MONDO ITE

VIAGGIO DELLA MEMORIA

DIARIO DI BORDO

D2

di Ilaria Cellitti, Vf

La mattina del secondo giorno abbiamo visitato il campo di sterminio di Birkenau con la testimonianza dei sopravvissuti Andra e Tatiana Bucci e Samuel Modiani. Siamo stati divisi in gruppo, ognuno con una propria guida.

Il campo di concentramento fu installato presso la cittadina di Brzezinka (in tedesco Birkenau), a circa 3 km dal campo Auschwitz.

Il luogo fu scelto per la presenza della linea ferroviaria.

All'interno abbiamo visto le baracche e i letti dove dormivano i prigionieri, i lavatoi dove al mattino si lavavano, le vasche antincendio.

Lungo la linea ferroviaria c'è ancora il vagone utilizzato per la deportazione degli ebrei e proprio qui seduto sul predellino del vagone Sami è intervenuto commuovendosi e raccontando la sua vicenda personale.

"Sul treno che portava a Birkenau c'era tutta la mia famiglia e gli ebrei di Rodi. Una volta arrivati a destinazione i tedeschi aprirono i portelloni del treno, ci bastonarono e ci diedero un ordine: gli uomini da una parte e le donne dall'altra. Noi provammo a reagire, specialmente mio padre Giacobbe per proteggere mia sorella ma lo gonfiarono di botte. Mia sorella è morta dopo un mese che si trovava al campo senza conoscere la causa. ho ancora impressa nella mia memoria una scena in cui un medico che aveva il compito di selezionare le persone buttò per terra un neonato davanti a sua madre che era una ragazza di Rodi.

Molte di queste donne dopo aver saputo la fine del loro bambino si sono suicidate.

Venivano selezionate prima le donne poi gli uomini.

I disabili non potevano entrare nelle camere a gas e venivano uccisi separatamente come per i bambini .

Nelle camere a gas le mamme provavano invano a sollevare i bambini in alto perché il gas saliva dal basso.

Alle donne venivano tagliati i capelli per poi essere riutilizzati nelle industrie tessili e a tutti venivano tolte le protesi. "

Molte cose del campo sono state distrutte dai tedeschi prima della liberazione.

Sami ci ha parlato dell'esistenza di due settori all'interno del campo: il settore maschile che si trovava a destra e il settore femminile che si trovava a sinistra.

Sono poi intervenute le sorelle Bucci portando la loro testimonianza dicendo che loro non dovevano essere deportate perché erano figlie di un matrimonio misto e per questo non vennero mandate nelle camere a gas.

Il primo grande trasporto degli ebrei italiani è avvenuto nell'ottobre del 1943. L'80% dei deportati era destinato alla morte immediata, il 20% ai lavori forzati.

Per liquidare il ghetto sono stati costruiti i campi di concentramento.

Il tatuaggio serviva ad identificare il cadavere La pratica del tatuuaggio veniva praticata solo nel campo di Auschwitz,negli altri si usavano altri metodi di riconoscimento .

Andra e Tatiana Bucci hanno raccontato di non essere state trattate male all'interno del campo perché erano nate da matrimonio misto e che tutte le sere la loro madre le andava a trovare e gli ripeteva continuamente di ricordarsi il loro nome. Hanno poi ricordano con tristezza il loro rifiuto ad avvicirasi alla loro mamma perché la vedevano diversa a causa della mancanza dei capelli. Ai bambini veniva chiesto se volevano incontrare la loro mamma ma loro rispondevano di no, perché sapevano che in realtà le avrebbero sottoposte agli esperimenti e quindi che non andavano incontro alla loro mamma ma alla morte.

Il pomeriggio abbiamo visitato il campo di concentramento di Auschwitz sempre divisi in gruppo, ciascun accompagnato da una propria guida.

All'ingresso era presenza la famosa scritta "Arbeit macht frei» ossia «Il lavoro rende liberi».

Auschwitz, che servì come centro amministrativo per l'intero complesso, fu fondato il 20 maggio 1940 convertendo le vecchie caserme dell'esercito polacco in un campo di concentramento e campo di lavoro.

All'interno abbiamo visitato l'unica camera a gas rimasta intatta ad Auschwitz , i forni crematori del campo distrutti per ordine delle SS e che vennero ricostruiti nel dopoguerra, i letti dove dormivano i deportati, le prigioni, il museo-memoriale realizzato all'interno dei blocchi.

Nel museo abbiamo visto cataste di scarpe appartenute ai deportati, spazzole per capelli, pennelli da barba, vestiti di adulti e di bambini, capelli tagliati delle donne, protesi di vario tipo, occhiali, valigie ecc.

Al termine della visita è stata deposta da Samuel Modiani una corona al Muro della Morte del campo, dove circa 20.000 prigionieri furono fucilati.

Terminata la cerimonia ci siamo recati in albergo per cenare.

Dopo cena si è tenuto il secondo incontro con i sopravvisuti e gli studenti .

Di seguito alcune domande poste dagli studenti

• Cosa ha provato Sami la prima volta che è tornato nel campo di concentramento?

Lui ha provato dolore, gli uscivano le lacrime ma vedendo le persone che lo seguivano ha avuto la motivazione per continuare a tornare lì, ha capito che quella era la sua missione: insegnare a noi per non far accadere mai più quello che è successo.

• Quale è il sentimento di Andra e Tatiana riguardo la religione?

Tatiana Bucci ha risposto di essersi chiesta per tanti anni dove si trovava Dio mentre lei si trovava là dentro. A lei manca l'educazione ebraica e si sente profondamente ebrea. Al contrario di sua sorella Andra che pur essendo ebrea non è affatto credente.

• Come è stata la vita di Andra e Tatiana dopo la liberazione?

Dopo la liberazione sono state un anno a Praga in un orfanotrofio, poi sono andate in Inghilterra in un centro per i bambini sopravvissuti ed hanno trovato subito una famiglia e li hanno ripreso a vivere. Successivamente i genitori le hanno ritrovate e sono tornate in Italia ed hanno avuto una adolescenza spensierata.

• Essere state insieme Andra e Tatiana durante il periodo della guerra vi ha aiutate ?

Loro hanno detto che essere state in due è stato positivo ed affrontare le difficoltà in due è stato più semplice.

• Che rapporto hanno Andra e Tatiana?

Il loro rapporto è quello di due sorelle normali che litigano e si sono picchiate in adolescenza.

• Cosa si aspetta Sami dai giovani?

Per Sami i giovani sono la speranza del domani, che spera farenno in modo che tutto quello che è successo non accada più.

• Quando è nata l'amicizia tra Sami e Piero Terracina?

Quando Sami ha conosciuto Piero Terracina aveva da poco perso sua sorella Lucia e suo padre Giacobbe. Piero Terracina era di Roma mentre lui di Rodi si sono conosciuti, hanno parlato, lavorato insieme e hanno stretto un'amicizia in un posto di morte dove avevano perso entrambi tante persone care. Loro cercavano di aiutarsi con le parole.

• Cosa pensano del razzismo oggi?

Andra Bucci avverte che il razzismo oggi sta rinascendo anche per effetto dei flussi di persone di persone straniere che arrivano nel nostro paese.

In seguito ci è stato l'intervento del Presidente della fondazione Museo dei Figli della Shoah.

L'attore Fabrizio Gifuni ha concluso la conferenza leggendo l'inizio e la fine dell'ultimo libro "Sommersi e Salvati" del 1986.

[CONTINUA]

VIAGGIO DELLA MEMORIA

DIARIO DI BORDO

D3

Di Ilaria Cellitti, VF

Il terzo giorno abbiamo visitato il castello rinascimentale di Wawel situato a Cracovia

Il Castello di Wawel è la principale attrazione turistica della città di Cracovia e uno dei più spettacolari castelli medievali d'Europa.

Arroccato in cima alla collina sul fiume Vistola, a sud del Città Vecchia, il Wawel è considerato un gioiello tra i tesori architettonici della città. Rappresenta di gran lunga il più importante complesso di edifici in Polonia. Il suo valore storico e artistico lo pone tra i gioielli dichiarati Patrimonio Mondiale dall'Unesco.

Un vasto complesso di ampie sale, chiese, appartamenti di stato e cortili con le loro storie da raccontare, l'atmosfera e la visione del mondo dell'epoca imperiale.

All’interno del Castello di Wawel è situata la cattedrale della città.

Fu costruito nel VIII secolo ed apparteneva alla potente famiglia dei Piast.

Abbiamo visto le reliquie del vescovo di Cracovia Stanislao.

Nel paese abbiamo attraversato la via dei Canonici. Ogni casa al suo interno apparteneva ad un canonico e dopo la sua morte veniva tramandata ad un suo successore. Nella casa numero 19 ha vissuto dal 1951 al 1967 papa Giovanni Paolo II.

Inoltre abbiamo visitato la piazza di Cracovia caratterizzata dalla presenza di un vasto mercatino caratteristico del paese.

VIAGGIO DELLA MEMORIA

DIARIO DI BORDO

RIFLESSIONI FINALI

DI Cellitti Ilaria, 5F

Mi ritengo fortunata di essere stata scelta insieme ad altre due ragazze del mio Istituto per partecipare a questa esperienza ricca di emozioni.

Credo che questi viaggi organizzati dalla Regione Lazio siano di fondamentale importanza perché servono a non dimenticare ciò che è accaduto in un periodo non troppo lontano dal nostro, a non dimenticare che ci sono state persone come noi che hanno sofferto in modo atroce e hanno perso la vita senza apparente motivo.

Già a partire dagli anni ‘50 era diffuso il negazionismo dell'Olocausto, ovvero una corrente di pensiero che negava e nega la veridicità del genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista.

Ancora oggi ci sono persone che pensano che tutto quello che è successo non sia mai accaduto, che non ammettono che la Germania nazista abbia condotto uno sterminio sistematico degli ebrei e non solo, perseguitandoli e mandandoli a morire nei campi di concentramento, utilizzando le camere a gas e i forni crematori.

Per tale motivo sottolineo nuovamente l'importanza di questo viaggio per evitare che continuino a diffondersi pensieri e idee come quelle dei negazionisti.

Più che “Viaggio della Memoria” io lo definirei “Viaggio per la Memoria”, un viaggio per fare in modo che nella nostra memoria rimanga impresso che ciò che è accaduto è vero e perché non riaccada mai più.

Ma a distanza di decenni sono ancora sotto i nostri occhi le immagini di altri genocidi, altri lager, altri massacri, dalla pulizia etnica in Kosovo, agli eccidi in Ruanda, dall’uso dei gas contro i curdi in Iraq ai respingimenti nel Mediterraneo.

Indispensabili sono state le testimonianze dei sopravvissuti che ci hanno accompagnato a toccare con mano ciò che hanno raccontato e posso dire che fin quando una cosa non la si vede con i propri occhi non la si può capire fino in fondo. Per tutti questi anni abbiamo studiato la Shoah e lo sterminio degli ebrei, però le nozioni apprese hanno iniziato a prendere significato solo dopo aver visitato i campi di concentramento.

SANT'AMBROGIO: TRA STORIA E CURIOSITA'

di Iori Aurora e Musa Angelica, IV F

Il patrono della nostra città è Sant'Ambrogio e viene festeggiato il primo maggio. La sua storia risale ai tempi dell'imperatore Diocleziano. Ambrogio era un centurione romano cristiano, arrivato a Ferentino con il suo esercito per ordine dello stesso imperatore; il console Daciano iniziò una persecuzione contro la comunità cristiana ferentinate e cercò invano di convincere Ambrogio a rinunciare alla sua fede. Per questo motivo il centurione fu processato e successivamente rinchiuso nelle carceri, di cui oggi rimangono dei resti situati nella parte inferiore della cattedrale. Nessuna violenza riuscì a fargli rinunciare alla sua fede, tanto matura quanto radicata in Cristo.

Il martirio avvenne il 16 agosto del 304 d.C. , giorno nel quale, tutt'ora, viene celebrata la Santa messa e al termine avviene l'esposizione della statua.

Non ci sono testimonianze concrete sul martirio di Sant'Ambrogio ma il suo culto viene tramandato oralmente da secoli. I festeggiamenti della festa avvengono il primo maggio perché le reliquie del santo furono ritrovate il 27 aprile del 1639 ma, dopo la divulgazione del loro ritrovamento , il vescovo Filonardi (allora vescovo di Ferentino) indisse una processione per la domenica successiva, che cadeva proprio il primo maggio. La statua che viene trasportata in processione durante la giornata del primo maggio è composta dalla fusione di circa 990 scudi d'argento. È caratterizzata da un nastro rosso posizionato sulla gamba destra del centurione, nella quale sono custodite le sue ceneri. Inoltre la serata del 30 aprile è animata dalla tradizionale "Pantàsema" che si svolge nella piazza del quartiere di Santa Lucia e consiste in una manifestazione mista fra pagano e sacro caratterizzata dalla presenza di un grande falò, che in passato aveva la funzione di illuminare le strade.

La figura di Sant'Ambrogio per i ferentinati è molto importante; specialmente per noi giovani la sua storia è di esempio: vivere una vita fedelmente legata a Dio è uno stimolo a sacrificarsi per i valori in cui crediamo.

VITA DA CALCIATORE

di Davide Pacetti, 3H

La vita da “calciatore” non è poi così bella come tutti pensano; di fatto, per inseguire un sogno, non solo sportivo, è necessario tanto sacrificio.

Per “vita da calciatore” non si intende solamente la parte sportiva, ma soprattutto quella al di fuori del rettangolo di gioco; la vita all’esterno del campo è molto più stancante ed impegnativa rispetto a quella all’interno. Molti ragazzi di età compresa tra i quattordici/quindici anni, partono dalla propria città per provare a regalarsi un futuro; molti possono vivere questo passaggio come una cosa negativa, perché essendo in un età così delicata, i ragazzi possono essere messi in difficoltà da questo cambiamento.

Andare a vivere da soli a questa giovane età è un’esperienza di vita molto importante per la crescita di un ragazzo, perché ti porta a confrontarti con nuove realtà e nuove persone. Vivendo in camere con due o più persone ci si trova a condivide spazi personali come il bagno, la scrivania dove studiare, gli armadi etc, infatti spesso si va in contro a litigi e discussioni. Tutti ciò influisce molto sulla vita dei ragazzi in convitto, ma con questo non si vuole dire che la vita da “calciatore” sia brutta, anzi, ma che quest’esperienza ti fa crescere non solo come giocatore, ma soprattutto come persona. C’è sempre da dire che giocare fin dall’adolescenza in una squadra professionistica è un privilegio.

Torre Eiffel in 3D

Per gli esami di maturità che affronterò tra un mese ho iniziato già da tempo dei lavori da presentare durante la discussione orale. In questo articolo in modo particolare vi racconterò come ho realizzato la Torre Eiffel in 3D.

L'idea è venuta alla mia prof Marinella Torrente, mi è piaciuta subito e siamo partite immediatamente con la realizzazione delle varie fasi: abbiamo cercato e poi stampato l' immagine frontale della Torre, abbiamo ingrandito tale immagine di circa 40 cm e fatto 4 stampe, le ho poi singolarmente ritagliate, adagiate su cartoncini semi rigidi, ripassato i contorni e ritagliato anche questi: ho poi incollato le immagini sui cartoncini e assemblato le porti. Quello che ho poi ottenuto lo potete vedere dalle foto. Sono molto felice ed orgogliosa del risultato.

Aurora Baronetti VF

Celebrazione dei 200 anni della poesia “L’Infinito”, di Leopardi

Oggi 28 maggio si celebrano i 200 anni di uno dei capolavori più celebri della letteratura italiana, “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. Il M.I.U.R. ha organizzato una giornata #200infinito, nata da un’idea di Olimpia Leopardi, nipote dell’illustre poeta, realizzata con Casa Leopardi, in collaborazione con la RAI e il comune di Recanati, per testimoniare la modernità del pensiero del recanatese. Alle ore 11:30 gli studenti d’Italia e non solo saranno idealmente uniti nella lettura collettiva dei versi dell’idillio. Cuore della manifestazione sarà la Piazzuola del Sabato del Villaggio a Recanati dove si recherà anche il Ministro Bussetti con oltre 2000 studenti. Diverse le letture collettive organizzate in varie città. Le celebrazioni non saranno soltanto in presenza, ma anche sui social. È stato organizzato, infatti, un flash mob costituito da una serie di video in cui i ragazzi di ogni scuola aderente all’iniziativa fanno rivivere con la loro voce i versi del poeta. Ogni video si apre e si chiude con un simbolico “passaggio di palla” che vuole indicare il palleggio poetico tra una scuola e l’altra.

Anche noi studenti dell’I.T.E., guidati dalla professoressa Francesca Giuliani, abbiamo partecipato al flash mob realizzando e condividendo il seguente video.

2G

Per vedere il video clicca qui

“IL CALCIO CHE AMIAMO!” 24 maggio 2019

Venerdì mattina abbiamo vissuto una bella giornata, ricca di emozioni insieme alla nostra squadra partecipando all’evento “Il calcio che amiamo”, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, in collaborazione con il MIUR, la FIGC e la Lega Serie A presso la Santa Sede.

Sveglia puntuale per partire da Casamari alle 5:30 di mattina, due soste rispettivamente a Ferentino e ad Anagnina e dopo un’ora e mezza di viaggio l’arrivo a Città del Vaticano. Dopo una serie di controlli ci hanno guidato all’interno dell’aula Paolo VI. Eravamo circa 5000 ragazzi che quotidianamente vivono sui campi da calcio e si scontrano tra di loro sportivamente ma in quella giornata eravamo tutti in rappresentanza di un'unica bandiera: il calcio giovanile. Tra i 5000 ragazzi vi erano pure studenti e non solo aspiranti calciatori. Durante l’evento si sono susseguite diverse personalità di spicco del mondo del calcio, partendo da Roberto Mancini e Franco Baresi, passando per Seedorf e arrivando a Zanetti.

Hanno avuto possibilità di parlare anche ragazzi che soffrono di handicap come il capitano della “Nazionale Amputati”, che ha spiegato come siano ancora lontani dal calcio dei normodotati e come questo rapporto dovrebbe migliorare per far sì che ci sia un avvicinamento di questi due mondi, così simili ma così lontani.

Tra i discorsi e le tematiche affrontate quella dell’ex attaccante dell’Inter del Triplete, Samuel Eto’o, sul razzismo è quella che ci ha colpito di più. Con le sue parole ha spiegato perché nasce il razzismo, affermando che non si è razzisti dalla nascita, ma lo si diventa a causa delle influenze che prendiamo dagli altri e ha posto da esempio i politici che si espongono con termini inappropriati e qualche volta esagerati.

Dopo quasi 3 ore di evento si sono esibiti 6 ragazzi del gruppo Da Move in uno spettacolo di freestyle con giocate che hanno infiammato la sala. C’è stato anche un momento di svago in cui tutti i ragazzi presenti sono riusciti a ricevere autografi e fare foto con i loro idoli.

Dopo tutto questo è arrivato il momento che gran parte della sala aspettava impazientemente: l’arrivo di Papa Francesco, che dopo una lunga sfilata ha spiegato come il calcio debba unire le persone e come esso sia lo sport più bello del mondo, ma che negli ultimi anni sta perdendo credibilità anche a livello amatoriale e giovanile a causa di alcuni genitori che ne rovinano la bellezza, diventando ultras e allenatori facendo del male, però, solo ai loro figli.

Papa Francesco ha detto, poi, una cosa che ci è rimasta impressa, ovvero di non scordare le proprie origini e da dove si viene, perché quello che si è lo si diventa con il tempo, con il passare degli anni e tutte le esperienze vissute rimarranno impresse, come cicatrici, sulla pelle.

ALESSANDRO DE IULIS 2G

ALESSIO MAESTRELLI 2G

Il ballo latino americano: una storia antica

La storia della musica e del ballo latino-americano, che ha iniziato ad essere popolare in Europa e in America a partire dal XX secolo, risale al XVIII secolo e Cuba è considerata da tutti il loro luogo nascita. Invece il Mambo, il Cha Cha Cha e la Salsa sono innovazioni del Nord America, nate a seguito dell’immigrazione di latino-americani negli Stati Uniti e, in particolare, a New York

La cultura di questi balli è un intreccio di origini diverse, che ha permesso di mescolare insieme movimenti, folclori e usi quotidiani delle popolazioni latine.

Questo mix culturale ha portato alla nascita dei balli caraibici, con un’influenza del ballo spagnolo e della danza delle campagne, che gli schiavi praticavano per omaggiare il culto degli Dei. Il ballo, infatti, era legato alla religione ed era propiziatorio per il lavoro nei campi. Ogni Dio o Santo venerato aveva musiche e canti corrispondenti con movimenti del corpo e balli.

Nel corso del diciannovesimo secolo, l’avvento della borghesia ha fatto nascere le sale da ballo e i casinò; in particolar modo a Cuba la società si spaccò in due ceti: il ceto borghese che si riuniva nelle grandi sale da ballo e il ceto popolare, invece, che si incontrava nelle piccole sale da ballo; proprio qui nascono dei balli di coppia ideati per prendere “in giro” la borghesia, che saranno considerati l’inizio della storia dei balli caraibici. Sono i primi balli in cui la comunicazione tra ballerini diventa fondamentale per muoversi insieme e creare quell’affiatamento che rende questi balli latini passionali e intensi.

Insomma, la storia dei balli caraibici insegna che non basta saper ballare a ritmo di musica o seguire le tendenze ma occorre apprendere le loro origini per poterli interpretare nel migliore dei modi.

Tra i molteplici balli caraibici quelli più praticati nella cultura moderna sono la Salsa (nata a Cuba) e la Bachata (nata a Santo Domingo), entrambe caratterizzate da un ritmo travolgente, allegro e vivace.

Ballare è la poesia dei piedi

La mia passione per il ballo è nata quando avevo 6 anni. Ho iniziato con due anni di danza classica e dagli 8 anni fino ad oggi, mi sono dedicata fortemente ai balli caraibici. Sin da bambina ho sempre voluto ballare e non saltavo neanche una lezione; molte mie compagne hanno deciso di lasciare questo mondo perché richiedeva costanza, impegno e fatica, ma io non ho voluto mollare e ho seguito la mia più grande passione fino in fondo. Ho partecipato a diverse gare e competizioni raggiungendo traguardi sempre più importanti e in alcuni momenti di sconforto ho pensato davvero di lasciare il mondo della danza, ma la passione e l’amore per questa disciplina è stato più forte di tutto. Ho cambiato diverse scuole di ballo perché non mi sentivo soddisfatta, finché un giorno, trovandomi per caso a pranzo in una sala da ballo con i miei genitori, ho notato un gruppo di ragazzi e ragazze che ballavano; ho deciso così di chiedere informazioni e una settimana dopo mi sono iscritta alla loro scuola di ballo. È iniziato così il percorso più importante nella mia esperienza da ballerina; inizialmente mi limitavo ad andare a lezione due volte a settimana, ma quando tornavo a casa dopo due ore di intenso allenamento, sentivo ancora il bisogno di ballare. Il desiderio di ballare è sempre stato per me una forma di espressione e un modo per liberare le mie sensazioni nei momenti difficili. Col passare del tempo ho scoperto il mondo dei balli di coppia perciò ho deciso di specializzarmi anche in quel settore alimentando ancor di più la mia passione. L’ultima tappa della mia esperienza è stata sostenere l’esame di abilitazione per insegnare e per espletare la funzione di giudice di ballo, specializzandomi nel settore di balli caraibici e liscio unificato. Oggi, a due mesi dall’esame, sono soddisfatta dei miei traguardi e non tornerei indietro per nessuna ragione. Amo ciò che faccio e amo la mia professione. Attualmente ho un gruppo di sei persone che mi seguono e mi sostengono in ogni decisione. In futuro mi piacerebbe molto continuare a seguire il mio sogno ed approfondire le mie conoscenze nel campo della danza; nel corso di questi anni ho appreso moltissime cose ma sono consapevole che non sarà mai abbastanza.

La danza è una delle forme più perfette di comunicazione con l’intelligenza infinita. (Paulo Coelho)

Iori Roberta IV F

ORIENTATI AL FUTURO

di Simone Caliciotti, 1 F

“Educational Tour 2019”, giornata dedicata all’orientamento presso l’Ite “M. Filetico” Ferentino.

Il giorno 15 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso i locali dell’Istituto, si è svolto il percorso di orientamento per gli studenti delle classi quarte e quinte delle sezioni Ite e Liceo. L’iniziativa è stata promossa dalla fondazione “Italia Education”, che lavora da vent’anni a favore dell’“implementazione delle politiche legate alla filiera educativa e al mondo del lavoro”.

L’evento ha avuto diverse fasi: laboratorio “Le informazioni utili alla scelta dell’Università”, workshop‘’Le competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro ’’, area informativa riservata agli sponsor del tour (università ed enti di formazione), test di orientamento alla scelta universitaria. Negli stand dedicati all’evento i ragazzi hanno ricevuto informazioni riguardo le scelte universitarie e professioni vecchie e nuove: dall’infermieristica al visual design, dall’odontoiatria al fashion brand management; si è parlato persino della possibilità di diventare influencer. Nell’aula Blu si è svolta una lezione sulle diverse modalità di produzione del curriculum vitae, in particolare è stata illustrata una tipologia innovativa: il “curriculum video”, ovvero, il candidato al posto di lavoro si registra tramite una videocamera mentre elenca le sue referenze lavorative e presenta tale filmato al posto del documento cartaceo.

Gli alunni hanno inoltre svolto un test di orientamento universitario:< sono orientata verso scienze motorie>, ha dichiarato l’alunna Noemi; l’alunno e calciatore Marco < mi piace molto l’indirizzo linguistico e umanistico>; Sara risulta adatta ad un percorso socio-psico-pedagogico.

Al termine della giornata gli alunni hanno acquisito nuove idee sul percorso che decideranno di intraprendere superata la maturità. La speranza è quella che ognuno trovi il lavoro più adatto che coincida con le proprie passioni e aspettative. Buon futuro.


ORIENTATI AL FUTURO

di Simone Caliciotti, 1 F

“Educational Tour 2019”, giornata dedicata all’orientamento presso l’Ite “M. Filetico” Ferentino.

Il giorno 15 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso i locali dell’Istituto, si è svolto il percorso di orientamento per gli studenti delle classi quarte e quinte delle sezioni Ite e Liceo. L’evento è stato promosso dalla fondazione “Italia Education”, che lavora da vent’anni a favore dell’“implementazione delle politiche legate alla filiera educativa e al mondo del lavoro”.

L’evento ha avuto diverse fasi: laboratorio “Le informazioni utili alla scelta dell’Università”, workshop‘’Le competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro ’’, area informativa riservata agli sponsor del tour (università ed enti di formazione), test di orientamento alla scelta universitaria. Negli stand dedicati all’evento i ragazzi hanno ricevuto informazioni riguardo le scelte universitarie e professioni vecchie e nuove: dall’infermieristica al visual design, dall’odontoiatria al fashion brand management; si è parlato persino della possibilità di diventare influencer. Nell’aula Blu si è svolta una lezione sulle diverse modalità di produzione del curriculum vitae, in particolare è stata illustrata una tipologia innovativa: il “curriculum video”, ovvero, il candidato al posto di lavoro si registra tramite una videocamera mentre elenca le sue referenze lavorative e presenta tale filmato al posto del documento cartaceo.

Gli alunni hanno inoltre svolto un test di orientamento universitario:< sono orientata verso scienze motorie>, ha dichiarato l’alunna Noemi; l’alunno e calciatore Marco < mi piace molto l’indirizzo linguistico e umanistico>; Sara risulta adatta ad un percorso socio-psico-pedagogico.

Al termine della giornata gli alunni hanno acquisito nuove idee sul percorso che decideranno di intraprendere superata la maturità. La speranza è quella che ognuno trovi il lavoro più adatto che coincida con le proprie passioni e aspettative. Buon futuro.


L’anno che verrà”

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ ” comincia così “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, una delle canzoni più iconiche del cantautorato italiano.

L’artista bolognese nella canzone, che fu composta in un ormai remoto 1979, cerca di raccontare ad un amico lontano la società in cui si viveva in quell’epoca, descrivendo nei minimi dettagli ogni pecca del mondo di quel periodo in modo diretto e senza giri di parole. Con l’espressione “si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra” arriva a parlare di fatti socialmente scomodi come il terrorismo.

Nonostante tutto nel testo il cantante fa trapelare fiducia per il futuro e auspica anche un augurio dicendo “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce e anche gli uccelli faranno ritorno”.

Ma, analizzando la situazione, oggi nel 2019 possiamo dire che le problematiche evidenziate da Dalla siano ormai un ricordo passato? Ebbene no. Ancora adesso, dopo 40 anni dall’uscita della canzone, il mondo intero continua ad essere vittima di attacchi terroristici e di diverse forme di criminalità e violenza.

Anche un’altra cosa non è cambiata: ancora oggi le persone hanno fiducia che qualcosa cambierà, forse è questo che le fa svegliare la mattina, forse è questa speranza che riecheggia dentro che le spinge avanti anche se hanno la consapevolezza che qualcosa probabilmente non cambierà, ma d’altronde, come si dice in romano, “nun ce resta che sperà”.

Perciò con il suo testo Dalla ha dimostrato di avere una visione ben più estesa rispetto agli altri, parlando di problemi e aspettative che nonostante il trascorrere del tempo restano fortemente attuali ed è ciò che lo rende immortale.

Alessandro De Iulis 2G (a dx in foto)


SERIE TV

"BABY"

di Di Rocco, Marrocco, Colella

3H

"Baby" è una serie tv italiana di 6 puntate di circa un’ora ambientata a Roma, nella zona dei Parioli.

Parla di due ragazze, Chiara e Ludovica, provenienti da due realtà diverse: la prima sportiva e di buona famiglia, la seconda ribelle e proveniente da una famiglia disastrata.

Dalla loro amicizia nascono molte avventure, ed entrambe entrano nel giro delle baby squillo.

La serie parla anche di problemi adolescenziali, come problemi di cuore, divergenze con la famiglia, voglia di cambiamenti e di ribellione.

Ma soprattutto tocca il tema scandaloso delle baby squillo, giovani ragazze che, spinte dalla voglia di fare soldi e comprare di tutto, sarebbero disposte a fare qualsiasi cosa.

Questa serie tv trae ispirazione da una vicenda scoperta nel 2013/2014: due ex squillo che hanno raccontato di un giro di prostituzione minorile che ha visto coinvolte ragazzine della “Roma bene”. Tali ragazze che si concedevano a uomini d’affari e in alcuni casi venivano anche pagate in cocaina.

Anche personaggi molto in vista e collegati alla politica sono stati in qualche modo coinvolti nella vicenda. Alcuni di essi hanno riferito di essere entrati in contatto con le giovanissime prostitute grazie ad un annuncio pubblicato su un sito internet, nel quale vi era scritto che erano maggiorenni. Dall'inchiesta è emerso che le due ragazzine furono adescate su un sito di incontri e convinte a vendersi, e le manette scattarono anche per la madre di una delle due giovani, che era al corrente di tutto e incassava anche una percentuale del ricavato delle prestazioni delle due giovani.

Questa serie permette di far capire meglio ai giovani questo scandalo e fa riflettere sul comportamento di molte ragazze. È una storia molto interessante, basata su fatti reali ed è molto appassionante.

A breve uscirà la seconda stagione,non perdetela!

CAST

Benedetta Porcaroli (Chiara Altieri)

Alice Pagani (Ludovica)

Riccardo Mandolini (Damiano Younes)

Giuseppe Maggio (Alessandro Fiore)

Brando Pacitto (Fabio Fedeli)

Lorenzo Zurzolo (Niccolò Rossi)

Chabeli Sastre Gonzalez (Camilla Rossi)

Mirko Trovato (Brando)

Paolo Calabresi (Saverio)

Convegno sulla “Cittadinanza consapevole”.

Il giorno 2 febbraio 2019 dalle ore 11:20 alle ore 13:20 presso il Salone di rappresentanza dell’I.I.S. “Martino Filetico” si è tenuto il convegno di studi sul tema: “La formazione giovanile alla cittadinanza consapevole: attualità e prospettive”. Hanno partecipato all’incontro le classi quinte della sezione I.T.E e della sezione liceo. L'iniziativa ricade nell'ambito delle attività relative alla "Cittadinanza attiva", inserite nel PTOF 2018-2019. Il convegno è stato aperto dai calorosi saluti del Dirigente Scolastico, Prof.ssa Concetta Senese e del Sindaco del Comune di Ferentino nonché Presidente della Provincia, Avv. Antonio Pompeo. Si ringrazia per la presenza e il sostegno all’iniziativa l'avvocato Francesca Collalti. Da evidenziare la partecipazione dell’ Avv. Prof. Marco Paliotta dell' Ordine forense di Cassino e della Assistente parlamentare presso il Senato della Repubblica, Assegnista di ricerca – LUISS, Avv. Dott.ssa Ilaria Rivera. Ha aperto il convegno l'Avv. Paliotta parlando della Carta Costituzionale: norma fondamentale di ogni ordinamento democratico. Il relatore si è soffermato in particolare sull' importantissimo concetto di libertà sottolineato da una profonda citazione del Deputato Politico nonché Avvocato Piero Calamandrei: "La libertà è come I’aria: ci si accorge di quanto vale solamente quando inizia a mancare". Ci sono stati alcuni interventi da parte degli alunni dell'ITE: Cellitti Ilaria e Briglianti Alessia del 5F e Coletta Federico del 5H insieme ad altri alunni della sede liceo. In un secondo momento l'Avv. Dott.ssa Ilaria Rivera ha citato la legge 169, fondamentale per l'inserimento tra gli insegnamenti anche di quello che porta a valorizzare i principi della Costituzione. Ha continuato la sua esposizione commentando e spiegando una serie di articoli fondamentali della Costituzione come l'art. 1, l'art. 2, l'art. 11 e l'art. 87, richiamandoci ad una cittadinanza consapevole data dalla lettura del Testo Costituzionale. Ha concluso il convegno il Prof. Antonio Bianchi esprimendo anch’egli un profondo commento sul Principio di libertà, diritto fondamentale dell'uomo.

Cellitti Ilaria VF

Bacioni a tutti gli innamorati da parte del laboratorio creativo!

Buon San Valentino!

Oggi, presso l'I.T.E. "M.Filetico" si è tenuto un incontro con il team creatore della start up innovativa "RECO2". Si è parlato di economia circolare, start-up, imprenditoria giovanile.

RECO2, eccellenza italiana 2018, è stata creata dal nulla da quattro ragazzi ciociari accomunati dalla stessa passione e dalla stessa idea, ma talenti e competenze diverse.

Produce elementi edili riciclando materiali di scarto riducendo costi ed emissioni.

#RECO2Srl

E’ arrivato il Natale!

In questo periodo abbiamo creato un laboratorio della manualità prediligendo l’arte del fare.

Abbiamo utilizzato diversi materiali: bastoncini di legno, lana, cartoncini, pigne, pannolenci e decorazioni.

Con impegno e tanta fantasia, con la collaborazione dell’assistenza specialistica, abbiamo realizzato i nostri piccoli grandi capolavori dedicati alle festività ricorrenti.

Questa esperienza ci ha coinvolto emotivamente e si è concretizzata nella realizzazione di oggetti quali: ghirlande, biglietti di auguri , sfere decorate con varie tecniche e molto altro ancora.

Al termine di questa esperienza abbiamo decorato l’albero di Natale e abbiamo allestito un mercatino di Natale ad offerta libera.

Buon Natale a tutti voi con questo pensiero nel cuore :

Ognuno di noi è UNICO ed insieme siamo UNA MERAVIGLIA!!!

Irene Scarselletta 1G

Veronica Mastrolillo 3F

Aurora Baronetti VF

Elezioni 2018 per il rinnovo del Consiglio di Istituto.

Nelle giornate del 25 e 26 novembre 2018, presso l’Istituto di Istruzione Superiore “M. Filetico” di Ferentino, hanno avuto luogo le votazioni per il rinnovo del Consiglio di Istituto ed eleggere i rappresentanti delle componenti alunni, genitori, personale ATA e docenti.

La partecipazione e l’impegno dei membri del C.I. sono aspetti importanti e fondamentali per il buon funzionamento dell’istituzione scolastica. I membri eletti rappresentano le diverse anime dell’ Istituto e sono portavoce delle esigenze di tutti coloro che vivono e operano nella scuola, in particolare di tutti noi studenti.

Fanno parte del Consiglio di Istituto il Dirigente Scolastico, otto docenti, quattro genitori, quattro studenti, due del personale ATA.

Nelle riunioni del C.I. si affrontano problematiche di vario tipo, cercando di rimuovere gli ostacoli, creare un ambiente di apprendimento più favorevole per gli studenti e soprattutto promuovere, nel corso dell’anno, progetti scolastici che stimolino la partecipazione e l’impegno degli studenti.

ANNO DOPO ANNO, PROGETTO DOPO PROGETTO, ESPERIENZA DOPO ESPERIENZA, SI ACCRESCE LA PREPARAZIONE DEGLI STUDENTI PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL FUTURO.

Gasbarra Francesca 3 F

DATEVI LE CARTE!

incontro con l’imprenditore Adolfo Veloccia

di Picariello Jonathan, 3H

Il giorno 9 novembre 2018, presso l’aula “Blu”, si è tenuto l'incontro tra gli studenti dell'I.T.C. di Ferentino e l'imprenditore della Centronic srl Adolfo Veloccia, che ha raccontato la sua esperienza di vita e come è riuscito a diventare un imprenditore partendo dal nulla.

SENZA CARTE

Veloccia passa la sua infanzia in un brefotrofio, cioè un istituto che accoglie e alleva i neonati abbandonati, poi balie e famiglie adottive. Decide di costruirsi un futuro studiando fino alla quinta superiore, diplomandosi in elettronica. Finiti gli studi, Veloccia lavora inizialmente come operaio, ma, a causa della chiamata per la leva militare obbligatoria, decide di andarsene dall'Italia per continuare a lavorare e a crearsi il proprio avvenire, così da non buttare alcuni anni della propria vita in un ambito che odiava, cioè le armi e, soprattutto, la Marina: non sapeva nuotare.

LE PRIME CARTE

Veloccia, quindi, riesce ad arrivare in Francia dove cerca, anche se non sapeva parlare il francese, di integrarsi con la loro società; infatti non si lega a italiani o comunità italiane dove poter lavorare e passare il proprio tempo, ma si integra nella società francese, lavorando con persone francesi e passando il proprio tempo con loro. Viene assunto da un'azienda giapponese che lavorava nel settore elettronico concentrata nella produzione di videoregistratori e dei primi computer. Qui acquisisce e affina competenze in campo elettronico e iinformatico. Vedendo che in questo periodo i televisori erano molto diffusi, soprattutto quelli della Thomson, e che quelli più costosi erano di piccola di misura, decide di entrare in questo settore aprendo in Francia una fabbrica di televisori, ovviamente con costi minori, perché le varie componenti erano acquistate all’estero e assemblate in Francia. Riesce a sfondare vendendo circa 80000 televisori all'anno a varie imprese, tra le quali anche la stessa Thomson.

BASSI E ALTI E CENTRONIC

Intorno agli anni '80 Veloccia decide di investire i propri ricavi in Italia, precisamente in Ciociaria a Frosinone, dove apre un ufficio per la vendita e la fornitura di Mac, cioè di computer molto avanzati per l'epoca. Questa attività però non porta i frutti sperati, infatti fallisce e quindi Veloccia è costretto a ripartire da zero in Francia, dove torna a lavorare per grandi aziende di elettronica. Tra anni ‘90 e 2000 Veloccia compie molti viaggi in Cina, dove conosce una cultura e una lingua completamente diversa dalla propria. Ovviamente, come in Francia, Veloccia si integra in questo Paese dove riesce anche qui a commercializzare i propri prodotti. In questo periodo si vede anche un cambiamento significativo, cioè la globalizzazione del mercato. Infatti Veloccia vende i suoi prodotti non solo in Francia, ma anche in altre parti del mondo. Così la sua azienda cresce in ambito internazionale, ma vive anche periodi di crisi, come ad esempio a causa del fallimento di una grande impresa orientale di trasporto navale: ne è conseguito un blocco della produzione per mesi, visto che non arrivavano le componenti da assemblare. Si è trattata di una crisi che ha danneggiato anche la Samsung. Insomma, flessioni e momenti di grande successo (collaborazioni con Coop, Phillips, Thomson). Oggi Centronic srl è stanziata a Como ed è una piccola realtà del mondo del lavoro, capace di collaborare con grandi marchi.

ESPERIENZE DI VIAGGIO

Veloccia viaggia spesso nel mondo, e di questo ne è orgoglioso, infatti tiene come un tesoro i suoi 5 passaporti completamente timbrati. Uno dei suoi viaggi che definisce più "bizzarri" è quello in Cina, dove è colpito da alcune loro tradizioni e cibi mangiati. Per esempio, racconta che uno dei piatti che preferiscono è il pesce cotto, ma tenuto in vita durante il consumo, anche il cervello di scimmia e l'aragosta viva. Racconta anche che in ogni città della Cina ci sono più lingue, ma riescono a capirsi tramite la scrittura e che è abituale, durante il pasto, sporcare la tavola per dimostrare di aver apprezzato il cibo.

DATEVI LE CARTE

Nell’incontro con i ragazzi dell’I.T.E. Veloccia ha spiegato anche come condurre un colloquio, infatti ne ha simulato uno con l'alunno Moretti: l’ospite, attraverso alcune domande, ha spiegato il comportamento da tenere durante il colloquio, cioè il modo migliore con cui porsi e le impressioni che vengono fornite al datore di lavoro. Veloccia, in chiusura ha raccontato anche l'esperienza del nipote. Laureato in economia per soddisfare il desiderio dei genitori, non riesce a trovare un lavoro che lo appassioni e quindi, tramite il consiglio di Veloccia, decide di andare in Francia. Qui inizia a lavorare come cameriere e grazie alla sua laurea in economia riesce a diventare direttore di due ristoranti in centro, superando anche il suo problema di balbuzie. Con questa esperienza, oltre che con il racconto della propria vita, Veloccia vuole dare un chiaro messaggio ai giovani, cioè: datevi le carte!

FESTA DELL'ACCOGLIENZA 2018\2019

Il giorno 16 ottobre, nell’Aula Magna dell’I.I.S. “Martino Filetico” di Ferentino, ha avuto luogo la “Festa dell’Accoglienza 2018”. Quest’anno il nostro Istituto ha avuto il piacere di ospitare, oltre alle autorità locali, il Sindaco, Avv. Antonio Pompeo, l’assessore Evelina di Marco e il presidente della Pro-Loco, sig. Luigi Sonni, anche i nuovi dirigenti dell’I.C. Ferentino 1, prof.ssa Angela Marone e dell’I.C. Ferentino 2, prof. Luigi Abbate. A dare l’avvio alla manifestazione è stata la nostra Dirigente, prof.ssa Concetta Senese, che ha ringraziato gli ospiti intervenuti, in particolare i genitori, le autorità e i nuovi dirigenti. Al saluto della D.S. è seguita l’esecuzione dell’Inno d’Italia con l’Inno d’Europa da parte degli studenti dell’ITE. Poi gli studenti del Liceo e dell’ITE hanno presentato le attività svolte nello scorso anno scolastico alternate a momenti musicali molto apprezzati dal pubblico. I ragazzi dell’I.I.S. si augurano di essere riusciti a trasmettere con le loro performance il messaggio che la scuola è sì un luogo di formazione e di cultura ma anche un luogo che insegna attraverso l’esempio pratico a vivere insieme perché come scrisse il filosofo greco Aristotele nel lontano IV secolo A.C. nella sua “Politica”: l’uomo è un animale sociale, cioè l’uomo ha bisogno di stare con gli altri. Si spera vivamente che la Festa dell’Accoglienza 2018 sia riuscita a dimostrarlo.

Roberta Iori IV F

Angelica Musa IV F

INAUGURAZIONE ANNO SCOLASTICO 2018\2019

Il giorno 15 Settembre, a partire dalle ore 11:30, presso la sede Ite del Martino Filetico, si è svolta l’inaugurazione dell’anno scolastico 2018/19.

Sono intervenuti: il sindaco di Ferentino, nonché presidente della Provincia, avv. Antonio Pompeo; il dirigente scolastico Concetta Senese, l’assessore alla pubblica istruzione Di Marco Evelina, l’ex assessore alla pubblica istruzione Francesca Collalti e il Vice-preside professor Antonio Bianchi.

L’apertura della cerimonia è avvenuta nel piazzale della scuola dinanzi a tutti gli alunni e alle autorità, con le ragazze del coro scolastico che si sono esibite cantando “L’inno di Mameli” e “L’inno alla gioia” nelle principali cinque lingue dell'Unione Europea. Durante l’esibizione i ragazzi del quinto anno scolastico hanno passato le bandiere europea e italiana ai ragazzi del primo anno scolastico, insieme le hanno aperte al sole di questa bella giornata. Il Dirigente scolastico ha preso la parola per prima :<<la scuola ha il compito di formare i cittadini del futuro>>, inoltre ha ribadito l’importanza dell’Unione Europea. A seguire il Sindaco: <<queste bandiere simboleggiano le conquiste che l’Europa ha fatto per la pace, le scuole fanno bene a ricordarle>>. Infine gli assessori e il Vice-preside sono intervenuti augurando un buon anno scolastico agli alunni, auguri ai quali si sono aggiunti quelli del Dirigente scolastico e del Sindaco, che li ha espressi a nome dell’intera Amministrazione.

SALUTO ALLA PROFESSORESSA BRIGHINDI

Un saluto alla cara prof.ssa Paola Brighindi andata in pensione.

L'anno scolastico 2018/2019 è iniziato in modo decisamente diverso: La nostra docente di letteratura e di storia Paola Brighindi, che ci ha accompagnato nella classe terza e quarta, quest'anno non sarà più una nostra professoressa, poiché dopo una lunga carriera è andata in pensione. Pur avendo concluso il suo percorso all'interno del nostro istituto, la preziosa eredità che ci ha lasciato, ovvero il giornalino d'istituto " LA NUVOLA", la rende ancora presente tra noi.

Innumerevoli sono stati i progetti realizzati dalla professoressa Brighindi che hanno coinvolto negli anni molti studenti e hanno lasciato un segno indelebile, conservando così un ricordo che non verrà mai cancellato! Oggi dunque il nostro pensiero è rivolto a lei, augurandole un piacevole inizio di una seconda gioventù.

La ringraziamo per gli anni passati assieme.

Sara A. E.

Martina F.

In nome della 5^ H


L’esercito del Selfie

Ogni anno vengono coniate nuove parole che nascono dalle trasformazioni della società. Il 2014 è stato l’anno del termine “selfite“, con il quale s’intende il bisogno ossessivo di scattare foto a se stessi e di postarle. Si tratta di un fenomeno che riguarda gli adolescenti, ma non solo...

Pubblicare foto sui social è un fenomeno assai diffuso in tutto il mondo, ma quando diventa per l’appunto “ossessivo“, allora si trasforma in una vera e propria dipendenza, ovvero “dipendenza dai selfie”. È paragonabile, sotto certi aspetti, ad una “droga”. Infatti, “aumentare la sicurezza in se stessi”, “migliorare l’umore”, “sentirsi adeguati al gruppo”, “ottenere l’attenzione”, sono questi i fattori che fanno ammalare di “selfite”. Alcuni ricercatori inglesi ed indiani lo hanno qualificato un vero e proprio disturbo mentale ed hanno individuato tre livelli di gravitá

Fase di rischio: chi scatta almeno tre foto al giorno ma non le pubblica sui social.

Fase acuta: chi posta almeno tre selfie al giorno.

Fase cronica: quando vi è un incontrollabile bisogno di fotografarsi e postare sui social più di sei volte al giorno.

Il fenomeno necessita di un’ulteriore precisazione: il più delle volte questi selfie sono ritoccati con photoshop o modificati con dei filtri nell’illusorio tentativo di far apparire perfetti i soggetti rappresentati. Ma in questo modo si offusca la vera bellezza di una persona, con tutti quei difetti che comunque la rendono unica e diversa dagli altri, facendola sembrare qualcuno che in realtà non è.

PIU’ VITA AI MOMENTI E MENO CONDIVISIONE.

GIORGIA CIMMINO

FRANCESCA GASBARRA

Classe III F


RAPLIFE

PERCHÉ LA MUSICA

La musica, un "mondo" fatto di sentimenti e passione, è un'arte a tutti gli effetti, che riesce a trasmettere a chi ascolta la forza di affrontare la vita senza arrendersi, o solamente ti mette nei panni del cantante che con le sue parole riesce a farti provare ciò che prova lui.

IL RAP

La musica racchiude molti generi. C'è un genere musicale che in molti credono sia troppo duro e volgare, ma in realtà è un genere creato apposta per sfogare ciò che hai dentro e per lanciare messaggi, positivi o negativi, senza peli sulla lingua: questo genere è il rap.

MI HA PRESO IL RAP!

Sono un ragazzo di 19 anni, semplice, non provengo da classi sociali "elevate" e, anche se giovane, ho già provato sulla mia pelle le classiche scelte sbagliate e giuste; non sempre ho scelto queste ultime, ma qualunque scelta abbia preso, ho sempre affrontato le conseguenze. Ho avuto i miei alti e bassi e questo mi ha portato a ciò che faccio ora, il rapper. Sin da quando ero piccolino, in me è cresciuta la passione per la musica in generale; ho suonato diversi strumenti e quando ero arrabbiato, felice o triste, cantavo a squarciagola, anche se non so cantare. Il rap è entrato nella mia vita a 10 anni; ho iniziato a scoprire le prime canzoni e, anche se non coglievo a pieno ciò che volevano comunicare, in me è scattata una scintilla. Dalle prime due-tre canzoni iniziai con il tempo ad ascoltare sempre più questo genere, tralasciando gli altri, fino a farlo diventare uno stile di vita e un'ancora di salvataggio.

LA TECNICA

"Rappare" non significa solamente scrivere in rima due parole senza senso, ma vuol dire "saper comunicare". Sì, il rapper è un comunicatore, un poeta "urbano", deve lasciarti un qualcosa dentro, che sia giusto o sbagliato; deve saper rimanere sull'argomento per tutta la canzone; deve saper emozionare e deve seguire delle regole di metrica. A volte rappare risulta più difficile del cantare, perché non serve solo saper scrivere, serve anche andare a tempo e crearsi uno stile personale; andare a tempo non significa solamente "stare sui quattro quarti", ma significa anche raffinare la metrica e la tecnica che viene chiamato "flow"1. Siccome il rap nasce dalla strada, molto spesso si usa un linguaggio diretto e semplice, a volte anche troppo esplicito; il bello è proprio questo: ognuno è libero di dire ciò che vuole, sarà l'ascoltatore a capire cosa sia giusto e cosa prendere come esempio. A volte accade che il rapper venga preso come un modello da seguire, ma chi ascolta dovrebbe "prendere con le pinze" quello che si dice, perché se una persona parla di droga, non significa che si deve farne uso per forza. Negli anni la cultura Hip Hop sta diventando sempre più vasta e questo ha fatto sì che si siano creati molti sottogeneri. Il rap per me oltre a essere una via di comunicazione, è uno sfogo, per questo i miei riferimenti sono rapper che nelle "tracce" raccontano quello che hanno passato e la difesa dei loro ideali, sapendo darti coraggio raccontando la sofferenza.

I MIEI IDOLI

Tra i miei idoli ce ne sono due in particolare da cui ho preso esempio: Jesto e Vacca. Non sono nomi molto conosciuti nel contesto musicale generale, ma nel rap sono due mostri sacri. Il primo è il figlio di Stefano Rosso² e i suoi argomenti sono molto personali e biografici; il secondo invece ormai è un veterano di questo genere ed è un po' più versatile negli argomenti: può passare da cose personali a canzoni esplicite che raccontano della strada, da argomenti pesanti e più sofisticati a canzoni più semplici e ballabili, meno argomentate perché, giustamente, servono anche canzoni che liberino la mente e ti facciano divertire. Tutti e due a livello di sonorità sono molto versatili: cercano di riprendere tutti i sottogeneri del rap. Oltre a essere un loro grande fan, ascoltarli mi ha fatto venire voglia di scrivere e ha dato inizio alla mia esperienza.

COME NASCE UN RAP

Voi vi chiederete: come nasce un rap? Il rap nasce da dentro, dalle tue emozioni, da ciò che hai passato; nasce tutto in automatico, ti viene voglia di scrivere e inizi a buttare su un foglio le tue idee. Una canzone rap si struttura in vari passaggi: di solito bisogna innanzitutto avere una base a disposizione, i cosiddetti "beat"³; con massima concentrazione bisogna ascoltare ripetutamente la base finché non arriva qualche idea. Ognuno ha un modo personale di leggere la base, ognuno ne capta un messaggio diverso. Appena balena l'idea in testa, e captata l'emozione che suscita la base, si passa a scrivere il testo. Il testo, come può uscire di getto, può uscire anche in più giorni: ognuno ha i suoi tempi personali. Di solito, oltre alle emozioni che suscita la base, l'ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa. Molto importante è l'emotività del momento: se si è tristi si tenderà a fare pezzi più depressi, se si è felici si fanno pezzi più sbarazzini e così via. I temi possono essere i più svariati: da raccontare una giornata a parlare del senso della vita, dal parlare della politica a insultarsi tra i rapper (i cosiddetti "dissing"⁴). Più il tema è meno impegnato più il pezzo viene ascoltato nei momenti di spensieratezza, più il pezzo è impegnato più viene ascoltato in momenti delicati. Quindi, dopo aver sentito la base, scelto il tema e scritto il testo, il "flow" verrà naturale e bisognerà esercitarsi solo un po' in modo che quando si andrà a registrare sarà più semplice e ci vorrà meno tempo. Dopo la registrazione, il produttore dovrà lavorare molto al computer, cercando di capire eventuali stonature ed eventuali errori. A volte bisogna registrare ancora, ancora e ancora e poi scegliere il take5 migliore. Tornando al lavoro del producer, dopo questa revisione, bisognerà rendere "figa" la traccia o aggiungendo effetti alla voce, o facendo registrare le "doppie", ovvero il controcanto6. Finito anche questo passaggio, arriva il lavoro più duro: il mix e il master7. Qui bisogna specificare che si devono seguire dei corsi apposta per raggiungere una qualità perfetta; mix e master richiedono molto tempo, forse è la parte più lunga del lavoro di registrazione. Su questo ambito non so molto perché non sono un producer. Messo a punto il master, la canzone è pronta e bisognerà solo pubblicarla. Per farlo esistono molti siti: quelli più famosi richiedono un minimo di budget da investire, mentre SoundCloud e YouTube sono gratuiti. A questo punto la vostra canzone potrà essere ascoltata da chiunque.

LA MIA ESPERIENZA

Devo ammettere che la prima volta che registrai ero felice, ma allo stesso tempo non fui convinto del prodotto finale. Non diedi il meglio di me, perché non essendo abituato ed essendo timido mi vergognai. Con il passare del tempo invece ho iniziato a migliorare; una volta abituato riesci a fare cose che nemmeno credevi di saper fare. Una cosa bella del rap è che anche quando credi che sei migliorato e meglio di così non puoi fare, stai sbagliando, perché il rap è un continuo evolversi sia di tecnicismi che di argomenti: più vivi, più conosci le cose, più hai da raccontare. Ho iniziato a scrivere da tre anni, ma ho iniziato a fare canzoni vere da Marzo 2018. In questo momento, dopo aver debuttato nella scena rap ed essermi fatto conoscere tra i ragazzi del mio paese, sto lavorando all’album di esordio; per realizzarlo ci vorrà molto tempo, ma non significa che non pubblicherò altro nel mentre, l’album è un progetto a lungo termine. Mentre per i progetti a breve termine, sto lavorando ad un singolo, dove la base sarà scelta grazie ad un sondaggio che si farà sulla pagina Facebook del nostro ITE, e ho appena finito di scrivere una collaborazione con altri due ragazzi di Ferentino.

SALVEZZA

Il rap è una passione e un sogno che sto vivendo, anche se non diventerò famoso continuerò a farlo, anche solo per me stesso, perché come ho detto è uno sfogo, è un divertimento e ti libera da quelle emozioni negative che porti dentro. Il rap salva.

ALCUNE MIE PRODUZIONI

  • Eterno Riposo 13 Marzo 2018

https://youtu.be/K19xNBxwCks

  • Bitch Please 16 Maggio 2018

https://youtu.be/ZrGQ_zFkSVA

  • Grido Nella Testa (Emdox) 15 Settembre 2018

https://youtu.be/h7ryCy45QGw

  • Il Motto 10 Ottobre 2018

https://youtu.be/N-7o2VjXDaI

1: Flow significa in inglese "flusso", ed indica la sequenza di rime rap. Esso si basa sulla prosodia, sulla cadenza ritmica e sul tempo di scansione. La cadenza si accorda con la dinamica e la direzione del ritmo.

2: Stefano Rosso (pseud. di Stefano Rossi; Roma, 7 dicembre 1948 – Roma, 15 settembre 2008) è stato un cantautore e chitarrista italiano. Tra i suoi successi si ricorda soprattutto “Una Storia Disonesta”.

3: Ritmo, generalmente con il termine beat viene anche indicata la versione grezza della base musicale.

4: Tecnica utilizzata dai rappers, che consiste nell’insultare altre persone (generalmente un altro rapper) in una o più rime.

5: il processo di registrazione audio prevede l'effettuazione di diverse sedute di registrazione. Il completamento di ognuna di queste viene appunto chiamata take.

6: Melodia secondaria sovrapposta o sottoposta a quella principale.

7: Il missaggio (o mixaggio) nell'industria discografica consiste nel miscelare opportunamente fra loro uno o più suoni (o anche brani). Il mastering (più correttamente il pre-mastering) è il processo fondamentale per creare il master di un album musicale partendo dalle tracce ottenute dopo il missaggio. Il master è quindi la copia dalla quale verranno stampate tutte le altre.

S. Cialone

V°H

I MIEI IDOLI

I miei idoli sono i “Queen”. Oltre alla loro bravura, mi sono appassionata della loro storia. Partiti da zero, figli di semplici operai, sono riusciti a varcare i migliori palchi di tutto il mondo. Adoro la loro tenacia con la quale, anche dopo mille porte chiuse in faccia, sono riusciti ad andare avanti e fare successo, anche quando Freddie Mercury firmò il contratto con un'altra casa discografica come cantante solista. Una delle canzoni più conosciute è Bohemian Rhapsody. Viene lanciata nel 31 ottobre 1975. È stato incisa nel IV album dei Queen “A night at the Opera” che nel ’76 era arrivato a 1 milione di copie vendute ed è arrivato, di nuovo, al primo posto nella classifica nel 1991 alla morte di Freddie. È stato un dei 3 singoli più venduti nel mondo. È stata scritta a casa di Freddie e ci sono volete più di 6 settimane di lavoro e più di 6 studi di registrazione . Questo brano, si presume, che racconti la vita interiore di Freddie.

RAPSODIA significa che un brano ha più parti senza connessione. Questo brano è diviso in 7 parti:

  1. A cappella
  2. A cappella
  3. Ballata
  4. Assolo di chitarra
  5. Opera
  6. Rock
  7. Atto finale

BOHEMIAN fa riferimento a una zona della Repubblica Ceca, dove nacque Faust. Viene narrata la storia di Faust che viene tormentato dai diavoli. Freddie fa riferimento a questa storia per raccontare la sua lotta interiore. Nella parte operistica fa riferimento anche a Bach e Mozart, nominando Galileo, Figaro e Magnifico. La parola “Bismillah” è una parola araba che significa nel nome di Dio e fa riferimento alla religione della sua famiglia . Nell’ultimo atto, Freddie dopo una continua lotta, riesce finalmente a sentirsi libero.

Questo però è uno dei tanti significati che si da alla canzone. Neanche i stessi Queen hanno mai dato spiegazioni.

MUSICA!

di Francesca Colella 3H

PERCHÉ LA MUSICA

La musica è un mondo tutto da scoprire dove non smetti mai di imparare. Ogni artista ha qualcosa da darti. Un vero musicista non è quello che conosce la lettura musicale, oppure chi sa come è nata la musica, un vero musicista è colui che trasmette agli altri tutta la sua passione.

PERCHÉ SCEGLIERE UN GENERE O UN ALTRO

Molti ragazzi dicono che la musica che sentivano i nostri genitori è vecchia. Molto genitori dicono che la musica di ora è musica “spazzatura”. Io penso che la musica abbia molte sfaccettature. Ogni artista racconta la sua epoca, i propri sentimenti. Ad esempio il rock and roll, negli anni ’50, ha rappresentato un nuovo genere musicale e fenomeno sociale, specchio della cultura e della società del tempo. La musica jazz è una forma musicale che nasce nel XX secolo come evoluzione di forme musicali utilizzate dagli schiavi afroamericani, che trovavano conforto e speranza.

LA MIA ESPERIENZA

Io ho iniziato a suonare da molto piccola. Avevo solamente 8 anni. Mio zio aveva iniziato a prendere lezioni di tamburo per gioco. Avevano formato un piccolo gruppo dove, in amicizia, suonavano tutti insieme. Mi sono subito appassionata a quella musica che per molti poteva sembrare da vecchi, per molti altri non adatta ai bambini. Ho iniziato a prendere lezioni anch’io. Mio zio si fece male alla clavicola e ho iniziato a suonare anch’io in quel gruppo. Arrivata alle medie, ho deciso di intraprendere il percorso musicale con il violino. Ho passato molte ore con la mia professoressa di violino, che alla fine mi ha fatto entrare nella sua orchestra. Lo stesso anno sono andata a Baden Baden (Germania) a fare un concerto e da lí sono iniziati concerti e concorsi. All’età di 13 ho deciso di prendere lezione di basso perché mi ero appassionata vedendo suonare un mio amico, componente del gruppo. Il mio maestro di basso, per far espandere la mia conoscenza musicale, mi ha chiesto se volevo prendere delle lezione di chitarra, e ora da 6 mesi a questa parte ho iniziato a suonare anche la chitarra. Quattro strumenti posso sembrare molti ma, come dice sempre mia nonna, “impara l’arte e mettila da parte”. Un'altra esperienza fatta è stata quella di incidere un disco con il mio gruppo. È stata un emozione unica per me perché avevo solamente 15 anni.

LA MUSICA POPOLARE

La musica popolare viene chiamata così perché colui che la suonava era il popolo, soprattutto i contadini, dopo una dura giornata di lavoro. È un musica che veniva tramandata oralmente da generazione in generazione. Io devo dire grazie a questa musica se ho capito quale era la mia passione. Sono quasi più di otto anni che suono in gruppo di musica popolare. Non adoro molto stare al centro dell’attenzione, ma quando suono e come se mi trovo in un mondo tutto mio.