I giovani ricordano la SHOA

Gli studenti della classe 2A, coordinati dalla prof.ssa Roberta Cavalleri, superano la selezione regionale della XIX edizione del concorso scolastico nazionale “I giovani ricordano la Shoah”, anno scolastico 2020-21.

L’iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, vuole promuovere studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del Novecento. La traccia scelta per questa edizione del concorso è:

A partire dal 1945, dopo la Liberazione e la fine della II Guerra Mondiale, il ritorno alla vita non fu facile, soprattutto per chi era stato costretto alla clandestinità per salvare la propria vita, era sopravvissuto alle persecuzioni nazi-fasciste, ai campi di sterminio, alla deportazione politica e militare, alle stragi. Occorreva superare il trauma individuale e collettivo e riconquistare il proprio nome, la propria identità, la casa, il lavoro, gli affetti, le abitudini, gli amici, le speranze.

I nostri studenti, dopo aver svolto ricerche e approfondimenti sul tema proposto, hanno elaborato un video che ha meritato il secondo posto nella selezione regionale.

Il racconto dell'esperienza da parte dei ragazzi

Io, Anastasia Cerroni, a nome e insieme alla mia classe, la 2A del Liceo Classico del Martino Filetico, siamo lieti di comunicare che siamo risultati vincitori regionali del concorso nazionale “I giovani ricordano la shoah”. Il concorso è stato indetto dal Ministero dell’Istruzione e prevede anche una selezione e una premiazione nazionale. In attesa di ulteriori sviluppi, vogliamo farvi partecipi del lavoro svolto. Il video inviato a Roma è una sintesi e rielaborazione della previa preparazione a lezione, e delle ricerche personali di ogni componente della classe. Dopo aver ripercorso le fasi e gli eventi più salienti della storia e della tragedia dell’olocausto, abbiamo voluto focalizzare la nostra attenzione sulle vittime (bambini, donne…) e sui crudeli crimini perpetrati nei loro confronti, e mascherati con il nome di “scienza”. Abbiamo poi selezionato alcune nostre riflessioni, un messaggio destinato agli adulti e ad altri giovani come noi, affinché tutti impariamo dalla storia ad essere uomini e donne migliori. Nonostante sia passato molto tempo da quando quegli avvenimenti sono accaduti, essi rappresentano una realtà troppo grave per poter essere dimenticata e ignorata voltandole le nostre spalle. La consapevolezza dell’importanza del ricordo e della riflessione su quanto è avvenuto in quei tempi orribili, ci ha spinti a svolgere il nostro lavoro con tanto impegno e dedizione. Per noi è stata un’opportunità per sensibilizzare anche altre persone su questo argomento, un’occasione per invitare, soprattutto altri giovani come noi, a meditare su questi dolorosi eventi. Siamo infatti noi giovani i costruttori del nostro futuro, i pilastri dell’attuale e futura società più umana. Il nostro lavoro è stato un modo per gridare al mondo il nostro disgusto e il nostro rammarico nei confronti dell’orrore del razzismo. Nonostante la nostra giovane età, il ripudio di ogni discriminazione e il rispetto di ogni essere umano ci sta molto a cuore; ed è per questo che abbiamo voluto comunicare i nostri sentimenti nella maniera più chiara e semplice possibile, affinché essi possano arrivare facilmente al cuore e alla mente di persone facenti parte di ogni fascia d’età. Abbiamo scelto poche parole chiave, che ogni lettore può far entrare e far rimanere nel proprio cuore. Infine, vogliamo anche evidenziare che questo progetto ci ha fatti crescere come gruppo-classe. Ci ha aiutati ad aprire gli occhi su tematiche molto serie e importanti, e ci ha permesso di immedesimarci nelle situazioni, come se fossimo noi a viverle in prima persona e sulla nostra pelle. Ma soprattutto, ci ha spronato a riflettere sul rapporto tra di noi, ci ha spinto a lavorare insieme e ci ha unito maggiormente.

Il nostro augurio è che crimini come quelli della shoah non accadano mai più, e che ideologie e stereotipi razzisti non facciano più parte della nostra società.

Cerroni Anastasia e la classe 2° del Liceo Classico del Martino Filetico