Erasmus+: gli alunni del Mazzini in viaggio a Siviglia
Giunto al suo terzo anno, il programma Erasmus + - Europe of Arts, Muses and Movement che mette il nostro Istituto in rete con altre 4 scuole partner europee - ha portato quest’anno i nostri alunni in visita al Colegio Internacional de San Francisco de Paula di Siviglia dal 9 al 15 Febbraio. Un gruppo di 14 alunni della classi Terze della scuola secondaria di I grado ha potuto infatti visitare la capitale andalusa, frequentare la scuola spagnola e abitare per una settimana presso un corrispondente grazie al programma di scambi finanziato dall’Unione Europea. La rete di relazioni fra i nostri alunni e i loro coetanei spagnoli si è venuta a creare intorno ad un lavoro congiunto sulla Carmen di Bizet. Questi hanno infatti messo in scena uno spettacolo teatrale, riadattato dalla prof.ssa Gabriella Carlizzi, che esplora la celeberrima storia della bella gitana sivigliana e che è rappresentato davanti al pubblico e alle famiglie del Colegio Internacional de San Francisco de Paula. Questa esperienza di alto valore formativo, che punta alla creazione di giovani cittadini europei cosmopoliti e responsabili attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale continentale, avrà seguito in primavera quando l’I.O. “G. Mazzini” accoglierà i corrispondenti spagnoli in visita a Magione.
Il primo giorno del Nuovo Mondo
(Commento alla poesia di S.Cristicchi durante la quarantena)
IL PRIMO GIORNO DEL NUOVO MONDO
In un giorno come tutti gli altri, perché è così che sono diventati i miei giorni, tutti maledettamente uguali, senza un nome: solo mattina, giorno, pomeriggio e sera, leggere questa poesia mi ha riempito il cuore. Cristicchi ha dato voce alla speranza e al sogno di tutti noi: TORNARE A VIVERE; sì, tornare a vivere perché questa non è vita o almeno non è la vita che vogliamo vivere. Ogni giorno con trepidazione, ma anche con paura aspetto di leggere i numeri che ci comunica la protezione civile in attesa di sentire quel numero che tanto attendiamo: ZERO. Zero, come zero nuovi contagi, come zero restrizioni e soprattutto come zero morti. Sicuramente sarà difficile tornare alla normalità, dovremo imparare nuovamente a vivere perché qualcosa inevitabilmente è cambiato. Dubito che ci verrà subito spontaneo non allontanarci se sentiamo qualcuno tossire, o camminare a distanza di qualcuno che, vista la stagione fa qualche starnuto di troppo, non ci verrà spontaneo chiedere: “Anche tu soffri di allergia”, il nostro pensiero andrà sicuramente al mostro. Sono sicura che i dubbi saranno molti, ma la voglia di tornare ad abbracciare i miei amici sarà più forte di qualsiasi brutto pensiero, la voglia di uscire, di stare semplicemente seduti su una panchina a fare due chiacchiere o a mangiare un gelato sarà più della paura di un nuovo contagio. Dovremmo ricominciare, ma sicuramente dovremmo anche tenere a mente tutto ciò che abbiamo visto in questi giorni durante le ore degli Speciali trasmessi in TV. Non abbiamo visto solo respiratori, camici e mascherine, abbiamo visto anche come il nostro pianeta si sta rigenerando senza di noi. Abbiamo scoperto che nel lungo Tevere romano non c’è solo immondizia ma anche le papere, che dentro i canali veneziani nuotano i pesci, che in Cina, ma anche a Milano splende il Sole sopra la nebbia causata dallo smog. Per la prima volta ho capito quante cose davo per scontate, quante cose non sapevo di fare durante una giornata con la massima naturalezza finché non ho potuto più farle, anche l’andare a scuola, che non è il massimo della gioia, mi manca. Ho capito quanto importante è la libertà di poter fare ciò che uno vuole. Adesso so quanto importante sia per una persona l’essere liberi, quanto piccola (anche se io sono molto fortunata) sia una casa e quanto deboli siamo di fronte alla natura. Noi che sfidiamo i limiti dell’impossibile, che siamo sempre alla ricerca della perfezione, nulla siamo di fronte ad un essere microscopico.
IL PRIMO GIORNO DEL NUOVO MONDO ARRIVERA’
E NOI TORNEREMO ALLA NORMALITA’.
CON PRUDENZA USCIREMO,
E CON UN ABBRACCIO O CON UN BACIO CI SALUTEREMO.
QUESTO E’ QUELLO CHE TUTTI VOGLIAMO NEL PROFONDO
MA NON DIMENTICHIAMOCI DI RISPETTARE IL NOSTRO MONDO.
LA LEZIONE ANCHE SE DURA L’ABBIAMO IMPARATA:
LA NOSTRA VITA VA TUTELATA.
Aurora Trovati (III C)
Dialogo fra Uomo e Coronavirus
Uomo: “Maledetto virus perché sei qui a rovinare la nostra vita? Brutta bestia!”
Covid - 19: “No, non sono una brutta bestia! Purtroppo anche io come alcuni miei parenti nel corso della storia mio malgrado sto facendo molte vittime nel mondo, tanto che questo mi è valso il riconoscimento di “Pandemia”. Sono nato in Cina qualche mese fa, a causa della globalizzazione mi sono diffuso rapidamente…voi umani ormai siete cittadini del mondo e i vostri rapidi spostamenti di lavoro, i viaggi, hanno fatto sì che mi propagassi velocemente, ma questo non dovrebbe stupirti troppo! La storia è piena di esempi: con le colonizzazioni i popoli europei hanno portato epidemie di nuove malattie nel nuovo mondo causando la morte di migliaia di indigeni; oppure non ricordi quando durante le numerose guerre avvenute nel corso della storia ci siamo sviluppati e rapidamente diffusi, complici anche le scarse condizioni igieniche e la malnutrizione? Posso citarti alcune mie “cugine” epidemie: peste, tifo, colera e influenza spagnola…Ora certo nel tuo mondo, dove tu pensi di poter controllare tutto, sembro un incubo e ancora non riesci a credere che io sia reale. Eppure sono una forma di vita! Certo a te può sembrare crudele, ma non è stata una mia scelta essere portatore di morte e disperazione … È nella mia natura! Fin dall’inizio della vita su questo pianeta, noi virus e batteri siamo sempre esistiti, anzi molto prima della comparsa della specie umana. Eppure ti posso garantire che per quanto io possa essere pericoloso e spaventoso non sono nulla in confronto a te! Tu resti la forma di vita peggiore…l’unica autodistruttiva!”
Uomo: “Ma che stai dicendo? Noi umani peggio di te! E come potremmo essere peggio di te? Tu che porti solo morte, sofferenze, disgrazia! Tu che stai mettendo a rischio l’intera umanità!”
Covid - 19: “Ah no! Guarda cosa stai combinando… Sono secoli che vuoi uomini state solo recando danni a voi stessi e ai vostri simili! Inquinamento, spreco di cibo, riscaldamento globale… Vi rendete conto di cosa avete combinato? Avete ucciso più esseri voi umani di quanto mai io potrò fare! Sì perché voi avete fatto ammalare il pianeta che vi ha ospitato e state sterminando le specie che vi abitano. Specialmente negli ultimi decenni non avete avuto freni perché presi dalla vostra smania di guadagno e successo. In fondo penso che questa mia venuta nel mondo non sia casuale e non sia completamente negativa. Vi serviva proprio un freno! Sono solo un paio di mesi che voi uomini avete rallentato le vostre attività in tutto il mondo e la terra, la natura hanno già ricominciato a “respirare”…il tasso di inquinamento è drasticamente diminuito , l’aria è pulita e gli animali selvatici addirittura si sono spinti fino ai centri delle città deserte, dove regna la pace totale, indisturbati senza la vostra prepotente presenza!”
Uomo: “Ora che mi dici queste cose mi fai molto riflettere…sai non mi ero mai soffermato a pensare a quello che stavamo facendo, era tutto scontato: poter uscire e fare ciò che volevamo, vedere chi ci pare e piace, utilizzare tutte le risorse del pianeta per il profitto e il benessere di una piccola parte di noi fregandocene se in alcune parti del mondo si muore di fame … insomma “padroni” del pianeta. Ah! come mi manca anche il solo poter fare una passeggiata in campagna, la partitella a calcio…e quanto mi mancano i miei amici! Sì, perché al momento sei tu che detti le regole e, siccome non abbiamo ancora un’arma che ci permetta di difenderci quando tu vieni in contatto con il nostro corpo, l’unico sistema è quello di bloccare la tua diffusione all’origine… dobbiamo per il momento stare isolati gli uni dagli altri in modo da non infettarci a vicenda”.
Covid - 19: “Sì lo so purtroppo è così...ma ti dirò che restando a casa avete imparato a riscoprire il valore della famiglia, delle piccole cose, ma soprattutto il valore immenso della natura! Dovete prendere esempio dal vostro passato, dalla storia che ciclicamente si ripete, dai vostri antenati. Se continuerete ad essere sempre e solo individualisti non potrete mai vincere questa guerra”
Uomo: “Cosa intendi per individualisti?”
Covid - 19: “ Cosa vuol dire individualista? Vuol dire che se stai scalando una montagna insieme ad un'altra persona e quella cade, tu non l'aiuti…pensi solo a raggiungere per primo la vetta! Questo vuol dire essere individualisti…”
Uomo: “ Hai ragione…credo e spero che questa volta quando tutto sarà passato non ripeteremo più gli stessi errori…In fondo ora abbiamo tanta paura, ma il passato ci insegna che dopo i periodi peggiori ci sono sempre stati grandi rinnovamenti! Dopo il buio del Medioevo c’è stata la fioritura del Rinascimento, dopo i periodi di Monarchia assoluta e dispotica, grazie alla lotta dei popoli, sono nate le Repubbliche …una cosa è certa: tutto dipende da noi uomini! Così come nel passato abbiamo lottato per il progresso, la libertà e per rendere migliore la nostra vita, cosi dovremo fare anche questa volta! Ognuno di noi dovrà fare la sua parte…i medici e gli infermieri stanno combattendo come in trincea per aiutare chi si ammala, noi invece dobbiamo essere uniti e restare a casa per proteggere noi stessi e gli altri. Caro Covid…anche se ora stiamo parlando come due vecchi amici ricordati che per noi tu sei il nemico! Presto riusciremo a debellarti! Allora potremo riabbracciare i nostri amici, le nostre famiglie e saremo di nuovo liberi di passeggiare, di viaggiare, fare sport… la nostra vita riprenderà più bella di prima perché sapremo dare il giusto valore alle cose! Covid-19 mi dispiace per te, ma presto te ne andrai per sempre dalle nostre vite! Al momento sei tu il “Re” ma ti toglieremo a breve la tua “corona”! Noi uomini insieme, compatti, ti sconfiggeremo! Andrà tutto bene!”
Bazzucchi Simone (classe II C)
“Anche se la finestra è la stessa non tutti quelli che si affacciano vedono le stesse cose. La veduta dipende dallo sguardo” A. Merini
Forse questo momento è uno dei più bui di tutta la mia vita ma non lo è solo per me. Questa situazione a me fa paura, anche se è una normale influenza. Non mi fa paura la malattia in sé ma, mi fa paura che prenda ai miei nonni.
Quella che stiamo vivendo non è una situazione semplice, all’inizio l’abbiamo un po’ sottovalutata. E’ un momento difficile per l’Italia. Io all’inizio devo ammettere avevo un po’ di paura ma ora ho capito che devo seguire le regole.
Dal mio sguardo, dalla finestra, vedo una piccola apocalisse che sta pian piano facendo impazzire tutto il mondo, un'apocalisse che distrugge l’economia e che fa andare in matto coloro che provano a sfuggirle.
Questa situazione è un po' difficile perché la settimana scorsa giocavo con gli amici e andavo a scuola, e parlavo con i compagni, ma adesso è cambiato, stiamo facendo le lezioni online e non sono abituato.
Ma con questo testo vorrei far capire che la situazione sta migliorando, che ci riusciamo ad organizzare meglio rispetto all’inizio, per esempio la scuola sta facendo di tutto per proseguire con il programma. Adesso stiamo facendo delle videoconferenze nelle quali facciamo le lezioni anche se più corte, e stiamo mandando i compiti via e-mail o con my classroom. Da quando la chiusura delle scuole è stata poi prolungata fino al 3 aprile, la mia scuola si è subito mobilitata per organizzare le lezioni online, che già da una settimana proseguono con eccellenti risultati, al punto che il giornale locale ci ha citati come “un ottimo esempio di scuola virtuale”.
Credo anche che grazie alle lezioni, la giornata scorra più velocemente, evitando di stare tutta la mattina ai videogiochi o alla Tv perché devo dire che è un po’ noioso rimanere a casa tutto il giorno.
La scuola ha deciso di fare delle lezioni on line per fortuna perché avevo un gran bisogno di sentire la voce dei miei amici e dei miei prof.; i prof. sono molto attenti e ci stanno vicino infatti penso che la scuola si stia muovendo molto bene, perché sta cercando di farci rimanere in contatto tramite la tecnologia.
Per fortuna la scuola è stata veramente organizzata e disponibile in questo periodo, sta adottando il metodo giusto ed io riesco ad organizzarmi bene: tutti i miei prof. hanno usato il sistema delle classi online e nonostante fosse una cosa nuova, sia per noi alunni che per loro, abbiamo imparato in pochissimo tempo ad usare questo nuovo sistema che prima d’ora non avevamo mai provato.
Ci mettiamo quasi tutte le mattine in contatto e, molto probabilmente è questo che ci fa tranquillizzare e, anche se in casa abbiamo i nostri genitori, ci fa sentire in compagnia. Grazie ai collegamenti in questo periodo non mi sento affatto solo, infatti la scuola ci è molto utile per farci capire che non siamo soli.
Ormai è diventata una routine alzarsi la mattina e fare le lezioni online.
La scuola si muove molto bene, per ora non ha mai sbagliato e spero non lo faccia. Non per offendere le altre scuole, ma io consiglierei di fare le videoconferenze come noi; infatti quella delle videolezioni è un’idea eccezionale, faccio i miei complimenti ai professori e alla preside.
C’è anche qualcos’altro di positivo per esempio adesso posso stare di più con mia famiglia ed è una cosa che non succedeva mai in una settimana normale. Altre cose positive riguardano l’ambiente infatti l'aria è meno inquinata perché hanno chiuso alcune fabbriche e non ci sono più macchine che camminano per il paese. Ci si può vedere tramite le videochiamate con gli amici e anche con i vicini, anche con quelli che abitano davanti a te a 20 metri di distanza. Un’altra cosa positiva è che io per fortuna ho un cane e quando ho finito i compiti ci vado sempre a giocare.
Insomma dalla mia finestra vedo tanta sofferenza di persone che non sanno come affrontare al meglio questa pandemia.
Ma vedo anche tanta voglia di volerci bene.
Dalla mia finestra vedo speranza.
Nel male questo virus ci fa riflettere sui valori della nostra vita e a volte riflettere ti fa apprezzare ciò che hai.
Dobbiamo fare il nostro dovere per sconfiggere questo maledetto virus perché ci manca tutto quello che era la normalità anche se è divertente fare lezione con il pigiama!
Articolo scritto dalla classe II E in modalità condivisa grazie a google documentiDisegno realizzato da Partalli Sara e Giugliarelli Arianna La didattica a distanza
La scuola non si ferma: in tempi di Coronavirus le lezioni si fanno online.
Il giorno 5 marzo 2020 è stata annunciata la chiusura delle scuole in tutta Italia a causa dell’emergenza Covid-19. Nel nostro istituto “Omnicomprensivo G.Mazzini”di Magione è stata attivata, ancor prima dell’emergenza, la piattaforma “G Suite for Education” che Google ha messo a disposizione delle scuole. E’ stata una nuova esperienza per tutti noi, sia per il gruppo docenti che per noi alunni. Inizialmente pensavamo fosse una possibilità non effettuabile, ma collaborando siamo riusciti a rendere quest’attività efficace. Ormai è passato più di un mese da quando stiamo utilizzando abitualmente questa modalità e la possibilità di usufruire della didattica a distanza permette agli insegnanti di concentrare il proprio lavoro in minor tempo ma con nuovi metodi e strumenti come: classi virtuali, videolezioni, scambi di mail e creazione di elaborati condivisi grazie a “Drive” con Power point, Google testo e moduli e software specifici scoperti in rete. A noi studenti, invece, permette di svolgerlo a distanza, ma insieme, in un’unica giornata. Ci sono però alcune mancanze come ad esempio i tradizionali compiti in classe e le interrogazioni orali. Inoltre, altri svantaggi riscontrati all’inizio sono stati la mancanza di mezzi tecnologici per alcuni e la scarsità di connessione, ma per fortuna la nostra scuola ha provveduto a fornire pc in comodato d’uso a chi ne aveva bisogno per garantire a tutti lo svolgimento delle varie attività. Un altro difetto di questa nuova modalità è, a volte, la difficoltà nel trovare il giusto coinvolgimento durante le lezioni: mentre a scuola avevamo la possibilità di interagire senza problemi con i nostri insegnanti e stabilire con loro una relazione immediata, stando a casa tendiamo molto alla distrazione e, talvolta, non riusciamo a sfruttare al meglio le loro spiegazioni. Tuttavia, un vantaggio che rende utile la didattica a distanza è il fatto che questa nuova modalità ci permette di sfruttare e potenziare le nostre capacità in ambito tecnologico e quindi di allargare le nostre conoscenze e competenze multimediali. In conclusione possiamo dire che, nonostante tutto, la didattica a distanza ci regala la possibilità di mantenere una relazione con i nostri compagni e insegnanti e di continuare ad imparare mantenendo il nostro cervello in allenamento anche in questo momento così duro.
Insomma, incredibile a dirsi...la scuola “vera” ci manca...ma è bello anche essersi accorte che...la scuola non si ferma!
Fagioli Anna e Jashari Dea (classe III C)
Concorso Fellini Craft
"Un mondo su misura: una scuola al cubo"
Fellini Craft è un concorso indetto dall’Istituto Luce di Cinecittà al quale abbiamo partecipato quest’anno che ci ha uniti molto e ci ha fatto divertire.
Lo scopo era quello di riprodurre una scenografia ispirandosi a Fellini, per celebrarlo nel centenario della sua nascita, utilizzando Minecraft versione “Education Edition”. Noi abbiamo deciso di ricreare la nostra scuola visto che è il luogo che frequentiamo tutti insieme e che ci ha fatto conoscere.
E’ stata un’attività molto bella ed impegnativa che abbiamo potuto portare a termine grazie alla partecipazione di tutti e con l’aiuto delle prof.sse Costanzo e Ildebrandi e soprattutto della nostra compagna Francesca, super esperta di Minecraft.
Minecraft è un gioco che sfrutta il blocco come unità di misura. In esso si possono fare molte cose, gli sviluppatori dicono che “il solo limite è l’immaginazione del giocatore”. Si può giocare in 4 diverse modalità: in sopravvivenza, dove il giocatore deve trovare i materiali per raggiungere la fase finale del gioco; in creativa, dove il giocatore può volare, ha a disposizione tutti i materiali del gioco nell’inventario e può creare qualsiasi cosa, utilizzando degli specifici strumenti come il “blocco comandi” e tanti altri oggetti; in avventura, principalmente usata per far visitare al giocatore mondi creati da professionisti della costruzione, anche usata per non far rompere blocchi al giocatore; in spettatore dove il giocatore passare attraverso i blocchi non può rompere blocchi né piazzarli ma può volare a grandi velocità. Questo progetto ci ha fatto rendere conto del fatto che siamo una classe più unita di quello che sembra dall’esterno, e abbiamo dimostrato che, con la partecipazione di tutti, nonostante non fossimo tutti esperti di Minecraft, siamo arrivati fino in fondo e i risultati si sono visti!
Grazie alla convinzione di tutti nel voler portare a termine il lavoro, alla partecipazione e soprattutto al fatto che nessuno ha mai criticato il compagno e tutti ci siamo accettati per quello che riuscivamo a fare, siamo riusciti ad arrivare a quello che, secondo noi, è un bellissimo risultato.
E’ servito il contributo di tutti soprattutto perché alcuni non conoscevano Minecraft e i più esperti hanno spiegato i procedimenti da utilizzare; grazie al lavoro di gruppo abbiamo collaborato fra di noi, ci siamo uniti e ci siamo anche divertiti molto.
La scuola che abbiamo costruito è davvero bella, siamo riusciti a realizzare anche il giardino di fronte e la ferrovia che si trova alle spalle dell’edificio e abbiamo inserito anche le luci e il suono della campanella.
Sicuramente se l’anno prossimo le prof.sse ci riproponessero di partecipare ad un concorso simile noi ne saremmo molto felici e magari questa volta arriveremmo primi!!!
La scuola media: aspettative, paure e realtà
Già dalla quarta elementare eravamo affascinati dall’idea di andare alle medie, ma l’ultimo giorno di quinta qualche lacrima è uscita perché non volevamo lasciare la scuola dove eravamo stati per cinque anni. Avevamo un po’ paura della scuola media ma allo stesso tempo non vedevamo l’ora di andarci.
L’estate eravamo emozionatissimi: già da Luglio infatti siamo andati a comprare i vestiti per il primo giorno, eravamo super eccitati, non vedevamo l’ora di cominciare questa nuova avventura, ci sentivamo più grandi, più maturi e sicuri di noi stessi. Allo stesso tempo però avevamo molta paura del cambiamento: lasciare le nostre piccole scuole dove conoscevamo tutti e dove avevamo vissuto tante avventure straordinarie, che non scorderemo mai, non è un passaggio facile.
All’inizio credevamo che le medie fossero un ambiente tetro e sinistro dal quale i ragazzi uscivano disperati, anche perché gli alunni più grandi ci avevano detto che i professori erano molto severi. Ci aspettavamo di sentirci degli intrusi e di essere di disturbo. La nostra più grande paura era quella che i più grandi ci prendessero in giro o quella di fare una brutta impressione ai professori.
Ma tutto ciò ovviamente non è accaduto: anzi, quando è suonata la prima campanella, grazie all’accoglienza degli insegnanti, abbiamo scoperto che in realtà non era un ambiente così ostile come pensavamo fosse. Quindi per noi l’inizio delle medie, anche se ci siamo sentiti spaesati perché non tutti i nostri compagni delle elementari erano nella nostra classe, è stato veramente fantastico e pieno di speranze: ci siamo sentiti subito più sicuri di noi e l’ambiente è diventato immediatamente confortevole ed accogliente.
Il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie è stato comunque abbastanza complicato perchè era tutto nuovo: il modo di comportarsi, l’usare il “ lei” con i professori, dire ogni volta buongiorno, arrivederci o alzarsi in piedi, all’inizio pensavamo che se ci avessero domandato qualcosa neanche avremmo risposto dalla vergogna. Inoltre ci sono molti più compiti rispetto alle elementari e i tempi sono ristretti dato che alle elementari stavamo 8 ore invece ora (quando per fortuna ancora si poteva andare a scuola) stiamo a scuola 6 ore. Inoltre ogni ora si cambia l’insegnante invece per cinque anni eravamo abituati ad avere sempre due maestre. Ci spaventava anche la nuova lingua “il francese” tanto che ci siamo domandati se fossimo riusciti ad impararla. Eravamo terrorizzati dalla prima ricreazione, ma anche quella è andata bene e ci ha aiutato a scoprire che non bisogna essere un'altra persona per piacere agli altri ma semplicemente bisogna essere se stessi.
Diciamo che la scuola media è un mondo tutto nuovo dove stiamo imparando a fare amicizia con tutti e abbiamo l’occasione di creare dei bei legami e siamo molto felici di questo, anche perché siamo riusciti a creare un bel rapporto con i nostri professori che credevamo fossero molto severi, invece, per fortuna, non è affatto così.
La nuova realtà ci piace perché ci dà la possibilità di crescere, di imparare nuove materie e di studiare uno strumento, faticoso ma molto interessante.
Il primo giorno di scuola è andato bene, e anche tutti gli altri, e la nostra paura di non essere molto bravi diminuisce ogni giorno di più, abbiamo capito che la scuola media è fantastica, ci piace moltissimo, perché abbiamo dei bravi insegnanti, compagni di classe meravigliosi con cui passare momenti magici, e abbiamo il presentimento che questo sia solo l'inizio di una fantastica avventura!
Articolo scritto dalla classe I B in modalità condivisa grazie a google documenti
25 Marzo 2020: Dantedì
Il 25 marzo 2020 si è festeggiato il Dantedì, ovvero la giornata dedicata, a 700 anni dalla sua morte, a Dante Alighieri, il poeta più famoso in Italia, e in tutto il mondo, per le sue opere letterarie. Perché questa ricorrenza? E’ stato scelto il 25 Marzo per ricordare la data di inizio del viaggio immaginario nell’Oltretomba raccontato da Dante ne “La Divina Commedia”.
Anche nel contesto scolastico Dante è un’importante figura, specie nel secondo anno della scuola media. In questo anno, infatti, si studia la sua vita, si parla delle sue principali opere (la “Vita Nova”, il “Convivio”, il “De vulgari eloquentia” e il “De Monarchia”) e si leggono alcuni canti de “La Divina Commedia”. Dante è inoltre considerato il “padre” della lingua italiana per aver fatto raggiungere al volgare fiorentino livelli di altissima espressività.
Quest’anno, noi della 2E, il Dantedì l’abbiamo celebrato in un modo un po' particolare a causa dell’emergenza Covid-19, che ha portato alla sospensione delle lezioni. Abbiamo deciso di recitare, in video lezione, il primo canto della “Divina Commedia”: “Nel mezzo del cammin di nostra vita...” È stata un’esperienza molto diversa da quella che avremmo avuto stando in classe, ma siamo riusciti comunque a ricordare l’importanza che ha Dante per la nostra storia e per tutti noi.
Alessia Hogas (classe II E)