GIACOMO ZANELLA
CHIAMPO 1820
MONTICELLO CONTE OTTO 1888
A
GIACOMO ZANELLA
CHE RESSE DAL 1862 AL 1866
QUESTO GINNASIO-LICEO
E CON SOVRANO INTELLETTO D'ARTISTA
VI PROFESSÒ LETTERE UMANE
AL SACERDOTE-CITTADINO
DI SUE CANDIDE FEDI
LIBERO PROPUGNATORE INDEFESSO
AL POETA DEGLI ALTI IDEALI
CHE ATTENDE
DALLA SERENA IMPARZIALITÀ DEI VENTURI
RINOMANZA SEMPRE MAGGIORE
IL PRESIDE I PROFESSORI GLI ALUNNI
1888
Compì gli studi superiori presso il ginnasio comunale e il seminario di Vicenza, dove nel 1843 diventò sacerdote. Iniziò subito ad insegnare lettere nel seminario vicentino, in un ambiente culturale di forti sentimenti patriottici. Nel 1848 aderì alla causa nazionale, e nel 1853, per le pressioni del governo austriaco, dovette lasciare la cattedra. Nel 1857 ottenne l’abilitazione all’insegnamento di lettere italiane e latine e riprese l’insegnamento nelle scuole pubbliche, prima nel liceo di Venezia, poi a Vicenza (dove uno dei suoi studenti più famosi fu Antonio Fogazzaro), ed infine, dal 1862 al 1866 come direttore del ginnasio liceo di Padova.
La direzione di Zanella coincise con la fine della dominazione austriaca. Non erano ignoti i suoi sentimenti patriottici, ma non vi fu opposizione alla sua nomina alla guida del più importante liceo veneto, in ragione dei suoi meriti letterari ed educativi, e della fiducia che egli ispirava. Come scrive nelle sue memorie il boemo Ernst Gnad, allora insegnante di tedesco al liceo: “Un alto funzionario dell’Imperial regia Luogotenenza di Venezia, appresa tale nomina, si espresse con me nei termini seguenti: -Io credo che se entrasse a Padova il re Vittorio Emanuele, egli lo saluterebbe certamente con un magnifico inno, ma sono altrettanto convinto che finché rimane al servizio dell’autorità austriaca non verrebbe mai meno al suo dovere e al suo giuramento-”. Zanella infatti riuscì con grande equilibrio a proteggere gli studenti che manifestavano contro l’Austria o, allo scoppio della terza guerra d’indipendenza, ‘emigravano’ per arruolarsi nelle truppe garibaldine, mantenendo allo stesso tempo un rapporto istituzionalmente corretto con le autorità politiche.
Dopo l’annessione del Veneto all’Italia, Zanella fu chiamato alla cattedra di lingua e letteratura italiana all’università di Padova, dove fu anche rettore per l'anno accademico 1871-1872. Entrò in relazione con autorevoli studiosi non solo del campo letterario, ma anche scientifico ed economico. Fra i suoi più fedeli discepoli ed amici ci furono, oltre a Fogazzaro, Luigi Luzzatti e Fedele Lampertico, che fu anche suo primo biografo.
Nel 1875, provato dalla morte della madre e dall’insorgere di una malattia nervosa, lasciò l’insegnamento e si ritirò a vivere nel suo villino presso l’Astichello, alle porte di Vicenza, dove morì.
Fu scrittore e poeta tra i più importanti del secondo Ottocento. Fra le sue poesie ebbe grande notorietà Sopra una conchiglia fossile nel mio studio (1864), scritta quand’era direttore del liceo di Padova, nella quale riflette sul rapporto tra fede e scienza. Cominciò a pubblicare poesie nel 1868 con Versi, ma la sua raccolta di sonetti più nota è L’Astichello (1884). La sua fama è legata soprattutto all’attività di poeta, più che a quella di critico e storico della letteratura, che pure fu cospicua. L’edizione completa delle sue opere in 7 volumi è curata dall’Accademia olimpica di Vicenza di cui fu presidente.
Fece parte dell’Accademia patavina, dell’Ateneo veneto, dell’Accademia della Crusca e di istituzioni culturali di numerose città.
A Padova a Zanella sono intitolate una scuola media ed una via.
Da E. Greenwood, Vita di Giacomo Zanella,Vicenza, Neri Pozza 1990