Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi Luganesi, Prealpi comasche
Località di partenza: Bellavista (Mendrisio, CH), parcheggio stazione
Quota di partenza e di arrivo: 1175m slm
Punto più elevato: 1701m slm (vetta Generoso)
Dislivello positivo totale: circa 1000m
Sviluppo: circa 16km
Sentieri utilizzati: vari.
Durata dell’escursione: circa 3h 30’
Difficoltà: EE/A (vedi relazione e commenti finali)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Cartina Kompass 91 – Lago di Como e Lago di Lugano; Cartina Kompass 105 - Lecco - Valle Brembana.
Traccia GPS disponibile: gpx
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
È possibile dividere l’escursione in due parti.
Nella prima parte, cioè quella che dal parcheggio della stazione “Bellavista” sale fino alla stazione di arrivo della cremagliera (ora chiusa e in rifacimento), la neve è molto poca e praticamente, se uno lo vuole, sempre evitabile. Questa prima parte si trova tutta in territorio svizzero; la segnaletica e lo stato dei sentieri sono entrambi perfetti.
Nella seconda parte, vale a dire quella che dalla stazione di arrivo sale fino alla vetta, poi scende sul “sentiero alto” verso Orimento e poi di nuovo risale lungo il “sentiero basso” (tutta in territorio italiano), la presenza di neve invece è abbondante, tanto che forse, ex post, sconsiglierei la salita, perlomeno lungo il "sentiero basso" e lungo la scalinata che sale in vetta (vedi relazione). La neve non è sempre presente ma, quando lo è, risulta inevitabile e ci si affonda sempre (tanto o poco). I momenti peggiori sono la salita alla vetta e i passaggi, sia lungo il “sentiero alto” sia lungo il “sentiero basso”, direttamente sotto i famosi "faraglioni" che contraddistinguono la cresta del Generoso. Qui sono abbondanti le slavine, lungo alcuni larghi e ripidi canaloni; non esiste traccia (per quanto la direzione sia sempre evidente) e quindi bisogna improvvisare, stando anche attenti, ovviamente, a non scivolare. Segnaletica comunque molto buona, anche se la presenza di neve in alcuni tratti, specialmente nei boschi, richiede un minimo di intuito per indovinare la direzione.
Nessuna presenza di acqua potabile.
Eventuali pericoli
Quelli tipici legati alla forte presenza di neve.
L'escursione
L’escursione prende il via presso il parcheggio della stazione “Bellavista”, fermata intermedia della cremagliera che da Capolago, in Svizzera, porta fino alla vetta del Generoso. In realtà il parcheggio dista qualche minuto a piedi dalla stazione (la strada per la stazione è sbarrata e sterrata, mentre fino a questo punto è asfaltata). Il parcheggio è a pagamento da inizio maggio a fine settembre (le prime sei ore, obbligatorie, costano 2 euro o 2,50 CHF).
Da questo parcheggio si seguono le indicazioni prima per la stazione “Bellavista” e poi per la vetta del Generoso (o per l’”Albergo vetta”, cioè la stazione di arrivo della cremagliera stessa). Oltrepassata una sbarra, si raggiunge in pochissimo tempo una costruzione, la si aggira e, di nuovo, si seguono le indicazioni. Dopo un bivio ben segnalato (impossibile sbagliarsi, ma questa informazione risulterà utile più tardi per capire la via del ritorno), il sentiero ricomincia a salire, sempre in mezzo al bosco e senza pendenza eccessiva, fino a raggiungere la stazione (1235m slm, 7’).
Da qui i sentiero diventa un po’ più impegnativo, anche se mai eccessivamente. La salita nei boschi prosegue fino a quando il sentiero incrocia di nuovo, e attraversa, la cremagliera (1330m slm, 15’).
D’ora in poi gli alberi diventano sempre più radi e comincia a vedersi sul sentiero, anche se sempre evitabile, un po’ di neve (ricordo che questo sentiero risale il versante sud del Generoso, vale a dire quello che vediamo quando guardiamo il Generoso dalle province di Varese, Como e Milano). Si continua a salire tagliando il versante della montagna, prima verso un piccolo bosco, e poi, dopo averlo superato, in direzione delle casette e dell’”Albergo vetta”. La neve è sempre più abbondante ma non costituisce un problema: la vetta si avvicina. Raggiungo l’”Albergo vetta” (1600m slm, 45’): l’edificio è in totale ricostruzione a seguito di un danno subito qualche mese fa (anche la cremagliera, nello stesso periodo, è rimasta chiusa).
Da qui, seguendo le indicazioni, raggiungo la scalinata in pietra che sale verso la vetta. Incontro la prima sorpresa: un muro di neve impedisce di proseguire: lo devo scavalcare. Il sentiero è evidente, grazie soprattutto al parapetto che spunta dalla neve. Decido di proseguire, quando non pericoloso, all’esterno di tale parapetto, dove la neve non c’è, sempre assicurandomi con la mano allo stesso. Verso la vetta sono costretto a rientrare definitivamente sulle scale e a superare un altro muro; finalmente raggiungo il piazzale della vetta, coperto da almeno un metro e mezzo di neve (1701m slm, 55’).
La giornata non permette di apprezzare l’altrimenti splendido panorama: il tempo di qualche foto e poi giù, attraverso il sentiero che inizia dalla parte opposta rispetto alla scalinata da cui si è arrivati. Il sentiero scende molto velocemente per gradoni naturali (poca neve; possibilità di aiutarsi con le catene), concludendo il suo percorso nel cosiddetto “sentiero alto” che da Orimento sale verso il Generoso. A questo incrocio, prendo verso sinistra e comincio il bel tratto di cresta che attraversa questo diverso versante (sud-orientale). Il sentiero non è sempre agevole: i tratti innevati vanno tracciati, anche se la neve non è particolarmente alta. Nella parte finale della cresta seguo una scia chiaramente lasciata da un paio di sci. Alla fine della cresta si trovano indicazioni che indirizzano verso sinistra, per un sentiero che prosegue all’interno di un bel bosco di conifere (1500m slm, 1h 20’).
Ricomincia dunque il tratto boschivo, dove la neve è abbondante. Tuttavia, il sentiero è battuto e la neve non costituisce un problema. Incontro un bivio, prendendo a destra il sentiero che scende, ma sono pronto a scommettere che anche l’altro mi avrebbe portato a destinazione, vale a dire a Barco dei Montoni (tavoli per pic-nic e griglia, magari in una stagione diversa; 1350m slm, 1h 25’).
Da qui, seguendo in piano verso destra, proseguo in direzione Orimento. Dopo pochi minuti, all’altezza di una pozza (coperta dalla neve), si scorge verso destra un’altra indicazione e il corrispondente sentiero che permettono di tagliare, scendendo direttamente più a monte di Orimento, dove si dividono “sentiero alto” e “sentiero basso”. Il sentiero è molto bello, sempre all’interno del bosco, ma sempre più difficoltoso a causa della neve (ricordo, in estate, l’abbondante e colorata presenza di maggiociondoli). Risulta comunque debolmente battuto, quindi almeno psicologicamente è meno duro. Finalmente, termino la mia discesa, arrivando all’inizio del “sentiero basso”. Le baite di Orimento sono solo a qualche centinaio di metri ma, a questo punto, mi sembra illogico aggiungere un pezzo di strada solo per raggiungerle (1270m slm, 1h 45’).
Giro dunque verso destra, attraverso un ponticello in legno, e salgo dolcemente all’interno di un bosco con alberi più radi e con visuale molto aperta verso Orimento e il Pizzo della Croce. Neve presente, molle ma ancora bassa. Raggiungo e supero velocemente l’Alpe Pesció di mezzo (1375m slm, 2h 05’), dove addirittura la neve scompare; ma si tratta di una mera pausa.
Si ricomincia subito a salire, con neve sempre più abbondante. In questo tratto sto tagliando il versante verso sinistra ma so benissimo che più in alto dovrò tornare indietro. Decido quindi di provare a tagliare il percorso salendo direttamente verso l’alto. La decisione forse non è particolarmente saggia: affondo spesso nella neve e sono costretto a riposarmi diverse volte prima di raggiungere il culmine di questo dosso, da dove risulta evidente il resto del percorso che dovrò percorrere (1420m slm, 2h 20’).
Mi accingo dunque a tagliare di nuovo in falso piano tutto il versante sud-est, attraversato solo poco tempo prima qualche decina di metri più in alto, fino a raggiungere e superare la vetta, prima di trovare l’ultima vera salita del sentiero basso, che porta alla stessa quota dell’”Albergo vetta”. Vedere lo sviluppo del sentiero mi mette di buonumore ma improvvisamente, quando il “sentiero basso” passa sotto ai muraglioni che costituiscono le vette del Generoso, incontro numerosi canaloni, in ognuno dei quali la neve appare smossa da slavine. Il gioco si fa sempre più duro, sprofondo e le condizioni peggiorano fino alla fine del tratto in falso piano, quando riesco ad avanzare solo una gamba alla volta e aiutandomi con entrambe le mani. Finalmente il sentiero sale, emerge l’asfalto che copre il sentiero in quest’ultimo tratto e quando metto il piede sul terreno solido posso sono finalmente dirmi fuori da questo problema (1580m slm, 3h).
Come anticipavo, sono all’altezza dell’”Albergo vetta” e nonostante la stanchezza avrei il desiderio di rifare la vetta una seconda volta (magari con un percorso diverso). Tuttavia, mi convinco che è meglio non rischiare (il tempo è anche peggiorato) e mi avvio verso il sentiero da cui sono salito. Forse ho fatto bene, ma ammetto che anche ora, mentre scrivo, mi brucia il bis mancato. Scendendo trovo ovviamente un sentiero sempre più pulito. Correndo, mi scaldo i piedi molto raffreddati: in poco tempo il freddo passa, la corsa diventa sempre più piacevole e la tensione piano piano se ne va. Seguo lo stesso sentiero di salita ma verso la fine riesco a regalarmi un’ultima variazione. Quando rientro nel bosco che sale dalla stazione “Bellavista”, scorgo all’altezza di un bivio segnalato una strada più larga che si allontana dalla cremagliera e che scende verso sinistra, quindi – immagino - più direttamente verso il parcheggio. La prendo sperando di evitarmi qualche metro e in effetti ho una buona idea. Esco sul sentiero proprio all’altezza di quel bivio che avevo segnalato a inizio relazione e scopro quindi che la salita può svolgersi in maniera più diretta, senza passare da “Bellavista”. In breve tempo, sono di nuovo al parcheggio (1175m slm, 3h 30’).
Punti di appoggio
In questo periodo, nessuno. Tutti i rifugi incontrati erano chiusi.
Materiale necessario
Certamente le ghette, utili i bastoncini, forse utili anche i ramponi.
Note e commenti vari
Escursione di medio sviluppo che permette di conoscere e attraversare diverse valli e versanti del monte Generoso.
L'escursione in sè non presenta affatto particolari difficoltà, a parte la lunghezza (comunque inferiore ai 20km). Il dislivello non è eccessivo e dunque, con un minimo di allenamento, è alla portata di tutti (valutazioni EE solo per la lunghezza). Tuttavia, viste le condizioni trovate a causa della neve, la gita potrebbe essere valutata addirittura come uscita alpinistica (A).
Valuto la realizzazione del giro con un passo normale e in condizioni estive in circa 5/6 ore.