Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche
Località di partenza e arrivo: Cernobbio, parcheggio del cimitero di Asnigo
Quota di partenza e di arrivo: 300m slm
Punto più elevato: 1325 m slm (vetta Bisbino)
Dislivello positivo totale: circa 2100m
Sviluppo: 25,5km
Sentieri utilizzati: vari
Durata dell’escursione: 7h
Difficoltà: EE
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91; I Sentieri del Bisbino, 1:25.000 - G. Aramini - S. Torriani
Traccia GPS: qui
Percorso e altimetria su Google Earth: qui
Percorso su mappa Kompass: qui
Foto: inserite nella relazione
Condizione dei sentieri
I sentieri sono generalmente ben tenuti, battuti e segnalati (a parte qualche eccezione: si veda la relazione).
Alcune fonti d'acqua lungo il percorso: in via Ortigara (utile all'arrivo), a Monti di Carate, Fonte Anzone, un paio nelle vie di Rovenna/Cernobbio
Eventuali pericoli
Nessuno in particolare.
L'escursione
Bella escursione che, seguendo diversi sentieri e sviluppandosi su diversi versanti, porta da Cernobbio fino a sotto la vetta del Colmegnone (non salita per mancanza di tempo) nella forma di doppio chilometro verticale, passando per i rifugi Vetta del Bisbino e Bugone, per i Monti di Liscione, per gli abitati di Carate e Urio, nonché per numerosi alpeggi e infine per il rifugio Murelli.
Si parcheggia a Cernobbio in località Asnigo (via Paolo Carcano, parcheggio del cimitero), si prende via Carcano in direzione dell'hotel "Asnigo". Poco prima dell'hotel, tra una cappella e una fontana, comincia via Ortigara: qui bisogna girare a sinistra. Alla fine di via Ortigara si trova un passaggio solo pedonale, dopodiché si trova un bivio a cui bisogna dirigersi verso destra (direzione Duello). Ora comincia il sentiero vero e proprio. Il sentiero entra nel bosco, attraversa un torrente, e poi comincia a salire in maniera decisa. Subito dopo una panchina, in sito panoramico, si incrocia un sentiero che arriva da destra: ovviamente si sale verso sinistra (nessuna indicazione). Si incontra poi un altro bivio senza indicazioni: si sale ancora e senza sosta (non a caso ci si riferisce a questa via come "la direttissima"). Si incontra un altro bivio, non segnalato ma con direzione evidente: si trascura il sentiero più piccolo verso destra e si prosegue diritto. Finalmente si raggiunge un bivio segnalato: Duello a destra (10'), Pievenello a sinistra (15'). Mi dirigo verso Duello, che raggiungo in pochi minuti. Si tratta di un agglomerato di case in bellissima posizione panoramica (750m slm; 40'; 2,5 km; 450m D+).
Su un albero trovo delle indicazioni arrugginite ma sufficientemente chiare che invitano ad andare a sinistra per il Bisbino (un altro sentiero si dirige invece verso destra); ignoro quindi una stradina a destra che costeggia una costruzione, e mi dirigo a sinistra, verso una graziosa cappella con crocefisso: qui si gira a destra, lasciando la cappella a sinistra, e si torna a salire nel bosco. Inizia ora un tratto dove le indicazioni non sono numerose: qualche segno rosso ogni tanto sulle rocce e poco altro. Tuttavia, la direzione è piuttosto evidente. Ogni tanto si trovano dei cartelli: ignoro quelli che indicano "Gombeè" o "Madrona" e ovviamente, se presente, seguo la direzione "Bisbino". Esco per un breve tratto dal bosco, il sentiero costeggia una costruzione e vedo vicina, davanti a me, la vetta del Bisbino. Attraverso una strada sterrata, ignorando le indicazioni verso destra e sinistra, e continuo a salire: il sentiero passa tra due case e si inerpica su un bel prato, fuori dal bosco e quindi con la possibilità per lo sguardo di godersi il panorama sulle Alpi e la pianura padana. Si raggiunge la strada asfaltata, cioè la ex strada militare che da Rovenna sale fino alla cima del Bisbino, e la si lascia sulla destra, continuando su sentiero fino a raggiungere la vetta . In cima, la chiesetta della Beata Vergine e il ristoro alpino "Vetta Bisbino", gestito dal simpatico Roberto (1325m slm; 1h 40'; 5,4km; 1030m D+).
Riparto, prendendo un sentiero che scende dietro la Chiesetta di vetta, in prossimità di un’antenna (e di un cartello con scritto “Zona militare”). Trovo subito un sentiero più largo, che prendo in discesa e che mi porta a un parcheggio; seguo le indicazioni per la Via dei Monti Lariani (VML, segnavia 1), che mi permettono di tagliare un bel tratto di strada asfaltata. Ritorno sulla ex strada militare all'altezza di un tornante. Qui si può decidere se rimanere sull'asfalto per qualche centinaio di metri fino a raggiungere la strada sterrata che si vede già correre più in basso a sinistra oppure se tagliare sfruttando delle tracce in mezzo al bosco. Raggiungo prima Ca' Bossi e poi resto sul sentiero che continua nel bosco (in alternativa si può restare sulla più larga - ma asfaltata - carrozzabile). Arrivo in leggera discesa a una costruzione (Ca' del Fumu), e vedo un cartello indicatore per l'Alpe Garzegallo. Proseguo invece in direzione Bugone, lasciando sulla sinistra la VML e dirigendomi verso la cresta. Notevole il faggio secolare nei pressi dello stesso rifugio (1110m slm; ; 2h; 7,6km; 1050m D+).
Il sentiero che bisogna prendere ora parte a destra del rifugio (presenti indicazioni). La discesa è ripida e faticosa. Prima di raggiungere delle case, ormai a vista, si incontrano una pozza e un bivio, segnalato con cartelli gialli ma rivolti solo a favore di chi sale: in questo punto si gira a sinistra, verso Monti di Carate e Monti di Urio. Arrivo a Monti di Urio, lo attraverso e lo supero e al successivo bivio scendo, pur in assenza di indicazioni. Scendendo incontro un agglomerato di case che dovrebbe essere Monti di Liscione (ma non ne sono sicuro). Continuo a scendere, su acciottolato molto ripido e quindi molto impegnativo; resto sempre sulla discesa principale, ignorando eventuali deviazioni o sentieri secondari. Quando sono ormai in prossimità della statale Regina, incontro un bivio e vado a sinistra, verso il cimitero di Urio. Dopo il cimitero, proseguendo verso sinistra, prendo una via pedonale che appartiene a un percorso chiamato "Via verde": un po' a naso e un po' seguendo i bolli verdi disegnati per terra, entro in Cavadino (fraz. di Urio), fino a raggiungere la chiesa di santa Marta (attenzione: bisogna ignorare le indicazioni per "Santuario"). Qui finisce la prima impegnativa discesa e comincia il mio secondo, durissimo, chilometro verticale (300m slm; 3h; 12,2km; 1100m D+).
Supero santa Marta e, alla fine del muro del cimitero, trovo le indicazioni e il sentiero che, a sinistra, sale verso il Murelli e i Monti di Carate. Da qui in poi il sentiero diventa molto duro, si fanno sentire sia la fatica degli oltre mille metri di dislivello già affrontati (in salita e discesa) sia il caldo di una giornata praticamente estiva. Il sentiero sale quasi interamente senza riparo da alberi; si incontrano diversi bivi: il primo bivio è quello per "Sentiero delle cave" a sinistra e per VML a destra. Vado a destra; continuo a ignorare le successive deviazioni verso falesie, cave o sentieri che si dirigono verso il basso. Raggiunto il sentiero principale, si sale costeggiando le cave di Carate: in salita si incontrano diversi agglomerati e bivi. A Giseno, per esempio, ignoro il sentiero "di Pulacc" e resto sul sentiero principale, superando località Quena e raggiungendo finalmente Monti di Carate, dove trovo una provvidenziale fontana. Qui a Monti di Carate vado verso sinistra, anche se non ci sono indicazioni, e salgo. Entro in un breve tratto boschivo, supero località Vernu (prendo per Murelli e ignoro la Strada de Bas), riesco anche ad avvistare un camoscio nel bosco. A quota 1100m circa trovo un bivio nel bosco: a destra il ripidissimo sentiero che sale verso la vetta del Colmegnone, di fronte, invece, prosegue il sentiero nel bosco che, in leggera ma costante salita, porta direttamente al rifugio Murelli. Per mancanza di tempo, opto per il sentiero meno impegnativo. Poco tempo dopo, raggiungo il rifugio (1190m slm; 4h 50'; 17,5km; 1950m D+).
Riprendendo la VML in direzione Bugone, ma inizialmente prendendo la traccia che sulla sinistra della VML sale lungo la cresta, proprio di fronte al Murelli. Si seguono dei bolli arancioni e a un certo punto si tornerà in basso, verso destra: o raggiungendo la cima della cresta oppure, poco pirma, tagliadno nel bosco. Una volta ripresa la VML, la si segue fino al Bugone e poi di nuovo fino a Ca' del Fumu. Si risale alla terrazza panoramica, dove, ormai qualche ora prima, avevo notato l'indicazione per Alpe Garzegallo. Prendo questo sentiero, salgo ancora un po' e seguendo le indicazioni raggiungo il bell'alpeggio, riconoscibile anche da lontano per una costruzione dall'ampio e spiovente tetto rosso. Da qui seguo le indicazioni per Madrona, di fatto continuando sul sentiero che corre alla destra di un muretto. Raggiungo la strada asfaltata, giro a sinistra e dopo una curva trovo la deviazione "Tre croci" (note anche come Croci di Corna o Croci di Rovenna). Mi dirigo verso le Tre Croci e le supero, prendendo il sentiero che scende proprio di fronte a loro. Dopo pochi metri raggiungo una specie di bivio e tengo la destra, continuo a scendere e poco dopo aver superato un abbeveratoio raggiungo un altro bivio: a destra si risale verso la strada asfaltata mentre a sinistra scendo a Madrona (che ormai è già in vista). Si attraversa Madrona, girando verso destra, fino a raggiungere la ex strada militare. Qui ci sono due possibilità di discesa: a sinistra la discesa per Scarone, a destra quella per Fonte Anzone. Opto per questa seconda alternativa. Il sentiero scende nel bosco, supera un primo bivio (a destra è indicata la "via del buschet" ma io vado a sinistra) e poi un secondo (sempre verso sinistra) e raggiungo la fresca e abbondante acqua della fonte. Continuo a scendere sul sentiero principale, ignorando una deviazione per Roncate e un'altra, a quota 600m, sempre verso sinistra. Tuttavia, quando raggiungo un ponte sopra un ruscello ("punt di prezi"), lascio il sentiero principale e prendo la traccia che inizialmente corre alla destra del ponte, attraversando il ruscello. Questa traccia scende (ignoro una deviazione a sinistra per Prea de Bucc) e raggiunge Rovenna in via Pasubio. Si scende, si supera una fontana e si prende la scalinata di via Scalini (altra fontana), via XXIV maggio, via Monte Grappa. A questo punto potrei prendere via Noseda e raggiungere subito l'auto ma visto che l'altimetro segna 2030m di dislivello positivo, vengo tentato dalla cifra tonda e dalla possibilità di realizzare altro dislivello. Decido quindi di scendere per poi risalire. Attraverso via Noseda, continuo su via Monte Grappa, e poi via Casnedo, ancora via Monte Grappa, la scalinata di via Parini e infine via della Libertà. Ho raggiunto Cernobbio: mi dirigo verso la stazione dei Carabinieri, nel parcheggio di via della Libertà. Giro a destra in Via Oliera: questa via si trasforma poi in una scalinata: la si risale interamente, stando attenti ad alcuni bivi (basta restare sulla scalinata principale, che è quella in acciottolato), sbucando finalmente su via Noseda. Qui si gira ancora a sinistra e ci si dirige, sempre in salita, verso l'Hotel "Asnigo"; si gira a destra e si torna al parcheggio del cimitero (300m slm; 7h 05'; 25,5km; 2150m D+).
Punti di appoggio
Molti i punti ipotetici di riferimento (i rifugi Bugone e Murelli, il bar in vetta al Bisbino, le case a Rovenna e a Madrona, gli abitati di Urio e Carate). Verificare comunque sempre l’apertura dei rifugi, variabile a seconda del giorno, dell’ora e del periodo dell’anno.
Materiale necessario
Oltre al tradizionale, consigliati i bastoncini, per chi li usa, molta acqua e, in caso di sole, un berretto.
Note e commenti vari
Lunga camminata forse non alla portata di tutti, in quanto estremamente faticosa: quasi l'intero dislivello positivo di oltre 2100m è infatti accumulato nei primi 14/15km di tracciato.
Alcuni tratti in discesa sono stati percorsi correndo blandamente.