Informazioni tecniche
Zona montuosa: Grigna meridionale, Prealpi lecchesi
Località di partenza: Laorca, frazione di Lecco
Quota di partenza: 480m slm
Quota di arrivo: 2184m slm
Dislivello positivo totale: circa 1750m
Sviluppo: circa 15 km
Sentieri utilizzati: val Calolden (segnavia n. 2), cresta Cermenati, cresta Sinigaglia, val Calolden
Durata dell’escursione: circa 4h
Difficoltà: E la val Calolden e la cresta Cermenati; EEA la cresta Sinigaglia
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lecco - Valle Brembana, 1: 50.000 - Kompass 105; Le Grigne, Resegone di Lecco e Legnone, 1:35.000 – Globalmap
Traccia GPS disponibile: gpx
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
La salita si è svolta in ambiente praticamente primaverile, con neve scarsa sopra i 2000 metri. In salita, sulla Cermenati, la neve e il ghiaccio non sono affatto un problema: sempre evitabili; in cima è necessario fare attenzione ai tratti ghiacciati; tuttavia, in discesa, sui tratti esposti e di per sé già più impegnativi della cresta Sinigaglia i tratti ghiacciati richiedono in questo periodo molta sicurezza e indossare i ramponi non è affatto una cattiva idea.
Una fontana a Laorca e una ai Resinelli.
Eventuali pericoli
Alcuni tratti lungo la cresta Sinigaglia sono esposti e/o attrezzati con catene (solitamente non obbligatorie ma con ghiaccio meglio non rischiare); nel caso si soffra di vertigini o non ci si senta sicuri su questo tipo di passaggi, forse meglio evitare, affrontare l’escursione insieme a qualcuno di più esperto oppure rimandare alla bella stagione.
Nessun pericolo lungo la Cermenati, che quindi può costituire una valida benché più noiosa alternativa per la discesa.
L'escursione
Dalla superstrada Milano-Lecco (SS 46) si prende l’uscita per Lecco centro e da qui la vecchia strada per la Valsassina (SP 62); raggiunta Laorca, si cerca via Paolo VI (la si trova, sulla sinistra, in corrispondenza di una fermata d’autobus sulla destra e di un tornante della strada principale). Si prende dunque via Paolo VI e si prosegue su via Pacinotti, dove si può parcheggiare. Lungo questa via, si trovano alcune frecce che indicano un sentiero per il Medale e per il Coltignone. Tuttavia, la strada da prendere è quella che resta più bassa, supera una cappellina e quindi torna indietro, proprio verso via Paolo VI. La partenza vera e propria può essere stabilita dal cosiddetto “Ponte della gallina”, dove si trovano anche le indicazioni corrette (segnavia 2 o val Calolden; 480m slm).
Il sentiero della val Calolden sale all’interno di un bosco lungo il corso di un ruscello (il Calolden, appunto) e alla sinistra del massiccio del Coltignone. Su questa salita, tecnicamente, non c’è molto da dire: il sentiero sale deciso sin dall’inizio e di fatto non lascia molto respirare. Le indicazioni sono sempre chiare. Arrivati ormai in prossimità dei Resinelli si incontrano alcune baite. Qui il sentiero si biforca: tenendo la destra si raggiunge la carrozzabile da Ballabio; seguendo a sinistra si raggiungono direttamente i Resinelli, in corrispondenza dell’ex rifugio SEL Rocca Locatelli (nonché del Parco Avventura, del Museo delle miniere e del grattacielo). Dal rifugio SEL si deve tornare indietro lungo la strada asfaltata (via Escursionisti) fino alla chiesetta, attraversare poi il grande parcheggio (piazzale Danilo Chiappa) e infine dirigersi dalla parte opposta verso il Forno di Grigna (1280m slm; 1h 5’, 4,5 km, 800m D+). In realtà, sia riguardando la traccia sia percorrendo il sentiero, appare evidente come dal sentiero della val Calolden si possa tagliare questo tratto d’asfalto e sbucare direttamente nei pressi della chiesetta dei Resinelli. Tuttavia, né in salita né in discesa sono riuscito a capire come e dove.
Superato il Forno, si prosegue sulla strada asfaltata che passa proprio lì davanti (via Carlo Mauri) e, ignorando le indicazioni per il rifugio Porta sulla sinistra (via classica di salita, sempre su strada asfaltata), si continua su via Carlo Mauri. Dopo circa 50 metri dall’indicazione per il Porta, si trova un piccolo spiazzo sulla sinistra, con una sbarra; subito dopo, esattamente quando la strada asfaltata piega a destra, bisogna entrare nel bosco e andare invece verso sinistra. Questo sentiero è attualmente segnalato con una freccia bianca dipinta a terra e la sigla GV (l’ho infatti scoperto correndo il Grignetta Vertical nel 2014) e costituisce un’ottima alternativa alla salita classica al Porta lungo la strada asfaltata. Il problema è solo trovarlo, dopodiché il sentiero è ben battuto sin dall’inizio e non si può perdere. Si sale sempre all’interno del bosco, alternando il sentiero a brevissimi tratti su asfalto, e si sbuca proprio di fronte al rifugio Carlo Porta (1427m slm; 1h 15’; 5,3 km; 950m D+).
Si aggira il rifugio verso destra e esattamente sul retro dello stesso si trovano diverse indicazioni: si deve seguire per la cresta Cermenati. Prendo quindi il sentiero che si inoltra nel bosco e incontro subito, sulla sinistra, una madonnina in legno. Da qui in poi è impossibile sbagliare: il sentiero sale seguendo la cresta, uscendo prima dal bosco e poi lasciandosi alle spalle bivi ben segnalati per altre direzioni. L’unico bivio non segnalato è quello per i Torrioni Magnaghi (vedi oltre). Il sentiero sale sempre deciso con davvero poche occasioni per respirare e quindi si guadagna velocemente dislivello. Dopo poco tempo compaiono sulla destra i bastioni dei Magnaghi (si deve ignorare la freccia che indica di andare verso la loro direzione, a destra) e si prosegue diritto in salita. Dal bosco in poi (quindi da circa 1500m slm) gli alberi spariscono e quindi, se si svolge l’escursione di giorno e d’estate, è necessario fare attenzione al caldo e al sole. La cresta prosegue lasciando sulla sinistra il canalone Caimi. Poco dopo, si incontrano dei cartelli che indicano il rifugio Rosalba (si tratta del sentiero Cecilia; siamo intorno a quota 2000m slm). Proseguendo, si raggiunge, all’interno di un canalone, la cresta finale. Qui si trovano delle catene (per nulla obbligatorie). Si tratta del segmento più delicato della salita, anche se brevissimo, perché potenzialmente scivoloso e anche per il fatto che essendo ormai in vetta l’attenzione potrebbe essere minore. La vetta, caratterizzata da un bivacco a forma di navicella e da una croce metallica, si raggiunge poi facilmente (2184m slm; 2h 25’; 7,5 km; 1730D+).
Il tempo di bere e magiare qualcosina, di fare qualche foto e scendo subito, questa volta lungo la cresta Sinigaglia. Il sentiero parte dietro il bivacco, inizialmente con diversi tratti attrezzati con catene. Si prosegue superando prima alcuni saliscendi, sempre attrezzati, e poi il bivio per il canalino Federazione, vale a dire il punto di partenza delle traversata alta per la Grigna settentrionale o Grignone. Quando ormai di fronte agli occhi è evidente la croce sulla vetta dei Magnaghi, trovo sulla sinistra la discesa per il “saltin del gatt”, un brevissimo tratto con corda e staffe molto esposto ma divertente. Dopo qualche metro in discesa, il sentiero si biforca (cartello indicatore): un tratto più esterno (verso sinistra) diventa cresta Sinigaglia; un tratto più interno (verso destra), invece, scende a ridosso dei Magnaghi, verso il sigaro Dones (inconfondibile colonna), e poi taglia tutto il versante sudest della Grigna, verso la cresta Cermenati, attraversando il canalone Porta.
Proseguo lungo la cresta Sinigaglia e scendo prima per roccette e poi per pratoni, senza troppa difficoltà, fino al rifugio Soldanella (seguire le indicazioni per il rifugio stesso o per i Resinelli). Da qui, in pochi minuti, torno ai Resinelli su strada asfaltata (1280m slm; 3h 25’; 11 km; 1740m D+).
Da qui si prosegue si ripercorre in discesa lo stesso itinerario della salita: si raggiunge il rifugio SEL Rocca Locatelli, si prende il sentiero della val Calolden (entrare nel bosco lasciandosi il campo da tennis sulla destra) e si ricomincia scendere, sempre molto velocemente, fino ad arrivare a Laorca (480m slm; 4h 05’; 15km; 1750m D+).
Punti di appoggio
Il bivacco all'arrivo, il rifugio Porta, il rifugio Soldanella e i tanti altri e locali ai Piani dei Resinelli. Verificare l’apertura dei rifugi.
Materiale necessario
Utilissimi i ramponi o i ramponcini; molto utili anche i guanti, che di solito non uso, per il tratto in cui si prendono le catene. Per chi li usa, utili anche i bastoncini, anche se bisogna poi sistemarli nello zaino nei tratti con catene.
Note e commenti vari
In questa passeggiata ho unito un classico allenamento per mettere un buon dislivello nelle gambe quando ho poco tempo a disposizione (la salita in Grignetta lungo la Cermenati) e un percorso invece più “storico”, utilizzato prima che fosse aperta la carrozzabile per i Resinelli per salire in Grigna da Lecco.
I tempi sono da considerarsi al lordo delle pause (di fatto, solo qualche minuto scarso in vetta) e con un andamento decisamente veloce. A passo normale, credo ci vogliano quattro/cinque ore a salire e almeno due a scendere.