Comunità Pastorale Santa Croce,
Garbagnate Milanese
Quaresima 2025
Sulle tracce di chi ti ama
18 aprile 2025,
Diaconia e Consiglio Pastorale
PARTENZA
Chiesa di San Giovanni Battista al Quadrifoglio
Introduzione
Sac: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T: Amen
Canto: SERVO PER AMORE
Una notte di sudore
sulla barca in mezzo al mare
e mentre il cielo si imbianca già,
tu guardi le tue reti vuote.
Ma la voce che ti chiama
un altro mare ti mostrerà
e sulle rive di ogni cuore,
le tue reti getterai.
Offri la vita tua come Maria
ai piedi della croce
e sarai servo di ogni uomo,
servo per amore,
sacerdote dell'umanità.
Avanzavi nel silenzio
fra le lacrime e speravi
che il seme sparso davanti a Te
cadesse sulla buona terra.
Ora il cuore tuo è in festa
perché il grano biondeggia ormai,
è maturato sotto il sole,
puoi riporlo nei granai.
Offri la vita tua come Maria
ai piedi della croce
e sarai servo di ogni uomo,
servo per amore,
sacerdote dell'umanità.
Più grande è colui che serve
Lettura
Dal Vangelo secondo Marco
42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,42-45).
Riflessione
L4 Nel suo cuore Gesù aveva ben preciso ciò che lo avrebbe sostenuto nella sua missione, fino al Giardino degli Ulivi e sulla croce. È il suo programma di vita, che propone senza sconti anche ai suoi discepoli. È lo stile del servizio, del dono generoso di sé perché gli altri crescano e non siano dominati. La sua logica è diversa da quella mondana. Opposta. I suoi pensieri non sono i nostri pensieri. La radice del cuore di Gesù è nel seno del Padre, che è sorgente inesauribile di vita e di dono. Egli ci ha donato il suo Figlio Gesù, ciò che aveva di più caro. Dio si è messo a nostro servizio. Questa è la novità cristiana rispetto alle altre religioni. Il nostro Dio non vuole essere servito, ma servire. Chi domina uccide, calpesta la vita. Chi serve fa crescere la vita dentro di sé e negli altri. La fa fiorire, con grande rispetto.
Gesù ha il segreto della vita l’elisir di vita fiorita e feconda. Egli dice ai suoi discepoli: “… Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. (Mt 16,24-27)”. Ciò che salva la vita non è voler trattenerla con le grinfie delle unghie. Non si ferma il mare con le dita. La vita si trova donandola, spendendola a fondo perduto, “perdendola” secondo i criteri umani. Il servizio uccide la zizzania dell’egocentrismo, i difetti che ci impediscono di crescere. “Chi è il più grande, chi è a tavola o chi serve? – domanda Gesù -. Non è forse colui che sta a tavola? Eppure, io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27).
Se prendiamo su di noi la croce che è Gesù (insieme ad altre sofferenze) diventiamo suoi discepoli facendo nel suo Spirito ciò che ha fatto lui. La croce è Gesù, è il vangelo, la strada stretta del dono. Gesù regna dal legno della croce perché rivela al massimo la sua gloria di amore che lo anima, che è lo stesso amore del Padre. Regnare è servire. Gesù lo ha insegnato e vissuto. E ci dà la forza di fare altrettanto.
Gesù ha sofferto molto, ma quello che ci salva è l’amore con il quale ha vissuto la sua vita, la sua passione e la sua morte. Gesù ha il potere di deporre la sua vita e di riprenderla perché tutti suoi giorni sono stati vissuti all’insegna del servizio. Il fuoco che infiammava il suo cuore era quella di essere battezzato nel suo sangue, cioè la sua vita donata. Una passione infinita, che continua ancora mentre è di fronte al Padre, nella gioia della missione compiuta. Sapremo vivere la vita donandola?
Testimonianza
Simone di Cirene uno “straniero” si è messo a servizio di Gesù il “condannato” sono entrambi segnati da una sofferenza che li unisce e li fortifica. Le persone soffrono per problemi di solitudine, per mancanza di relazioni sociali, per dolore fisico e psichico, ma vi è anche vi è anche una forma di sofferenza spirituale; come Simone di Cirene ci sono persone che si mettono al servizio degli altri “Portate gli uni i pesi degli altri” (Gal 6,2). Tra queste persone vi sono gli operatori sanitari il loro servizio è fatto di attenzioni, cure, professionalità nei momenti particolari della vita delle persone come lo è la fase del fine vita.
Ecco un breve passaggio di una lettera inviata agli operatori sanitari dell’Hospice da un figlio che ha perso il proprio padre: “…il mio grazie è per aver accompagnato il papà, e anche me, in quei momenti con una infinita dolcezza, professionalità, rispetto e accoglienza che – paradossalmente – mi regalano la possibilità di pensare ora a quei momenti, seppur tristi e drammatici, come momenti positivi.
Grazie per aver dato dignità alla morte del papà. Grazie perché in un luogo dove si muore in continuazione – mi avete fatto trovare e percepire un infinito rispetto per la vita….”.
PREGHIERA INSIEME
maestro fa ch’io non cerchi tanto ad essere consolato, quanto a consolare
Ad essere compreso, quanto a comprendere
Ad essere amato, quanto ad amare
Perché si è:
Dando che si riceve
Perdonando, che si è perdonati
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
SOSTA
Parco Giardino
Profumo a perdere
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (12,1-8)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: "Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?". Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".
RIFLESSIONE
Lettore 1: L'unzione di Gesù a Betania è un racconto potente che ci invita a riflettere sulla vera essenza dell'amore e della devozione. Il gesto di Maria, apparentemente uno "spreco", si rivela un atto profetico che anticipa il sacrificio di Cristo e ci mostra come l'amore autentico non conosca misura. Il contrasto con la reazione di Giuda ci mette in guardia dal pericolo dell'avidità e ci invita a esaminare le nostre motivazioni. In definitiva, questo brano ci ricorda che ciò che ha valore agli occhi di Dio è un cuore che ama senza riserve e che riconosce la preziosità di Gesù, anche nei momenti che precedono la sofferenza e la morte. Il profumo del nardo di Maria continua a diffondersi, invitandoci a un amore altrettanto generoso e consapevole.
Lettore 2: Vera Devozione vs. Falsa Pietà: Il contrasto tra Maria e Giuda mette in luce la differenza tra una devozione autentica, che si manifesta in gesti concreti di amore, e una falsa pietà, che nasconde secondi fini egoistici.
La vera attenzione ai poveri nasce da un cuore che ama Dio, non come pretesto per l'avidità.
* Il Valore agli Occhi di Dio: L'episodio ci ricorda che gli atti di amore sincero e di devozione verso Gesù hanno un valore incommensurabile agli occhi di Dio, che va oltre la logica economica. Ciò che per il mondo può sembrare uno "spreco" è, per Dio, un profumo gradito e un segno di un cuore che riconosce il suo valore.
* Riconoscimento della Messianicità: Sebbene Maria unga i piedi, gesto di umiltà, l'uso di un profumo così prezioso e l'accettazione di Gesù come preparazione alla sepoltura possono essere interpretati come un riconoscimento implicito della sua identità messianica e regale, un Re che dona la sua vita per l'umanità.
Preghiamo insieme e diciamo
T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando siamo spaventati. - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando ci costa fatica. - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando dobbiamo andare controcorrente - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando non sappiamo. da che parte andare - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando non vediamo il bene che ci circonda - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando sembra che nulla possa cambiare - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
- Quando cadiamo sotto il peso della delusione - T. Signore Gesù, aiutaci a scegliere il bene.
SOSTA
Quadrifoglio
Nel giardino, lacrime di sangue
Nel 1878, il realista russo Vasilij Grigor'eviÄ Perov, raffigura una struggente immagine del Cristo nel Getsèmani. La scena esprime appieno la concitazione del momento e la profondità della preghiera di Cristo.
Tutto si svolge nella totale tenebra notturna, che avvolge anche l’animo sofferente di Nostro Signore.
Canto: Re dei re
Hai sollevato i nostri volti dalla polvere,
le nostre colpe hai portato su di te.
Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi per amore,
Figlio dell’altissimo, povero tra i poveri,
vieni a dimorare tra noi.
Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli
vieni nella tua maestà.
Re dei re
i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano
Re dei re
luce degli uomini, regna con il tuo amore tra noi
Oh___, Oh___,Oh_____
Ci hai riscattati dalla stretta delle tenebre,
perché potessimo glorificare te.
Hai riversato in noi la vita del tuo Spirito per amore,
Figlio dell’altissimo, povero tra i poveri,
vieni a dimorare tra noi.
Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli
vieni nella tua maestà.
Re dei re
i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano
Re dei re
luce degli uomini, regna con il tuo amore tra noi
Oh___, Oh___,Oh_____
Lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi (2, 5-8)
Lettore: Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l'essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Lettore: Lettura del Vangelo secondo Luca (22,44)
In preda all’angoscia, pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra
Lettore 1: Silenzio. Siamo nell’orto degli ulivi. È notte. Gesù è solo. I discepoli dormono. Il cuore è pesante, la paura lo stringe. Sta per compiersi tutto. Il tradimento è vicino. La Croce si profila all’orizzonte.
Lettore 2: E lì, in quell’oscurità, Gesù non scappa. Non grida. Non si nasconde. Prega. Intensamente.
E il suo sudore diventa come gocce di sangue che cadono a terra.
Quanta umanità c’è in questo Gesù! Quanta verità nella sua angoscia, nella sua paura.
Lettore 3: Il Figlio di Dio ci mostra che anche Lui ha tremato. Che anche Lui ha avuto bisogno di forza. Che anche Lui ha affrontato la notte dell’anima.
Lettore 4: E allora anche noi, oggi, possiamo portare davanti a Dio le nostre paure. La stanchezza che ci piega. L’ansia che ci fa sentire in un angolo. Il dolore che non sappiamo più come chiamare. Il peso del mondo, delle guerre, delle solitudini.
Lettore 5: Spesso pensiamo alla fede come un nostro sforzo di elevarci verso Dio. Ma in Cristo è Dio che scende, che si fa carne, che prende su di sé l’umanità intera e non lo fa solo accanto all’uomo, ma dall’interno, assumendo tutto ciò che siamo.
Assimila l’uomo... fino in fondo. Assimila la fatica: lavora, cammina, si stanca. Assimila la solitudine: nel Getsemani, sulla croce. Assimila la tentazione: nel deserto, come ogni uomo. Assimila perfino la morte: la attraversa. Tutto ciò che è umano, eccetto il peccato, Gesù lo prende su di sé. E così facendo, redime l’umano, lo eleva, gli ridà dignità. Anche una comunità cristiana può attraversare momenti di angoscia. Non solo i singoli, ma l’intero corpo ecclesiale può vivere stagioni di prova: quando manca la comunione tra i membri. Quando si vivono divisioni o ferite non guarite. Quando ci si sente sfidati da un mondo che cambia velocemente. Quando si avverte la stanchezza nella fede, l’abbandono dei giovani, la perdita di entusiasmo. Come Gesù nell’orto, anche la comunità può trovarsi a “sudare sangue”: sofferenze interiori, crisi, senso di impotenza.
Lettore 6: Nel Consiglio Pastorale, nessuno deve portare il peso da solo: non il parroco, non il laico più attivo, non chi ha più esperienza. La corresponsabilità significa: “sudare insieme”. Condividere sogni e fatiche, visioni e limiti.
PREGHIERA COMUNE
Ripetiamo insieme: Gesù insegnaci a vivere la comunione tra di noi
Nelle scelte difficili che coinvolgono la nostra comunità
Gesù insegnaci a vivere la comunione tra di noi
Quando sentiamo che le responsabilità ci schiacciano
Gesù insegnaci a vivere la comunione tra di noi
Quando il nostro egoismo vuole prendere il sopravvento
Gesù insegnaci a vivere la comunione tra di noi
Quando non riusciamo a costruire rapporti
Gesù insegnaci a vivere la comunione tra di noi
SOSTA
Quadrifoglio
Cuore trafitto, culla di pace
Canto: Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore
Ho bisogno d'incontrarti nel mio cuore,
di trovare Te, di stare insieme a Te:
unico riferimento del mio andare,
unica ragione Tu, unico sostegno Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace,
ma c'è un punto fermo, è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare Tu, la stella sicura Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te
e poi non importa il “come”, il “dove” e il “se”.
Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore,
il significato allora sarai Tu,
quello che farò sarà soltanto amore.
Unico sostegno Tu, la stella polare Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni
Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non
vada perduto ma abbia la vita eterna
RIFLESSIONE
Lettore 1: Quando dico di credere in Dio, forse la mia fede è un po’ fredda o nascosta per timore. Eppure, il Dio
in cui credo mi si presenta attraverso le pagine della Bibbia, come un Dio che vuole che tutti si salvino. Un Dio che mi vede prezioso ai suoi occhi, degno di stima, tanto da mandare suo figlio a sacrificarsi per me.
Lettore 2: Quando entro in chiesa e guardo la croce mi sento solo, confuso, mi prende quasi l’ansia; penso a te, Signore, che su quella croce ci sei finito ingiustamente e penso a quanti, nel mondo, ancora sono costretti a portare una croce metaforica, della sofferenza fisica, dei soprusi, della povertà, della cattiveria che i pregiudizi comporta; sono sopraffatto dal pensiero che tu sei Gesù, il Dio fatto uomo
che volontariamente ha accettato di arrivare fino in fondo al calvario, che ha potuto cadere sotto il peso di quella croce per ben tre volte riuscendo, da solo, a rialzarsi. Io, invece, sono solo un uomo e
mi domando se possa bastare la fede a spingermi ad aiutare gli altri quando, spesso, non riesco ad affrontare nemmeno le mie difficoltà! Mi rendo conto di aver dimenticato che tu, accettando di essere “uomo come noi” hai perso il privilegio di passare “oltre il dolore” e quello di essere “insensibile alla nostra disumana crudeltà”.
Lettore 3: Guardo i chiodi e la corona di spine sentendomeli addosso, dentro la mia carne e allora ecco che il dolore mi mette in comunione con te, con i tuoi patimenti; soprattutto mi aiuta a riconoscerti uomo come me! Posso sentirmi dentro il tuo cuore che si spezza per l’indicibile sofferenza, ma già pronto a farsi culla dispensatrice di pace. Posso “sentire” la grandezza del tuo sacrificio che mi insegna cosa significa amare senza limiti e mi spinge a non avere paura nemmeno della sofferenza dei fratelli, a non paralizzarmi di fronte al dolore altrui.
PREGHIAMO INSIEME
Ripetiamo: Signore, ascolta la nostra preghiera:
- allontana da me la paura del dolore e della sofferenza;
Signore, ascolta la nostra preghiera
- continua ad amarmi nonostante le mie ripetute mancanze;
Signore, ascolta la nostra preghiera
- fammi sperimentare sempre la gioia di sentirmi al sicuro nel tuo cuore;
Signore, ascolta la nostra preghiera
- Insegnami a librarmi con te. Perché vivere non è trascinare la vita, non è rosicchiare la vita. Vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento.... (Don Tonino Bello)
Signore, ascolta la nostra preghiera
SOSTA
Collinetta del Quadrifoglio
Nel silenzio, il vero tesoro
Lettura del Vangelo secondo Matteo (13,44-45)
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Lettore: Che cosa ci fa paura del dolore dell’altro? Come mai non riusciamo a sostenerlo?
Lettore: Fino a che punto la fede nutre la mia vita?
Lettore: Fino a dove credo che arrivi il piegarsi di Gesù?
Lettore: Perché mi ostino a cercare tra i morti colui che è vivo?
Lettore: Colgo la ricchezza di Gesù e della sua Passione?
Lettore: Cerco il silenzio?
Lettore: Sono disponibile a lasciarmi servire?
Lettore: Nella mia vita c’è spazio per il ringraziamento?
Lettore: Come risuono alla frase: “Sia fatta la tua volontà?”
Lettore: Cerco il silenzio?
Lettore: Come posso non subire la vita?
Padre Nostro...
CANTO: Noi ti preghiamo, uomo della croce
Nella memoria di questa Passione
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello soffrire da solo.
Rit: Noi ti preghiamo,
Uomo della croce,
Figlio e fratello,
noi speriamo in te! (2 volte)
Nella memoria di questa tua morte
noi ti chiediamo coraggio, Signore,
per ogni volta che il dono d’amore
ci chiederà di soffrire da soli. Rit.
Nella memoria dell’ultima cena,
noi spezzeremo di nuovo il tuo pane
ed ogni volta il tuo corpo donato
sarà la nostra speranza di vita. Rit.
SALUTO FINALE
Benedetto Dio che vive e regna nei secoli dei secoli
Amen