spesso tra i banchi quando le lezioni sono noiose e cerca le giustificazioni più bizzarre quando viene rimproverato. A scuola lo conoscono tutti, dal portinaio alla preside. Anche perché quando si accorge che qualcuno soffre gli si fa incontro. Molti sono i compagni che Carlo porta a casa quando li vede affaticati, spesso dalle difficoltà familiari. Sulla via che percorre dal liceo a casa il ragazzo si ferma spesso a chiacchierare anche con i portinai dei palazzi, i negozianti e le loro famiglie. Carlo ama anche andare alla mensa per i poveri di viale Piave del convento dei Cappuccini di Milano, dove è capace di stare fra gli ultimi con la stessa spontaneità con cui resta fra i suoi cari. Al suo funerale accorrono centinaia di persone di ogni religione e nazionalità. E il suo corpo è vegliato da un pellegrinaggio continuo. Da quel momento in poi la fama di Carlo valica i confini italiani. Oggi ci sono più di 200 siti e blog che parlano di lui in diverse lingue. Le storie di conversione e di guarigioni legate a lui, avvenute dopo la sua morte, sono già molte e riguardano persone che lo hanno conosciuto ma anche persone non lo hanno mai visto in vita.

 

Lo scorso 24 novembre 2016  la Cappella dell’Arcivescovado di Milano pullulava di gente. Tanti fedeli, milanesi e non, sono accorsi per presenziare alla celebrazione di chiusura del processo diocesano di beatificazione del giovane Servo di Dio Carlo Acutis.

Presenti i genitori del ragazzo, tanti amici d’infanzia, ma anche persone che hanno conosciuto soltanto la sua fama di santità. Ragazzo entusiasta della vita, dinamico e di una gioia contagiosa, esempio di carità cristiana, maturò una speciale devozione nei confronti dell’Eucarestia, che chiamò “la mia autostrada per il cielo”.

Venuto a mancare il 12 ottobre 2006, quindicenne,  dal letto d’ospedale offrì i suoi patimenti al Signore per il Papa e per la Chiesa. Una eredità tangibile sono le Mostre che nei suoi 15 anni di vita ha ideato e realizzato in internet, per rafforzare la fede e diffondere il culto dell’Eucarestia.

Nel 2010  a  4 anni dalla morte di Carlo,  sua madre Antonia   ha avuto due gemelli  e sostiene che è stata una grande grazia ricevuta per intercessione di Carlo: questi bambini recitano il Rosario tutti i giorni, hanno già fatto la Prima Comunione e vanno spesso a Messa…

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                    Il Cardinale A. Scola e i genitori di Carlo

Di questo ragazzo speciale, il quale costantemente raccoglie nuovi seguaci, ZENIT ne ha parlato con il card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, che ha seguito in questi anni l’iter diocesano di beatificazione e ha presieduto la celebrazione del 24 novembre.

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Eminenza, durante i lavori della fase diocesana di beatificazione di Carlo Acutis, è emerso qualche aspetto di questo ragazzo che l’ha colpita in particolare?

Direi soprattutto tre cose: la cordialità verso tutti, dai portinai dei palazzi del suo quartiere alle persone che frequentavano la sua famiglia, di alto livello sociale; la fermezza delle sue convinzioni che sosteneva a scuola tra i compagni; la passione con cui faceva ogni cosa, penso all’informatica, che lo affascinava.

Qual è la caratteristica del messaggio cristiano di Carlo Acutis, un giovane contemporaneo, comune a tanti suoi coetanei?

Credo sia la convinzione – in Carlo molto forte – che senza avere grandi ideali per cui vivere, la vita è scialba e alla fine monotona. E l’ideale più alto e affascinante, anche perché il più vero, quello che dà un’incontenibile gioia di vivere, è il Vangelo, è il Signore Gesù, che per lui era un vero amico.

“L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo”. Qual è l’insegnamento di questa frase pronunciata da Carlo Acutis?

Nell’Eucaristia Carlo trovava la risposta a tutte le sue domande, al suo desiderio, che è poi quello di ogni adolescente e di ogni giovane, di vivere per qualcosa di grande, che rispondesse alla sua sete di infinito e gli indicasse nella vita concreta come agire e gli desse la forza di farlo. L’Eucaristia come proposta d’amore per essere capace di amare.

Come si spiega l’interesse così vivo da parte di un ragazzo giovane, immerso nella società di oggi, nei confronti dell’Eucarestia?

È difficile rispondere: bisognerebbe entrare nel segreto del cuore di Carlo, nel suo dialogo intimo con Dio. Forse Carlo è la prova evidente che Dio è ancora – anche oggi! – capace di bussare al cuore di un giovane. Se uno, come Carlo, ha il coraggio di fidarsi, trascina anche gli altri.

Percepisce che nella comunità cristiana di Milano, dove Carlo Acutis ha vissuto, è forte il legame verso questo ragazzo?

Per me è stata una sorpresa la quantità di gente che ha partecipato alla celebrazione per la chiusura dell’Inchiesta diocesana per la sua beatificazione. E insieme la risonanza che ha avuto ed ha negli Oratori, non pochi stanno meditando sulla sua figura e scelgono di essere intitolati a lui.

Carlo Acutis lascia anche un’eredità concreta: le mostre sui Miracoli eucaristici, sulle apparizioni mariane, sugli angeli e demoni, nonché su Paradiso, Purgatorio e Inferno. Quanto è importante assecondare questa sua intuizione allestendo nelle diocesi, nelle parrocchie le sue mostre?

Credo che sia utile offrire ai ragazzi negli Oratori e agli adulti nelle Parrocchie ed anche negli ambienti come scuole, università e quartieri soprattutto la Mostra sui Miracoli eucaristici, quella preparata tutta da lui. La Mostra testimonia un ragazzo che non si accontentava di un Cristianesimo per sentito dire. Egli “cercava le prove” della sua fede e voleva offrirle prima di tutto ai suoi coetanei, per “rendere ragione” della fede che lo animava.

«Dobbiamo ringraziare il Signore per questo grande dono che ci viene fatto oggi. Sono personalmente certo che Carlo possa essere presto condotto agli Altari, diventando, così, un punto di riferimento molto prezioso per tutti noi e, soprattutto, per i nostri ragazzi. La limpidità che emerge dalla sua personalità e il sorriso, la radiosità di questo giovanissimo uomo capace di trovare la sua perfezione nella qualità e non nella quantità degli anni vissuti, ci dicono l’iniziativa potentissima della Provvidenza che ha scelto questo ragazzo per indicare a tutti una via possibile. Sono sicuro che, come diceva il beato Schuster, i Santi si fanno strada da soli, ma noi dobbiamo comprendere. La vostra presenza qui così numerosi vi annovera tra coloro che hanno capito e riflettuto e che, quindi, faranno eco a questa testimonianza». Molto profonda dice il cardinale Scola la frase di Carlo:" Chi più di un Dio, Gesù, che si offre a Dio, il Padre, può intercedere per noi".

Nella sua breve esistenza, oltre a costruire vari siti internet, Carlo Acutis realizza una mostra che oggi ha già fatto il giro del mondo. Ha appena 11 anni quando decide di parlare del centro della sua vita e della sua affezione: l’Eucarestia. Coinvolge i genitori per farsi portare in tutti i luoghi dove sono avvenuti i miracoli eucaristici. Ogni pannello ne rappresenta uno, in tutto sono 142. La mostra sbarca in tutti i continenti, e in America viene portata in migliaia di parrocchie e in centinaia di campus universitari. Carlo si ammalerà avendo predetto la sua morte così: «Morirò giovane». In ospedale soffrirà moltissimo, ma sempre minimizzando i dolori che i medici descriveranno come atroci. E li offrirà per il bene la Chiesa e per Papa Benedetto XVI.

 

VINTO DA UN FASCINO. Ma quello che ha permesso a Carlo di vivere con letizia ogni istante, fino alla fine, è proprio il rapporto con l’Ostia, di cui si nutre tutti i giorni, e con l’adorazione eucaristica a cui dedica molto tempo. Il giovane si innamora del corpo di Cristo dopo la Prima Comunione. Ma qualcosa in quel mistero lo aveva attirato già in precedenza: all’eta di 7 anni, infatti, Carlo aveva chiesto di poter ricevere la Comunione prima del tempo. E lo aveva fatto in silenzio, senza feste che possano distrarlo, scegliendo non a caso un monastero di suore di clausura a Perego, in Brianza. Ricorda la superiora del convento nel primo libro che parla di lui (Eucarestia. La mia autostrada per il cielo): «Composto e tranquillo durante il tempo della santa Messa, ha cominciato a dare segni di “impazienza” mentre si avvicinava il momento di ricevere la Santa Comunione. Con Gesù nel cuore, dopo aver tenuto la testina tra le mani ha incominciato a muoversi come se non riuscisse più a stare fermo. Sembrava che fosse avvenuto qualche cosa in lui, a lui solo noto, qualche cosa di troppo grande che non riusciva a contenere». Carlo ha anche una devozione speciale per la Madonna, di cui parla spesso e che prega tutti i giorni con il Rosario. “E’ l’unica donna della mia vita” dirà e diverse volte si consacrerà al suo cuore Immacolato per Lei farà tanti pellegrinaggi in vari santuari. Ama anche san Francesco che cerca di seguire, ogni anno trascorre l’estate ad Assisi e dirà che sono le vacanze più belle, lascerà scritto che dopo la sua morte vuole essere sepolto nella città di Francesco e lì oggi riposa.

IL RAPPORTO CON I COETANEI. Davanti alle chiese vuote, Carlo commenta che se la gente sapesse l’anticipo di Paradiso che si vive ricevendo la Comunione, quelle stesse chiese sarebbero piene. È sempre dal rapporto con l’Eucarestia e dalla sua adorazione che prende la forza per difendere la fede anche quando gli causa problemi. Un professore ricorda la volta in cui Carlo è l’unico a parlare contro l’aborto mentre tutti i suoi compagni di classe tacciono. Il giovane è poi capace di mettere in guardia i ragazzi dalle tentazioni distruttive del mondo e di invitare senza moralismi le sue amiche a non banalizzare il proprio corpo, perché bello e sacro. L’incomprensione non lo spaventa mai, non gli importa di omologarsi: «Tutti nascono come degli originali – diceva – ma molti muoiono come fotocopie». Carlo vedeva negli altri l'immagine di Cristo e ogni persona diventava importante, diventava segno della sua grande carità. Con i propri risparmi compra due sacchi a pelo per darli a due clochard che dormivano nei paraggi della sua casa. Era capace di rimproverare, anche se in modo bonario, la mamma che gli comprava un paio di scarpe, a lui -diceva - ne bastavano solo un paio. Un giorno si è messo a gridare in un negozio perchè la mamma voleva acquistare una crema di 50 € mentre c'è gente, le diceva, che muore di fame.

Le sue straordinarie capacità informatiche non le teneva gelosamente per se ma con piacere le condivideva con gli altri suoi amici; anche questa è carità. Ma la sua informatica era soprattutto per il cielo, i suoi siti sono escusivamente di Fede. Lui aveva posto Dio al primo posto e  sapeva che Dio si trova soprattutto nei fratelli più bisognosi, fragili e abbandonati, nei poveri.

ANTICO E ATTUALE. Forse il suo mondo spirituale sembra appartenere a una Chiesa antica, eppure Carlo nel mondo corporale sa starci molto bene: «Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcuno», scrive. Tra le frasi che ama di più, il ragazzo ne cita sempre una, evangelica, che spiega il suo vivere le cose di tutti con un’intensità straordinaria: «Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Così Carlo è attirato all’essenza di tutto, vedendo in ogni persona e in ogni circostanza quel volto amoroso - Gesù - che aveva imparato a riconoscere ricevendolo per otto anni tutti i giorni. Fino ad affrontare la morte con un coraggio stupefacente, certo di un bene più grande.

Rampollo di una famiglia dell'alta finanza milanese, Carlo poteva benissimo condurre un tipo di vita molto diversa e invece ha seguito l'invito dello Spirito di diventare santo. Viaggiò molto ma chiedendo ai genitori di portarlo nei vari santuari e nei diversi posti dove Dio si era maggiormente manifestato: Loreto, Pompei, Lourdes, Fatima, Lanciano, San Giovanni Rotondo per S. Pio, Monte S. Angelo, Padova, Assisi. Era amico di tutti e l'amicizia per lui era un modo di entrare in contatto con gli altri e invitarli ad avvicinarsi a Dio.

 

P. Giulio Savoldi, cappuccino, ricorda ancora quando Carlo regalava i suoi risparmi alla mensa dei poveri o per le missioni. Diceva: “I soldi sono soltanto carta straccia: quello che conta nella vita è la nobiltà dell’animo, ossia la maniera con cui si ama Dio e si ama il prossimo”. Per Carlo era importante imitare “i testimoni della carità”. Andava nel convento dei frati cappuccini di viale Piave, 2 a Milano per venerare i corpi di due frati santi: p. Daniele da Samarate (Va) morto di lebbra in Brasile per aver aiutato i lebbrosi; e fra Cecilio Cortinovis, che avrebbe voluto aiutare padre Daniele, ma è stato lasciato dai suoi superiori in portineria del convento e da quel luogo ha offerto da mangiare ai poveri che bussavano al convento. Carlo li ritiene due semi di amore utilizzati dal Signore per far nascere l’Opera san Francesco, che distribuisce ogni giorno 2500 pasti ai poveri, medicine, vestiti. Carlo davanti a quell’opera non smetteva di stupirsi e si impegnava a sostenerla sensibilizzando famiglia e amici” (p. 515). Aveva chiesto anche di fare il volontario all’Opera san Francesco, ma era troppo giovane.

Verso i cinque anni  durante un pellegrinaggio a Pompei, si consacra alla Madonna del Rosario e da allora inizia con i suoi parenti a recitarlo regolarmente.

Nel percorso spirituale di Carlo la devozione mariana è stata fondamentale ed aveva accresciuto in lui il desiderio di recarsi a Fatima, luogo del Portogallo dove la Madonna era apparsa ai tre pastorelli. Nel 2006, pochi mesi prima della sua morte, i suoi genitori lo accontentano. Poco dopo aver compiuto questo pellegrinaggio, nell'ottobre del 2006 Carlo si ammala e dietro  quella che appariva in un primo momento  una banalissima influenza si nasconde una leucemia. Qualche giorno prima di essere ricoverato in ospedale afferma risoluto: “ Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa… e per andare diritto in cielo”. Non chiederà a Dio di guarire ma accetta senza esitazione di portare la croce e di offrirla per il bene della Chiesa e del Papa.

Dopo aver fatto gli accertamenti clinici la diagnosi è crudele: leucemia fulminante (il tipo M3) che distrugge i globuli rossi del sangue più velocemente di quanti ne produca il corpo. Carlo è cosciente della sua malattia e chiede di ricevere l’unzione degli infermi. Alla mamma dice: “Da qui  [dall’ospedale]  non esco più”. Agli infermieri che gli chiedono come si sente risponde: “Bene. C’è gente che sta peggio”. Il suo cuore cessa di battere alle 6,45 del 12 ottobre 2006. Viene sepolto nel cimitero di Assisi come egli stesso aveva scritto di desiderare. Ad Assisi passava le sue estati assieme al santo che egli  amava: S. Francesco. I suoi genitori avevano acquistato una casa proprio nel cuore di Assisi vicino alla chiesetta di Santo Stefano. Diceva che le vacanze ad Assisi erano le più belle e ogni giorno si recava nella Basilica di S. Francesco per vivere la sua santa Comunione.

Assisi era il luogo che lo faceva sentire più felice e qui aveva espresso il desiderio di essere sepolto. Carlo ha iniziato a frequentare la città dal 2000 dopo che i genitori acquistarono un’abitazione nel centro storico. Durante le festività natalizie e pasquali e nelle vacanze estive, amava trascorrere il suo tempo in città insieme ai suoi amici.

Il suo sorriso e quel viso che emanava simpatia e tenerezza, erano ormai dei tratti distintivi di un ragazzo che con Assisi era entrato in simbiosi.

All’indomani della sua morte, il cimitero cittadino dove era  stato sepolto inizialmente,  divenne un piccolo luogo di pellegrinaggio per gli assisani e per i cittadini provenienti da ogni zona d’Italia. La città ha inoltre voluto onorare la sua memoria dedicandogli ed intitolandogli, presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore, un oratorio che accoglie tantissimi giovani. Ora riposa   nel Santuario della Spoliazione, proprio nel luogo dove Francesco si spogliò di tutto ed iniziò il suo straordinario percorso di santità.

Carlo a Fatima, una delle sue ultime immagini. Poco dopo sarà ricoverato in ospedale

Queste sono alcune massime indicate da Carlo nel sito internet da lui ideato, cui aveva premesso queste parole: "Ho deciso di aiutarti confidandoti alcuni miei segreti specialissimi per raggiungere velocemente questo traguardo della santità:

1) Bisogna volerlo con tutto il cuore, e se non lo desideri ancora devi chiederlo con insistenza al Signore.

2) Cerca di andare tutti i giorni alla Santa Messa e di fare la Santa Comunione.

3) Ricordati di recitare ogni giorno il Santo Rosario.

4) Leggiti ogni giorno un brano della Sacra Scrittura.

5) Se riesci fai qualche momento di Adorazione Eucaristica davanti al Tabernacolo dove è presente realmente Gesù, così vedrai come aumenterà prodigiosamente il tuo livello di santità.

6) Se riesci confessati tutte le settimane anche i peccati veniali.

7) Fai spesso propositi e fioretti al Signore e alla Madonna per aiutare gli altri.

8) Chiedi continuamente aiuto al tuo Angelo Custode che deve diventare il tuo migliore amico".

Tre frasi di Carlo:

«Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso»

 

«La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio».

 

«Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano invece della bellezza della propria anima?».

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La religiosità di Carlo non era certo "devozionistica" o superficiale. Infatti la sua cultura in materia di fede - considerando la sua giovane età - era molto vasta, fino al punto che il suo insegnante di Religione del Liceo, quando non ricordava con precisione alcune citazioni del Vangelo, si rivolgeva a Carlo per essere aiutato … e non restava deluso dalle sue risposte!

 

Carlo Acutis era  sepolto nel cimitero di Assisi proprio dietro la Basica di S. Francesco. La sua tomba portava il numero 73 della zona nuova, vi si arrivava facilmente entrando dal cancello grande, in fondo a sinistra. Un vaso raccoglieva le numerose lettere che tanti devoti gli scrivevano. 

Recentemente il corpo di Carlo Acutis è stato riesumato per essere sepolto nella chiesa della spoliazione di Assisi vicina al vescovado. Il suo corpo è rimasto incorrotto.

La tomba della famiglia Acutis ad Assisi dove  Carlo è stato sepolto, in primo piano il vaso che raccoglieva le tante lettere dei devoti. Oggi Carlo Acutis riposa nel santuario della spoliazione

      INTERVISTA ALLA MAMMA DI CARLO

                                        

 

GAZZETTA DI  FOLIGNO ON-LINE  del  22-12-2016

 

Colloquio con la signora Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, un ragazzo speciale morto a 15 anni nella grazia di Dio.

A che punto è il processo di beatificazione di Carlo?

Attualmente si è chiusa la fase diocesana, la causa ora è a Roma. Presto inizierà l’iter per la venerabilità con lo studio dei miracoli, di cui non possiamo parlare, da parte della commissione scientifica e teologica. Ci potrebbe essere una beatificazione, ci rimettiamo ai tempi della Chiesa. Noi siamo speranzosi ed ottimisti, Carlo ha una fama di “santità” in tutto il mondo.

Cosa provano una mamma e un papà nel seguire la probabile beatificazione del proprio figlio?

Noi genitori siamo contenti anche se sappiamo già che Carlo era un ragazzo speciale e, pur con il nostro metro di giudizio, ce ne eravamo accorti: la purezza eccezionale che aveva, l’educazione, la generosità, l’obbedienza; mai un rimprovero, mai una bugia, tanto che pensavamo che Carlo avesse una vocazione sacerdotale. Il suo iter di preghiera era molto intenso: la S. Messa giornaliera, l’adorazione eucaristica, il rosario, l’interesse per la vita dei mistici, dei santi e la sua continua contemplazione. Era capace di rimanere davanti al Santissimo in raccoglimento già da giovanissimo e tutto questo ci aveva convinto che Carlo fosse speciale. Il fatto che la Chiesa abbia voluto intraprendere questo passo per una causa, avendo già lui una fama quando è morto, non ci ha sorpreso più di tanto. Siamo contenti se diventerà Beato anche per tutti i devoti che ha sparsi nel mondo.

Lo avete educato alla fede o siete voi che grazie a lui avete intrapreso un percorso di conversione?

Lui ha educato noi. Io fino alla nascita di Carlo ero entrata in chiesa solo per comunione, cresima e matrimonio. Con questo bambino che mi interpellava continuamente portandomi in chiesa e domandandomi di Gesù, ho deciso di chiedere consiglio. Avevo un’amica che mi indirizzò ad un sacerdote di Bologna veramente speciale che mi ha seguito per oltre venti anni. Su suo consiglio iniziai dei corsi alla facoltà teologica di Milano e cominciai così ad approfondire la mia fede. Carlo è stato per me un piccolo salvatore come anche per mio marito che aveva una fede tiepida, non vissuta, non maturata rispetto all’educazione religiosa ricevuta dai genitori. Noi siamo stati trascinati da Carlo e il nostro domestico di casta sacerdotale bramina, che è la più importante nell’induismo, con l’esempio di Carlo si è fatto battezzare. Carlo contagiava tutti.

Si parla di Carlo come patrono di Internet. Qual è stato il suo rapporto con la tecnologia?

Utilizzava i mezzi come se avesse studiato ingegneria informatica. Aveva doni eccezionali, sapeva fare sistemi, utilizzava programmi professionali senza che nessuno gli avesse insegnato ad usarli. Aveva un dono che metteva a disposizione di tutti: dava lezioni gratuite di informatica, usava internet per il bene, non si è fatto dominare dallo strumento tecnologico e dai videogiochi. Si era regolamentato il tempo della playstation e di internet. Quando hanno preso il suo computer, nella cronologia di Carlo non c’era nulla fuori posto.

Dove trovava il tempo per tutte queste cose?

Riusciva a massimizzare il tempo facendo tantissime attività, dal catechismo all’aiuto ai bambini più piccoli, studiava e pregava tanto perché, come diceva lui, ogni minuto che passa è un minuto che abbiamo in meno per santificarci. Non sciupava il tempo per cose inutili. Riusciva ad armonizzare tutta la giornata facendo molte cose. In questo era un maestro.

Come ha conosciuto Assisi?

Avevamo lì una casa dove passavamo un po’ di tempo a Natale, a Pasqua e in estate. Carlo aveva una grande venerazione per San Francesco e venire ad Assisi era sempre un motivo di gioia. Gli piacevano i presepi e l’atmosfera assisana. Un giorno girando per la città vide un cartello che diceva che erano disponibili dei loculi per il cimitero. Lui disse di volerlo acquistare poiché alla sua morte avrebbe voluto essere vicino a San Francesco. Noi abbiamo rispettato la sua volontà espressa in tempi non sospetti. La sua vita è stata breve ma intensa, pensi che ha fatto una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo e approvati dalla Chiesa, che è stata ospitata in tutti e cinque i continenti: attualmente è visibile in Internet, tradotta in varie lingue. Questo è un segno di come il Signore ci stia invitando ad avere una vita eucaristica più intensa.

Carlo ha fatto la prima Comunione a sette anni. Come vi ha manifestato questa esigenza?

Ci chiese di fare la Comunione all’età di quattro anni e mezzo. Nei miei corsi di teologia conobbi un sacerdote che mi diede aiuto nello studio del  catechismo. In questa occasione gli parlai molto di mio figlio e glielo feci conoscere. Lui reputò che potesse fare la comunione e da allora non mancò mai l’appuntamento quotidiano con la S. Messa, la Comunione, il rosario e l’adorazione. La sua giornata verteva intorno a Gesù che era al centro. Tutto il resto ruotava intorno. Era amato da tutti, io credo che vedessero il legame che aveva con il Signore. Le persone che si lasciano trasformare da Gesù e hanno questa forte amicizia con Dio interpellano gli altri poiché irradiano l’immagine di Dio. Tutti noi inconsciamente cerchiamo Dio. Tutti lo hanno percepito in Carlo.

Quando si è ammalato fino ad arrivare alla morte, come è cambiata la sua vita? E come Carlo vi ha aiutato?

Di grazie ne abbiamo avute tante: ho vissuto la morte di Carlo con dolore ma con serenità perché ho capito che era un disegno del Signore. Certamente la vita cambia: i successivi quattro anni prima dell’arrivo dei nostri altri due figli gemelli li ho trascorsi a reperire materiale per la sua fama di santità. Le parrocchie ci chiedevano di dare testimonianza e lo facevamo con piacere anche se con moderazione perché a noi piace rimanere defilati, non è facile avere un figlio candidato all’altare. La malattia è stata fulminea, se ne è andato in tre giorni. Aveva preso un’influenza, poi la scoperta della leucemia di tipo M3 che era silente e in tre giorni si è sviluppata. Avevamo fatto delle analisi qualche giorno prima ed erano perfette. La diagnosi gli è stata comunicata e lui l’ha presa con molta serenità, non si è mai lamentato ed ha mantenuto il suo sorriso nonostante i forti dolori. Io credo che se lo aspettasse, due mesi prima di morire si era filmato e aveva detto che quando avrebbe pesato 70 kg sarebbe morto, così è stato. Carlo si comportava come se avesse chiaro che non sarebbe vissuto a lungo e tante sue affermazioni le ho capite solo dopo la sua morte. Inoltre per me c’è stato un segno importante: in Lombardia il primo dell’anno in chiesa si pesca un santino che ti accompagnerà per tutto l’anno; lui prendeva sempre la Sacra Famiglia, Gesù Bambino, la Madonna e noi ne eravamo gelosi. Nell’anno della sua morte prese Sant’Alessandro Sauli, un Vescovo patrono della gioventù studentesca che non conoscevamo; Carlo è morto proprio nel giorno della sua festa. Il giorno del suo funerale una signora con un tumore lo ha pregato molto ed è guarita, evidentemente era già nota la sua fama di santità. Ci sono altri casi di cui non possiamo parlare: molti si sono convertiti e questo è per me il miracolo più importante. Se anche non venisse beatificato per noi è importante quello che sta facendo, il resto sono cose della terra.

Ora come vivete il rapporto con i vostri due figli alla luce di Carlo?

Li educhiamo alla fede. Anche loro vengono giornalmente con me a Messa, recitiamo insieme il rosario e hanno fatto la prima comunione a 5 anni. Pregano volentieri e ascoltano storie dei santi, che abbiamo messo nel sito di Carlo a disposizione di tutti. Quando siamo in Umbria ci piace frequentare l’Unità pastorale Giovanni XXIII di Foligno e in particolare la parrocchia di Borroni.

Quindi tutta la famiglia grazie a Carlo si è convertita e questa evangelizzazione continua.

Carlo ha segnato la nostra vita dove c’è da tempo molta preghiera. È il Signore che bussa ai cuori, lui mette il seme che poi sboccerà. Carlo intercede per tutti noi e per i suoi amici. Noi non conosciamo i tempi di Dio ma sappiamo che le preghiere sono sempre ascoltate. È il Signore che salva le anime con i tempi di ciascuno, noi continuiamo a raccontare ed evangelizzare. D’altronde nostro figlio ce lo ha insegnato in vita con i suoi piccoli fioretti che faceva per la conversione delle persone. Era consapevole del dramma della vita degli uomini, del fatto che le persone come meta hanno il cielo e ci si potrebbe anche perdere in questa vita. Dio ci ha chiamato ad una corredenzione, noi dobbiamo pregare e frequentare sempre di più l’Eucaristia. Vogliamo creare un interesse verso la vita eterna. I genitori devono iniziare a pregare con i figli fin da piccoli e incentivarli, perché i bambini hanno l’innocenza battesimale per cui sono più portati a Dio. Molti pensano che l’educazione cristiana dei figli inizi al catechismo ma la pianta ormai è formata. Sono i genitori che devono fare i catechisti, pregare in famiglia e allenare i figli alla preghiera, educandoli al bene. Saremo tutti giudicati sull’educazione dei figli. Questo è il nostro impegno di genitori che portiamo avanti con l’aiuto di Carlo.

La mamma di Carlo, la signora Antonia, nel 2004,in occasione di un pellegrinaggio al santuario Mariano di Pompei, fa una piccola deviazione e porta il figlio a pregare sulla tomba di san Pio a san Giovanni Rotondo. Lì incontrarono un tassista che era stato figlio spirituale di padre Pio; egli racconta a Carlo che il santo cappuccino di solito gli chiedeva di portare certe persone che erano vessate dal demonio direttamente al santuario di san Michele al Gargano, perché “solo in quel luogo-diceva padre Pio- è possibile che ottengano la guarigione dell’anima e del corpo”, Carlo Acutis chiede subito alla madre di portarlo a visitare questo santuario e grande è la meraviglia di Carlo nel vedere che questo non è esteso all'esterno ma è dentro una profondissima grotta. Una delle guide del santuario gli spiegò che la profondità della grotta sta ad indicare che quanti vengono a visitare tale santuario consacrato all'Arcangelo, devono fare un cammino interiore molto profondo per purificarsi dai peccati e poter così risalire guariti.

La mamma ricorda che Carlo cominciò la discesa della scalinata che porta alla grotta con grande emozione. Carlo rimase profondamente impressionato da quel luogo sacro e da quel momento prese l’abitudine di recitare la Corona Angelica, o Rosario di san Michele, dedicata ai nove cori degli angeli. Carlo in questo suo amore agli angeli imitò San Domenico Savio      ( 1842-1857).

intervista di  PAOLA POMPEI

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“Gesù è il mio grande amico e l’eucarestia la mia autostrada per il cielo”

La prima scelta del nuovo anno è caduta su un giovane testimone della nostra terra del quale i vescovi lombardi hanno appena concluso la fase diocesana del processo di beatificazione. Carlo Acutis, benché trascurato dai media, è così prossimo a noi da costituire un richiamo immediato alla santità come compimento dell’umano.

Carlo nacque il 3 maggio 1991 a Londra, dove i genitori, Andrea e Antonia, si trovavano per lavoro. Nel settembre dello stesso anno ritornarono a Milano, la loro città. Prima alla scuola delle Suore Marcelline, poi al Liceo Classico Leone XIII dai Gesuiti, Carlo si rivelò molto presto un giovane solare, affettuoso e geniale. Amava la realtà tutta: il mare, i viaggi e le conversazioni. Parlava con i nobili e con i mendicanti che incontra per strada. Nessuno fu mai escluso dal suo cuore davvero buono. “Signora, suo figlio è speciale!” Quante volte sua madre lo aveva sentito dal prete della parrocchia, dagli insegnanti, dai compagni di classe, dal portinaio dello stabile in via Ariosto, dove si erano trasferiti nel 1994. Quell’eccezionalità aveva un’origine: Gesù, il suo grande Amico. La mamma se ne accorgeva quando il piccolo Carlo, passando davanti alle chiese, chiedeva di entrare per salutare Gesù, per poi scoprire che leggeva la vita dei santi e la Bibbia. La loro famiglia non frequentava assiduamente della chiesa. “Ma – ricorda la mamma – quel “mostriciattolo” faceva domande profonde a cui io non sapevo rispondere. Rimanevo perplessa per quella sua devozione. Era così piccolo e così certo. Capivo che era una cosa sua, ma che chiamava anche me. Così ho iniziato il mio cammino di riavvicinamento alla fede. L’ho seguito”. A sette anni, Carlo chiese di poter ricevere la Prima Comunione. Monsignor Pasquale Macchi, dopo averlo interrogato, ne garantì la maturità e la formazione cristiana ma fece un’unica raccomandazione: che la celebrazione si dovesse svolgere in un luogo raccolto senza distrazioni, così che, il 16 giugno 1998, Carlo ricevette l’Eucaristia nel silenzio del monastero della Bernaga, vicino a Lecco. Carlo continuava la sua vita di ragazzo ma con un punto fermo: la messa quotidiana, perché “l’Eucaristia – diceva – è la mia autostrada per il Cielo”. Si confessava frequentemente e con l’adolescenza arrivarono anche il rosario quotidiano e l’adorazione eucaristica, convinto com’era che quando “Ci si mette di fronte al sole ci si abbronza… ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”. La santità era il suo vero obiettivo. A tutti regalava il suo kit per diventare santi che conteneva un desiderio grande di santità, la messa, la comunione e il rosario quotidiani, una razione giornaliera di Bibbia, un po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale e la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri. Così, per lui era normale cercare amici anche in cielo: nel suo sito internet c’era la sezione scopri quanti amici ho in cielo, dedicata ai santi giovani, quelli che avevano raggiunto la santità in fretta. Sorprendente in lui era una conoscenza della Fede fuori dal comune e una maturità missionaria stupefacente per la sua età. Tutto ciò concretamente vissuto nel quotidiano. Carlo spesso si offriva, pregava per la riparazione dei peccati e delle offese compiute contro il Cuore di Gesù, che sentiva vivo e palpitante nell’Ostia consacrata. Apprezzava l’intuizione del Beato Giacomo Alberione di usare i mass-media a servizio del Vangelo. Il suo obiettivo era quello dei veri missionari: raggiungere quante più persone possibili per far loro conoscere la bellezza e la gioia dell’amicizia con Gesù. Carlo prendeva come modello San Paolo, l’apostolo delle genti, che impegnava tutto se stesso per portare il Vangelo a ogni creatura, fino al sacrificio della vita. Pregava spesso per il Papa del quale seguiva il magistero con passione tanto da stupire il suo parroco, i religiosi e le persone che incontrava. Chi lo aveva avvicinato se ne andava con una certezza di fondo: anche oggi, Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità e il solo che sa riempire il cuore dell’uomo. Era impossibile parlare di Carlo senza considerare la sua forte devozione alla Madonna. Era affascinato dalle apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne viveva il messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Tra i santi prediligeva Santa Bernardette Soubirous e i Pastorelli di Fatima dei quali spesso parlava. In un mondo chiuso alla grande Verità della fede, Carlo scuoteva le coscienze e invitava a guardare spesso all’Aldilà. In famiglia, nella scuola, in mezzo alla società, diventò testimone dell’Eternità. Era convinto di non invecchiare; “Morirò giovane”, ripeteva, ma intanto riempiva la sua giornata di una vorticosa attività con i ragazzi del catechismo, con i poveri alla mensa Caritas e con i bambini dell’oratorio. Pur frequentando con profitto il liceo, tra un impegno e l’altro trovava ancora il tempo per suonare il sassofono, giocare a pallone, progettare programmi al computer e divertirsi con i videogiochi. Aveva un carattere forte e dirompente. Dotatissimo per le discipline informatiche, era considerato geniale dai laureati in ingegneria che restavano meravigliati della sua intuizione tecnica. Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione dei computer, al montaggio dei film, dalla creazione dei siti web, alla redazione di periodici. I compagni di scuola lo cercavano non solo per un consiglio o un aiuto, ma anche a causa di quella particolare attrazione per chi sa metterteli a loro agio. Non nascose mai cosa lo rendeva felice: invitare i suoi compagni ad andare insieme a messa per riconciliarsi con Dio. Su un quaderno scrisse: “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La conversione non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’alto. Basta un semplice movimento degli occhi”. Conosciuto da tutti nel quartiere, girando in bicicletta si fermava per un saluto ai portinai, molti dei quali extracomunitari, musulmani e induisti. A tutti raccontava della sua fede e loro ascoltano quel ragazzino così simpatico e affabile. A casa, come collaboratore domestico c’era Rajesh, induista e bramino. Tra lui e Carlo nacque un rapporto così profondo al punto che l’uomo si convertì e chiese di ricevere i sacramenti. Racconta Rajesh: “Mi diceva che sarei stato più felice se mi fossi avvicinato a Gesù. Mi sono fatto battezzare cristiano perché è stato lui che mi ha contagiato con la sua profonda fede, la sua carità e la sua purezza. L’ho sempre considerato fuori dal normale perché un ragazzo così giovane, così bello e così ricco normalmente preferisce fare una vita diversa”. Carlo era attento a non sprecare il denaro: con i risparmi comprò un sacco a pelo per il barbone visto quando si recava a messa in Santa Maria Segreta, oppure li donava ai Cappuccini di viale Piave per il servizio dei pasti ai senzatetto. Nel 2002 accompagnò i genitori al Meeting di Rimini per ascoltare un amico sacerdote, relatore in una presentazione del Piccolo Catechismo Eucaristico. Rimase affascinato dalle persone e dalle mostre ed ebbe un’idea: fare una mostra sui miracoli eucaristici perché la gente potesse rendersi conto che davvero nell’ostia e nel vino consacrato ci sono il corpo e il sangue di Cristo ed è quindi realmente possibile incontrarlo come Amico. Diceva: “Devono poter vedere”. Si mise subito all’opera documentandosi e, accompagnato dai genitori, girò l’Europa per reperire materiale fotografico. Tre anni dopo la mostra era pronta e subito richiesta dalle Diocesi di tutto il mondo (www.miracolieucaristici.org). Nell’estate 2006, in vacanza, Carlo chiese alla mamma se, secondo lei, doveva farsi sacerdote. Questa rispose semplicemente: “Lo capirai da solo. Dio te lo farà capire”. Ai primi di ottobre Carlo si ammalò, proprio mentre ebbe appena ultimato un video, cui teneva molto, con le proposte di volontariato per gli studenti del liceo Leone XIII. Pochi giorni dopo, fu ricoverato al San Gerardo di Monza con la diagnosi di leucemia acuta promielocitica, una forma che nei primi giorni ha un alto rischio emorragico. Varcando la soglia dell’ospedale disse alla mamma: “Da qui non esco più!”. Pochi giorni prima aveva detto ai genitori: “Offro le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per saltare il Purgatorio e andare diritto in Paradiso”. Cercò la guarigione perché amava la vita, ma sorrise alla morte come all’incontro con l’Amato. Chiese l’Unzione degli infermi. Morì, offrendo la sua vita per il Papa e per la Chiesa, con un sorriso straordinario il 12 ottobre 2006. Venne sepolto ad Assisi, la città di San Francesco che più di altre amava. Il giorno del suo funerale, la chiesa e il sagrato erano strapieni. Racconta la mamma: “Ho visto gente mai vista prima. Clochard, extracomunitari, bambini… Tante persone che mi parlavano di Carlo, di quello che lui aveva fatto e di cui io non sapevo niente. Mi testimoniavano la vita di mio figlio…”. Tale testimonianza è andata oltre la morte e ha trasformato la vita di tanti, tramite chi lo aveva conosciuto o tramite il mondo di internet. Alla famiglia arrivarono migliaia di lettere e mail che chiedevano di sapere di più di quel ragazzo speciale. In una si legge: “Ho visitato la chiesa di San Frediano a Firenze e sono stato colpito dall’immagine di Carlo che stava quasi ad aspettarmi. Non ho potuto fare a meno di avvicinarmi per leggere la storia di un ragazzo al quale sono bastati quindici anni di vita per lasciare una traccia incancellabile su questa terra”. Per tanti giovani è diventato un esempio di come è possibile vivere la fede. Qualcuno racconta la propria conversione. E la mostra è arrivata ai confini della terra: Cina, Russia, America latina. Negli Stati Uniti, grazie all’aiuto dei Cavalieri di Colombo, è stata ospitata da migliaia di parrocchie e da oltre cento università.

Qual è stata la specificità di Carlo? Avere accolto e amato Gesù, averlo preferito alla sua storia personale, vivendo profondamente dentro il mondo di oggi, a tal punto che probabilmente diventerà il patrono di internet e protettore di tutti i cybernauti! Carlo scrisse: “Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Certo, lui giocò pienamente la sua originalità nel rapporto col Signore se, appena trascorsi i cinque anni previsti dalle norme canoniche, la diocesi milanese subito ha dato inizio al processo di beatificazione. Come lui stesso realisticamente disse: “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo”. Per orientarsi verso questa meta e non morire come fotocopie aveva chiaro che la bussola è la Parola di Dio, con cui occorre confrontarsi continuamente e, oltre a ciò, servono mezzi speciali: i Sacramenti e la preghiera.

Paola

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Preghiera ufficiale per chiedere la Beatificazione e 

Canonizzazione del Venerabile Carlo Acutis 

O Padre,

che ci hai donato la testimonianza ardente,

del giovane Venerabile Carlo Acutis,  

che dell’Eucaristia fece il centro della sua vita

e la forza del suo quotidiano impegno

perché anche gli altri Ti amassero sopra ogni cosa,

fa’ che possa essere presto

annoverato tra i Beati e i Santi della Tua Chiesa.

  Conferma la mia Fede,

alimenta la mia Speranza,

rinvigorisci la mia Carità,

a immagine del giovane Carlo,

che, crescendo in queste virtù

ora vive presso di Te.

Concedimi la grazia di cui tanto ho bisogno…

Confido in Te, Padre,

e nel tuo amatissimo Figlio Gesù,

in Maria Vergine, nostra dolcissima Madre,

e nell’intercessione del Tuo servo Carlo Acutis.

  

Pater, Ave, Gloria

Discorso del Cardinale Scola a conclusione del processo diocesano di Carlo Acutis

MOSTRA DEI MIRACOLI EUCARISTICI

APPELLI E APPARIZIONI DELLA MADONNA

APPARIZIONI DI ANGELI E DEMONI

PARADISO

INFERNO

PURGATORIO

MUSEO VIRTUALE

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