Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche (Triangolo lariano)
Località di partenza: Como, via Zezio
Quota di partenza e arrivo: 230m slm
Punto più elevato: 1320m slm
Dislivello positivo totale: circa 1450m
Sviluppo: circa 22km
Sentieri utilizzati: salita "del Carescione" da Como a Brunate; dorsale per creste da san Maurizio in poi (segnavia 1 e varianti); ritorno da Brunate a Como per il sentiero "san Donato"
Durata dell’escursione: 3h 25’
Difficoltà: EE (per il dislivello e lo sviluppo)
Persone presenti: Paolo, Emiro, Giancarlo, Massimo e Matteo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91
Traccia GPS disponibile: gpx
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
I sentieri sono in ottimo stato ma hanno caratteristiche e condizioni molto eterogenee.
Da Como a Brunate, all'andata ho usato la salita del Carescione, carina perché può partire dal lago e attraverso spesso il percorso della funicolare; al ritorno invece ho usato un sentiero molto grazioso che passa per boschi e lambisce il nucleo caratteristico di san Donato; da Brunate a san Maurizio si usano sentieri ben indicati su acciottolato; da san Maurizio infine si trovano prevalentemente sentieri di montagna, con brevi intervalli di acciottolato o asfalto.
La salita al Bolettone era innevate, con tratti di ghiaccio: ho dunque preferito scendere per il sentiero pulito che passa a mezzacosta.
Presenza di acqua, ma solo nei numerosi punti di appoggio (vedi relazione).
Eventuali pericoli
Il ghiaccio nei tratti innevati.
L'escursione
Bella corsa attraverso il primo quarto della dorsale del triangolo lariano, che da Como porta fino a Bellagio (circa 40km in totale).
Da Como (zona mura/passaggio a livello), si prende via Tommaso Grossi, che sale verso Brunate. Se si è in auto, si può parcheggiare con una certa facilità in via Zezio o zone limitrofe (parcheggio gratuito). Poiché voglio alternare vie diverse di salita e discesa, lascio l’auto nei pressi dell’arrivo della salita di “san Donato” (appunto, via Zezio), che farò al ritorno, e mi dirigo verso la salita del “Carescione”.
Più precisamente, torno verso via Tommaso Grossi, la attraverso, e proseguo su via Zezio. A un certo punto la strada volge a sinistra: dopo avere svoltato a sinistra, seguendo la strada, si incontra uno stop e si prende a destra via Gorio. Questa via termina in Largo Radice. Qui si prosegue nella direzione di marcia prendendo via Prudenziana, che porterà al sentiero di salita. Si tratta di un percorso molto lineare e intuitivo (si veda la linearità della traccia gps, che rende bene l’idea), che permette di raggiungere la scalinata del Carescione senza abbassarsi troppo (di solito salgo da questa via partendo dal lago). Via Prudenziana è una via senza uscita che termina con alcuni gradini e una strettoia, per poi proporre un bivio e due indicazioni per Brunate: io prendo la scalinata che sale sulla destra, con indicazioni di tempo pari a 50 minuti (Carescione; 273m slm; 10’; 1,5 km; 60m D+).
La scalinata sale prima tra case e poi finalmente supera l’abitato e prosegue nel bosco, incrociando più volte il percorso della funicolare. La scala diventa presto sentiero, anche se spesso questo sentiero prevede dei gradini, non particolarmente faticosi. Si continua a salire e, raggiunte le prime case di Brunate, alla fine del sentiero, si prosegue a destra, seguendo la strada che velocemente mi porta alla stazione di arrivo della funicolare (700m slm; 35'; 3,4 km; 520m D+). Qui incontro, come da accordi, Emiro, Giancarlo, Massimo e Matteo, con cui procederò fino al Bolettone (loro poi raggiungeranno anche il Palanzone).
Da qui, numerosi cartelli indicano i sentieri verso san Maurizio, il faro voltiano o le baite: vanno tutti bene. Questi sentieri passano inizialmente per le vie del centro di Brunate e poi salgono diretti verso san Maurizio, attraversando un paio di volte la strada asfaltata e carrozzabile. Giunti a san Maurizio, comincia il vero e proprio sentiero della dorsale lariana (numero 1), indicato a sinistra della chiesetta posta di fronte alla scalinata che sale al faro. Tuttavia, a causa di lavori, questa volta sono costretto a salire alle baite lungo la strada asfaltata, che si sviluppa invece alla destra della chiesetta. In pochi minuti si raggiungono le prime baite (980m slm; 55'; 5,5 km; 800m D+). È possibile raggiungere questo punto in automobile, accorciando notevolmente sviluppo e dislivello della passeggiata e rendendola fattibile anche a chi ha bambini al seguito.
Il sentiero ora diventa più piacevole e l’ambiente più montano: il sentiero tradizionale comincia alla fine del piazzale e prosegue all’interno del bosco, superando numerose baite (Capanna CAO, Baita Carla, Baita Bondella, Baita Boletto). in realtà, poco dopo aver superato la Baita Carla, decidiamo di prendere una deviazione verso sinistra (cartello indicatore) per il Pizzo dei Tre Termini, che si raggiunge, dopo una serie di saliscendi in mezzo al bosco, in breve tempo. In caso di dubbi ai bivi, salire sempre (1130m slm; 1h 15'; 7,1 km; 970m D+).
Dalla cima si prosegue sul sentiero, che porta sul retro della Baita Boletto: da qui si può scendere a prendere il sentiero principale o restare di nuovo in cresta fino ad arrivare proprio ai piedi della salita al Boletto, nei pressi del bivio per il faggeto. Saliamo e raggiungiamo facilmente la vetta (1250m slm; 1h 30'; 8,5 km; 1100m D+).
Scendo poi continuando per la cresta in direzione opposta fino a raggiungere la dorsale abbandonata in precedenza. Di qui, proseguiamo in leggera discesa fino alla Bocchetta di Molina e, poco dopo, il sentiero si divide nuovamente: si può proseguire verso la capanna Mara lungo il versante settentrionale del Bollettone, all’interno del faggeto, oppure risalire il monte sul versante meridionale. Cominciamo quindi a salire verso destra e incontriamo la prima vera neve dell’escursione. Restiamo in cresta, faticando leggermente sulla neve ghiacciata (sarebbe peggio svolgere questo tratto in discesa). Facendo comunque attenzione a non scivolare, raggiungiamo finalmente la vetta (1347mslm; 2h 05'; 11,8 km; 1330m D+). Presenti una grande croce e un rifugio (purtroppo senza gestore). Saluto gli amici e mi accingo a tornare.
Inizialmente sulla stessa via di salita e poi lungo il sentiero senza neve che si stacca verso sinistra e prosegue a mezzacosta, proseguo prima in discesa in direzione della dorsale e della Bocchetta di Molina, poi di nuovo in salita verso le pendici del Boletto, che però preferisco non affrontare di nuovo, restando all'interno del faggeto e correndo, in mezzo a molta neve (poco scivolosa) il bivio dalla parte opposta della cima (1190m slm; 2h 35’; 15,2 km; 1450m D+).
Da qui in poi il sentiero sarà tutto in discesa fino a Como, il che velocizza la corsa e mette alla prova la tenuta delle gambe (prova superata): si tratta di ulteriori mille metri di dislivello in discesa ancora da percorre su sentiero spesso duro e non sempre sterrato. Raggiunto il piazzale della funicolare a Brunate, però, invece di prendere la via di salita, mi dirigo verso la “san Donato”. Più precisamente, prendo la scalinata che scende dal piazzale (indicazioni per “san Donato”). Si tratta di via Baserga, che seguo fino a raggiungere prima il Municipio e poi, piegando verso destra, fino ad attraversare via Volta. Scendo ancora (sempre via Baserga) e proseguo verso destra. Dopo qualche centinaio di metri incontro un cartello che indica “Como” e da qui, di fatto, comincia il sentiero vero e proprio. Si tratta di una via forse più aperta e gradevole della salita del Carescione (certamente più pulita). La discesa presenta alcuni bivi che, se non si conosce la strada o non la si è fatta precedentemente in salita, potrebbero creare problemi. Nel caso di indicazioni, bisogna evitare di prendere per Garzola; negli altri casi dubbi, si deve proseguire sempre verso il basso oppure tenere la sinistra. Concludo a Como, sempre in via Zezio, dove avevo parcheggiato (230m slm; 3h 25'; 22km; 1450 D+).
Punti di appoggio
Tantissimi: a Como, Brunate, San Maurizio e poi lungo il sentiero (vedi relazione). Verificare però l’apertura di baite e rifugi.
Materiale necessario
Utili per chi li usa, ma non necessari, i bastoncini. Utili da avere, almeno nello zaino, anche i ramponi o ramponcini.
Note e commenti vari
La passeggiata in sé è certamente alla portata di tutti, specialmente da Brunate in poi dove il dislivello diventa meno severo. Da non sottovalutare comunque il dislivello e lo sviluppo.
Ho corso o camminato velocemente; quindi i tempi non possono essere presi come riferimento per chi volesse svolgere una semplice escursione. Nel caso si camminasse, consiglio di raddoppiare (almeno) i tempi di percorrenza.