Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche (Triangolo lariano)
Località di partenza: Como, via Filippo Caronti
Quota di partenza e arrivo: 220m slm
Punto più elevato: 1235m slm (monte Boletto)
Dislivello positivo totale: circa 1500m
Sviluppo: 31km
Sentieri utilizzati: diversi(si veda relazione)
Durata dell’escursione: 7h 25'
Difficoltà: E
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91
Traccia GPS: qui (.gpx)
Percorso e altimetria su Google Earth: qui
Percorso su mappa Kompass: qui
Foto: inserite nella relazione
Condizione dei sentieri
I sentieri presentano condizioni molto eterogenee. Da Como a Solzago si alternano tratti urbani su strade asfaltate (ridotte al minimo indispensabile) e semplici sentieri di montagna; da Solzago alla Bocchetta di Molina il sentiero è largo e ben battuto; nel tratto Bocchetta di Molina - Boletto, si entra nella parte più selvaggia dell'escursione, con sentieri poco segnalati e pericolo di perderli, come è capitato al sottoscritto; dal Boletto a Como ci sono normali sentieri di montagna, ben tenuti e ben segnalati.
Eventuali pericoli
Nessuno in particolare.
L'escursione
Attenzione: prima di leggere questa relazione, si vedano le "Note e commenti vari" in fondo a questa pagina.
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Il punto di partenza è via Caronti, a Como, lasciando l'auto sulla via nei pressi del Parcheggio Serra di villa del Grumello (non è chiaro quando il parcheggio è aperto); ci troviamo poco sopra villa Olmo, che può facilmente diventare anch'essa il punto di partenza (220m slm).
Restando su via Caronti si scende lungo la strada asfaltata (senso unico), si curva a destra e si trova a sinistra la porta d'ingresso al parco di villa Grumello. Si entra e ci si dirige verso il ponte del Chilometro della conoscenza, che supera la sottostante e trafficata via per Cernobbio per portarci nel parco di villa Olmo. Si attraversa il parco, per proseguire sul Lungolago Lino Gelpi (splendida vista su Como e il Baradello) fino al suo termine (splendida vista su Brunate e il lago), nei pressi dell'Aeroclub di Como. Si continua a costeggiare il lago, passando alla sinistra dello Stadio Sinigaglia e poi alla destra del Monumento ai Caduti della I Guerra mondiale (G. Terragni) e del Tempio Voltiano, dedicato evidentemente ad Alesandro Volta (ora un museo). Sempre costeggiando il lago ci si dirige verso il Lungolago Mafalda di Savoia, per attraversare nei pressi di Piazza Cavour. Da piazza Cavour ci si dirige verso piazza del Duomo e, superato il Duomo, si piega verso sinistra in direzione del Teatro sociale, della ferrovia (attraversamento a livello) e del Palazzo delle Guardia di finanza (o "Casa del Fascio": di nuovo, di G. Terragni). Si gira a destra fino ad arrivare all'inizio di via Maurizio Monti. Si entra in via Monti e la si percorre fino al suo termine, quando diventa via Bertacchi e si trasforma in scalinata. Qui si trovano le prime indicazioni: la prima meta della giornata sara Camnago Volta. All'inizio della scalinata, un pannello con pensiero dello stesso Bertacchi. La scalinata comincia a salire e presto si trasforma in sentiero: ci si trova ormai già all'interno del cosiddetto "triangolo lariano", quella porzione di lago a forma triangolare con vertici situati a Lecco, Bellagio e, per l'appunto, Como. A un certo punto questo sentiero si unisce alla traccia che proviene dall'inizio di via per Brunate e che sale verso san Donato e Brunate: la prendo, ovviamente in salita, fino a raggiungere la base dell'agglomerato di san Donato. Qui, seguendo le indicazioni di un cartello, si prende a destra per Garzola e, superato un bel ponte, ci si incammina su un sentiero panoramico. Il sentiero termina su un altra traccia: si sale verso sinistra, si arriva su strada asfaltata (via Bernasconi) e si continua fino ad arrivare a Garzola, all'altezza di un tornante di via per Brunate e di una fermata dell'autobus. Presente anche una fontana. Comincia ora un tratto meno bello ma per fortuna molto breve: bisogna incamminarsi in discesa lungo la strada asfaltata (nessun marciapiede) fino al successivo tornante, dove si trovano indicazioni per Camnago Volta. Si prende questa traccia che comincia a salire ma poi si biforca: si prende verso destra. Il sentiero poi rimane a livello, aggirando il rilievo. Si supera una cappella e si incontra un bivio senza indicazioni: bisogna scender. Il sentiero finisce all'altezza di un cancello, che bisogna attraversare. Ci si trova ora in un cortile, ormai in località Camnago Volta: si esce dal cortile (box sulla sinistra) e si segue la strada, si trovano indicazioni che fanno scendere su via Rienza. Sempre seguendo le indicazioni ci si incammina in salita su via Rienza (brutta ma con piccolo marciapiede) fino a entrare nel centro di Camnago Volta. Si nota subito la via della pila: qui , evidentemente, tutto ci parla del celebre fisico comasco. A questo punto si seguono le indicazioni per la tomba di Volta, ignorando quelle per Via del Tram. Si scende lungo via Franchi (fontana) e poi si continua a camminare lungo via Luigi Clerici e si raggiunge il cimitero di Camnago e la tomba di Alessandro Volta (310m slm; 1h 30; 6,9km; 300m D+).
Uscito dal cimitero, vado a sinistra incuriosito dall'indicazione "Villa di Volta" (sarebbe la cosiddetta villa di Campora). Tuttavia la curiosità per la villa è presto offuscata dalla possibilità di levarmi dall'asfalto per riprendere un sentiero: trovo delle indicazioni per "linea del tram" e "passeggiata voltiana". "Mobile", come la celebre aria, perdo interesse per la villa e vado a cercare la vecchia linea del tram. Direi una buona scelta: si sale brevemente, si passa sotto a un bel ponte e si finisce lungo questa lunga via sterrata che evidentemente una volta ospitava i binari di un tram. Vado verso sinistra, raggiungo il ponte dei Bottini, sopra un sorprendente e bellisismo orrido, e continuo a camminare fino a raggiungere Tavernerio. Prendo le indicazioni per Solzago e Gilasca, seguendo prima via san Bartolomeo, poi girando a sinistra in via Cesare Battisti, quindi a destra lungo via Manzoni. Lascio via Manzoni e raggiungo la Chiesa di Solzago e prendo la via alla sua destra (via Nazario Sauro). Dopo aver superato un parcheggio sulla destra (presente un pannello con mappa) si incontra un bivio: si lascia via Nazario Sauro (destra) e si prosegue su via alla Gilasca. Si raggiunge Gilasca. Da qui comincerà il sentiero vero e proprio per il Boletto e Bocchetta di Molina. Si può restare sulla strada che aggira il cortile e, dopo una discesa, si trova il sentiero sulla sinistra. Oppure, dal cortile, si entra nel prato situato tra i civici 45 e 46 per prendere direttamente il sentiero. Per chi volesse evitarsi la salita da Como, è possibile arrivare in auto e parcheggiare al parcheggio con pannello (molti posti) oppure direttamente qui a Gilasca (pochi posti) (560m slm; 2h 15'; 10km; 500m D+).
Si comincia a salire, ignorando qualche deviazione a destra ma soprattutto a sinistra per restare sempre sul sentiero principale, che sale dolcemente. Ci si trova sul versante meridionale del Boletto, all'interno di un bel bosco (molto secco, vista la mancanza di pioggia). A circa quota 800m si nota da destra l'arrivo di un altro sentiero mentre poco più avanti, a sinistra, si ignora la deviazione che porta verso baita Bondella. Si continua sul sentiero principale, in direzione Bocchetta di Molina, sempre ignorando i sentieri a destra e a sinistra. Degno di nota uno spiazzo panoramico, all'altezza di un bello e curioso (per la posizione) chalet: per la prima volta appaiono il Boletto e il Bolettone. Sono a quota 900m in località Dosso Porcion. Evidente il colle tra i due monti, meta di questa parte dell'escursione. Si raggiunge la bocchetta, ignorando (o meglio, rinviando a un'altra volta) il sentiero sulla sinistra che sale direttamente al Boletto (quota 930m slm). Si ignora un'altra lieve traccia che sale verso sinistra e si raggiunge poi un largo sentiero che seguo verso destra. Raggiungo finalmente, camminando ancora un po', la Bocchetta di Molina e la (ormai chiusa) Capanna san Pietro (1105m slm; 3h 50'; 16,4km; 1100m D+).
** SALTARE AI PROSSIMI ASTERISCHI
Dalla Bocchetta mi addentro sul versante opposto della dorsale, prima verso la Capanna san Pietro e poi, dando le spalle alla capanna, sul sentiero più basso dei due che si vedono. Il sentiero è pieno di foglie, piuttosto scivoloso. Si nota subito che è meno battuto e che, a differenza del sentiero precedente, siamo sul versante settentrionale: c'è infatti molta umidità. A una curva il sentiero principale va a destra ma una traccia che sembra invitante mi porta diritto tra gli alberi. La esploro un po' ma preferisco non rischiare e tornare sul sentiero. Scendo tra foglie sempre più alte e raggiungo un bello spiazzo che sembra quasi il letto di una pozza, ora prosciugata. Qui cominciano i dubbi. Avanzo un po' nello spiazzo e noto un bel sentiero, largo, che si dirige sia verso destra che verso sinistra. Penso di dover andare a sinistra e dopo una brevissima salita mi trovo davanti a un altro bivio. A destra il sentiero è bello e scende, ma penso che vada nella direzione sbagliata (a posteriori, verificando sulla mappa e con amici, questa è la direzione corretta da prendere). A sinistra il sentiero rimane in piano, continua a essere largo e soprattutto viene indicato da una freccia gialla su un albero con numero "2". Mi illudo che questa sia la direzione giusta. Non serve proseguire molto nella narrazione. Dopo una ventina di minuti in cui il sentiero diventa sempre più impervio (diversi alberi crollati da superare), pieno di foglie e vago, questo sparisce del tutto. Provo ad andare avanti ma il fondo è troppo instabile. Guardo l'altimetro: sono a quota 1050, so che la dorsale sopra di me corre a circa 1100/1150 metri e quindi la cosa più saggia a sicura da fare è salire verticalmente. Individuo una crestina nel bosco che mi sembra percorribile e in effetti in poco tempo raggiungo la dorsale. Mi dirigo a destra fino a incontrare la deviazione per il Boletto (1235m slm; 5h; 20km; 1400m D+). Salgo e intanto decido cosa fare...
** FINE PARTE DA EVITARE
Dalla Bocchetta di Molina si prendono le indicazioni per il Monte Boletto, che si raggiunge restando in cresta (1235m slm; 5h; 20km; 1400m D+). La vista a 360° è spettacolare: si distinguono molto bene (nella foto, da sinistra) Palanzone, Dosso dell'asino e Bolettone in primo piano e le due Grigne, innevate, sullo sfondo; nell'altra direzione, la dorsale fino al Faro voltiano, il Sacro Monte di Varese e, dietro le nuvole, il Monte Rosa. Infine, verso nord, Bisbino, Generoso, Sasso Gordona, Colmegnone e l'alto Lario. Verso sud, in direzione Milano, solo foschia: peggio per loro.
La discesa dal Boletto avviene lungo la "dorsale per creste", un sentiero stretto che corre parallelo alla più larga (ma più trafficata e a volte cementata) "dorsale". Si scende dal Boletto in direzione Brunate e, raggiunta la dorsale, la si attraversa per prendere una piccola traccia che prosegue in mezzo agli alberi. La traccia scende, più o meno parallela alla dorsale, e raggiunge il retro della Baita Boletto-Fabrizio. Il sentiero continua tra due capanne e tra sali e scendi ci si avvicina a Brunate. Vale la pena, se si intravede il pannello indicatore sulla destra (seguire la traccia gps, se disponibile), di deviare di qualche metro per raggiungere il Pizzo dei Tre Termini. Un ultimo sguardo verso il Boletto e poi in discesa verso san Maurizio e il Faro Voltiano. La dorsale per creste incrocia la dorsale all'altezza di una costruzione. Si attraversa la dorsale e si va in direzione di una casa sul lato opposto. Superata la casa si tiene la destra e si scende, raggiungendo di nuovo la dorsale fino ad arrivare alla Baita Carla. Qui si entra nel prato sulla sinistra verso un vecchio cartello arrugginito. Una volta raggiunto, si trova un sentiero che scende nel bosco. Di nuovo, raggiunta un'abitazione (bianca, cancellata verde), si gira a destra e si arriva così al parcheggio delle Baite, punto terminale della strada che sale da Como, per Brunate e san Maurizio. Ci si dirige verso la chiesetta e si prende il sentiero sulla destra, che scende fino alla piazza della Chiesa. La si attraversa e si sale al Faro Voltiano e alle Tre croci, bel punto panoramico sul lago. Di qui, si torna verso la piazza della Chiesa (fontana), si gira a destra (via Giacomo Scalini) e si prende subito la traccia sulla sinistra (Mulattiera per san Maurizio) che scende lungo il muro di una bella villa. Questo sentiero, percorso da molti turisti, unisce san Maurizio a Brunate. Si scende, si attraversa la strada asfaltata un paio di volte fino a che anche questo sentiero finisce, di nuovo su via Scalini. A questo punto, alla prima curva, si trova un bivio: si scende a destra, lungo una strada di sanpietrini rossi, più stretta e meno trafficata. Si raggiunge la Chiesa di Brunate, si attraversa la piazza scendendo la scalinata e infine si raggiunge la stazione terminale della funicolare che sale da Como. Si cominciano a vedere le indicazioni per la discesa del Carescione, la via di ritorno verso Como. Si attraversa la piazza verso il mastodontico Hotel Milano e si trova una scalinata che si percorre in discesa fino a raggiungere via Roma. Si attraversa via Roma e si prende via Pirotta, seguendo le indicazioni per "Punto panoramico" e "sentiero per Como". Si scende lungo via Pirotta fino a quando si trovano nuove indicazioni per la pedonale per Como (civico 26). Prendo questa direzione ma sarei potuto rimanere su via Pirotta e non sarebbe cambiato nulla. Alla fine della scalinata, giro a destra e più avanti a sinistra (via Carescione). Poco dopo, l'asfalto finisce e comincia il sentiero che porta a Como, passando più volte sotto la funicolare. Carescione, come curiosità, è anche il nome di una fermata intermedia (a richiesta) della funicolare. Altra curiosità: da queste parti, anche se non so esattamente dove, si trova un cannone a salve (Cannone di mezzodì) che viene azionato ogni giorno a mezzogiorno. La discesa lungo la Carescione è piacevole e a tratti panoramica e si conclude con una scalinata su via Salita Peltrera (poi via Prudenziana). Si scende verso sinistra fino a raggiungere, poco dopo il civico 44 di via Prudenziana, la scalinata Stoppani (sulla destra). La scalinata attraversa la trafficata via Torno e poi prosegue fino ad arrivare in via Coloniola. Ci si trova ormai nei pressi del lago. Si gira a sinistra e poi a destra ed ecco il lungolago, a metà tra la stazione della funicolare (a destra) e la stazione Nord (a sinistra). Ci si incammina sul lungolago fino a tornare sui propri passi all'altezza di Piazza Cavour. Da qui, perfettamente a ritroso, si ripercorre il Lungolago Gelpi, si attraversa il Parco di Villa Olmo e si risale infine in via Caronti (220m slm; 7h 25'; 31km; 1500m D+).
Punti di appoggio
Tantissimi: a Como, Tavernerio, lungo la dorsale (verificare l'apertura della baite Boletto-Fabrizio, Bondella, Carla e Capanna Cao; verificare apertura), San Maurizio e Brunate.
Qualche fontana (Garzola, Camnago Volta, san Maurizio; Como).
Materiale necessario
Utili per chi li usa, ma non necessari, i bastoncini.
Note e commenti vari
Il progetto iniziale prevedeva l'attraversamento della dorsale del triangolo lariano e il ritorno lungo la Strada Regia, sul versante opposto della dorsale rispetto a quello di partenza. Tuttavia, un po' per il cattivo stato della segnalazione dei sentieri su quel versante e un po', è giusto ammetterlo, per grande ingenuità del sottoscritto che non si è portato nemmeno una mappa ma ha ottimisticamente sopravvalutato le sue doti di orientamento, il progetto è naufragato quando mi sono perso poco dopo essere sceso dalla Bocchetta di Molina. Ho quindi ripiegato, per modo di dire, risalendo sulla dorsale (dettagli in relazione), raggiungendo la cima del Boletto (fuori programma) e tornando poi lungo la dorsale, nella sua variante "per creste".
Per questo motivo la relazione è organizzata come segue. Una volta raggiunta la Bocchetta di Molina, il lettore troverà un doppio asterisco: a quel punto inizia la parte di relazione che io sconsiglio vivamente a chi voglia riprodurre il giro. Questo intermezzo termina al secondo doppio asterisco. Il mio consiglio è quindi quello, una volta raggiunta la Bocchetta di Molina, di seguire le indicazioni per il Boletto lungo la dorsale (presenti, chiare e numerose) e, una volta raggiunta la cima, riprendere questa relazione dal secondo doppio asterisco. Attenzione: i tempi e le distanze sono sempre al lordo della deviazione verso la Strada Regia.
La particolarità dell'escursione è che permette di visitare alcuni luoghi della storia di Como e, in particolare, della vita di Alessandro Volta (Como, 18 febbraio 1745 – Como, 5 marzo 1827): il tempio voltiano, la tomba di Volta e, infine, il faro voltiano. Una più attenta ricerca di questi luoghi porterà a una escursione più ricca in futuro (passando, per esempio, per via Volta, la casa natale, la villa di Campora, etc.).
Ultima nota: il primo tratto urbano, fino alla fine di via Monti, è stato percorso in corsa leggera. Questo ha ridotto, seppur di poco, il tempo dell'escursione.