Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche
Località di partenza e arrivo: Cernobbio, piazza Libertà
Quota di partenza: 220m slm
Punto più elevato: 1383 m slm (vetta Colmegnone)
Dislivello positivo totale: circa 2000m
Sviluppo: circa 28,7km
Sentieri utilizzati: vari
Durata dell’escursione: 5h 20’
Difficoltà: E
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91; I Sentieri del Bisbino, 1:25.000 - G. Aramini - S. Torriani; "Tra Lario e Ceresio", di M. Sambruni
Traccia GPS disponibile: gpx
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
I sentieri sono ben tenuti, battuti e segnalati (a parte qualche piccola eccezione, si veda la relazione).
Alcune fonti d'acqua (non sempre utilizzabili) lungo il percorso.
Eventuali pericoli
Nessuno, a parte eventuali tratti ghiacciati o innevati in questa stagione.
L'escursione
Bella escursione che, seguendo diversi sentieri e sviluppandosi su diversi versanti, porta da Cernobbio fino alla vetta del Colmegnone, passando per i rifugi Vetta del Bisbino, Bugone, Murelli e san Bernardo, nonchè per numerosi alpeggi. Si parcheggia a Cernobbio in via della Libertà (parcheggio gratuito o a pagamento; i parcheggi a pagamento il mercoledì mattina fino alle 13.00 sono gratuiti; poi costano, come gli altri giorni, 50 centesimi all’ora). Si segue dapprima la strada asfaltata (la stessa via della Libertà) che sale verso Rovenna, ma dopo la prima curva verso destra, si trovano già indicazioni, a sinistra, per il sentiero 1 della VML (Via dei Monti Lariani). Le seguo all’interno del paese, lungo alcune scale. Alla fine di uno di questi tratti iniziali, trovo un primo bivio non segnalato (via Noseda, subito dopo una Chiesa): qui bisogna andare a destra e poi seguire di nuovo le indicazioni che si trovano; in realtà, prima della Chiesa, sulla destra, si trova un segnavia che non avevo mai notato prima; in ogni caso, ci si ritrova allo stesso punto. Continuo a salire seguendo i segnavia 1 o le indicazioni per "Bisbino" fino a quando incontro, sulla sinistra, una nuova scalinata, segnata con un bollino rosso (mi trovo in via Monte Grappa). La prendo e alla fine trovo il seguente bivio: “Prea de buc” a sinistra e “Rovenna” a destra. Prendo a sinistra e continuo brevemente sulla strada asfaltata, che però fortunatamente termina quasi subito e diventa un sentiero. Qui trovo anche un cartello indicatore per Fonte Anzone. Incontro quindi dei resti di una costruzione in pietra e un bivio non segnato: io vado a destra e in salita. Arrivo poi a un bivio, questa volta segnato, e poco convinto seguo l'indicazione "Prea de Bucc" verso sinistra. Così facendo in effetti allungo il tragitto di qualche centinaio di metri (si vede chiaramente questa inutile deviazione sulla mappa o sulla traccia gps). Ricavo comunque un beneficio: arrivo infatti così facendo su via Umberto I, a Rovenna, dove trovo numerosi cartelli indicatori (Prea de Bucc, Punt di Prezi; e fonte anzone, Alpetto Gombee - segnavia del sentiero 26B). Seguo quindi il sentiero che mi riporta nella direzione da cui provenivo, seppur un po' più in alto, guadagnando una gran bella vista sul Lago e su Como. Dopo aver lasciato una deviazione verso destra (vado diritto e resto sulla carrozzabile principale), proprio in prossimità del "punt di Prezi", scopro l'arrivo del sentiero che avevo abbandonato qualche minuto prima. Continuo, supero una bella casa e incontro una freccia rossa del MIT (Moltrasio Imperial Trail: ne troverò moltissime); resto sulla sterrata principale quando, a destra, vedo un altro sentiero con indicazione "Scapun" (che ignoro). Questo sentiero sale abbastanza deciso, all'interno del bosco, e a questo punto entra in un tratta ombreggiato e più fresco. Incontro un bivio con indicazione "Roncate" (che ignoro) e raggiungo infine Fonte Anzone (750m slm; 45'; 4km; 550m D+).
Continuo sul sentiero e supero numerosi bivi, tutti indicati: priuma ignoro la deviazione per Madrona, poi quella per Duello, e raggiungo quindi l'Alpetto Gombee (890m slm; 55'; 5km; 700m D+).
Da un particolare (una nicchia con madonnina) riconosco il posto: ci ero già stato l'anno prima arrivando però da Duello. Mi trovo quindi su un sentiero già fatto. Da qui in poi seguo sempre, ai bivi, la direzione "Bisbino". Esco per un breve tratto dal bosco, il sentiero costeggia alcune costruzioni e vedo vicina davanti a me la vetta del Bisbino. Quando però raggiungo una strada sterrata, invece di proseguire diritto e salire subito in vetta, seguo l'indicazione verso sinistra per Alpe Boec. Dopo aver superato la fonte Frascia (acqua non potabile) e ignorato un sentiero che scende verso sinistra, raggiungo finalmente l'Alpe Boec (1160m slm; 1h 30'; 6,5km; 1050m D+).
Attraverso questo alpeggio molto bello e panoramico, supero una catena prima e un cancello poi, mi trovo davanti a un bell'abete e a una brutta antenna: nel prato seguo, verso destra, una traccia che sale e arriva a un cancello (aperto) che interrompe un tratto continuo di filo spinato. Immagino che si tratti del confine di Stato (la cosiddetta "ramina"): sto dunque entrando in Svizzera e ne trovo subito conferma nelle indicazioni che trovo su sassi e alberi: tre strisce binaco-rosso-bianco invece di quelle rosso-bianco-rosso che si trovano in Italia. Trovo quasdi subito una indicazione rossa per il Bisbino, poco chiara: bisogna lasciare questo sentiero più grande e prendere quello piccolo che risale verso destra nel bosco. La traccia risulta poco chiara per via della neve ma si segue senza troppi problemi. Il sentiero sale in maniera meno diretta di quello che pensavo, bensì si allarga un po' verso sinistra, fino a raggiungere i resti di una costruzione (località Terman), per poi ripiegare verso destra. Raggiungo quindi la vetta del Bisbino, da cui si gode di una vista meravigliosa sia verso la pianura sia verso le montagne circostanti (1325m slm; 1h 50'; 8km; 1170m D+).
Mi fermo giusto il tempo di rifocillarmi un po’ e riparto, prendendo un sentiero che scende dietro la Chiesetta di vetta, in prossimità di un’antenna (e di un cartello con scritto “Zona militare”). Trovo subito un sentiero più largo, che prendo in discesa e che mi porta a un parcheggio; seguo le indicazioni per la Via dei Monti Lariani (segnavia 1), che mi permettono di tagliare un bel tratto di strada asfaltata. Seguendo le indicazioni (VML o Bugone), raggiungo prima Ca' Bossi e poi resto sul sentiro che continua nel bosco (in laternativa si pujò restare sulla più larga - ma asfaltata - carrozzabile). Arrivo in leggera discesa a una costruzione (Ca' del Fumu), e vedo un cartello indicatore per l'Alpe Garzegallo. proseguo per il Bugone ma decido che al ritorno pèasserò da lì.Il rifugio Bugone si raggiunge velocemente, lungo la VML o restando in cresta. Notevole il faggio secolare nei pressi dello stesso rifugio (1119m slm; XXX).
Dal Bugone lascio la VML e scendo seguendo l'indicazione per Alpe Grosso. Incontro alcuni bivi non segnalati: verificherò poi sulla mappa che il sentiero corretto è quello principale. Io invcece decido di scendere verso sinistra quando trovo una indicazione per sorgente "Acquera", proseguo in discesa, ignoro un altro bivio non segnalato con sentiero che risale verso destra, e raggiungo questa sorgente (targa CAI Moltrasio). A questo punto il sentiero diventa sempre meno chiaro e frequentato. Prima una leggere traccia, poi solo un'intuizione, poi un paio di segni rossi ridanno speranza ma dopo poco tutto scompare di nuovo. Al cambio di versante decido quindi di risaltiore verso delle cotsruzioni che si intravedono sopra di me. Raggiungo prima un dosso con alcune installazioni (penso di cacciatori ma non ne sono sicuro) e una indicazione per "doss di mort"; poco più avanti invece trovo un alpeggio, che scoprirò dalla mappa essere proprio l'Alpe Grosso (presente anche una nevera). Trovo anche delle indicazioni: prendo quelle per Ristoro san Bernardo e Alpe di Carate. Tuttavia, per qualche ragione resto su un sentiero che non si alza a sufficienza e invece di arrivare all'Alpe di Carate raggiungo l'Alpe di Urio. subito dopo, mi trovo un po' inaspettatamente proprio davanti al rifugio Murelli, da cui si gode una vista mozzafiato sul lago e sulle montagne del triangolo lariano (1190m slm; 3h; 14km; 1500m D+).
La strada che incrocio è la VML: vado a sinistra e poi subito verso destra seguo una traccia che risale ripida nel prato del Murelli e che si dirige verso una sbarra. Raggiungo questa sbarra ma invece di andare a destra come pensavo noto proprio di fronte a me un sentiero che non conoscevo e che immagino mi porterà direttamente alla chiesetta di san Bernardo. Infatti è così: il sentiero è ripidissimo e faticoso, ma una bella novità. Dalla chiesetta scendo verso destra, raggiungo prima il ristoro san Bernardo e poi proseguo sul sentiero che ricomincia a salire ripidamente verso la vetta del Colmegnone. Il sentiero è delimitato da una fila di pietre bianche, visibili anche a distanza; nei pressi della vetta, queste pietre convergono verso ciò che ha tutta l’aria di essere i resti una fortificazione. Raggiungo in dunque in breve la vetta, con molta soddisfazione (1383m slm; 3h 30'; 15km; 1800m D+).
Dalla vetta mi viene la tentazione di non tornare dalla via di salita, come faccio sempre, ma di continuare l'esplorazione. Mentre stavo salendo, infatti, avevo notato un sentiero sulla cresta di sinistra. Decido di prenderlo es eguendo alcune indicazioni (MIT, Carate Urio), lungo una discesa sempre più ripida e scivolosa, antro nel bosco e incontro un bivio: a sinistra si prosegue n discesa verso Carate; a destra invece si torna al Murelli. Prendo questo sentiero, in leggera salita e torno al Murelli. A questo punto lungo la VML ci si direge verso il Bugone (io in realtà faccio un sentiero di cresta, passando per Baita Krinken, ma i due sentieri sono equivalenti e si riuniscono alla Colma del Crinco), lo si supera e si raggiunge Ca' del Fumu, dove, un paio d'ore prima, avevo notato l'indicazione per Alpe Garzegallo. Prendo questo sentiero, salgo ancora un po' e poi finalmente scendo verso questo bell'alpeggio (1120m slm; 4h 30'; 22km; 2050m D+).
Da qui seguo le indicazioni per Madrona e dopo un po' arrivo su strada asfaltata, su cui purtroppo bisogna per un po'. Mi concedo una deviazione quando incontro l'indicazione "Tre croci" (o Croci di Corna, un punto panoramico sopra Rovenna). Dovrebbe esserci un sentiero che porta direttamente a Madrona: lo cerco ma non lo trovo e decido quindi di tornare sulla strada asfaltata (è la strada che da Cernobbio sale al Bisbino). Dopo poco intravedo una scorciatoia non segnalata verso sinistra. Evito di prenderla ma quando arrivo al punto in cui termina, noto che a destra ne inizia subito un'altra. Questa volta la prendo e dopo poche centinaia di metri raggiungo Madrona. Tornato sulla strada asfaltata, prendo il sentiero che scende a Cernobbio passando prima per Scarone e poi per Rovenna. Proprio a Rovenna, giro a sinistra ed esco dal sentiero in prossimità di una piccola croce di metallo. Entro a Rovenna e scendo un po' improvvisando. Raggiungo infine Cernobbio un po' distante da via libertà; non appena mi oriento, tuttavia, torno subito all'auto (220m slm; 5h 20'; 28,7km; 2050m D+).
Punti di appoggio
Molti i punti ipotetici di riferimento (i rifugi Bugone e Murelli, il bar in vetta al Bisbino, le case a Rovenna e a Madrona). Verificare comunque sempre l’apertura dei rifugi, variabile a seconda del giorno, dell’ora e del periodo dell’anno.
Materiale necessario
Oltre al tradizionale, consigliati i bastoncini, per chi li usa.
Note e commenti vari
Lunga camminata alla portata di tutti, pur facendo attenzioen al fatto che i tempi vanno almeno raddoppiati se si decide di non correre mai. Da notare anche che quasi l'intero dislivello positivo di oltre 2000m è accumulato nei primi 18/19km circa.