Informazioni tecniche
Zona montuosa: Grigna meridionale, Prealpi lecchesi
Località di partenza: Piani Resinelli (LC)
Quota di partenza: 1350mslm
Quota di arrivo: 2184mslm
Dislivello positivo totale: circa 850m
Sviluppo: circa 5,5 km
Sentieri utilizzati: cresta Sinigaglia in salita, cresta Cermenati nel primo tratto di discesa, poi canalone Caimi e sentiero della Direttissima
Durata dell’escursione: 3h 30'
Difficoltà: F (tratti esposti in cresta sulla Sinigallia)
Persone presenti: Annarosa, Giancarlo, Marino, Matteo, Paolo
Mappe: Lecco - Valle Brembana, 1: 50.000 - Kompass 105; Le Grigne, Resegone di Lecco e Legnone, 1:35.000 – Globalmap
Condizione dei sentieri
La salita si è svolta in ambiente invernale, anche se non per l’intero percorso. I sentieri erano comunque battuti ma è necessario informarsi prima sullo stato degli stessi (per esempio, chiamando il rifugio Porta, oppure chiedendo nei numerosi forum, siti o gruppi facebook dedicati).
Nessuna presenza di acqua.
Eventuali pericoli
Alcuni tratti della Sinigaglia sono molto esposti; nel caso si soffra di vertigini o non ci si senta sicuri sulle creste di piccole dimensioni, meglio attraversare un po’ a valle nei tratti più esposti, se la neve lo permette. Il Caimi, unico punto a teorico rischio valanghe, appariva già adeguatamente sporco e quindi sicuro rispetto a nuove scariche.
L'escursione
Dalla superstrada Milano-Lecco (ss 36) si prende la variante per la Valsassina (ss 36bis) e, alla fine dei tunnel, per i Piani dei Resinelli. Qui si può lasciare l’auto, oppure proseguire lungo la strada che continua a salire - prima del parcheggio davanti al “Forno” - fino a raggiungere il rifugio Soldanella (1350mslm).
Da qui ci si incammina su strada sterrata in falso piano, fino a trovare quasi subito i cartelli che indicano la cresta Sinigaglia (1355mslm; 5’).Il sentiero comincia a salire per prati, attraversando prima il canalone Porta, e poi tenendosi costantemente alla sua destra. Seguiamo il sentiero, finché resta visibile, e poi le tracce battute. In alcuni tratti le tracce scompaiono ma, essendo evidenti più in alto, possiamo proseguire senza alcun dubbio. Incontriamo la neve sul sentiero a circa 1500 metri, ma ci infiliamo i ramponi solo quando raggiungiamola cresta più esposta, che ci apre la visuale sul versante settentrionale della Grignetta: qui gli occhi possono finalmente ammirare le montagne a nord e tutto il versante sudorientale del Grignone (1900mslm; 1h 30’).
Ora la salita si fa più impegnativa; anzi, qui si incontra il tratto più tecnico e che potremmo anche definire alpinistico (di qui la valutazione F). Proseguiamo slegati ma sempre con estrema attenzione. Arriviamo e superiamo il “saltin del gatt” senza alcun problema: le catene sono coperte e bisogna solo salire lungo il canalino. Da qui in poi abbiamo davanti diverse tracce già percorse: scegliamo quella più in alto, lungo la vera e propria cresta, che in alcuni tratti è davvero molto sottile e richiede, se non equilibrio, perlomeno un po’ di sangue freddo. Da qui in poi, il bivacco di vetta è sempre a vista. Lo si raggiunge dopo un paio di sali-scendi non banali. D’estate questi sono tratti attrezzati con catene; in inverno, di solito, le catene sono coperte, ma alcune, in particolare, quelle sotto la cima, erano già libere e utilizzabili. Consiglio comunque, a chi ha un minimo di esperienza, di mettere le mani sulla roccia e non sul metallo! Raggiungiamo finalmente la vetta (2184mslm; 2h).
Avevamo già deciso di scendere lungo la cresta Cermenati, e la salita lungo la Sinigaglia ci ha convinti ancor di più. Dalla croce di vetta proseguiamo segue in direzione opposta a quella da cui siamo arrivati (la traccia è evidente) e si comincia subito a scendere in maniera decisa. Qui incontriamo un tratto molto ripido caratterizzato sia da neve sia da tratti liberi. Ciò ha portato a diverse valutazioni all’interno del gruppo, che hanno avuto un impatto sulla via seguita per la discesa. Annarosa e io scegliamo di tenere i ramponi e scendiamo cercando di stare il più possibile nella neve: ciò ci porta a scendere seguendo più o meno precisamente il normale sentiero di discesa. Giancarlo, Matteo e Martino, invece, tolgono subito i ramponi, e cercano quindi di scendere evitando la neve: ciò li porta a preferire di stare più a destra e alti rispetto al sentiero. Poiché io e Annarosa siamo scesi mentre gli altri si toglievano i ramponi, abbiamo perso contatto visivo tra di noi. Quando lo abbiamo ripreso, più in basso (all’altezza di un colletto), abbiamo scoperto che i nostri tre compagni avevano oltrepassato addirittura il canalone Caimi e stavano scendendo verso la Direttissima (vale a dire il sentiero che unisce i rifugi Porta e Rosalba). Comunicando a distanza, abbiamo deciso di comune accordo che loro avrebbero proseguito in quella direzione e noi li avremmo attesi al Rifugio Porta. Tuttavia, visto che calzavamo ancora i ramponi ed eravamo proprio in prossimità del canalone Caimi, abbiamo pensato a una variante e, valutato lo stato del canalone come buono e sicuro, lo abbiamo imboccato (1900mslm; 2h 30’).
Il canalone Caimi scende per un dislivello di circa 400 metri. Si presentava come molto sporco, un denso strato di neve, a tratti ghiacciata, ricoperto di detriti, pietre o erba. Non un bel vedere, bisogna ammettere: tuttavia, la neve era sufficientemente dura nei numerosi tratti in ombra e la discesa è stata piacevole.
Alla fine del canalone (1500mslm; 3h), si incrocia la Direttissima; decidiamo quindi di aspettare qui l’arrivo dei nostri compagni. Insieme a loro raggiungiamo poi il Porta: dall’uscita del Caimi, giriamo a sinistra lungo il sentiero e poi seguiamo le indicazioni (1410mslm; 3h 15’). Infine, prendendo il sentiero che scende proprio di fronte all’ingresso del rifugio Porta e che volge verso sinistra, torniamo al Soldanella e quindi concludiamo la nostra escursione (1350mslm; 3h 30’).
Punti di appoggio
Il bivacco all'arrivo, il rifugio Porta (oggi però chiuso) e i tanti rifugi e locali ai Piani dei Resinelli.
Materiale necessario
Quello tipico da neve: piccozza e ramponi.
Note e commenti vari
Bella passeggiata che ci ha permesso di scoprire il carattere alpinistico della Grignetta in versione invernale e che mi ha permesso di percorrere per la prima volta il canalone Caimi.
Nata come semplice gita, questa escursione si è trasformata in un nostro personalissimo tentativo di rendere omaggio alla memoria di Marco Anghileri, alpinista lecchese scomparso pochi giorni prima sul Monte Bianco. Abbiamo deposto ai piedi della croce di vetta dei fiori e portato una bandierina per ricordarlo e salutarlo, proprio in uno dei luoghi che amava di più.