BRUZOLO
BRUZOLO
S. TEN. WALTER FONTAN
PARACAD. ALDO ROSSERO
QUI CADDERO IN COMBATTIMENTO
CONTRO I NAZIFASCISTI
25.2.1944
Indirizzo: Piazzale Europa 2 (sui binari accanto alla stazione ferroviaria) - 10050 Bruzolo (To)
Coordinate GPS sulla mappa: 45.131377497203, 7.2005070297799
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Walter Fontan nacque nel 1921 a Bussoleno, in Valle di Susa, e sin da giovane dimostrò un forte senso del dovere e spirito patriottico.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, entrò nell’esercito italiano come sottotenente e fu inviato nei Balcani, dove combatté contro i partigiani jugoslavi.
Questa esperienza fu cruciale per la sua formazione militare: nei Balcani Fontan apprese le tattiche di guerriglia che avrebbe poi messo in pratica contro i nazisti in Italia.
La sua conoscenza delle strategie, basate su attacchi improvvisi, imboscate, sabotaggi, e la profonda conoscenza del territorio lo resero uno dei comandanti partigiani più abili e rispettati della Valle di Susa.
Il suo ritorno a Bussoleno avvenne in un momento critico quando, con l’armistizio dell’8 settembre 1943, firmato dal maresciallo Badoglio, l’esercito italiano si trovò improvvisamente allo sbando.
I tedeschi, considerati ormai nemici, occuparono rapidamente il Nord Italia, lasciando interi reparti dell’esercito italiano disarmati e disorientati.
In questo contesto caotico Fontan non esitò a prendere posizione.
Cosciente che la lotta per la libertà sarebbe stata lunga e sanguinosa, decise di organizzare subito la resistenza contro i nazisti. La sua capacità di comando e la sua determinazione gli permisero di reclutare rapidamente uomini tra gli ex militari, i giovani e i civili desiderosi di combattere.
L’organizzazione della resistenza in Valle di Susa
Una delle prime azioni di Walter Fontan fu quella di costituire una formazione partigiana stabile e ben organizzata. Insieme ad altri comandanti, come Carlo Carli e Ugo Berga, lavorò per trasformare le bande improvvisate di ribelli in unità disciplinate e coordinate.
Nacque così la 42ª Brigata Garibaldi, che successivamente venne intitolata proprio a Walter Fontan in suo onore. La Brigata, stanziata tra Bussoleno e Chianocco, divenne rapidamente una delle più attive e rispettate della zona. Fontan sapeva che per vincere non bastava colpire il nemico: bisognava anche conquistare il sostegno della popolazione. Per questo motivo i partigiani si impegnarono non solo nelle azioni militari, ma anche nella protezione dei civili e nella distribuzione di viveri.
Sotto la sua guida, i partigiani iniziarono a raccogliere armi e munizioni abbandonate dai militari italiani, a costruire rifugi sicuri nelle montagne e a pianificare sabotaggi contro le infrastrutture utilizzate dai nazisti.
Fontan imponeva una disciplina ferrea: non erano ammesse esecuzioni sommarie, saccheggi o violenze sui civili. Questa disciplina non solo accrebbe il rispetto verso di lui, ma consolidò anche la fiducia della popolazione nei confronti della Resistenza; inoltre la conoscenza dettagliata del territorio montano della Valle di Susa gli permise di scegliere con astuzia i luoghi più adatti per gli attacchi e per nascondere gli uomini dopo le azioni.
Le operazioni di sabotaggio
Walter Fontan fu un maestro nelle operazioni di sabotaggio. Una delle sue prime azioni fu l’assalto alla polveriera di Villarfocchiardo, nella notte tra il 18 e il 19 novembre 1943. Insieme a Carlo Carli e con l’aiuto della squadra paesana di Sant’Antonino guidata dal tenente Gambino, riuscì a impossessarsi di oltre tre tonnellate di esplosivo. Questo bottino fu fondamentale per le successive operazioni contro i tedeschi.
L’azione venne condotta con estrema precisione: i carabinieri a guardia della polveriera furono disarmati senza spargimenti di sangue e le comunicazioni telefoniche con il presidio tedesco di Borgone vennero tagliate.
Tuttavia l’impresa più celebre fu sicuramente il sabotaggio del Ponte dell’Arnodera, tra il 28 e il 29 dicembre 1943.
La distruzione del ponte, avvenuta grazie all’uso sapiente dell’esplosivo sottratto a Villarfocchiardo, interruppe per oltre tre mesi il traffico ferroviario sulla linea Torino-Modane, causando enormi problemi logistici ai tedeschi.
Le esplosioni furono udite per chilometri e il ponte venne letteralmente disintegrato; questa operazione fu così efficace che il comando tedesco definì l’azione una vera “opera d’arte”; anche gli Alleati espressero vivo apprezzamento per l’audacia e la precisione dell’operazione.
L’ultima missione e la morte di Walter Fontan
Il 25 febbraio 1944 Walter Fontan cadde in un’imboscata nei pressi del casello ferroviario di Bruzolo. L’obiettivo della missione era trattare con alcuni soldati russi disposti a disertare dai nazisti per unirsi ai partigiani; tuttavia si trattava di una trappola. I russi bianchi, alleati dei nazisti, aprirono improvvisamente il fuoco uccidendo Fontan e il suo luogotenente Aldo Rossero. La morte di Fontan fu un durissimo colpo per la 42ª Brigata Garibaldi, che perse così il suo comandante più esperto e carismatico.
La notizia si diffuse rapidamente tra i partigiani e la popolazione locale, provocando un dolore immenso, ma anche una determinazione ancora più forte a proseguire la lotta.
Nonostante la perdita, la brigata continuò a combattere con coraggio e determinazione, portando avanti il lascito morale e strategico di Walter Fontan; le sue tattiche, basate sulla rapidità, la sorpresa e il coordinamento, furono adottate da molti altri gruppi partigiani.
La sua morte non fece altro che rafforzare la volontà di liberare la Valle di Susa dall’occupazione nazifascista.
Il cippo di Bruzolo
In memoria del suo sacrificio fu eretto un cippo commemorativo a Bruzolo, nel luogo esatto dove Fontan cadde. Ancora oggi questo monumento è un simbolo della lotta per la libertà contro l’occupazione nazifascista.
Ogni anno cerimonie commemorative vengono organizzate per ricordare la figura di Fontan e degli altri partigiani caduti. La sua storia è diventata parte della memoria collettiva della Valle di Susa, un esempio di coraggio e altruismo per le giovani generazioni.
«L’Eco della Dora», Collegno, 20 febbraio 1955, p. 2
https://www.anpi.it/biografia/walter-fontan
M.E. Borgis, La Resistenza in Valle di Susa, Edizioni del Graffio, Borgone di Susa, 2011 [I edizione 1974], capp. I, II, IV, V
U. Berga, Diario partigiano, Tipolitografia Morra, Almese 2003, pp. 7-18
S. Bellone, Testimonianze (1933-45), Tipolito Melli, Borgone di Susa 1995, pp. 33-43
S. Bellone, Mentre andava a parlamentare la mitraglia tedesca lo abbatté, in «L’Eco della Dora», Collegno, 20 febbraio 1955, p. 2