Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche (Triangolo lariano)
Località di partenza: Como, via Zezio
Quota di partenza e arrivo: 240m slm
Punto più elevato: 1440m slm (vetta Palanzone)
Dislivello positivo totale: circa 2200m
Sviluppo: circa 29km
Sentieri utilizzati: salita di “san Donato” da Como a Brunate; dorsale da san Maurizio in poi
Durata dell’escursione: 4h 45'
Difficoltà: EE (per il dislivello e lo sviluppo)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
I sentieri presentano condizioni molto eterogenee. Da Como a Brunate, si usa un sentiero molto grazioso che passa per boschi e lambisce il nucleo caratteristico di san Donato; da Brunate a san Maurizio si usano sentieri ben indicati su acciottolato; da san Maurizio all’ultima baita prima del Monte Boletto, si alternano sentieri nel bosco, sterrato e asfalto su strade carrozzabili; da qui in poi, infine, i sentieri sono tipici sentieri di montagna.
Nessuna presenza di neve.
Nessuna presenza d’acqua ma numerosi punti di appoggio.
Eventuali pericoli
Nessuno in particolare.
L'escursione
Bella corsa attraverso il primo quarto della dorsale del triangolo lariano, che da Como porta fino a Bellagio (circa 40km in totale).
Da Como (zona mura/passaggio a livello), si prende via Tommaso Grossi, che sale verso Brunate. Se si è in auto, si può parcheggiare con una certa facilità in via Zezio o zone limitrofe (parcheggio gratuito). Tornando su via Tommaso Grossi, la si segue in salita. Nel mezzo della prima curva verso destra, si trova a sinistra l’inizio del sentiero (indicazioni per Brunate – san Donato). Si imbocca il sentiero che porterà fino alle prime case di Brunate. Questa salita si sviluppa principalmente attraverso un bel bosco, offre diversi punti panoramici verso Como città e costeggia il caratteristico nucleo di san Donato. Durante questo tratto si incontrano diversi bivi. Tuttavia, o sono presenti indicazioni oppure la direzione risulta abbastanza ovvia (in mancanza di segnalazioni, si prende la strada che sale). In discesa, al contrario, la mancanza di segnalazioni potrebbe essere un problema (ma basta ricordarsi a grandi linee il percorso di andata). Arrivati a Brunate, si prosegue un po’ a naso: facendo riferimento alla Chiesa, cercando indicazioni per la funicolare, oppure, come noi, prendendo alcune scalinate interne che portano velocemente proprio alla stazione di arrivo della funicolare e dell’ex albergo Bellavista. Per la precisione, il sentiero finisce all’altezza di via Antonio Baserga. Si prende questa via, si raggiunge attraversa via Volta, si continua su scalinata (sempre via Baserga) e tenendo la sinistra a eventuali bivi. si raggiunge appunto il piazzale della funicolare. Da qui, numerosi cartelli indicano i sentieri verso san Maurizio, il faro voltiano o le baite: vanno tutti bene. Questi sentieri passano inizialmente per le vie del centro di Brunate e poi salgono diretti verso san Maurizio, attraversando un paio di volte la strada asfaltata e carrozzabile. Giunti a san Maurizio, comincia il vero e proprio sentiero della dorsale lariana (numero 1), indicato a sinistra della chiesetta posta di fronte alla scalinata che sale al faro. In pochi minuti si raggiungono le prime baite (980m slm; 50’; 4,2km; 730m D+). È possibile raggiungere questo punto in automobile, accorciando notevolmente sviluppo e dislivello della passeggiata e rendendola fattibile anche a chi ha bambini al seguito.
Il sentiero ora diventa più piacevole e l’ambiente più montano: decido di prendere il sentiero che evita le baite e prosegue invece sula destra (indicazione per Baita Bondella). Il sentiero diventa presto stretto e si inoltra in una meravigliosa pineta, ricongiungendosi al più tradizionale tracciato che passa per le baite all’altezza, appunto, della baita Bondella. Si resta sul sentiero classico per qualche centinaio di metri e poi si prende di nuovo una variante, questa volta verso sinistra, seguendo le indicazioni per il Pizzo dei Tre Termini, che costituisce la prima delle otto cime che toccherò e che si raggiunge, dopo una serie di saliscendi in mezzo al bosco, in breve tempo (1130m slm; 1h 05'; 6km; 1000m D+). Lungo questo sentiero si possono incontrare dei bivi, in cui la direzione da tenere (verso l'alto) è abbstanza intuitiva.
Dal Pizzo si scende verso destra, seguendo le indicazioni e la traccia, si passa dietro alla Baita Boletto e si resta in cresta, in mezzo al bosco, sbucando proprio dove la dorsale si biforca: a sinistra si prosegue sulla dorsale normale, a destra parte il sentiero più stretto che costituisce la dorsale per creste e sale al Monte Boletto.Scelgo la seconda opzione e raggiungo facilmente la vetta (1250m slm; 1h 20'; 7,5 km; 1100m D+).
Scendo poi continuando per la cresta in direzione opposta, con traccia evidente fino a raggiungere la dorsale abbandonata in precedenza. Di qui, proseguo fino alla Bocchetta di Molina, dove il sentiero si divide nuovamente: si può scendere verso la Baita Patrizi e l'Alpe del Vicerè a sinistra oppure proseguire lungo la dorsale. Naturalmente proseguo e incontro, all'interno del faggeto, un nuovo bivio: diritto, verso la capanna Mara lungo il versante settentrionale del Bollettone, sempre all’interno del faggeto, oppure a destra per risalire il monte sul versante meridionale.Prendo questo sentiero restando in cresta (evito la variante di sinistra a mezza costa). Raggiungo finalmente la vetta (1347mslm; 1h 50'; 10,7 km; 1300m D+), dove sono presenti una grande croce e un rifugio (purtroppo senza gestore).
Il tempo di scambiare quattro chiacchiere con altri escursionisti e di scattare (e farmi scattare) qualche foto e mi rimetto in marcia. Dalla vetta scendo sul versante opposto, seguendo le indicazioni per la Capanna Mara. Il sentiero corre vicino a una staccionata e prosegue, prima all’aperto e poi per boschi, fino a un bivio per il rifugio Riella e la Capanna Mara. Non prendo nessuna delle dure direzioni e proseguo invece diritto, lungo una cresta che corre alle spalla della stessa capanna Mara e arggiungo una piccola cappella dedicata alla Madonna (bella vista su dosso dell'asino e sul Palanzone). Scendo poi verso destra, supero la cpanna Mara e prendo il sentiero verso sinistra che attraversa il bosco e ritorna sulla dorsale (indicazioni per Riella o per Palanzone) all'altezza della Bocchetta di Lemna.
Prendo per Riella/Palanzone (destra), fino a raggiungere un nuovo bivio. Qui lascio nuovamente la dorsale (a sinistra) e proseguo diritto per la dorsale per creste, scegliendo un sentiero ripidissimo che porta in vetta al Pizzo dell’Asino (1270m slm; 2h 20'; 13,5km; 1500m D+).
Il Palanzone è ormai vicino, ma bisogna prima scendere alla Bocchetta di Palanzo e poi risalire verso la vetta - ignorando le indicazione verso sinistra per il rifugio Riella - con sentiero anche in questo caso molto ripido e quindi di grande soddisfazione (1440m slm; 2h 40'; 14,8km; 1750m D+).
Da qui torno indietro seguendo a grandi linee lo stesso sentiero di andata: scendo dal Palanzone, risalgo sul dosso dell'Asino, evito il passaggio dalla Mara, risalgo il Bolettone e infine risalgo anche il Boletto (1250m slm; 4h; 21,8km; 2200m D+).
Da qui in poi seguirò il sentiero della dorsale, senza ripassare dal tre Termini, fino a Brunate prima e poi Como. Concludo a Como, in via Zezio, dove avevo parcheggiato (240m slm; 4h 45'; 29km; 2200m D+).
Punti di appoggio
Tantissimi: a Como, Brunate, San Maurizio e poi lungo il sentiero (vedi relazione)
Materiale necessario
Utili per chi li usa, ma non necessari, i bastoncini.
Note e commenti vari
La passeggiata in sé è certamente alla portata di tutti, specialmente da Brunate in poi. Da non sottovalutare comunque il dislivello e lo sviluppo.
Ho corso o camminato velocemente; quindi i tempi non possono essere presi come riferimento per chi volesse svolgere una semplice escursione. Nel caso si camminasse, consiglio di raddoppiare (almeno) i tempi di percorrenza.