Informazioni tecniche
Zona montuosa: Gruppo delle Grigne, Prealpi lecchesi
Località di partenza: Rancio, frazione di Lecco
Quota di partenza: 380m slm
Quota di arrivo: 1473m slm (vetta Coltignone, punto più elevato)
Dislivello positivo totale: circa 1600 m
Sviluppo: 15,5 km
Sentieri utilizzati: sentieri 52 e 56A per il Medale (bolli rossi a tringolo); sentiero 59 attrezzato GER per il Coltignone (bollo rosso singolo o strisce parallele rosse “=”); sentieri vari nel Parco Valentino per i Piani Resinelli; sentiero 2 in val Calolden per Laorca; sentieri 52 o 59 per Rancio.
Durata dell’escursione: circa 4h
Difficoltà: EE/EEA (vedi Commenti)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lecco - Valle Brembana, 1: 50.000 - Kompass 105; Le Grigne, Resegone di Lecco e Legnone, 1:35.000 – Globalmap
Traccia (vedi note finali): gpx (in preparazione)
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
I sentieri sono tutti ben tenuti e ben segnalati. L’esposizione non rende questa gita (più precisamente, il tratto in salita) particolarmente adatta alla stagione estiva.
Nessuna presenza di acqua fino ai Resinelli.
Eventuali pericoli
Nessun pericolo in particolare, alcuni tratti tra il Medale e il Coltignone sono esposti; il breve tratto di sentiero attrezzato si supera senza patemi e senza necessariamente ricorrere alle catene. Il problema principale, se svolto nelle ore centrali di una giornata estiva, come il sottoscritto, può essere l’eccessivo calore.
L'escursione
Dalla superstrada Milano-Lecco (s.s. 46) si prende l’uscita per Lecco centro e da qui la vecchia strada per la Valsassina; raggiunto Rancio, all’altezza di via Quarto, la si prende, fino a raggiungere uno spiazzo (fermata dell’autobus). Si trova facilmente parcheggio più avanti, al cimitero. È possibile lasciare l’automobile qui oppure proseguire verso destra, su strada asfaltata in salita, seguendo già le indicazioni per il Medale. Tuttavia, l’accesso a questa strada risulta vietato (c’è una sbarra, che però io ho trovato sempre aperta): quindi chi prosegue con l’auto, sappia che lo fa a proprio rischio e pericolo (di multa).
Lasciando invece l’auto al cimitero (390m slm), bisogna tornare indietro fino allo spiazzo e prendere appunto questa strada asfaltata che sale ripidamente sulla sinistra fino a raggiungere un’altra sbarra, questa volte sempre chiusa: qui l’asfalto finisce e comincia lo sterrato. Si seguono le indicazioni che mandano a sinistra (una strada asfaltata scende invece da destra: da lì farò invece ritorno). Si ignorano da questo punto tutte le successive deviazioni verso destra per la ferrata (per la salita in ferrata, si veda qui) e si rimane su questo sentiero (segnavia 52) fino a raggiungere una madonnina. Da qui in poi il sentiero si fa più severo e si comincia salire con più decisione. Dopo aver ignorato una deviazione verso sinistra (“La vergella”), si incontra un cartello con segnavia 56A per il Medale, che imbocco. Sto cominciando a risalire verso la cima del Medale che finora mi ero sempre lasciato alle spalle, allontanandomene. La salita prosegue su sentiero ripido e spesso esposto al sole. Secondo la cartina e alcune relazioni, dovrei a un certo punto incontrare il raccordo con il sentiero 56, che però io non vedo. Il Medale appare sempre più vicino e in effetti dopo non molto tempo, raggiungo col sentiero il tratto finale della ferrata, giusto sotto la croce di vetta. Ancora un poco di fatica e il Medale è conquistato (1019m slm; 1h 05’; 3,2km).
In realtà la croce e il balcone panoramico si trovano poco sotto la vetta vera e propria del Medale, dove invece si trova una piazzetta per atterraggio degli elicotteri. Dalla croce in teoria si prosegue lungo un sentiero sulla sinistra che aggira la vetta e porta a due bivi. Al primo si sovrappongono le indicazioni per Rancio e per il Coltignone, mentre un sentiero scende verso destra senza indicazioni (immagino possa essere quello che sale direttamente da Laorca ma non ne sono sicuro); al secondo bivio, invece, si dividono il sentiero con indicazione per Rancio (ritorno al punto di partenza) e Coltignone (sentiero 59 o sentiero GER). In realtà, decido di raggiungere il primo bivio attraversando la vetta stessa, ma la discesa da lì è poco agevole, quindi sconsiglierei in generale questo passaggio. Il sentiero per il Coltignone comincia come falsopiano, attraversando a mezza costa un bel bosco e dirigendosi verso il Coltignone. Il sentiero in questo modo attraversa diversi canali: ogni volta che attraversa un canale, il sentiero guadagna diverse decine di metri di dislivello, per poi tornare ad attraversare in falso piano. Dopo una di queste faticose salite, quando ci si trova proprio sotto la vetta del Coltignone, si raggiunge una grotta con all’interno una madonnina. È qui che comincia il tratto attrezzato, breve ma divertente, che permette di alzarsi ulteriormente, e raggiungere l’ultimo tratto del sentiero. Da qui, in poco tempo, si raggiunge la vetta (1473m slm; 2h 15’; 5,1 km).
Dalla cima sembrano partire due sentieri: uno verso destra e uno verso sinistra, senza indicazioni. Prendo quello di sinistra ma sospetto che anche quello di destra poi si riunisca all’altro. In ogni caso, entro ora nel Parco Valentino e cammino, finalmente, all’interno di un bellissimo bosco alberato. All’inizio non trovo indicazioni per i Resinelli, bensì quelle per la Cima Calolden (o “Paradiso”). Incuriosito, seguo queste indicazioni. In particolare, a un bivio la strada in salita punta verso tale cima e quella in discesa invece non ha indicazioni. Raggiungo prima la Cima Calolden (di fatto, un grosso prato con vista panoramica sulla Grignetta), dopodiché torno sui miei passi e prendo invece la strada in discesa senza indicazioni. Si tratta in realtà, lo scoprirò poi, del sentiero che porta dai Resinelli al Coltignone (e ovviamente viceversa), all’interno del Parco. Proseguo sempre su questa strada e sempre andando in discesa fino a raggiungere prima l’ingresso del Parco Valentino, poi il Parco Avventura di fronte al grattacielo e infine il rifugio SEL-Rocca Locatelli (1290m slm; 2h 45’; 7,8km).
Qui potrei già prendere il sentiero per la val Calolden; tuttavia, decido di proseguire fino alla piazza principale dei Resinelli (vedi “Note e commenti”), su strada asfaltata. La mia salita si conclude quindi alla chiesetta (1277m slm; 2h 50’; 8,3km).
Il tempo di salutare l’amica Laura Ferrari alla “Baita di Laura” e comincia la discesa. Torno innanzitutto al rifugio SEL: il sentiero comincia nel prato tra il rifugio e il campo da tennis. Il primo tratto è poco chiaro, nel prato, ma il sentiero diventa evidente e segnato all’interno del bosco. Incontro un unico problema su questo sentiero: ignoro una deviazione verso destra, che non mi sembrava segnata benissimo e che quindi pensavo fosse solo una scorciatoia… ma dopo avere camminato per qualche minuto, passando davanti a un paio di case, mi sono però reso conto che stavo per raggiungere la carrozzabile Ballabio-Resinelli e che quindi ero fuori strada. Tornato indietro, mi sono accorto che a quel bivio le indicazioni, seppur non chiare, erano presenti (freccia blu disegnata su un sasso e cartello divelto). Da qui si prosegue in discesa costante e regolare, seguendo il corso del terrente Calolden (asciutto).Si tratta di un sentiero sempre in ombra e che mi pare molto piacevole, perlomeno in discesa. Arrivo a Laorca abbastanza velocemente (470m slm; 3h 35’; 13,5km).
Qui commetto l’errore di pensare di essere ormai arrivato. In effetti lo sono, ma benché mi trovi più in alto di Rancio scoprirò a breve che dovrò ancora salire. Arrivato su strada asfaltata alla fine del sentiero della val Calolden, incontro un bivio con un ponte sula sinistra (potrebbe essere il “ponte della gallina” ma non ne sono sicuro). Proseguo verso destra (indicazioni presenti ma non evidenti); sempre lungo questa direzione (per ora in discesa), raggiungo il centro di Laorca dove invece le indicazioni diventano chiare e abbondanti. Dalla piazza della Chiesa, seguo le indicazioni per il sentiero 59 (Coltignone): da qui in poi guadagnerò quasi un centinaio di metri in salita, andando un po’ in crisi. Continuo a salire seguendo le indicazioni fino ad arrivare a un bivio su strada asfaltata: il sentiero 59 è indicato verso destra e San Martino verso sinistra. Penso di essere finalmente arrivato al punto giusto e quindi scendo verso sinistra. Dopo poco tempo raggiungo il punto dove si chiude l’anello, aperto ormai quasi 4 ore prima (500m slm; 3h 50’; 14,8km).
Termino scendendo lungo al strada asfaltata percorsa a inizio escursione e concludo al cimitero (390m slm; 4h; 15,5km).
Punti di appoggio
Vari ai Resinelli.
Materiale necessario
Nessuno in particolare. Scorta di acqua nelle giornate calde.
Note e commenti vari
Valutazione dei tratti attrezzati (GER): il GER è brevissimo (una decina di metri di catena) e non considero necessario toccare le catene. Valuto l’escursione una normalissima EE per via dei tratti esposti ma preferisco evidenziare la presenza di un tratta attrezzato (EEA) nel caso di escursionisti non abituati a questi sentieri.
Sulla traccia GPS allegata: la traccia è stata ripulita dall’errore all’inizio della discesa per la Val Calolden (vedi relazione) che mi avrà preso circa dieci minuti; quindi quella allegata non è la traccia originale.
L’anello può essere chiuso all’altezza del rifugio SEL; tuttavia, ho proseguito fino ai Resinelli perché il progetto che ho è quello di concatenare questa escursione con la traversata alta e bassa delle Grigne (vedi qui), un giro di circa 35km e 3600m di dislivello positivo.