LIVIANI GYMNASII DECUS PERENNE
MARIUS TODESCO
MAGISTER
ALEXANDER GODINA GUIDO PUCHETTI
IOSEPH SMANIA IOHANNES ANTONIUS BERTO
ALUMNI
PECTORA LIBERTATI DEVOTA REPETENDAE
PER MOTUM POPULI TOTA ITALIA FLAGRANTEM
PARS BELLI LABORES PERPESSI
PARS VINCULA ET NEFANDAS PER SICARIOS CAEDES
AUSI CONTEMNERE
VULNERIBUS CONFOSSI CANDIDAS EMISERE ANIMAS
IN SEMPITERNUM TEMPUS VICTURI
MCMXLIV - MCMXLV
Il padre, Venanzio, era professore di lettere al ginnasio Tito Livio e docente di filologia romanza all'università. Mario studiò a Padova, al Tito Livio e poi alla facoltà univesitaria di Lettere, laureandosi nel 1931 con una tesi di letteratura spagnola. Dopo la laurea insegnò a Venezia e a Padova proprio nel liceo che aveva frequentato. Divenne anche assistente alla cattedra universitaria di lingue e letterature slave. Il legame stretto e la frequentazione quasi quotidiana dell'università consentirono a Mario di entrare in contatto con gli ambienti antifascisti attivi in quel contesto; conobbe e frequentò Concetto Marchesi ed Egidio Meneghetti e partecipò anche, con Adolfo Zamboni, alla fondazione della sezione padovana del Partito d'azione.
Dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, Todesco intensificò la sua attività e cooperò con il Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo l'8 settembre organizzò un gruppo d'aiuto per i prigionieri inglesi fuggiaschi e per procurare documenti falsi agli ebrei perseguitati. Soprattutto contribuì, in collaborazione con il cugino Ludovico (Vico) Todesco, medaglia d'argento al valor militare, alla formazione della brigata partigiana “Italia libera”. L'attività di Mario Todesco fu quella di un bravo organizzatore territoriale; nella sua casa di Via Rialto, Todesco, raccoglieva armi, viveri e medicinali, che attraverso i suoi parenti di Solagna inviava alle prime bande partigiane sul Grappa; aiutò personalmente ex prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento.
Era, Mario Todesco, uno dei tanti che, pur non svolgendo attività militare, assicurò alla resistenza armata un preziosissimo e per lui assai rischioso supporto logistico. Fu infatti arrestato e incarcerato una prima volta nel novembre del 1943 e liberato solo quattro mesi dopo, nel marzo del 1944. Alla fine dell’anno scolastico, Mario Todesco doveva raggiungere il cugino in montagna, ma venne arrestato il 27 giugno e portato nella sede del gruppo rionale fascista “Bonservizi”, in via Giordano Bruno. All'alba del 29 giugno il suo corpo venne ritrovato davanti al bar Borsa, in via Emanuele Filiberto. Il cadavere era orribilmente sfigurato, tanto da renderne difficile l'identificazione. La fece don Giovanni Nervo, amico di famiglia, anche lui impegnato nella Resistenza. Il giorno dopo fu diffuso un foglietto clandestino del Comitato di Liberazione, scritto da Egidio Meneghetti, che denunciava: «Sappiano tutti i cittadini di Padova che nella notte tra il 28 e il 29 giugno gli assassini del Bonservizi hanno trucidato, inerme e indifeso, il professor Mario Todesco del Liceo Tito Livio […]».
Nella stessa notte la medesima banda brigatista aveva ucciso gli antifascisti Gino Lusiari, Alfio Marangoni e Italo Cavalli. Il cugino Vico morì pochi mesi dopo sul Grappa in seguito ad un rastrellamento tedesco.
Quattro giovani alunni del Liceo Tito Livio persero la vita tra il settembre del ΄44 e l'aprile del ΄45. Guido Puchetti, cadde nelle campagne di Piacenza d'Adige il 6 settembre 1944, con l'amico Benedetto De Besi. Aveva da poco compiuto diciotto anni. Sandro Godina era membro della brigata “Italia Libera” di Vico Todesco, e cadde come lui in combattimento sul monte Grappa, il 23 settembre 1944. Giovanni Berto, partigiano della brigata “Lubian” venne assassinato a Villanova di Camposampiero il 7 aprile 1945 da elementi della brigata nera di Campodarsego. Aveva diciannove anni. Giuseppe Smania fu trucidato dai tedeschi il 28 aprile 1945, poco più che diciassettenne, nei pressi di Peraga di Vigonza, mentre tornava da Treviso dove aveva portato l’avviso della capitolazione tedesca a Padova e l'ordine di insurrezione.
Il 25 aprile 2008 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a Mario Todesco la medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria con la seguente motivazione: “Docente nel Liceo Tito Livio di Padova, si prodigò, con eroico coraggio e preclara virtù civica, nell'aiuto dei prigionieri e degli ebrei sfuggiti ai campi di sterminio. Arrestato quale membro attivo della Resistenza dai nazifascisti, veniva barbaramente assassinato. Fulgido esempio di rigore morale, di umana solidarietà e profonda fede nella rinascita delle istituzioni democratiche”.
A Mario Todesco sono state intitolate a Padova una scuola media ed una via.
Mario Todesco - SOLAGNA 1908-PADOVA 1944
(Phaidra Unipd)
Versi di Dante (Purgatorio, I), Berchet (Il giuramento di Pontida), Foscolo (I sepolcri), inneggianti alla libertà, ricopiati da Sandro Godina sul foglio di guardia della sua antologia "Scrittori d'Italia" negli ultimi giorni di scuola (classe 3^ liceo, sez. A, 1944. Archivio del liceo Tito Livio, Fondo Federico Viscidi)