BUSSOLENO
BUSSOLENO
GIORGIO BORGATO
STUDENTE VENTUNENNE MILANESE
QUI
CADDE COLPITO DALL'ODIO
NAZIFASCISTA PER AVER
SCELTO LA STRADA DELLA
LIBERTA TRA I PARTIGIANI
D'ITALIA
IL 18• 11• 1944
L'A.N.P.I.
Indirizzo: Strada Susa 41 (SS25), frazione Foresto - 10053 Bussoleno (To)
Coordinate GPS sulla mappa: 45.136225, 7.116748
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Giorgio Borgato nacque a Milano il 1° febbraio 1923. I suoi genitori Mario Borgato e Maria Sonzini si allontanarono da Milano e si trasferirono a Porto Valtravaglia, durante il secondo conflitto mondiale, per sfuggire ai bombardamenti anglo-angloamericani.
Il giovane Giorgio si distinse per un carattere deciso e determinato, uno spirito battagliero e un profondo impegno per i problemi sociali. Allo scoppio della guerra si arruolò volontario per l'Africa e, dopo aver contratto la malaria a Tripoli, tornò in Italia per curarsi all’ospedale di Napoli. Dopo un periodo di convalescenza a Porto Valtravaglia, nel 1943 partì per Roma e venne arruolato nell'81° Reggimento Fanteria BT Torino per poi tornare, nello stesso anno, a Porto Valtravaglia.
Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, che prevedeva la resa incondizionata del Regno D’Italia agli Alleati, venne ricercato dai nazifascisti per aver ospitato un soldato inglese evaso dal campo di concentramento di Ternate. Si rifugiò presso i partigiani di San Michele, ma fu costretto a trasferirsi a Vittuone a causa di un mandato di cattura per il reato di diserzione emesso nei suoi confronti dalla Guardia Repubblicana. Ritenendo quel rifugio non sicuro, decide di trasferirsi in Svizzera e nel 1944, insieme all’amico Guido Somarè, riuscì a valicare il confine svizzero.
A Balerna incontrò l'amico milanese Paolo Richetto con il quale proseguì il suo cammino, prima da internato e poi da partigiano. Vennero internati in vari campi, tra cui quelli di Sion e Aproz, dove lavoravano come sterratori e nel pomeriggio prestavano aiuto ai contadini locali. Il loro pensiero era sempre rivolto all'Italia, stremata dalla occupazione tedesca e dall'oppressione fascista, ed erano tormentati dal rimorso di non essersi uniti a coloro che si stavano già organizzando alla difesa e al riscatto della patria. Per questo motivo organizzarono il loro rientro in Italia.
Nel giugno del 1944, dopo aver attraversato le Alpi, Giorgio venne arrestato insieme all'amico Guido Somarè dalla polizia Svizzera che li rispedì a Sion, dove furono detenuti in carcare per dodici giorni. Successivamente, vennero trasferiti al penitenziario di S. Gioansen, dove lavoravano nei campi. Dato che tornare in Italia rimaneva comunque il loro desiderio, decisero di fare ritorno in patria e, dopo aver superato numerosi ostacoli, giunsero in Val Ferret, dove si unirono ai partigiani locali.
Dopo aver raccontato il loro percorso verso l’Italia, Giorgio e Paolo furono incaricati dai partigiani di guidarli lungo la stessa via, ritenuta più sicura e meno controllata dai tedeschi e dai fascisti. Successivamente, ottenuta l’autorizzazione dal comando partigiano di Cogne, si recarono in Val di Susa affrontando difficili condizioni dovute alle forti nevicate. Seguendo il percorso Cogne, Val Savaranche, Colle del Nivolet, Ceresole, Locana, Val di Lanzo, Cantoira, Viù, Col del Lys, Bargone, giunsero a Bussoleno, dove vennero ospitati dalla famiglia di Paolo Richetto. In seguito Paolo e Giorgio si recarono al comando della 42° Brigata guidata da Alessandro Ciamei per documentare la loro esperienza.
Il 18 novembre 1944, tornando con un gruppo di partigiani da una missione nei pressi di Susa, si imbatterono in una colonna di autocarri tedeschi. Dopo aver piazzato le mitragliatrici ai lati della strada provinciale, fuori dell'abitato di Bussoleno, vennero sopraffatti dai tedeschi e, terminate le munizioni, tentarono di fuggire. Giorgio Borgato, non avendo conoscenza dei luoghi, si rifugiò sulla massicciata della ferrovia dove venne colpito a morte da una raffica di mitragliatrice. La sua salma venne recuperata nei giorni successivi con l'aiuto della famiglia Richetto e consegnata al padre, Mario Borgato, per un addio dignitoso.
C. Feletti, Foresto: una comunità nella lotta di Liberazione, in «Quaderni valsusini», 1, 1° settembre 1986, pp. 74-100
Foresto. Una comunità nella lotta di liberazione, Aedita, Bussoleno 1996, pp. 78 sgg.
Banca dati dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” – Istoreto: http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=13867
https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cippo-al-partigiano-giorgio-borgato-a-foresto-bussoleno-to/