Bussoleno
Bussoleno
Al martire della libertà Durbiano Vittorio qui impiccato il 6-08-1944 dai fascisti
L'A.N.P.I. Bussoleno
Indirizzo: Borgata Santa Petronilla 3 - 10053 Bussoleno (To)
Coordinate GPS sulla mappa: 45.13121, 7.13416
25
Vittorio Durbiano nacque a Torino il 27/10/1924, era residente a Bussoleno. La formazione a cui ha appartenuto fu la IV divisione g. l.: IV div. g. l. ban. Ferrero dal 1/6/44 al 1/7/44 e 35 com. dal 1/7/44 al 5/8/44.
Venne ucciso dai fascisti il 6/8/1944.
La testimonianza di Gino, nipote di Vittorio, rilasciata nel gennaio 2025 ci racconta due episodi molto significativi avvenuti durante il periodo della Resistenza.
1° episodio: il padre di Gino, quando aveva circa 20 anni durante il periodo estivo nella borgata di Santa Petronilla (Bussoleno), mentre il padre stava falciando l’erba, percepì dei forti rumori e in lontananza vide arrivare i mezzi dei nazisti. Come prima cosa gli venne in mente di buttarsi nell’erba alta per non essere visto e in questo modo si salvò. Rimase nascosto fino a quando una donna venne ad avvisarlo che erano andati via. Prima di andarsene avevano minacciato il nonno di Gino per sapere dove si trovassero i figli, avendo avuto delle informazioni su un possibile tradimento, ma lui rispose che non lo sapeva e allora i nazisti presero gli animali e diedero fuoco al fienile.
2° episodio: riguarda lo zio di Gino, Vittorio Durbiano, qualche anno più giovane del fratello, che si unì ai partigiani. Vittorio combatteva vicino a Meana, ma venne ferito quando si trovava al Sacro Cuore e venne ricoverato in un ospedale a Susa; poi ci fu una retata fascista in cui lo individuarono, probabilmente a causa della segnalazione di qualcuno; in seguito venne portato a casa sua, a Santa Petronilla, e impiccato al suo balcone. La crudeltà dei fascisti si spinse al punto che obbligarono suo padre ad assistere alla scena e lasciarono il corpo appeso per tre giorni minacciando di morte qualunque persona si avvicinasse.
Un’altra curiosità che Gino riferisce è che, mentre Vittorio era in ospedale, i medici volevano nasconderlo, ma il prete di allora disse che avrebbe pensato lui a coprirlo e probabilmente anche questo episodio gli costò la vita.
Dal racconto emerge che Vittorio era una persona molto altruista e sempre pronta ad aiutare gli altri, “avrebbe dato il suo cuore a chi ne avesse avuto bisogno”. Gino ci ha riferito inoltre che la sua famiglia, in particolare il padre, non condivideva a pieno la decisione di Vittorio di unirsi alle brigate partigiane.
Gli abitanti della borgata di Santa Petronilla rimasero sconvolti dalla crudeltà della sua uccisione e dall’impotenza di non poter dare una degna sepoltura al corpo. Il padre di Gino era molto restio a parlare dell’accaduto e rifiutò anche la proposta di chiamare la borgata con il nome di suo fratello, in sua memoria.
La fotografia di Vittorio Durbiano è tratta da M. E. Borgis, La Resistenza in Valle di Susa, Edizioni del Graffio, Borgone di Susa, 2011 [I edizione 1974]
Testimonianza del nipote di Vittorio Durbiano, Gino, raccolta da Silvia De Rosa e Beatrice Difonzo nel gennaio 2025.
Si ringraziano Gino Durbiano e Valerio Colombaroli